Copa Sudamericana (& more).

Copa Sudamericana: nella notte SportItalia ha trasmesso la finale di ritorno della Copa Sudamericana, partita giocata al Beira Rio di Porto Alegre tra l’Internacional e l’Estudiantes La Plata. L’Inter era reduce dalla vittoria di misura di La Plata, dove riuscì ad imporsi 1 a 0 grazie ad un rigore guadagnato da Nilmar e trasformato poi da Alex. Tutto faceva quindi pensare che, alla fine, sarebbero stati i brasiliani ad aggiudicarsi il trofeo; così è stato, anche se con più difficoltà di quanto non ci si immaginasse. Si sono infatti dovuti giocare i tempi supplementari per decidere chi tra le due contendenti si sarebbe aggiudicata il trofeo. E’ questa la prima vittoria di una squadra brasiliana in Sudamericana, competizione la cui prima edizione è stata giocata e vinta nel 2002 dal San Lorenzo. Negli anni successivi ad imporsi furono Cienciano, per due anni di fila dal Boca Juniors, Pachuca ed infine, lo scorso anno, dall’Arsenal de Sarandì. Il miglior marcatore della storia di questa manifestazione continua ad essere Humberto Suazo, l’ex punta del Colo Colo che nell’edizione 2006 mise a segno ben 10 reti.

Per quanto riguarda la finale di ritorno l’Internacional si schierava con un modulo piuttosto duttile, che in corso di gioco passava senza problemi dall’essere un 4-4-1-1 all’essere un 4-3-2-1, il tutto grazie alla grande duttilità di quel genio del pallone che è Andres D’Alessandro, il quale in soli 6 mesi di permanenza in Brasile è riuscito a trascinare la squadra a vincere un trofeo. Inter che si schierava quindi con Lauro in porta, Bolivar terzino sinistro e Marcao dalla parte opposta, Moraes ed Alvaro come centrali di difesa; a centrocampo giostravano Edinho, Andreizinho (sostituito poi al 62′ da Gustavo Nery) e Magrao, con D’Alessandro ed Alex (sostituito da Taison all’81’) a giocare tra le linee e Nilmar di punta.

3-5-2 invece il modulo scelto da Astrada per il suo Estudiantes: Andujar (l’ex portiere del Palermo) in porta, difesa a 3 con Alayes, Desabato e Cellay; a centrocampo Angeleri aveva il compito di coprire tutta la fascia destra, Iberbia (sostituito al 67′ da Perez) quella sinistra. Veron (sostituito poi al 97′, completamente stremato) posizionato al centro come regista della manovra, con Benitez e Brana al suo fianco; le punte erano quindi Fernandez (il cui posto verrà poi preso da Calderon al 70′) e Boselli.

L’Estudiantes doveva lottare anche contro la cabala, che lo voleva sconfitto in 11 dei precedenti 12 incontri sul suolo brasiliano. Ciò che faceva ben sperare, però, era che l’unica vittoria fu ottenuta proprio a Porto Alegre, anche se contro il Gremio.

La partita inizia con qualche minuto di ritardo (classico del calcio sudamericano) ed è un match che per la prima mezz’ora si mantiene praticamente a senso unico. Dopo 4 minuti di gioco è subito D’Alessandro che giunge al tiro, dopo una buona azione travolgente di Alex che riesce a liberarlo grazie ad un rimpallo; Andres arriva però sul pallone senza la giusta coordinazione e spedisce il pallone ben alto sulla traversa. Passano due soli minuti, minuti che ci bastano comunque per notare come le squadre siano già ben lunghe in campo e di come il ritmo sia sostento, e D’Alessandro mostra un pezzo di classe unico: prende palla nella sua metà campo e salta il primo avversario con una boba mozzafiato, per poi involarsi in velocità sino alla trequarti avversaria: giuntovi si ritrova un po’ chiuso ma riesce ad appoggiare centralmente per Andreizinho, che spara una cannonata che viene però ribattuta da un difensore.

Al 9′ è allora Angeleri che prova a dare la sveglia ai suoi, ma il suo tiro da fuori è sballatissimo e non crea nessuna apprensione ai brasiliani.

