Che fine farà il calcio greco?

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Credo che un po’ tutti tra ieri ed oggi abbiano sentito parlare del blocco del campionato greco imposto dal Governo.

Mi sembrava doveroso, vista l’importanza del tema, interpellare uno dei massimi esperti di calcio ellenico, Francesco Piacentini, per provare a capire meglio il momento.

Ovviamente dando poi anche un respiro più prettamente di campo alla chiacchierata…

Il Governo Tsipras ha sancito la sospensione del campionato ellenico. Per quale motivo si è arrivati a tanto?

I problemi del calcio greco partono da molto lontano, ma, nel caso specifico, si è arrivati alla sospensione per ciò che è successo nel derby degli eterni nemici. L’allenatore dell’Olympiakos, Vitor Pereira, ha fatto un sopralluogo del campo di gioco, andando a controllare la porta situata sotto la curva dei tifosi organizzati del Panathinaikos. C’è chi dice li abbia provocati, c’è invece chi smentisce, fatto sta che dalla curva è partito un commilitone pronto al linciaggio, armato di mazze e bastoni. Il responsabile della sicurezza della Lega è stato colpito in testa da una sedia e un fumogeno ha colpito Kasami alla mano. In tribuna è andata in maniera simile: Alafouzos (presidente del Panathinaikos) e Marinakis (presidente dell’Olympiakos) sono quasi venuti alle mani, per poi replicare lo show nell’Assemblea di Lega, dove Marinakis avrebbe lanciato una bottiglia sul volto di Konstantinou, il vicepresidente dei verdi. Questa escalation di violenza, comunque non nuova nel calcio greco, ha portato alla sospensione del campionato, la terza stagionale.

Parliamo di prospettive: la stagione verrà portata a compimento? Se sì, con quali tempistiche indicative credi si procederà?

Il campionato verrà portato a compimento, non penso proprio ci si possa permettere il contrario. Sulle modalità, prepariamoci a una serie di infrasettimanali. Data la mancanza di competizioni per le Nazionali, penso non sia un problema sforare la data prefissata per la fine della Super League e dei playoff Europa. Più che altro, l’aspetto che preoccupa di più è quali saranno le condizioni per poter ripartire. Il ministro dello sport parla di biglietto elettronico e maggiore sorveglianza, ma tutto ciò comporta costi che i piccoli club non possono sempre permettersi. Infatti molti presidenti invocano una tavola rotonda tra le istituzioni e i vertici delle tre grandi (Olympiakos, PAOK e Panathinaikos), affinché trovino una soluzione ad hoc e non ci vadano di mezzo le piccole realtà. Si parla addirittura di sciogliere i gruppi ultrà, ma sinceramente spero si faccia marcia indietro al più presto: innanzitutto, perché sono parte integrante della realtà greca, una delle sue peculiarità; inoltre, i problemi del podosfero non stanno nelle curve, ma ai piani alti di Federazione e Lega.

 

Questa, come dicevi, non è la prima sospensione nel corso di questa stagione. Cosa sta succedendo al calcio greco?

Sì, come dicevo siamo al terzo blocco stagionale. Il primo ha riguardato la morte di un tifoso dell’Ethnikos Pireo a Creta, durante gli scontri con gli ultrà dell’Irodotos, che ha ricevuto una penalizzazione di 15 punti (questo è un altro tema che scotta, poiché molti invocano grosse punizioni economiche per le società e non detrazioni alla classifica). La seconda, invece, è avvenuta dopo il pestaggio subito dal vice-presidente dell’Associazione degli Arbitri, Christoforos Zografos. Sono stati tirati in ballo grossi nomi per quel caso, tra cui quello di Melissanidis, il presidente dell’AEK, inchiodato da alcune presunte intercettazioni, che però non sono mai state rese pubbliche. Questo a dimostrazione che gli scontri tra le tifoserie (comunque in diminuzione rispetto agli anni passati, grazie ai divieti di traferta) non sono l’unico problema, semmai sono il più visibile. Tra calcioscommesse, gruppi di potere, guerre intestine e posizioni non proprio limpide di alcuni presidenti, il calcio greco ha molto altro a cui pensare.

 

Venendo a parlare di calcio giocato, qual è lo stato di salute generale dei club ellenici?

