Chelsea vs. PSG – La remuntada Blues e il “culo” di Mou – 08/04/14

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Alla fine la rimonta si è consumata. Il miracolo è compiuto. Il Chelsea rimonta il 3 a 1 rimediato a Parigi ribaltando il risultato con un 2 a 0 secco che gli vale l’accesso alla semifinale di coppa.

La partita è stata comunque piuttosto equilibrata, almeno in parte. Meritata dal Chelsea, certo, che non ha comunque giocato a dominare gli avversari. Squadra che ci ha provato, ma sempre in maniera guardinga, passa grazie ad un goal “sporco” di Demba Ba a pochi minuti dal termine, nel più classico degli arrembaggi finali.

Giusto ieri pomeriggio avevo provato, su questo blog, ad introdurre la gara. Alla fine devo dire di averci visto abbastanza giusto per quello che riguarda le sfide 1-contro-1.

La difesa del Chelsea, che accreditavo come essere più forte rispetto a quella parigina – al netto della presenza di Thiago Silva – ha retto bene, non facendosi mai infilare. Una cosa che può sembrare banale, ma che è risultata decisiva: due goal sarebbero bastati solo se dietro non si fosse imbarcata acqua. E così è stato.

Certo, va anche detto che questo è stato possibile anche perché Cavani, in un paio di occasioni, ha fatto tutto benissimo fuorché la conclusione. Altrimenti ora staremmo parlando di un altro match.

Ma entriamo più nello specifico del match e vediamo cos’è stato.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/453609149553979393

Il match non era iniziato un granché bene per il Chelsea, che dopo poco più di un quarto d’ora si era trovato a rinunciare al suo giocatore migliore: Eden Hazard, uscito acciaccato.

Oggettivamente, chi si sarebbe aspettato che a fare le cose migliori, in fase offensiva, sarebbe stato proprio il suo sostituto, Andre Schurrle?

Pochi. Forse nessuno. Almeno a giudicare dalle risposte che ho avuto a questa mia domanda. Non uno che abbia detto “il Chelsea può ancora farcela”.

Eppure il talento tedesco ieri ha dimostrato tutta la tipica risolutezza teutonica. Un calcio abituato, parla la storia, a raggiungere le fasi calde delle coppe, quando si tratta di nazionali. Ed evidentemente la cosa resta poi impressa nel DNA di molti figli di Germania…

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Così sarà proprio l’ex Magonza a portare in vantaggio i suoi. Il tutto poco dopo la mezz’ora, su un calcio d’angolo che vede una difesa non proprio impeccabile lasciar passare un pallone che è spizzicato da David Luiz e giunge proprio sul destro di Schurrle. Tiro di prima intenzione, goal.

Nelle immagini si può notare come davanti a David Luiz salti Thiago Motta, non riuscendo però ad elevarsi più di tanto e lasciando così passare la sfera.

Posto che il marcatore del difensore-neo-mediano Verdeoro non sarebbe lui, va detto che se il centrocampista Azzurro gestisse meglio la situazione e arrivasse anche solo a sfiorare quel tanto la sfera, tutto ciò non accadrebbe.

Coi se e coi ma, però, non si fa la storia. E così Schurrle alimenta le giuste speranze di rimonta del popolo Blues. Mettendo, meritatamente, la propria griffe sulla partita.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/453630107606085633

Nella ripresa la partita continua con qualche alto e basso. E’ il Chelsea a controllarla, in linea di massima, ma i parigini avrebbero l’occasione di pareggiare prima e passare in vantaggio poi, con due ottime occasioni capitate sul sinistro e sul destro di Cavani, che però non ne approfitta.

Così Blanc decide di inserire un altro difensore, Marquinhos, in luogo di Lucas Moura. Per ergere una sorta di Linea Maginot in chiave calcistica che però dura lo spazio di pochi minuti.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/453633103483785217

Battaglia di nervi per eccellenza quella tra Chelsea e Paris Saint Germain.

Una sorta di guerra di trincea, come fu la Prima Guerra Mondiale, in cui si vince per logoramento dell’avversario, non per capacità impattante impossibile da contenere.

E quando si tratta di fare una battaglia nervosa ben sappiamo a chi doverci rivolgere: José Mourinho, il miglior allenatore al mondo, quando si tratta di gestire questo tipo di situazioni.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/453633278197895168

Il Paris aveva iniziato il match molto bene. Reggendo in maniera più che dignitosa di fronte alle avanzate iniziali del Chelsea.

