Euro 2015: la mia Italia

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Su imbeccata di GuajeKos ho proposto ieri su Facebook quella che sarebbe la mia nazionale italiana nel caso in cui l’Europeo – previsto per la prossima estate – si giocasse tra un paio di mesi.

Ho potuto così notare con piacere che la maggior parte degli utenti intervenuti hanno sottoscritto quasi in toto la formazione da me proposta, suggerendo per lo più solo leggerissime correzioni.

Da una semplice formazione, però, non si possono evincere i principi di gioco che vi sono sottesi ed i perché delle scelte, che vado quindi a spiegare in maniera un minimo più dettagliata qui.

Innanzitutto il modulo: 4-3-3.

Questo perché il 3-5-2 spesso utilizzato da Conte è un sistema di gioco che permette sì di garantirsi una certa qual solidità difensiva ma che nel contempo, spesso, non aiuta a sviluppare il gioco offensivo, soprattutto in mancanza di giocatori – alla Tevez – capaci di trascinare la squadra ed “inventarsi” goal dal nulla o quasi.

Con il 4-3-3, invece, potremmo sia garantirci una certa copertura (almeno con gli elementi da me proposti) che cercare di avere una fase offensiva più produttiva.

Ma veniamo a questi undici giocatori scelti, per avere un quadro più chiaro della squadra che proporrei.

Partiamo dal portiere: la scelta è praticamente scontata, con Gianluigi Buffon che nonostante passi il tempo resta sempre l’estremo difensore più affidabile d’Italia.
Ben staccato, a mio avviso, Salvatore Sirigu. In crescita invece le quotazioni di Perin e Sportiello, partendo dal presupposto che personalmente affiderei ad uno di loro due il testimone oggi saldamente nelle mani del portiere Campione del Mondo nel 2006.

In difesa, come detto, schieramento a quattro uomini.

A destra la mia scelta cadrebbe su di un esordiente, Davide Zappacosta.
Ha la gamba per poter coprire anche tutta la fascia per novanta minuti. Potente ed esplosivo, può supportare la manovra offensiva e garantire copertura, anche se sembra avere ancora qualche lacuna tattica comunque limabile nel corso delle prossime stagioni.Nonostante non abbia ancora espresso appieno le sue potenzialità è secondo me oggi il giocatore su cui ci si dovrebbe affidare per dare un po’ di sostanza alla squadra.

Sull’out opposto schiererei invece quello che è il laterale basso più forte d’Italia, Matteo Darmian.
Abile ad agire su entrambe le fasce, il terzino del Torino garantisce spinta e copertura (del resto il suo pedigree difensivo parla chiaro, essendo nato centrale). Scelta da cui credo nessuno potrebbe prescindere (nemmeno in caso di difesa a tre, con lui spostato a fluidificante), è stato uno dei pochi a salvarsi nel disastro totale fatto segnare in Brasile dalla nostra nazionale.
Su di lui, per altro, ci sono le attenzioni di Braida – che ben lo conosce – e quindi del Barcellona, il che dimostra come oggi sia uno dei pochi giocatori italiani con una certa statura (nonostante non giochi in un top club).

Centralmente la scelta per me è facile: Leonardo Bonucci e Andrea Barzagli.
Il primo è cresciuto molto rispetto alle scorse stagioni e sta finalmente raggiungendo un livello tale per cui può essere annoverato tra i migliori difensori d’Europa, per quanto non ancora nelle primissime posizioni.
Il secondo invece lo è già da tempo. Ultimamente è stato frenato da diversi problemi fisici, ma se fosse recuperato al 100% non prescinderei mai da lui in un torneo di questa importanza.
Qualcuno, nel darmi la sua versione della squadra, ha proposto i giovani Romagnoli e Rugani. Sicuramente due centrali molto interessanti. Con ogni probabilità il futuro della nostra nazionale. Ad oggi sarebbe comunque un bel rischio lanciarli titolari, avendo ancora solo 20 e 21 anni e soprattutto avendo pochissima esperienza internazionale (discorso che può valere anche per Zappacosta, che però è più grande e maturo e soprattutto non gioca nel cuore della difesa).

Scarterei quindi Chiellini, relegato in panchina, perché giocatore troppo irruento e che soprattutto ha palesi lacune tecniche, che alle volte pesano nel corso dei match.

Il centrocampo a tre lo farei invece reggere sull’ordine di gioco che il buon Claudio Marchisio ha saputo proporre nel corso della stagione anche alla Juventus, dove è stato sempre più spesso impiegato da vice-Pirlo.
Giocatore che a me è sempre piaciuto fin dai suoi esordi (ai tempi dell’under 21 era nettamente una delle migliori mezz’ali d’Europa, tra i parietà), ha attraversato momenti in cui sembrava aver raggiunto un livello assoluto ed altri in cui è finito addirittura relegato in panchina, tanto che pareva potesse lasciare Torino.Ha tempi di gioco e di inserimento, dà un apporto importante in fase di non possesso, è completo e sa rendersi utile in entrambe le fasi. Nell’Italia attuale è dal mio punto di vista un elemento imprescindibile, a prescindere dal ruolo (centromediano o mezz’ala che sia).

In maniera piuttosto simile reputo quindi imprescindibile anche Marco Verratti, probabilmente il giocatore più talentuoso della mia nazionale.
Schierato mezz’ala come nel suo Paris Saint Germain, Verratti può dare quel quid in più di imprevedibilità alla nostra manovra. Tra i pochissimi italiani rimasti in grado di saltare l’uomo, può aiutare Marchisio nella gestione del possesso e nella costruzione del gioco, provando perché no ad ispirare il tridente offensivo con qualche invenzione.
A tutto questo abbina anche una certa capacità di contribuire alla fase di non possesso, anche se spesso si lascia andare a qualche fallo di troppo. Essendo anche lui utilissimo in entrambe le fasi è comunque un giocatore di cui non mi priverei.