A livello di calcio giocato, dopo alcune stagioni faticose, la Super League ha ritrovato un suo equilibrio: lo spettacolo è aumentato, sono tornati grandi giocatori accantonati da realtà più importanti, giocano più giovani. Insomma, sono tornate le regole d’oro del calcio greco: utile per il pre-pensionamento, ottimo come trampolino di lancio un po’ più dietro le quinte e miniera d’oro per chiunque voglia una seconda chance. Se ci metti impegno e passione, in Grecia ti rilanci. Dal punto di vista economico, le cose cambiano. A realtà solide e virtuose, si accompagnano squadre più traballanti. Diciamo che è quasi normale, nelle piccole, saltare qualche mensilità, magari saldata il mese seguente o a fine anno. Le rescissioni di contratto ci sono ogni anno, ma generalmente inguaiano i club con forti problemi: fu così per l’AEK, lo stesso per l’Aris, entrambi falliti. Quest’anno tocca all’OFI, che si trova davanti una doppia impresa (sportiva ed economica) se vorrà partecipare alla prossima stagione. La FIFA gli ha imposto una smisurata penalizzazione di 10 punti per qualche debito passato verso alcuni calciatori e ora Anastopoulos si ritrova una rosa di una quindicina di giocatori schierabili, che però danno sempre il massimo. E’ struggente vedere una realtà così importante e seguita ridotta in questo stato. Servono dieci milioni per ripianare i debiti e c’è urgente bisogno di liquidità. Machlas si sta svenando per raccattare qualche spicciolo per continuare senza ulteriori intoppi, ma è difficile.

 

Ad avere qualche problema è di sicuro la Nazionale maggiore: 1 punto in 4 gare di qualificazione ed ultimo posto dietro a Finlandia e Far Oer. Cosa sta succedendo alla Nave Pirata?

Il Presidente Sarris ha avuto le colpe di una scelta del CT autoritaria e troppo radicale, Ranieri ha avuto dalla sua un trasformismo troppo elevato e la diffusione di ulteriore insicurezza coi suoi mille schemi, i giocatori poi si sono seduti sugli allori e sugli obiettivi raggiunti. Direi che si può sintetizzare così la situazione: un anno di cambiamenti in mano a un uomo senza idee chiare. La qualificazione agli Europei è ormai compromessa, serve un’impresa. Ora in panchina c’è Sergio Markarian, che ha sia esperienza come Commissario Tecnico, sia sul suolo greco. Staremo a vedere.

 

Situazione migliore a livello giovanile: l’under 21 ha sfiorato l’accesso ai playoff di qualificazione all’Europeo, l’under 19 ospiterà la propria rassegna di categoria e l’under 17 ha tutte le chance di qualificarsi. Come vedi il futuro del movimento nazionale?

Sono fiducioso, i ragazzi giocano tanto, molti stuzzicano i palati delle grandi. Nel girone di qualificazione agli Europei hanno tenuto testa alla Svezia, dove a 17 anni sei già in campo coi grandi e metti in fienile esperienza e insegnamenti. Direi che, pur con tutte le differenze del caso, anche la Grecia se la cava bene sotto questi punti di vista. Mi viene in mente il mio adorato Manolas, che a 22 anni aveva le chiavi della difesa dell’Olympiakos ed era già leader. Come lui non ne nascono tanti, ma il futuro c’è e, se continuano così, sarà solido.

 

Sempre a proposito di giovani, da appassionato quale sono non posso non chiederti almeno due o tre nomi di ragazzi che sei convinto arriveranno a giocare ad alto livello…

Kapino lo conosci, sta giocando anche col Magonza, dopo aver difeso i pali del Panathinaikos in molte occasioni. Lui mi ispira fiducia, esattamente come il suo collega Giorgos Athanasiadis, che gioca col Panthrakikos e merita una chance in una grande, allenato pure da un grande. Uno dei miei prospetti preferiti resta Diamantis Chouchoumis, terzino sinistro classe 94. Aveva già giocato negli anni scorsi, ma in questa stagione è stato chiamato a sostituire l’infortunato Nano (una colonna del Panathinaikos) e ha svolto un lavoro eccellente. Anche il suo collega Triandafyllopoulos lo vedo bene, così come Tasos Lagos, bel mediano. Ti dico anche Giannis Gianniotas, che sta facendo una grande stagione come ala nell’Asteras Tripolis e Fanis Tzandaris del PAOK. Di non greco, occhio a Masuaku dell’Olympiakos.

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