I dieci peggiori acquisti di Sir Alex Ferguson (secondo il Sun)

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Girare per i siti delle varie testate giornalistiche straniere è sempre molto interessante: così facendo, infatti, ci si può costruire un’idea più precisa di come viene visto nelle varie parti del mondo il calcio, come vengono vissute partite, trasferimenti ed ogni altro aspetto di questo fantastico sport.

Una classifica del Sun si diverte a mettere in evidenza gli errori compiuti da Sir Alex Ferguson in sede di mercato (guim.co.uk)
Una classifica del Sun si diverte a mettere in evidenza gli errori compiuti da Sir Alex Ferguson in sede di mercato (guim.co.uk)

Girando tra i siti inglesi, ad esempio, appare chiaro come i giornalisti d’oltremanica si divertano molto a fare classifiche su tutto: da quelle più serie, (ma che lasciano comunque il tempo che trovano) come la top 50 rising stars pubblicata dal Times, a quelle classiche sui flop di mercato, come quella sui peggiori acquisti effettuati da squadre di Premier League pubblicata dall’Independent o proprio questa sui peggiori flop di mercato effettuati da Ferguson, a quelle assolutamente scherzose come la classifica pubblicata dal Sun riguardante le somiglianze dei calciatori ad altri personaggi celebri.

Tutte queste classifiche, comunque, sono da prendere per quello che sono, con le molle insomma.

Perché se quelle meno serie sono fatte solo per ridere e non possono essere prese seriamente, quelle tecniche sono comunque il frutto di opinioni personali: la classifica pubblicata dal Times, ad esempio, ha generato numerose polemiche sia per via dell’assenza di alcuni giocatori, sia per le posizioni date a quelle inserite.

Proprio con le molle, quindi, va anche presa questa classifica, stilata più per sottolineare come anche uno dei migliori allenatori della storia del calcio abbia commesso degli errori che per decidere effettivamente quale sia stato l’acquisto peggiore effettuato dallo United negli ultimi anni.

Ma vediamola un po’ questa classifica.

Al decimo posto Andrew Haigh inserisce David Bellion: la rapida punta parigina di origini senegalesi crebbe nel settore giovanile del Cannes, squadra che lasciò carico di sogni e promesse da mantenere a soli 19 anni per sbarcare in Inghilterra, più precisamente al Sunderland.  Qui giocò due stagioni, per essere poi, una volta scaduto il suo contratto, ingaggiato dallo United. Il suo trasferimento, però, generò più di una polemica e, soprattutto, di un problema per lo United, che si vide costretto, avendo il ragazzo meno di 23 anni, a pagare ai Black Cats un risarcimento di circa tre milioni di sterline, il tutto dopo che le due società finirono davanti ad un giudice.

David Bellion non mantenne le promesse fatte in gioventù e lasciò Manchester senza essere riuscito a lasciare il segno (theage.com.au)
David Bellion non mantenne le promesse fatte in gioventù e lasciò Manchester senza essere riuscito a lasciare il segno (theage.com.au)

Il giovane talentino francese, quindi, arriva a Manchester accompagnato da molta curiosità e da tante aspettative: lo United ha dovuto battagliare anche legalmente per strapparlo al suo ex club, i tifosi si aspettano quindi che dimostri di valere tutto quell’impegno profuso per lui.
Lui, però, fallirà impietosamente segnando solo una rete in 20 match disputati e convincendo Ferguson, due anni dopo il suo arrivo ai Red Devils, a spedirlo in prestito al West Ham, dove le cose non andranno certo meglio.

Nel gennaio 2006, quindi, un prestito al Nizza, società che lo riscatterà a titolo definitivo a fine stagione.
Dopo cinque stagioni ricche di insuccessi finirà quindi miseramente l’esperienza inglese di Bellion, considerato uno dei peggiori acquisti dell’era Ferguson.

Anche il nono posto è appannaggio di un francese; non una punta, però, bensì un difensore: William Prunier.
Arrivato nell’estate del 1995 allo United dal Bordeaux Prunier è un giocatore che in molti non ricorderanno nemmeno essere passato da Manchester (e che i tifosi, probabilmente, avranno forzatamente voluto scordare): dopo un buon esordio contro i modesti Queens Park Rangers arriverà il tracollo contro il Tottenham, partita nella quale il difensore di Montreuil giocherà orrendamente contribuendo pesantamente al pesante passivo con il quale lo United lascerà il campo di gioco: 4 reti subite, per una squadra che è abituata a ben altri show.

