Analisi tattica – Può essere Nilmar l’uomo giusto per la Roma?

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Se ne parla un po’ ovunque. In rete, come sui giornali ed in tv.

La Roma sarebbe vicina a trovare l’accordo per il trasferimento di Nilmar dal Villareal.

Ma può essere la punta brasiliana che nell’ultima stagione tanto bene ha duettato col nostro Pepito Rossi il tassello ideale per completare il reparto avanzato Giallorosso?

Intendiamoci fin da subito: il valore assoluto di Nilmar non si discute. Non siamo in presenza di un Fenomeno, certo, ma l’ex Internacional di Porto Alegre resta giocatore di livello.

Rapido, tecnicamente dotato, discreto fiuto del goal.

Costruire una squadra di calcio, però, non è come fare la raccolta delle figurine. O giocare ai videogame.

In campo vanno infatti mantenuti degli equilibri senza dei quali vincere rasenta l’impossibile. E per farlo si deve andare alla ricerca della costruzione di un 11 in cui ogni giocatore occupi la posizione migliore rispetto alle caratteristiche.

In cui ogni interprete, insomma, possa venire esaltato proprio dalla posizione in campo che si trova a ricoprire.

In questo senso quanto accade al ragazzo in Spagna è sicuramente interessante. La coppia d’attacco che forma con Rossi, infatti, difetta sicuramente di fisicità e forza fisica, ma puntando tutto su tecnica, dribbling e rapidità risulta comunque pericolosa ed a tratti letale.

Nel complesso, comunque, essere affiancato da una seconda punta tecnicamente dotata ma anche prolifica sembra essere probabilmente la soluzione migliore per lui.

Luis Enrique, però, ha importato a Roma un sistema di gioco differente, tutto improntato su quel 4-3-3 che ha reso così grande il Barcellona di Guardiola.

Ed in un modulo del genere come può ambientarsi il ragazzo nativo di Bandeirantes?

Tornando da Londra giusto lunedì leggevo la Gazzetta dello Sport, dove si parlava proprio dei possibili futuri acquisti della Roma. Con tanto di eventuale collocazione tattica.

Tra questi c’era proprio anche il nostro Nilmar, che veniva schierato come punta centrale del tridente offensivo romanista.

Ed in effetti, trattandosi in buona sostanza di un giocatore con caratteristiche da prima punta (anche se piuttosto atipica rispetto all’immaginario collettivo) è proprio quello il ruolo migliore per lui.

Qui, però, sorgono diversi dubbi, che vado a schematizzare.

  • Innanzitutto il principale: l’abbondanza nel ruolo. Perché anche considerando Bojan una punta esterna (che è quello che in effetti pare si troverà a fare l’ex fenomeno delle giovanili Blaugrana) resterebbe Borriello (che a quel punto partirà sicuramente) e, soprattutto, Totti. Che nel 4-3-3 di Luis Enrique, vista la sua ormai ridotta mobilità, pare non possa ricoprire altro ruolo se non quello di prima punta.
    Nilmar, quindi, verrebbe a farne la riserva? O, ancora, il suo arrivo significherebbe la panchinazione di quello che è il simbolo di questa squadra (nonché uno dei giocatori più forti che abbiano mai vestito questa maglia)?
    Problema non da poco…
  • In secondo luogo mi ricollego al discorso che facevo in apertura. Un allenatore deve mettere gli uomini giusti al posto giusto. Ed in questo senso Luis Enrique (come Antonio Conte e tanti altri) non sembra molto flessibile. Difficile quindi pensare possa decidere di abbandonare il suo 4-3-3 semplicemente per mettere Nilmar nelle condizioni migliori (senza nel contempo lasciare Totti in panchina). A quel punto far coesistere il nuovo arrivo ed il Capitano significherebbe dirottare la punta brasiliana sull’esterno, con un attacco che andrebbe così a comporsi: Bojan-Totti-Nilmar. Niente male, di per sè. Ma resterebbe un grosso punto di domanda relativo alle prestazioni che potrebbero essere fornite dall’attaccante ex Lione ed Internacional.
  • In definitiva, quindi, non avrebbe più senso acquistare una punta esterna? Anche in relazione alle cessioni di Menez e Vucinic, che quel ruolo l’avrebbero potuto ricoprire con buon profitto, viene da pensare che l’acquisto di un’ala sarebbe probabilmente più azzeccato rispetto a quello di una prima punta che, tutt’al più, può essere riadattato a seconda punta.

