Dan Peterson allenatore del Milan? Quasi…

Come vedreste Dan Peterson, grande coach di basket, sulla panchina del Milan? Silvio Berlusconi risponderebbe sicuramente “bene”, se è vero che verso la fine degli anni ottanta fu vicino ad ingaggiarlo…Dan Peterson - Coppa Campioni 1987

La storia fu rivelata da Adriano Galliani, storico braccio armato del presidentissimo rossonero, e confermata dallo stesso coach nativo di Evanston, Illinois.

A differire tra i due racconti è la tempistica, che sfalza di circa sei mesi.

Nel racconto dell’Amministratore Delegato milanista il matrimonio fu vicino a combinarsi nell’estate del 1986, quando la squadra era allenata da Nils Liedholm (esonerato al termine della ventiquattresima giornata la stagione successiva).

In quello del grande coach della Virtus Bologna e dell’Olimpia Milano, invece, il contatto avvenne nell’inverno successivo.

9 gennaio 1987, Oscar dello Sport. Dan Peterson conduce, Bruno Bogarelli – per anni a capo di SportItalia, fratello maggiore del Presidente di Infront Marco – fa da contatto.

L’offerta è chiara: Silvio Berlusconi vuole Dan Peterson come allenatore del Milan a partire dalla stagione successiva.

L’annata sportiva, però, è in pieno svolgimento. All’epoca il coach sta ancora guidando l’Olimpia Milano, in corsa su tutti i fronti: campionato, Coppa Italia, Coppa dei Campioni.

Troppa carne al fuoco per Dan Peterson, che si trova costretto a declinare:

“Io non potevo sabotare la mia squadra, che poi arrivò a fare il Grande Slam, vincendo tutte le competizioni a cui partecipava quell’anno. Non rifiutai la proposta che mi venne avanzata dal Milan, ma risposi che volevo aspettare la fine della stagione per decidere. Che a bocce ferme sarei stato ben felice di parlarne. Che avrei assolutamente ascoltato la proposta del Milan”.

Per un attimo, quindi, Dan Peterson rischiò di fare un salto davvero particolare: passare dai parquet del basket all’erba del calcio, come credo nessun altro abbia mai fatto (quantomeno ad un certo livello).

Un’eventualità sicuramente intrigante, ma che non so quanto avrebbe potuto pagare. Anche se secondo molti le affinità tra i due sport ci sarebbero, ed i rispettivi allenatori dovrebbero seguire anche gli allenamenti dei colleghi del basket o del calcio proprio per questo motivo.
Questo almeno pensavano anche Stefano Sottili e Stefano Bizzozi, un paio d’anni fa allenatori delle squadre di calcio e basket di Varese, con cui mi ritrovai in più di un’occasione a parlare della cosa.Stefano Sottili - Varese

Come sarebbe stata l’esperienza di Dan Peterson nel calcio non possiamo certo saperlo, non avendone la controprova. Di certo c’è che se un coach del calcio può provare a rubare qualche segreto ad uno del basket e viceversa, mi sembra molto più difficile immaginare un salto da uno sport all’altro, essendo così tante le differenze tra i due sport.

Eppure Galliani, ancora oggi, sembra convinto della bontà di quella scelta, vanificata solo dalla richiesta di tempo di Dan Peterson:

“Io ed il presidente Berlusconi eravamo affascinati dalla grande Olimpia, Dan Peterson era un grande motivatore. Sbagliò a rifiutare, poteva diventare il primo uomo a vincere Scudetti e Coppe sia nel calcio che nel basket. Ancora oggi non averlo portato al Milan resta un mio grande rimpianto: dopo ogni partita mi manda un’analisi accuratissima ed acutissima di ciò che ha visto in campo. E io mi abbevero alla saggezza del coach con grande passione. Allenatori ce ne sono centomila, ma il Coach è solo Dan Peterson. Quando qualcuno viene identificato con il nome della propria professione vuol dire che ha fatto qualcosa di leggendario”.

Se cosa sarebbe stato di Dan Peterson allenatore di calcio possiamo solo provare ad immaginarlo, diverso è il discorso che riguarda il Milan, che terminò quella stagione con Fabio Capello traghettatore (l’epoca di Don Fabio si aprì solo nel 1991).

Con il coach americano autoesclusosi dai giochi Berlusconi e Galliani cercarono quindi un altro colpo, a suo modo a sorpresa: abbandonarono l’idea di trapiantare un allenatore di basket sulla panchina del Milan per affidarsi ad un tecnico con pochissima esperienza, nonché all’esordio in Serie A: Arrigo Sacchi.

Quando si parla di sliding doors non si cita certo mai questo esempio, ma chissà cosa ne sarebbe stato del Milan se quel 9 gennaio 1987 Dan Peterson avesse accettato la corte rossonera, e chissà cosa sarebbe stato dello stesso Sacchi se non avesse avuto l’opportunità di allenare un club come quel Milan.Milan

Che, proprio sotto la guida del tecnico di Fusignano, vinse tutto: un campionato, una Supercoppa Italiana, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe UEFA e due Coppe Intercontinentali.

Un matrimonio durato quattro stagioni che aprì l’epoca d’oro del Milan berlusconiano, capace di fare incetta di trofei negli anni successivi


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