E’ quindi l’Internacional che torna a premere, imprimendo un ritmo forsennato ai propri attacchi: al 10′ è Alex che si vede respingere un tiro appena dentro l’area dopo essere stato liberato da un ottimo tocco d’esterno di Nilmar, due minuti dopo è Nilmar stesso che parte in velocità da centrocampo e dopo aver saltato Veron con un tocco delizioso si invola verso la porta avversaria, venendo però steso brutalmente sui 38 metri da Aleyes, che viene ammonito.

E’ un’Inter che verticalizza ad ogni palla, tiene il ritmo altissimo e pressa in maniera asfissiante. In tutto questo Veron sembra non capirci niente e risulta completamente assente, non riuscendo ad incidere sulle trame di gioco della sua squadra. Ne risulta che l’Estudiantes è praticamente inesistente e non può fare altro che difendersi.

Al 19′ D’Alessandro decide di deliziare ancora una volta il pubblico e lo fa spostandosi a sinistra. Con un gioco di magia si libera del diretto marcatore e taglia un buon cross in mezzo, sul quale però Brana è attentissimo e riesce a liberare l’area di testa senza troppi affanni. L’eccesso di foga dell’Inter, che vuole segnare un goal per chiudere il discorso il prima possibile, porta Magrao a farsi ammonire stupidamente, per proteste (su un fallo che gli era stato dato, per altro). E’ comunque un’Internacional che continua a spingere e al 22′ prima Alex salta tre uomini ma si vede rimpallare il tiro, poi Bolivar arriva sul fondo e mette in mezzo, ma il suo cross è chiuso in angolo. Qui c’è però da dire che Alayes, forse involontariamente, interviene in scivolata per impedire a Bolivar di mettere in mezzo, ma lo fa toccando la palla di mano. Arbitro e guardalinee non se la sentono, ma probabilmente il rigore ci stava.

Tre minuti più tardi Nilmar e Marcao triangolano bene in fascia sinistra e la punta verdeoro arriva in area, dove però s’allunga troppo il pallone per saltare un uomo e non riesce poi a mettere in mezzo con forza, lasciando che la palla sia facile preda di Andujar.

Al 27′ sono gli argentini a reclamare un rigore secondo me netto, quando cioè Bolivar affossa Desabato in area di rigore. Ancora una volta, però, la terna arbitrale (che si è profusa in una prestazione mediocre) lascia correre.

Alla mezz’ora Nilmar colpisce palo di testa, sugli sviluppi di un angolo; era però in fuorigioco, quindi il goal gli sarebbe stato annullato comunque. Qui, su questo palo di Nilmar, si spegne l’ardore dell’Internacional: dopo mezz’ora di pressing a tutto campo ed azioni ficcanti a ripetizione i brasiliani hanno infatti bisogno di rifiatare, e lasciano spazio all’iniziativa platense.

L’ultimo quarto d’ora del primo tempo è tutto di marca argentina: al minuto 31 Boselli segna sugli sviluppi di un calcio di punizione calciato dai 40 metri, ma Larrionda annulla per un presunto fuorigioco. Boselli, in realtà, parte in posizione regolare, ad essere in fuorigioco è un suo compagno di squadra che però non partecipa attivamente all’azione. Molti dubbi, quindi, sull’annullamento di questo goal. Due soli minuti più tardi Angeleri entra in area dopo una bella triangolazione con Fernandez, ma il 23enne Moraes lo chiude, con un’ottima diagonale. Al 36′ ci prova Brana, con una conclusione potente dalla media distanza, ma il suo tiro non ha molta fortuna e si spegne a lato.

Negli ultimi cinque minuti aumenta ulteriormente il forcing l’Estudiantes, che cerca di creare ma non riesce a pungere: al 39′ Angeleri e Fernandez chiudono bene un altro triangolo, ma questa volta interviene Marcao in acrobazia a liberare l’area di rigore. Due soli minuti più tardi Angeleri, Fernandez e Veron imbastiscono un’ottima azione veloce tutta triangoli e tocchi di prima, portando al tiro Boselli; la punta è però contrata da un difensore verdeoro ed il suo tiro è rimpallato.

Sul ribaltamento di fronte torna a farsi vedere l’Internacional, che sfiora il goal con un tiro dalla media di Andreizinho, che viene però deviato in angolo dall’ottimo Andujar. Parata tutt’altro che facile, anche tenendo conto che la traiettoria del pallone era stata sporcata da un difensore argentino. L’ultima occasione del primo tempo capita sui piedi di Magrao, liberato da D’Alessandro; il centrocampista dell’Inter calcia però in maniera sporca e la palla finisce mestamente a lato.