L’operazione, leggendo in giro, sembrerebbe comunque ormai essere in via di definizione.

La Roma ha scelto Nilmar.
Vedremo quindi nelle prossime settimane come la punta di Bandeirantes verrà impiegata nello scacchiere di Luis Enrique (ammesso e non concesso, ovviamente, che alla fine il trasferimento si concretizzi davvero).

2 commenti

  1. Aldilà del giudizio specifico di Nilmar, la tua riflessione tattica è più che mai opportuna però a mio avviso non considera alcuni aspetti che ritengo siano interessanti.

    – il mercato nazionale ma soprattutto internazionale non offre punte esterne di elevata qualità a prezzi normali, il che riduce il cesto da cui pescare la propria mela rispetto ad attaccanti diciamo più ibridi. La juve è un esempio, sta cercando un esterno offensivo e tolto Vargas che non è nemmeno un attaccante seppur sia un ottimo calciatore, rimangono nomi come Elia dell’Amburgo che pongono dei dubbi. Vucinic stesso è una punta/seconda punta o anche prima volendo che era adattato nel ruolo di esterno sin dai tempi della Roma.

    – Il modulo tattico di Luis Enrique prevede sì tre punte la davanti ma non sono un tridente puro concettualmente parlando. Lo stesso Bojan è una prima punta che comunque si adatta a partire largo e ha fornito prestazioni e rendimenti di buon livello; riprendendo il paragone (a mio avviso non troppo aderente alla nuova realtà che sta nascendo a Trigoria) col Barcellona di Pep, lo stesso Villa è una prima punta ma che grazie alle sue caratteristiche e a ciò che gli chiede l’allenatore, riesce ad integrarsi bene seppur la prima punta centrale rimane sempre Messi. Questo a dire che l’Asturiano e lo stesso allenatore Catalano prevedono movimenti nei tre d’attacco che consentono ai due esterni di accentrarsi, muoversi sul fronte, insomma non di puntare l’uomo per andare sul fondo a crossare per la punta centrale. Col Vasas ad esempio Borriello, che sembra inappropriato nel partire largo a destra, ha lasciato invece intravedere cose molto intriganti come tagli per il centro area, movimenti diagonali che lo hanno portato al tiro defilato si ma a sinistra. Dunque in questo tipo di realtà tattica progettata io vedo bene quel tipo di attaccante che non sono punte centrali pure ma che offrono dinamismo e qualità di palleggio e tecnica per dialogare col resto del reparto e della squadra.

    – Nilmar ha parecchia qualità e più volte è partito largo a sinistra per accentrarsi. Con l’osservazione nel punto precedente penso si integrerebbe piuttosto bene a sinistra con Totti centrale e Bojan a destra. Inoltre lo stesso Lamela nasce trequartista ma lo vedrei bene partire largo sul lato mancino del campo per incrociare con Totti che non rimane più molto avanzato ma torna sistematicamente 20 metri indietro a duettare.

    – L’alternativa a un Nilmar, stando ai rumors più o meno credibili dei giornali, sarebbe Hernandez del Palermo, anch’egli non una punta esterna ma centrale/seconda punta. Credo che l’importante è avere qualità nei piedi che poi una soluzione buona la si possa trovare, più che andare a prendere magari esterni puri ma che non propongono un palleggio elevato.

    – Totti finchè rimarrà un fattore decisivo per il motore offensivo della Roma, essendo comunque un giocatore dal potenziale tecnico elevato, anche a 35 anni, sarà preferito come prima scelta al centro dell’attacco. Poi chiaramente avere un Nilmar che comunque ti consente di avere un centrale all’occorrenza, o lo stesso Bojan o un Borriello, fa si che Luis Enrique possa avere una rotazione di qualità. Ecco perchè non avendo troppa scelta a destra, credo che se anche arrivasse un Nilmar, Borriello non verrebbe ceduto o quantomeno non per motivi tattici quanto piuttosto economici (che sarebbe uno sbaglio a meno di offerte clamorose che dubito possano giungere).

    Non so che ne pensi tu a tal proposito, se sei daccordo o meno con me.
    Ti faccio i complimenti per il blog che mi capita di leggere di frequente, un saluto. Tim.