Trio di mezzo che completerei quindi con la duttilità e lo spirito di sacrificio incarnati da Alessandro Florenzi, jolly romanista capace di giocare praticamente in qualsiasi posizione del campo.
La scelta, anche in questo caso, è dettata dalla sua capacità di alternare molto bene fase offensiva e fase difensiva. Grandissimi tempi di inserimento, che giocando mezz’ala potrebbe sfruttare più di Marchisio, è il classico motorino di centrocampo capace di sfrecciare avanti e indietro per novanta minuti.
Se è vero che non ha grandi punti forti, è altresì vero che non ha nemmeno grossi punti deboli. Centrocampista abbastanza completo, sarebbe utile a dare sostanza al reparto e, come detto, potrebbe portare in dote anche qualche gollettino.

In molti hanno lamentato la mancanza di Andrea Pirlo, che convocherei ma farei partire dalla panchina. Il perché è semplice: sebbene io lo ritenga uno dei centrocampisti più forti nella storia del calcio, dotati di un piede fatato e di un talento con pochi pari, debbo anche fare i conti con la sua ormai totale assenza di ritmo (e non potrebbe essere altrimenti, vista l’età).
Proprio per questo lo terrei in panchina: con la sua esperienza potrebbe essere di grosso aiuto al gruppo, potendo anche dare quei 30-40 minuti di qualità assoluto quando necessario.La titolarità, però, sarebbe fuori discussione: ad un Europeo non si tratta di giocare una volta a settimana, cosa che magari riuscirebbe ancora a garantire. Con partite ogni 3-4 giorni servirebbero giocatori più freschi, capaci di dare sempre la giusta dose di “sprint” alla squadra.

In fase difensiva, poi, il centrocampo sarebbe aiutato dai due esterni offensivi, scelti non a caso.

A destra la mia prima opzione sarebbe quindi Antonio Candreva, tra i trascinatori della splendida Lazio di quest’anno.
Altro giocatore che non è mai riuscito a fare il salto di qualità internazionale, ha comunque gamba, qualità e potenza di tiro importanti. Giocatore disponibile al sacrificio, potrebbe rientrare per serrare le fila in caso di necessità quanto cercare di bucare in velocità le difese avversarie, o perché no cannoneggiare il portiere col suo destro.
Logico, non stiamo parlando di un Robben o di un Muller, ma è comunque tra il meglio che possiamo permetterci oggi. Proprio stato di forma ed applicazione me lo farebbero preferire nettamente ai contendenti, in particolare Cerci.

A sinistra invece opterei per Lorenzo Insigne, lo scugnizzo tornato da poco in campo dopo un brutto infortunio.
Diciamolo chiaramente: nei primi due mesi di questa stagione stava dimostrando di aver fatto un salto di qualità notevole rispetto al passato e di essere pronto per affermarsi anche a livello internazionale. Poi l’infortunio l’ha fermato sul più bello, impedendogli questa esplosione. Mi auguro solo rimandata.
Tornato in campo l’ha fatto alla grande, in queste prime uscite. E con lui il Napoli sembra stia anche tornando a macinare gioco e vittorie (certo, non solo per merito suo).
Il talento non si discute, è sicuramente tra i pochi giocatori con in faretra qualche colpo capace di inventare goal dal nulla e la sua presenza potrebbe quindi essere vitale in un’ottica di “rimineralizzazione” della nostra manovra offensiva.
A questo, un po’ come Candreva, aggiunge ottime doti in fase di ripiegamento: ha infatti sempre dimostrato un’abnegazione assoluta che fin dall’anno scorso portò Benitez a preferirlo sovente a Dries Mertens.

In ultimo la punta centrale. In molti vorrebbero il classico puntero d’area di rigore, alla Toni per intenderci, ma la mia scelta ricade su quella che a mio avviso è oggi la punta migliore d’Italia: Manolo Gabbiadini.
Sinistro letale, tecnica fine, gamba e corsa da non sottovalutare. Negli ultimi anni si è evoluto più come attaccante esterno, in primis per mere necessità tattiche, ma è bene ricordare a tutti che è cresciuto giocando centralmente, come primo o secondo violino.
Ha tutto per imporsi come un bomber affidabile, a partire da una grande intelligenza tattica fino ad arrivare alla facilità di calcio che tutti conosciamo.
Jolly offensivo che potrebbe comunque essere utile più largo, potrebbe lasciare spazio in corsa ad attaccanti di tipo diverso (Pellè per la presenza, Immobile per la profondità) che potrebbero così variare gli spartiti della nostra fase offensiva.

Insomma, a prescindere dalle opinioni e dai gusti quella che vi ho qui proposto mi sembra una formazione assolutamente sensata, con i suoi perché e i suoi per come.

Una squadra che in fase offensiva dovrebbe fare grande affidamento sulle due coppie di laterali Zappacosta-Candreva da una parte e Darmian-Insigne dall’altra, sugli inserimenti di Florenzi, le giocate di Verratti e l’ordine di Marchisio. Oltre che, ovviamente, i – tanti – goal che può garantire Gabbiadini.

In fase di ripiegamento, invece, si schiererebbe con una classica linea a quattro con Marchisio discreto frangiflutti davanti alla difesa ed una linea a questo punto a quattro uomini che andrebbe a formarsi grazie al ripiegamento di Candreva ed Insigne.

Insomma, una squadra certo non fenomenale se paragonata ad alcune nostre rappresentative del passato ben più talentuose, ma assolutamente con un suo senso e soprattutto che potenzialmente potrebbe giocarsi la semifinale dell’Europeo. E poi si sa, da lì tutto può succedere!


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