Barcellona vs. Milan – Ritorno ottavi di finale Champions League 2012/2013 – 12/03/13

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Partiamo da un presupposto: stasera ero piuttosto diviso.

In realtà da italiano con tanto di tricolore immancabile appeso in camera spero sempre che le nostre compagini, dalla Nazionale in giù, si rendano onore fuori dai patri confini.

Dall’altra parte, però, una vocina dentro di me mi ripeteva in continuazione che, se proprio remuntada doveva essere, non tutto il male sarebbe venuto per nuocere.Lionel Messi

Davvero troppi, nelle ultime settimane, avevano sventagliato ai quattro venti la fine del Barcellona.

Che ok, qualche problema sta avendolo. Ma certo prima di dare per finita la squadra più incredibile dell’ultimo decennio (e forse non solo) bisogna aspettare un po’.

Così detto-fatto in una serata sola si smentiscono almeno due cliché o presunti tali: la fine del Barcellona e l’incapacità di Messi di segnare su azione ad un’italiana (giusto per non sbagliare decide di farne due).

Chissà quindi che quanto successo stasera non aiuti, più avanti, a giudicare con maggior calma le situazioni. Soprattutto quando coinvolgono le grandi squadre.

Venendo a quanto visto in campo… beh, potrei liquidare il tutto con un “poco da dire”. Checché se ne dica, infatti, troppo netta la superiorità di un Barcellona che comunque non dà la stessa impressione di “dominio” di qualche tempo fa.

O forse troppo inferiore il Milan odierno rispetto ad una squadra che pur non essendo all’apice della sua parabola è qualitativamente su pianeti distanti miliardi di anni luce.

Ecco quindi che stasera è stato possibile verificare in campo come la vittoria Rossonera dell’andata, certo non per togliere meriti alla squadra di Allegri, fu dovuta più ad un Barcellona assolutamente lontano parente di sé stesso che non ad una prestazione super della pur buona squadra di casa.

Perché quando il Barça decide di giocare, come stasera, non ce n’è quasi per nessuno. Certo non per questo Milan.

Ripercorrere le segnature che trasformano la remuntada in realtà avrebbe senso relativo. Consiglio piuttosto di andare a guardarsi uno dei tanti video-highlights che già da ora popoleranno la rete.

Piuttosto darei qualche statistica e mi soffermerei su qualche singolo.

Innanzitutto, secondo i “santoni” della rete, il Barcellona sarebbe la prima squadra nella storia della Champions a qualificarsi dopo aver perso 2 a 0 la gara di andata. Quindi, se la cosa fosse confermata, sarebbe l’ennesima impresa di una squadra che, evidentemente, non aveva finito di stupire nonostante in molti già suonassero le campane a lutto.

Poi qualche statistica di campo.

A partire da quella netta differenza che è percepibile nei passaggi realizzati. 88% fronte Barça, 74% da parte Rossonera.

Una statistica che nel primo tempo era ancora peggiore per gli ospiti, capaci di realizzare solo il 68% dei passaggi totali in maniera corretta.

Ok, il Barcellona è tradizionalmente imbattibile in questo fondamentale. Sia perché hanno giocatori oggettivamente super da un punto di vista tecnico che, soprattutto, perché il loro approccio tattico li porta a effettuare moltissimi passaggi “stretti” a partita. Incredibile, in tal senso, la statistica che ho pubblicato oggi su Facebook e Twitter che diceva come il Barcellona avesse fin qui realizzato più di 2000 passaggi in più (scusate la ripetizione) del Manchester United, seconda classificata in quanto a numero di passaggi totali realizzati.

Ma il punto non è tanto la differenza, netta, col Barcellona. Quanto il dato milanista in sé e per sé, che racconta benissimo l’incapacità della squadra italiana di costruire anche solo una parvenza di manovra. Un po’ per colpa di qualità tecniche non eccelse nella maggior parte degli uomini in campo, un po’ per l’efficacia della proverbiale pressione Blaugrana.

Andiamo avanti.

Possesso palla 67 a 33.

Un dato poco indicativo di per sé. Basti pensare al fatto che anche la gara di andata si era chiusa con un dato simile.

