Annibale Frossi, il capocannoniere con gli occhiali

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Frossi ai tempi dellolimpiade del 1936
Frossi ai tempi dell'olimpiade del 1936

Correva l’estate del 1936 ed in quel di Berlino si stavano disputando i giochi olimpici, ritenuti dal Fuhrer in persona un ottimo strumento di propaganda.

Era quella l’olimpiade di Jesse Owens, 23enne colored americano che mandò a carte e quarantotto le stolte teorie ariane vincendo 100, 200, salto in lungo e staffetta.

Nel calcio, intanto, l’Italia Campione del Mondo in carica si presentava ai blocchi di partenza con la nazionale Universitaria (tutti i giocatori dovevano infatti essere iscritti ad un’Università o ad un istituto superiore, non potevano esserci professionisti veri e propri, tanto che nessuno di quei giocatori aveva ancora mai vestito la maglia della nazionale maggiore) per tentare un’insperata vittoria finale.

Tecnico di quella squadra era proprio Vittorio Pozzo, grande allenatore capace di vincere due mondiali ed un’Olimpiade in carriera.

E’ storia nota di come quella sia l’unica Olimpiade della storia vinta dalla nostra nazionale, meno conosciuto ai giorni nostri è invece l’eroe di quella spedizione: Annibale Frossi.

Frossi, ala destra nativa di Muzzana del Turgnano, militava all’epoca nell’Aquila e fu convocato da Pozzo per dare velocità e ficcantezza all’attacco azzurro, cosa che il ragazzo fece nel migliore dei modi: con 7 reti in 4 partite, infatti, Frossi si laureò capocannoniere di quel torneo, trascinando la nostra rappresentativa a vincere la competizione.

Frossi, personaggio a suo modo bizzarro dato che una forte miopia lo costringeva a giocare con gli occhiali, cosa che ne limitava le capacità aeree, andò a segno in tutti e quattro gli incontri disputati dalla nostra nazionale: nell’1 a 0 sugli Stati Uniti lanciato da Marchini superò in velocità il terzino avversario per poi infilare l’unica rete dell’incontro, che ci permise di approdare ai quarti. Qui segnò una tripletta nell’8 a 0 con cui la nostra rappresentativa distrusse il Giappone, prima di segnare nel secondo tempo supplementare della semifinale contro la Norvegia la rete della vittoria azzurra: un tap-in letale dopo la respinta del portiere norvegese su tiro di Bertoni.

Frossi realizza la rete che laurea lItalia campionessa olimpica
Frossi realizza la rete che laurea l'Italia campionessa olimpica

In finale contro l’Austria (terra natia di Hitler), poi, i nostri partivano battuti, almeno secondo l’opinione diffusa tra gli addetti ai lavori. Pozzo, però, seppe preparare al meglio i nostri ragazzi che scesero in campo pronti nel fisico e nella mente. Ed ancora Frossi fu l’eroe di quella partita: suo fu infatti il goal che illuse i tifosi italiani, quando a venti dal termine portò in vantaggio gli azzurri, prima che Kainberger pareggiasse dieci minuti più tardi. Al 92′ (secondo minuto del supplementare), però, fu lo stesso Annibale a firmare la seconda e decisiva rete che vale l’unico alloro olimpico nella storia del nostro calcio: cross di Gabriotti, finta di colpire di testa di Bertoni e shoot mancino di Frossi a chiudere l’incontro.

L’Italia ha vinto il torneo olimpico, Frossi è un eroe nazionale.

Dopo quell’esaltante Olimpiade Frossi divenne un professionista a tutti gli effetti, venendo ingaggiato dall’allora Ambrosiana Inter. A Milano disputò 125 partite di campionato, 13 di Coppa Italia e 9 in Europa, segnando rispettivamente 40, 5 e 4 reti e vincendo due campionati ed una Coppa Italia.

Dopo l’exploit berlinese, invece, la sua carriera in nazionale non continuò molto: disputò infatti un’altra sola partita con la maglia azzurra, il 24 aprile del 1937 contro l’Ungheria. Anche qui, comunque, dimostrò un grande feeling con essa, mettendo a segno una rete nella vittoria per 2 a 0 della nostra rappresentativa.

Chiuse quindi la sua carriera di giocatore nel 1945, vincendo un Torneo Lombardo col Como, dopo essere passato anche dalla Pro Patria.

Frossi con la maglia della nazionale
Frossi con la maglia della nazionale

Dopo aver intrapreso la carriera di dirigente all’Alfa Romeo torna nel mondo del calcio come allenatore, passando dalle panchine di Luino, Mortara, Monza, Torino, Inter, Genoa e Napoli, divenendo anche un innovatore: fu lui, infatti, ad anticipare il famoso modulo con l’attacco a “M” che fece grande l’Ungheria di Puskas negli anni a venire.

Dopo una vita lunga e senza dubbio intensa Frossi ci ha lasciato il 26 febbraio del 1999, all’età di quasi 88 anni.

Di lui nei racconti sui fasti del nostro calcio si parla poco, ma è bene e giusto ricordarlo. Perché fu Annibale Frossi l’eroe della spedizione olimpica del 1936, l’unica che nella storia del nostro calcio ha raggiunto l’oro in questa manifestazione.

2 commenti

  1. Bravo,mahor mi piace questo momento revival.

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