Il canovaccio tattico era chiaro a tutti: contenere per ripartire, con un attacco fatto da giocatori rapidi, bravi nel dribbling ed, essenzialmente, ottimi contropiedisti.

Così davanti alla linea a quattro di difesa ha posto il suo solito centrocampo. Fatto sì di giocatori bravi nel gestire il pallone, ma anche capaci di interdire.

Ed inizialmente le cose hanno funzionato. Del resto il primo goal Blues è arrivato solo da palla ferma: in situazione di palla in movimento, infatti, l’impalcatura tattica studiata da Blanc aveva retto alla grande.

I problemi veri sono sorti, diciamo, negli ultimi venti minuti.

Cavani, come dicevo, ha fallito due ottime occasioni di riequilibrare il risultato, ipotecando così, di fatto, il passaggio del turno.

Blanc deve essersi evidentemente fatto prendere dalla paura. E ha deciso di ergere quella famosa Linea Maginot rivistata in chiave calcistico-moderna per provare a tutelarsi.

La cosa però non è servita. Anzi, è stato quello il definitivo suicidio tattico di un mister rimandato – con tutta la sua squadra – alla prova di maturità.

La squadra si è infatti fatta schiacciare totalmente nella propria area. Alla lunga, ed il sentore c’era tutto, è quindi arrivata la classica “palla sporca” in area. Che ha beffato la difesa e permesso al Chelsea di trovare il goal della vittoria.

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Come detto anche in precedenza la vittoria ieri è stata ampiamente meritata per il Chelsea. Che l’ha spuntata in questa sorta di battaglia di nervi, riuscendo a sopraffarre gli avversari proprio negli ultimi scampoli di match.

Guardando l’andamento dello stesso, comunque, pochi dubbi su chi meritasse: due goal e due traverse, oltre ad un gioco sicuramente più inteso e deciso, volto proprio alla ricerca del risultato necessario e sperato.

Una bella prova per questo Chelsea, che ora resterà in attesa di capire quale altro ostacolo si frapporrà alla finalissima.

Venendo ai singoli assegnerei il titolo di MVP a Schurrle per un motivo molto semplice: nei primi minuti il Chelsea combina poco, anche grazie ad un PSG molto guardingo. Poi entra il tedesco ed in qualche modo, con la sua vivacità e la sua decisione, cambia l’inerzia del match.

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Sempre a livello di singoli vanno però fatti grandissimi complimenti anche a David Luiz, probabilmente la vera chiave di questo match. Un po’ come avevo detto nella preview, del resto, con la formazione schierata da Mourinho era necessaria una super prestazione del neo-mediano brasiliano, che è arrivata puntale.

Luiz ha dominato in lungo e in largo il centrocampo, facendo da vero e proprio frangiflutti davanti alla difesa. E dando quella solidità alla squadra che è stata determinante per trovare la vittoria.

Molto bene comunque anche un sempre, a mio modo di vedere, sottovalutatissimo Ivanovic. Uno dei miei difensori preferiti in assoluto.

Centrale adattato terzino, non ha grandi doti propulsive ma garantisce una solidità più unica che rara in fase di non possesso. Giocatore di cui si parla troppo poco in relazione alle prestazioni che è solito profondere e che mi spiace molto non aver potuto vedere in Italia.

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Per quanto concerne i singoli del PSG, sicuramente meno brillanti di quelli Blues, la nota Azzurra dolente è senza alcun dubbio Marco Verratti. Il talentino pescarese ha infatti giocato molto male: avulso dal gioco, falloso – come spesso purtroppo gli capita -, un pochino troppo nervoso. Si è insomma sciolto come neve al sole.

Va però detto che tutto il Paris ha fatto piuttosto fatica a gestire il match da un punto di vista psicologico, quindi è anche normale che lui, più giovane in campo, ne abbia risentito anche più dei compagni, in questo senso.

E che di contro, a centrocampo, sia emersa l’esperienza di Thiago Motta. Un giocatore che a me certo non fa impazzire, ma che ieri se l’è quantomeno cavicchiata là in mezzo. Facendo sicuramente meglio dei proprio compagni di reparto, Matuidi e Verratti appunto.

Così i due migliori in maglia parigina sono probabilmente state le due ali, contropiedisti per eccellenza. Veloci e ficcanti, hanno provato a dare un po’ di verve alla propria squadra, risultando comunque molto limitati negli ultimi sedici metri.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/453634132535304192

La beffa più grande per il PSG, giusto contrappasso per i magnati che amano alla follia il calcio-business sempre più globalizzato di oggi, è quindi arrivata da Demba Ba, calciatore senegalese nato però a Sèvres, 12 chilometri da Parigi.

