Davide Santon e la “mono-giocata”

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Impostosi all’attenzione di tutti grazie ad ottime prestazioni ai tempi dei suoi esordi, Davide Santon non seppe tenere lo stesso livello di rendimento avuto nelle sue prime brillantissime uscite.

Così nell’arco di qualche mese passò dall’essere giocatore nel giro della Nazionale a mediocre terzino nel Cesena, con conseguente esilio inglese.

Indubbiamente l’esperienza Oltremanica lo ha reso più forte, in primis da un punto di vista caratteriale. Così una volta vistosi chiuso e messo alle porte in quel di Newcastle upon Tyne il 24enne laterale difensivo di Portomaggiore ha accettato di tornare nella squadra che lo aveva cresciuto e lanciato nel grande calcio: l’Inter.

L’impatto con la sua nuova vecchia realtà è stato sicuramente positivo. Ad ora il ragazzo ha disputato solo sei match con la maglia Nerazzurra, ma il bilancio è sicuramente positivo.
Non un gran match contro la Fiorentina, ma in generale il suo apporto è stato tutt’altro che disprezzabile.

C’è però un grosso limite che proprio Santon pare non riuscire a superare. E che dopo averlo limitato nella sua prima esperienza Nerazzurra ed in tutto ciò che ne è seguito, evidentemente sembra essere ancora lì, non scalfito, oggi: la scarsa capacità, da terzino sinistro, di andare fino sul fondo e giocare la sfera proprio con il mancino.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/572088995263455232

La situazione classica è questa: Santon prende palla sulla sinistra, avanza riuscendo anche a saltare uno o due avversari, ma giunto all’altezza dell’area di rigore si porta la palla sul destro e rientra, per scaricarla o crossarla. Sempre.

Un canovaccio che non lo rende prevedibile. Di più. Un modus operandi classico che è facilmente studiabile, e di conseguenza poi contrastabile, dai difensori avversari.

Non puoi permetterti, più che mai nel calcio del 2015 quando le partite sono preparate fin nei minimi dettagli, di non variare mai il tuo gioco.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/572100228087590912

Non è possibile che il tuo buon potenziale – certo non da fenomeno, ma comunque nemmeno così disprezzabile sotto molti aspetti a mio avviso – venga dilapidato da questa incapacità nel variare il tuo gioco.

Sarà stato il fato, ma guarda caso quando contro la Fiorentina Santon ha deciso di affondare portandosi la palla sul sinistro per cercare il fondo ha preso controtempo il diretto avversario, che ha affondato il tackle per non farselo scappare falciandolo, con relativo calcio di punizione – corner corto guadagnato dal terzino Nerazzurro.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/572105156445118464

In tutto questo, non me la sento nemmeno di dare tutte le colpe al ragazzo. Perché gli allenatori – e non parlo tanto di Mancini, che lo sta allenando da poco – servono anche a questo: correggere gli errori ed aiutare i giocatori a superare i propri limiti.
Possibile che nessuno, in questi anni, sia ancora riuscito a portare Davide Santon ad avere un gioco più vario, quando affonda sulla sinistra?

Perché poi parliamoci chiaro: il valore medio dei terzini italiani è bassissimo. Si salva giusto Darmian, più la speranza Zappacosta. Ed in Serie A non va molto meglio, con giusto Lichtsteiner e pochi altri ad elevare un po’ la qualità nel ruolo.
Ma la realtà dei fatti è che se anche noi allarghiamo il discorso a livello mondiale non troviamo carrettate di grandi terzini.

Proprio in funzione di ciò un giocatore con la falcata e l’efficacia in dribbling e nell’affondo di Santon andrebbe sfruttato meglio. Non dico certo abbia il potenziale per diventare un “top player”. Ma per fare bene ed avere una carriera dignitosa anche a livello internazionale sono convinto di sì.

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