Il secondo tempo inizia esattamente come il primo, con i padroni di casa che provano l’arrembaggio immediato alla porta di Andujar. Dopo soli 15 secondi di gioco è ancora Andreizinho ad avere sul destro la palla del possibile vantaggio, ma il centrocampista verdeoro non riesce a finalizzare l’ottima azione veloce dei suoi compagni. Nei successivi 10 minuti è l’Internacional a tenere il pallino del gioco, ed arrivano le ammonizioni a Benitez (per un fallo su D’Alessandro che, nella propria metà campo, era pronto ad involarsi verso l’area avversaria) e Brana (sempre per un fallo su D’Alessandro).

A questo punto si risveglia el Pincha (questo il soprannome della squadra argentina): all’11’ Boselli è lanciato da Fernandez, arriva in ottima posizione ma Larrionda lo ferma per fuorigioco. Quattro minuti più tardi Iberbia si muove bene in fascia e centra un pallone interessante, Fernandez viene però anticipato da Alvaro.

Al minuto 17 si fa male Iberbia, che viene sostituito da Perez. Questo cambio darà una mini svolta alla partita: dopo soli due minuti di gioco, al suo primo pallone toccato, Perez si incunea benissimo tra due difensori e punta l’area, così che Bolivar è costretto a fermarlo con le cattive, proprio al limite esterno sinistro dell’area di rigore. Benitez batte un lob morbido che trae in inganno Lauro; il portiere accenna un’uscita, per poi cercare di riprendere posizione per chiudere lo specchio della porta, ma questa sua indecisione gli costerà cara: sul secondo palo è tutto solo Alayes, che può colpire al volo e trafiggerlo senza problemi. E’ il goal che riequilibra il risultato, avendo l’Inter vinto 1 a 0 all’andata.

L’Inter accusa per un attimo il colpo e Boselli è lasciato libero di involarsi verso la porta; la punta argentina tentenna però un attimo di troppo, dando modo ad Alvaro di rinvenire di gran carriera e di chiuderlo in angolo.

Al 24′ del secondo tempo è poi Alex, capocannoniere della competizione, a provarci con una botta dai 40 metri, che è però controllata senza troppe apprensioni dal portiere ex Palermo.

El Pincha vuole chiudere il discorso prima dei supplementari e tra il 70′ e l’80’ ci prova prima con Calderon, che non riesce a finalizzare una bella azione del duo Perez-Veron, poi con Brana dai 40 metri ed infine con Boselli che non arriva sul pallone centrato da Angeleri, abile a liberarsi in fascia dopo un bell’uno-due con l’ex interista Veron. La tensione è molta ed anche D’Alessandro finisce con l’eccedere, facendosi ammonire per un fallo in fascia su Perez, folletto di fascia che ha movimentato non poco gli attacchi argentini su quella fascia, mostrando un’attitudine offensiva nettamente superiore a quella di Iberbia.

A tempo praticamente scaduto sono prima Angeleri, con un mancino al volo terminato alto, e poi Nilmar, che si incunea bene tra gli avversari puntando l’area di rigore e venendo fermato forse fallosamente, a chiudere i conti prima dei supplementari, ma senza riuscirci. Proprio nell’occasione del presunto fallo da ultimo uomo su Nilmar viene espulso il secondo portiere dell’Inter, Agenor, reo di aver protestato troppo vivacemente per il rigore non concesso alla sua squadra.

Ai supplementari esce tutta la stanchezza di entrambe le squadre, ed è l’Internacional che spinto dai cori di tutto il Beira Rio prova a dare l’affondo finale. Dopo 4 minuti dall’inizio del primo tempo D’Alessandro mette in movimento Taison (subentrato ad Alex all’81’) che crossa basso all’altezza del dischetto del rigore, non trovando però Nilmar che si era spinto al limite dell’area piccola, così che Angeleri può spazzare senza problema alcuno. Al 9′ D’Alessandro cerca di sfruttare tutto il suo mestiere andandosi a guadagnare un rigore che, però, non gli viene assegnato… guardando il replay possiamo dire che, in questo caso, Larrionda avesse perfettamente ragione. Due minuti dopo è ancora Nilmar a proporsi pericolosamente, ma Brana è bravo a chiuderlo in angolo, sugli sviluppi del quale, dopo un infinito batti e ribatti, arriva la conclusione potente di collo pieno di Alvaro; il suo tiro, scoccato dal limite dell’area piccola, è però fatto dritto per dritto ed Andujar lo devia di puro istinto oltre la linea di fondo.