Insomma, un po’ come la storia di Bruto che assassinò suo padre, Giulio Cesare.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/453643854332178432

Alla fine il miglior commento dopopartita l’ha fatto, a mio avviso, lo stesso Mourinho. Che ha parlato esplicitamente di “culo”. Risultando molto più onesto nel giudizio dei suoi tanti fan (anzi, discepoli).

Intendiamoci, il tecnico lusitano prepara bene il match. Soprattutto psicologicamente, ma questa certo non è una novità.

I suoi partono con i piedi di piombo. La consegna è: “provarci, senza imbarcare”. E così i suoi fanno.

David Luiz domina la mediana tenendo in linea di galleggiamento i suoi. La difesa non concede eccessive sbavature. Davanti Eto’o si danna l’anima, Willian svaria molto, Schurrle sostituisce Hazard e fa il fenomeno o giù di lì.

Ma guardiamo in faccia alla realtà. Da un punto di vista tattico o di lettura del match Mourinho fa cose “normali”. Da allenatore capace e intelligente, intendiamoci, ma non da fenomeno. Ciò che lo rende fenomeno è la gestione psicologica dei suoi calciatori, ed un perché lo dirò tra poco.

Le mosse: Schurrle è un cambio forzato dagli acciacchi di Hazard. Imputare genialità a questa sostituzione significa fare, con un’espressione tanto cara allo stesso tecnico ex madridista, “prostituzione intellettuale”.

Il belga si fa male e lui gioca la carta tedesca. Che risulta vincente.

Per non parlare degli ultimi minuti. In cui hai una sola speranza: buttare la palla davanti e sperare in qualcosa. Da qui l’ingresso di Ba e Torres. Mosse semplici, che avrebbe fatto più o meno chiunque.

Alla fine la risolve proprio Ba, lesto ad approfittare di un tiro di Azpilicueta sporcato, che mette fuorigioco la difesa (Maxwell si allunga ma non ci arriva).

Colpo di genio?

No. “Culo”.

Chapeau Mourinho. Quando “piange” dopo una sconfitta mi piace meno di zero. Ma se non altro, da gran signore, sa vincere.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/453650556628635648

L’ultimo pensiero lo dedico al GENIO che sapendo che il Chelsea avrebbe potuto combinare lo scherzetto al Paris St Germain, e quindi a Blanc, si è recato allo stadio con la maglia di Emil Kostadinov.

Il nesso logico, è capibile, non è chiaro a tutti. Quindi mi permetto di spiegarlo anche a chi non ha colto la sfumatura.

17 novembre 1993, stadio Parco dei Principi, Parigi. La nazionale di casa si gioca l’accesso ai Mondiali che si svolgeranno l’anno seguente negli Stati Uniti sfidando la rampante Bulgaria di un certo Hristo Stoichkov, talento e genialità al servizio del suo popolo.

Un pareggio sarebbe bastato ai ragazzi di Gerard Houllier per strappare la seconda posizione, e quindi un pass per l’America, dietro la nazionale svedese.

Francia che schierava una squadra tutt’altro che disprezzabile, quella sera. In campo c’erano in fatti giocatori di alto livello come Desailly, Deschamps, Papin, Cantona… e lo stesso Laurent Blanc.

Sono proprio i padroni di casa a portarsi in vantaggio, grazie a “Sua Maestà Genio e Sregolatezza” Eric Cantona.

Francia che probabilmente si sente tranquilla e viene così beffata solo cinque minuti più tardi da Kostadinov, che pareggia.

Il che però non basterebbe a garantire il passaggio del turno ai bulgari.

Gli dei del calcio però, è risaputo, sono spesso beffardi.

Al minuto 90 lo stesso Kostadinov è lanciato in profondità da un compagno. Il giocatore taglia da destra alle spalle del proprio diretto avversario, lo supera di slancio e si porta in area.

Arrivato sul punto di sparo proprio il malcapitato Laurent Blanc tenta il tutto per tutto, tuffandosi disperatamente in scivolata. E’ troppo tardi. Emil esplode il proprio destro e buca Lama sul primo palo. E’ il goal del 2 a 1. Francia a casa, Bulgaria ai Mondiali statunitensi.

(A parziale discolpa dei francesi va detto che vennero eliminati nel girone che si rivelò essere il più ostico del lotto, contenendo le due squadre che l’anno seguente si affrontarono nella finale per il terzo e quarto posto proprio negli States. E che solo quattro anni più tardi, aperto un nuovo ciclo, seppero laurearsi campioni del mondo proprio in quel di Parigi.)

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