    1. Ti ringrazio per i complimenti.
      Spero che quel “di frequente” si trasformi presto in “sempre”. 😛

      Scherzi a parte… ciò che dici ha sicuramente ragione d’essere.

      – Sul primo punto mi sembra però che ti affidi troppo ai giornali. Guarda caso citi giusto quei due calciatori che secondo la stampa si stanno giocando un posto alla Juventus. Però il dato di fatto è che il calcio ormai è sempre più globalizzato e talenti interessanti si possono andare a pescare ovunque.
      Posto questo… dici che non si potrebbe trovare un’ala decente a prezzi accessibili?
      L’altro ieri guardavo il Borussia… questi si sono presi Kagawa, uno dei migliori della squadra, a quattro spicci. Tanto per fare un esempio.
      Quindi insomma, non mi limiterei certo al dualismo Vargas-Elia… le possibilità sono tante, e Sabatini è pagato proprio per quello…

      – Da questo punto di vista hai sicuramente ragione. Non è un tridente puro per come lo si intende, con una punta e due ali pure. Nel contempo, però, non azzarderei (sulla carta, poi se trovi la quadratura viaggi lo stesso eh) nemmeno un tridente con tre prime punte.
      Passi Bojan che incrocia, Lamela largo può avere un senso perché come molti trequartisti (soprattutto in giovane età, io ho fatto caso a questa cosa) è proprio partendo decentrato che può dare il meglio… mettere pure Nilmar largo POTREBBE essere controproducente.
      Poi chiaro, si sta ragionando proprio per capire se Nilmar sia o non sia la soluzione migliore. Non voglio certo cassarne a priori l’acquisto!
      Su Villa: situazione particolare. Può partire largo come centrale, il risultato è sempre lo stesso: gioca in funzione di Messi. Che nel contempo, però, sa fare tanto movimento. A Roma la cosa sarebbe diversa: Totti non ha certo la mobilità di Messi… quindi non si potrebbe pensare di replicare i meccanismi di quell’attacco nella Capitale.
      Altra considerazione sul parallelismo col Barça (posto che comunque ovviamente ogni squadra fa storia a sè eh!): lì ci gioca Pedro, che è un’ala più o meno pura. Di certo tra Totti, Bojan, Nilmar, Messi e Villa è quello che ha più le caratteristiche da ala. Quindi in quell’attacco c’è un Fenomeno, una punta di movimento e un’ala. In quello della Roma ci sarebbe un Fenomeno di 35 anni (cioè molto meno mobile di Messi) e due prime punte adattate.
      Ripeto, un equilibrio lo si può trovare comunque. Ma qualche perplessità nasce, tutto qui.
      Poi converrai sicuramente con me che ha senso sollevarle ora le perplessità, proprio anche per discuterne assieme. Perché a fine stagione, a cose fatte… non ne avrebbe. Che se le cose sono andate male è facile dire “eh ma non poteva funzionare”… e se le cose sono andate bene che perplessità devi avere? 😀
      (Ed in questo punto ho inglobato le mie considerazione relative ai tuoi punti 2 e 3)

      – Hernandez di per sé OGGI lo vedrei anche meno bene di Nilmar. 😛
      Poi sicuramente la qualità è importante, ci mancherebbe. Però io ritengo anche che ci siano sempre degli equilibri da salvaguardare, che la qualità da sola non possa vincere. Altrimenti il Mondiale sarebbe vinto tendenzialmente sempre dal Brasile, per dire…
      Detto questo ali con grandi capacità tecniche ce ne sono. Elia stesso, per dirne uno da te citato, è tecnicamente molto dotato. Il problema suo, forse ancor più di Vucinic, è che sembra essere piuttosto (eufemismo) discontinuo…
      Comunque ripeto, se vuoi un’ala offensiva e la vuoi con qualità tecniche spiccate ti sbatti e qualcuno di buono su cui puntare lo trovi senz’altro.

      – Totti temo che alla lunga possa risultare un peso per questa squadra. Magari non quest’anno, magari non il prossimo… ma il giorno in cui arriverà il momento di doverlo panchinare (ed è immaginabile arriverà) potrebbe non essere così semplice farlo…

      Chiudo quindi facendoti i complimenti per il tuo intervento.
      Commenti su questo blog ne ricevo pochini – almeno rispetto alla mole di cose che scrivo – e spesso di livello certo non elevato.
      Spero di leggerti ancora da queste parti.

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