Prima dello scadere del primo tempo supplementare si rivede in avanti l’Estudiantes: Calderon calcia di sinistro ma Marcao è bravo a deviare in angolo.

L’Estudiantes pare non averne più e l’Internacional continua il suo forcing, sotto la spinta di tutto il Beira Rio. Al 2′ Marcao prova a calciare da 35 metri, ma il pallone gli salta davanti e finisce alle stelle. Al 4′ i giocatori brasiliani provano a buttare due palloni in area, prima con Marcao e poi con Magrao, ma in entrambi i casi gli avanti dell’Inter sono anticipati, prima da Alayes, poi da Angeleri.

Al 6′ D’Alessandro si risveglia, balla in fascia, si mangia un avversario e crossa sul secondo palo; Andujar si lascia superare dal pallone, ma Angeleri anticipa tutti e chiude in angolo.

All’8′ l’episodio che deciderà la partita: D’Alessandro col suo mancino felpato mette in mezzo un ottimo cross da calcio d’angolo, che è incornato stupendamente di testa da Moraes; Andujar è però bravissimo a distendersi e deviare sulla traversa. Sulla palla arriva Gustavo Nery, che prova a segnare, ma il suo tap-in è neutralizzato ancora una volta dall’ex portiere palermitano. La difesa non è però abile nel liberare l’area e la palla giunge a Nilmar, che può ribadire in rete. 1 a 1, Inter virtualmente con la coppa tra le mani e Nilmar che diventa, in coabitazione col suo compagno di squadra Alex, il capocannoniere della manifestazione (5 reti per entrambi).

Sulle tribune dello stadio il pubblico impazzisce di felicità, e si da il via alla marea colorada. Non c’è che dire, un vero e proprio spettacolo.

Al 12′ il pubblico brasiliano, però, trema quando vede Lauro uscire sciaguratamente su di un cross, bucando la presa. Per fortuna dell’Inter la difesa intercetta e spazza.

Finisce praticamente un minuto dopo la partita, quando Brana viene espulso e gli animi di tutti gli argentini si accendono… tra il cercare di placare l’ira dei giocatori argentini e il portiere verdeoro che perde tempo (verrà ammonito per questo) si arriva alla fine della partita, che Larrionda decreta con un triplice fischio finale che resterà molto a lungo nelle orecchie dei supporters brasiliani.

Per la prima volta nella sua storia l’Internacional vince questo trofeo, per la prima volta nella breve storia di questo trofeo una squadra brasiliana lo può sollevare al cielo.

MVP della finale è votato, anche giustamente, Nilmar. Con la sua velocità e la sua tecnica è stato una vera e propria spina nel fianco della difesa argentina, risultando assolutamente decisivo: all’andata seppe guadagnarsi il rigore che poi Alex fu bravo a trasformare nel goal-partita, al ritorno ha segnato la rete che ha chiuso i giochi.

Per lui si parla da tempo di un possibile arrivo a Palermo. Non c’è che dire, se il Nilmar di stasera è quello che vedremmo anche in Italia sarebbe da andare a prendere al volo.