Sarà quindi quella l’ultima partita di Prunier nei Red Devils, con l’ex Auxerre ed OM che sarà poi spedito a Copenhaghen il gennaio successivo.

Subito sopra alla meteora francese troviamo invece un giocatore a tutt’oggi tesserato per i Red Devils: Owen Hargreaves.
L’ex nazionale inglese nacque in Canada 28 anni fa e crebbe calcisticamente nei Calgary Foothills, squadra che lasciò a soli 16 anni per raggiungere le giovanili del Bayern Monaco, dove divenne poi professionista.
Dopo più di 150 partite in Baviera, poi, l’approdo proprio a Manchester, con Ferguson pronto a sborsare 18 milioni di sterline per lui.
Qui non riuscirà però a confermarsi sui livelli fatti vedere in Germania (dove si era anche conquistato la nazionale maggiore), tanto che, minato da una serie infinita di infortuni, finirà col giocare solo 25 partite di Premier in due stagioni.

Hargreaves è lunico di questa classifica che potrebbe ancora uscirne, se solo riuscisse ad allenarsi con continuità (theoffside.com)
Hargreaves è l'unico di questa classifica che potrebbe ancora uscirne, se solo riuscisse ad allenarsi con continuità (theoffside.com)

E’ quindi considerato un acquisto sbagliato, anche se a livello tecnico sarebbe ancora oggi un giocatore in grado di competere per una maglia da titolare, se solo non fosse così injury prone.

La settima posizione è invece occupata da Liam Miller, centrale di centrocampo arrivato a Manchester come nuovo Keane e ripartito dopo aver deluso su tutti i fronti, probabilmente proprio perché la pressione messagli addosso era troppa per lui.
Il giocatore, comunque, non era minimamente paragonabile all’ex capitano di United e Repubblica d’Irlanda: centrocampista modesto dalla tecnica discreta ma che per overall non vale minimamente una squadra importante e blasonata come quella allenata da Sir Alex.
Tanto che verrà ceduto dopo due sole stagioni (una delle quali passata in prestito a Leeds) al Sunderland, dove a volercelo portare sarà proprio quel Roy Keane di cui, sulla carta, Miller avrebbe dovuto essere l’erede.

Anche la sesta posizione è terra di conquista di un altro ragazzo giunto a Manchester per raccogliere la pesante eredità di Roy Keane. Questa volta, però, non si tratta di un giovane irlandese, bensì di un camerunense che si era ben distinto in Ligue 1 col Nantes: Eric Djemba-Djemba.
Il 22enne mediano africano arrivò alla corte di Sir Alex nell’estate del 2003 dopo che in Francia aveva impressionato gli osservatori per la sua rude capacità di entrare in tackle sugli avversari, esattamente ciò di cui il centrocampo dei Red Devils aveva bisogno in quel momento.
A Manchester, però, non convinse del tutto tanto che lasciò lo United dopo due anni e 20 soli match di Premier.

Al quinto posto troviamo invece un giocatore che ha appena lasciato Manchester per trasferirsi in Spagna: Manucho.
Il giovane angolano comincia a giocare nei Flamenguinhos, squadra di Luanda, sua città natale, per poi diventare professionista nel Benfica Luanda e trovare continuità nel Petro Atlético.
Proprio da qui venne prelevato da Sir Alex Ferguson, che nel dicembre del 2007 gli fece sostenere un provino di tre settimane per poi decidere di tesserarlo e girarlo in prestito al Panathinaikos, dove non riuscì a sfondare se non nel mini torneo play off per la qualificazione alle coppe europee che si giocò a stagione regolamentare chiusa, con l’angolano che segnando tre reti in cinque match aiutò la squadra a qualificarsi alla Champions League successiva.