Un dato però che deve far riflettere proprio sull’approccio del Barça. Assolutamente negativo all’andata, con possesso palla sterile, svogliato e fine a sé stesso, altrettanto assolutamente deciso stasera, con la porta come vero “target” per i giocatori.

Duelli aerei (nel primo tempo) 70 a 30. Ovvero sia non vincere un colpo di testa contro una squadra di giocatori mediamente non giganteschi.
Dato che, per fortuna del Milan, nel secondo tempo si è un po’ raddrizzato. Certo, la solfa non è cambiata, ma anche questo fa capire come, soprattutto ad inizio match, il Milan fosse assolutamente in balia dell’avversario.

Milan in cui credo si possano salvare solo un paio di giocatori: Montolivo ed El Sharaawy.

Il primo può poco ma si arrangia con quello che ha. A fine partita risulterà il giocatore con più tackle all’attivo (8, tre in più di Iniesta e Mascherano secondi in questa speciale classifica), più palle intercettate (6, come Abate) e con il maggior numero di palle giocate tra i suoi compagni di squadra (ben 71, più del doppio di Flamini ed Ambrosini, suoi compagni di reparto).
Offensivamente nullo (ma non gliene possiamo nemmeno fare una colpa), realizzerà un totale di 53 passaggi (anche in questo caso il massimo tra le fila Rossonere) con una percentuale di riuscita però non eccezionale (68%).
Insomma, davvero il meglio (o il meno peggio).

A salvarsi, come detto, è pure il Faraone, che gioca sputando l’anima predicando però un po’ nel deserto (come in quell’occasione in cui è lanciato in contropiede da Ambrosini ma giunto sul fianco sinistro dell’area non trova nessun compagno in mezzo alla stessa, e deve accontentarsi di dribblare il diretto marcatore per poi sparare senza troppa convinzione tra le braccia di Valdes).

Discorso inverso, come è ovvio, per il Barcellona.

Dove a parte Mascherano (clamoroso il suo buco su Niang) e Pedro – almeno tra i titolari – giocano davvero tutti alla grande.

Sopra a tutti, guarda caso, Messi, Xavi e Iniesta. Ovvero sia il trio di Fenomeni che è la vera trave “portante” di questa squadra.

Alla grande, però, anche Jordi Alba, che è oggi uno dei migliori terzini in circolazione (questo anche grazie alla pochezza nel ruolo, s’intende). E’ lui a chiudere la remuntada col goal del 4 a 0. Un goal che, non so a voi, mi ha subito fatto correre la mente a quello che segnò il 1° luglio scorso contro l’Italia… sarà per l’identico risultato finale…).

Ma in generale è stata davvero buona la partita di un po’ tutti gli interpreti catalani.

Prima di chiudere un altro paio di considerazioni. In primis il palo di Niang. Che avrebbe potuto girare il corso del match.

Certo, ridurre questa partita ad UN episodio sarebbe sbagliato, ma è indubbio che se la palla fosse entrata – sarebbe stato l’1 a 1 – il Barcellona avrebbe avuto molta più difficoltà a passare. In primis perché con ogni probabilità la seconda realizzazione di Messi – arrivata solo un minuto più tardi, o già di lì – non ci sarebbe stata. In secondo luogo perché subire il pari, con la conseguente consapevolezza di dover per forza segnare almeno altri tre goal, sarebbe stata mazzata non da poco per i catalani.

Però non si può nemmeno crocifiggere un giocatore così giovane per una situazione di gioco che comunque era stato bravo a crearsi/sfruttare ed in cui anche solo un pizzico di fortuna in più avrebbe potuto realizzare nel goal della carriera. Speriamo, quindi, che stampa e tifosi non infieriscano troppo.M'Baye Niang

Ultimissima considerazione va invece al futuro di questa coppa. Per qualcuno – magari gli stessi che due settimane fa diedero per morto il Barcellona – i Blaugrana tornano subito ad essere la favorita numero uno per la vittoria finale.

Per me no. Perché, come detto, non mi hanno dato la solita impressione di strapotere, nonostante abbiano più o meno dominato il Milan. E perché da una parte sembra poter essere ancora l’anno di Mourinho, dall’altra tengo in grandissima considerazione il Bayern.

Al tempo stesso, però, è certo che ora chiunque vorrà vincere la Coppa dovrà fare i conti con questa squadra. Data per morta davvero troppo presto…

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