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Coppa UEFA: giocate diverse partite della fase a gironi di UEFA. Match di cartello della giornata senza alcun dubbio quello che ha visto, per il gruppo A, scontrarsi Manchester City e Paris Saint Germain al City of Manchester Stadium (in Italia la gara è stata trasmessa da SportItalia). La partita è stata piuttosto equilibrata, quindi tutto sommato il pareggio a reti inviolate è un risultato accettabile, ma ai punti direi che meritasse qualcosina di più il PSG. Tra le fila dei francesi sicuramente da sottolineare l’ottima prova di Mamadou Sakho: il giovanissimo difensore (18 anni) transalpino si è disimpegnato egregiamente tanto come terzino sinistro, nella prima parte di gara, quanto come centrale difensivo (quando con l’entrata in campo di Armand ha dovuto scalare al centro, per lasciare la fascia al compagno). Ma tutto il Paris si è ben disimpegnato e proprio negli ultimi venti minuti di gara ha prodotto due o tre occasioni molto interessanti, che non sono però riusciti a trasformare in reti a causa della scarsa precisione di Luyindula (buon prova anche per lui, quantomeno sino a quando si è trattato di fare movimento per non dare punti di riferimento ai centrali inglesi) e di Hoarau (capocannoniere della Ligue 2 lo scorso anno, quando militava nel Le Havre, l’attacante nato a La Reunion ha già segnato 8 reti in 16 partite in Ligue 1, continuando a mostrare un buon feeling con il goal). Il City si porta quindi a 7 punti, ed è ormai qualificato; stessa cosa dicasi per il Twente, che vincendo 2 a 1 contro lo Schalke (reti di Wielaert e Perez per il Twente, di Asamoah per i tedeschi) si porta a quota 6 e si assicura il passaggio del turno. Molto difficile invece la situazione dei tedeschi che, fermi a 4 punti, hanno terminato le partite da giocare: se il PSG (2) o il Racing (2) dovessero vincere l’ultima partita del girone (rispettivamente contro Twente e Manchester City) il passaggio del turno sfumerebbe.

Nel gruppo B vittoria importante del Galatasaray a Berlino contro l’Herta (rete di Baros su rigore): la squadra turca ha ora terminato le sue partite e si è assicurata, con 9 punti in saccoccia, la certezza del passaggio del turno. Lo stesso non si può certo dire dei tedeschi che, ancora fermi a due punti, si giocheranno tutto nel corso dell’ultima giornata nello scontro diretto contro l’Olympiakos che, dal canto suo, ha visto sfumare oggi un’opportunità importante: i greci sono infatti andati a perdere sul campo del Metalist Kharkiv (che va quindi a 7 punti ed è già qualificato) e rimangono quindi terzi a due punti (mattatore della partita Edmar). Vincendo si sarebbero assicurati il passaggio del turno con una giornata d’anticipo. Situazione quasi disperata per il fanalino di coda Benfica… i portoghesi sono ora costretti a vincere con lo scarto più ampio possibile contro il Metalist e sperare poi che tra Olympiakos ed Herta esca un pareggio.

Gruppo C: le brutte notizie della serata per il nostro paese arrivano da qui. La Sampdoria, infatti, viene pesantemente sconfitta per 3 a 0 a Liegi dallo Standard (di De Camargo, Onyewu e Jovanovic le reti), squadra capace di vincere sino a qui tutte e tre le partite del girone, strappando quindi il biglietto per il turno successivo con una giornata di anticipo. Sampdoria che resta quindi a 4 punti e dovrà giocarsi il passaggio del turno nello scontro che la vedrà opposta al Siviglia (che dopo la vittoria 3 a 0 di oggi contro il Partizan è al secondo posto, a quota 6 punti). A parimerito con la Samp resta lo Stoccarda, che stasera riposava. Resta questo, quindi, un girone molto aperto in cui gli unici due giudizi definitivi già espressi vedono lo Standard qualificato al prossimo turno ed il Partizan, fermo a quota 0, già eliminato. Per sapere chi farà compagnia allo Standard dobbiamo aspettare il 18, sperando che tra le due squadre che passeranno ci sia la compagine italiana.

Buone notizie per il nostro calcio arrivano invece dal gruppo D, dove l’Udinese, grazie alle reti di Quagliarella e Obodo, batte 2 a 1 la Dinamo Zagabria, assicurandosi il passaggio del turno. Di Biscan il goal della bandiera croato, che non serve però a sancire la matematica eliminazione della Dinamo da questa competizione. Nell’altra partita in programma questa sera il NEC è trascinato dalle reti di Von Beukering e Schöne, grazie alle quali ribalta l’iniziale vantaggio moscovita ad opera di Kovalchuk. Anche qui quindi i giochi sono molto aperti, con Tottenham fermo a 6 e NEC e Sparta a 3. Si deciderà quindi tra due settimane (Tottenham vs. Spartak e NEC vs. Udinese) quali saranno le due squadre che accompagneranno l’Udinese ai sedicesimi di finale.

Domani verranno inoltre giocate le partite in calendario per i gironi E, F, G ed H. Avremo quindi senza dubbio altre squadre che andranno a qualificarsi, ed altro spettacolo da poterci gustare.