Manucho arrivò a Manchester carico di sogni, infrantisi però col recente passaggio al Real Valladolid (africahit.com)
Manucho arrivò a Manchester carico di sogni, infrantisi però col recente passaggio al Real Valladolid (africahit.com)

Tornato a Manchester è però chiuso dai fenomeni del reparto offensivo dei Red Devils, tanto che in sei mesi gioca una sola partita di campionato. A gennaio, quindi, viene girato in prestito all’Hull City, dove non riuscirà comunque a guadagnare un posto da titolare.

Proprio per questo è stato recentemente ceduto: Ferguson stesso, dopo averne voluto l’acquisto, ha deciso che per lui non ci sarebbe stato futuro a Manchester.

La medaglia di legno va invece a Kleberson, mediano con capacità di regia che lo United prelevò dall’Atletico Paranaense pagandolo 6 milioni di sterline nell’estate del 2002, cioè subito dopo che questi si era laureato Campione del Mondo col suo Brasile nel mondiale nippo-coreano.

Allo United, però, il giocatore non riuscì mai ad ambientarsi, dimostrando tra l’altro che le ottime prestazioni nella rassegna iridata furono forse più frutto dell’eccellente momento di forma che non di particolari capacità tecniche, tattiche o fisico-atletiche.
Proprio per questo motivo in tre stagioni a Manchester mise assieme la miseria di 25 presenze in Premier, finendo poi con l’essere venduto per soli 4 milioni di sterline al Besiktas nell’estate del 2005.

Al terzo posto, medaglia di bronzo, si piazza invece il nostro Massimo Taibi, già inserito dall’Independent come peggior acquisto della storia della Premier.
Arrivato un po’ a sorpresa a Manchester non seppe forse resistere alla pressione di una piazza così importante, finendo col dare pessima prova di sè.

Ad un passo dalla vetta di questa goliardica classifica si piazza invece l’attuale Scarpa d’Oro europea, Diego Forlan.

Oggi, come confermano le tante reti segnate all’Atletico Madrid, è uno dei bomber più prolifici del mondo ma a Manchester non trovò questa stessa puntualità con la rete: arrivato in Inghilterra dall’Independiente per 7 milioni di sterline ci mise ben 8 mesi – e 27 gare – a segnare la prima rete in maglia Red Devils.
Dopo due stagioni – e 96 match ufficiali disputati – lo score salì a 17 goal realizzati, comunque troppo poco per poter pensare di conservare chance da titolare in una squadra come quella di Manchester, che infatti nell’estate del 2004 lo cedette al Villareal, dove si sbloccò subito e vinse la sua prima Scarpa d’Oro (anche se in coabitazione con Henry).

Al primo posto, infine, troviamo una vecchia conoscenza del nostro campionato, uno dei giocatori più tecnici che la nostra Serie A abbia visto in campo negli ultimi dieci anni: Juan Sebastian Veron.

Juan Sebastian Veron non confermò a Manchester quanto di buono fatte vedere in maglia biancoceleste (blogo.it)
Juan Sebastian Veron non confermò a Manchester quanto di buono fatte vedere in maglia biancoceleste (blogo.it)

Acquistato dalla Lazio nel 2001 per ben 28 milioni di sterline, motivazione, questa del grosso esborso economico, che gli vale il primo posto in classifica, la Brujita si rivelò totalmente inadatto al calcio inglese.
Il suo immenso talento sembrò quasi sgretolarsi a contatto con un calcio che prediligeva la fisicità ai tocchi di pura classe, tanto che il giocatore ammirato in ogni angolo del globo nei suoi due anni laziali finì col passare due pessime stagioni, tanto da sembrare quasi finito.

Nel 2003, non contento, passò al Chelsea per 15 milioni, dimostrando proprio che non era un problema di ambientamento in squadra, il suo, ma di inadeguatezza a quel tipo di calcio.

Giusto qualche settimana fa, poi, Veron ha dimostrato che la sua parentesi inglese fu, appunto, solo una parentesi guidando l’Estudiantes La Plata alla conquista della sua quarta Libertadores.

Campioni inadatti a quel calcio, meteore, giovani bruciati: anche una leggenda del calcio come Ferguson, quindi, ha un po’ tutto nel suo curriculum, non solo i grandi colpi o le mirabolanti imprese.

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