 

Coppa Italia: complice la pausa prevista dal proprio calendario UEFA il Milan ha potuto giocare il proprio ottavo di finale (ad eliminazione diretta) contro la Lazio. Per regolamento essendo il Milan una delle 8 squadre che disputano le coppe Europee ha avuto diritto al vantaggio di poter giocare in casa. Vantaggio che non ha però saputo sfruttare, venendo sconfitta ai supplementari da un goal di Pandev.

Al 77′ era stato Shevchenko (chissà mai che questo goal non lo sblocchi e non torni ad essere un giocatore un po’ più simile a quello che ricordavano a Milano) a portare in vantaggio i rossoneri, con un bel diagonale mancino dal limite dell’area. Dieci minuti più tardi, però, un rigore di Zarate riequilibrava il risultato. Ai supplementari poi, come detto, è Pandev il più lesto a sfruttare un po’ di parapiglia in area, insaccando la rete che vale il passaggio del turno.

Ora i biancocelesti dovranno aspettare sino al 17, quando Fiorentina e Torino si scontreranno. Lì si deciderà quale sarà la prossima avversaria della Lazio in questa competizione.

 

Carling Cup: tra ieri e oggi, intanto, si sono giocati anche i quarti di finale della Coppa di Lega inglese. Vittoria a sorpresa del Burnley (che già aveva eliminato il Chelsea agli ottavi, anche se solo ai rigori) contro l’Arsenal: un 2 a 0 firmato da una doppietta di Kevin McDonald (6′ e 57′) che ha dell’incredibile.

Pronostici rispettati, invece, nel rocambolesco 5 a 3 con cui lo United, trascinato da un Tevez a dir poco superlativo, s’impone sul Blackburn. Marcature aperte proprio da Carlitos al 36′, abile a sfruttare una marcatura poco attenta e ad insaccare con un’incornata. Quattro soli minuti più tardi è Nani a siglare il raddoppio (con la complicità del portiere) dopo un bel triangolo con uno scatenato Tevez. I Rovers però non ci stanno ed in apertura di ripresa accorciano le distanze con un bel destro potente di McCarthy, da appena dentro l’area. Tevez però è incontenibile e gli bastano tre soli minuti per riportare a due le reti di vantaggio: si guadagna un rigore che poi trasforma freddamente, con un rasoterra piazzato a fil di palo, che spiazza il portiere. Gliene bastano altri tre per portare il risultato sul 4 a 1, dopo una bella azione veloce con un paio di triangoli in collaborazione con Anderson. Il Blackburn però non ci sta e tra 84′ ed 89′ riapre la partita grazie alle reti di Derbyshire e McCarthy. A tempo ormai scaduto è ancora una volta Tevez a segnare, mettendo la parola fine a questa partita molto avvincente con un bellissimo tiro di collo pieno ad incrociare sul secondo palo, su cui il portiere non può nulla.

Resta in corsa anche il Tottenham, che si impone sul Watford per 2 a 1. La squadra londinese, detentrice del trofeo, avrà quindi la possibilità di poterlo continuare a difendere anche in semifinale.

La quarta semifinalista sarà il Derby County, capace di imporsi al Britannia per 1 a 0, anche se solo al 90′ e solo grazie ad un rigore (trasformato da Nathan Ellington).

 

Euro under 21: effettuati oggi a Goteborg i sorteggi per la fase finale dell’Europeo under 21 che si svolgerà il prossimo anno, tra il 15 ed il 29 giugno, in Svezia. L’urna è stata particolarmente benevola con gli azzurri, inseriti nel gruppo A assieme ai padroni di casa, alla Bielorussia ed alla Serbia. Girone di ferro invece il gruppo B, con Spagna, Germania, Inghilterra e Finlandia.

In tutto questo il nostro mister è riuscito a lamentarsi, dicendo che la sua under ha sempre faticato contro avversari come i bielorussi ed i serbi, e che avrebbe quindi preferito incontrare Spagna e Germania.

Per quanto mi riguarda sono ben contento sia andata così. Se i nostri scenderanno in campo senza pensare di essere già passati e saranno motivati da subito (come del resto deve essere, trattandosi della fase finale di un torneo) sono convinto potranno fare molto bene. Sulla carta sono la squadra più forte del girone, è imperativo passare. In semifinale poi, primi o secondi che saremo, incontreremo con ogni probabilità una squadra molto ostica, e lì dovremo giocarci tutto senza remore né timori.

E’ comunque sempre giusto rispettare i propri avversari, ma dobbiamo sempre ricordare che siamo una squadra dalla grande tradizione e che, soprattutto, un attacco come quello che possiamo schierare noi con Giovinco, Rossi e Balotelli contemporaneamente è un lusso che non tutti possono permettersi.

 

Calciomercato: in serata viene perfezionato il passaggio di Martin Ericsson dal Brøndby all’Elfsborg. Per il trequartista svedese di Gustafs è quindi un ritorno a casa, in patria. Non sono ancora stati resi noti i termini dell’operazione.

Sempre in serata è stato ufficializzato il passaggio di Emiliano Gabriel Vecchio al Monaco per una settimana di prova. Il centrocampista argentino, prodotto delle giovanili del Rosario Central, cercherà quindi di guadagnarsi un contratto nei prossimi giorni per poter rimanere a giocare in Francia.

C’è intanto una trattativa aperta tra Catania e Cluj per il ritorno in Romania di Nicolae Dica. L’Amministratore Delegato del club etneo, però, si è detto scettico sulla possibilità di sviluppi positivi della trattativa. I siculi chiedono 1,7 milioni di euro, il Cluj ha presentato un’offerta che Lo Monaco definisce ridicola, tanto che con quei soldi lui <<ci compra il pane>>.

Il centrocampista croato Daniel Pranjic potrebbe invece passare al Betis, almeno secondo gli ultimi rumors di mercato. Ad ora in forza all’Heerenveen sul giocatore pareva essersi mosso il Lione, ma ci sarebbe stato l’ingresso decisivo nella trattativa del club sivigliano, che potrebbe chiudere l’operazione già a gennaio. 

Daniel Pranjic
Daniel Pranjic

 

Un trasferimento che farebbe rumore sarebbe quello di Alex del Chelsea al Panathinaikos. Il tecnico Ten Cate (ex allenatore in seconda dei Blues) ha intenzione di rimpinguare il proprio parco difensori ed avrebbe chiesto esplicitamente il centrale brasiliano ora a Londra. Sarebbe comunque strano, nonostante la stima tra i due, che Alex possa lasciare una piazza importante come quella in cui attualmente gioca per trasferirsi in un campionato con così poco appeal come quello greco, ed in una squadra che difficilmente potrà vincere qualcosa a livello europeo.

A far discutere in Inghilterra sono anche i possibili movimenti di mercato che i magnati arabi neo proprietari del Manchester City stanno preparando per il mercato di riparazione: pare infatti siano stati stanziati più di 80 milioni di euro per sistemare la squadra (che come abbiamo visto si sta sì ben comportando in Coppa UEFA, ma è anche a ridosso della zona retrocessione in Premier). I due obiettivi più immediati sarebbero Fabio Grosso, per sistemare la fascia di sinistra, e Roque Santa Cruz, per infoltire il parco attaccanti con un giocatore dalla comprovata esperienza internazionale. Ma il sogno sarebbe lo spagnolo David Villa, tra i grandi protagonisti del trionfo estivo ad Euro 2008. Difficile pensare che il Valencia possa privarsene a metà stagione, ma il ragazzo potrebbe decidere di fare un po’ di pressione sui propri dirigenti per provare una esperienza nuova ed andare a giocare in un club che se manterrà le promesse (a livello di investimenti sul mercato) nel giro di 2 o 3 anni sarà sicuramente all’apice del calcio mondiale.

In Germania è invece Karl-Heinz Rumenigge a parlare. “Kalle” parla un po’ a ruota libera dell’attuale situazione del Bayern Monaco; le sue dichiarazioni, in pillole:

  • Ribery ha un contratto sino al 2011 e non è cedibile, per nessuna cifra;
  • a gennaio arriverà lo statunitense Landon Donovan in prestito dai Galaxy e quella sarà l’unico acquisto della sessione invernale del mercato;
  • con Tymoshchuk ci sono stati dei contatti formali (si parla di un costo del cartellino vicino ai 14-15 milioni, ndr) ma l’eventuale acquisto del capitano della nazionale ucraina avverrebbe solo in vista della prossima stagione;
  • Podolski rimarrà in baviera;
  • il rinnovo di Schweinsteiger è dura possa arrivare, ma si è detto non del tutto pessimista (la Juventus resta quindi alla finestra, essendo Bastian il primo candidato a sostituire Nedved per il futuro).

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