Inter vs. Roma – Settima giornata Serie A 2013/2014 – 05/10/13 – La Roma fa 7 su 7

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La Roma si limita a giocare un tempo.

Tanto basta ai Giallorossi per disfarsi di un’Inter non all’altezza della situazione, meno che mai posto lo stadio in cui si giocava.

Ma andiamo con ordine ed analizziamo un po’ tutti gli aspetti principali di questo match.Francesco Totti

Innanzitutto, Totti.

Nel primo tempo, fondamentalmente, tocca tre palloni e la Roma segna tre reti. Il primo è una conclusione dal limite, inarrivabile pure per un super portiere come Handanovic.

Il secondo è il rigore (eufemisticamente generoso, o così pare) con cui raddoppia e spacca il match.

Il terzo è un cioccolatino: controllo sontuoso al limite della propria area di rigore e dimostrazione di come, anche da fermo, quando si ha un talento superiore si possa fare la differenza.
Da lì, il contropiede, stile Napoli mazzarriano dei tempi d’oro, che porta al goal.

In secondo luogo, lo stesso Mazzarri.

L’Inter di stasera ha poco a che vedere con ciò che ci si aspetta da una sua squadra (se non per il fatto che, ancora una volta, Icardi e Kovacic hanno iniziato il match in panchina).
Intendiamoci, non lo ritengo un allenatore di grandissimo livello. Penso sia un buon mister con limiti ben marcati e definiti.

Nonostante ciò, i Nerazzurri stasera erano impresentabili ben oltre a quanto non mi aspetterei da una squadra allenata dal livornese.

Una delusione, oggi: giro palla spento, ripartenze vacue, squadra spuntata.

E qui si innesta il terzo aspetto di cui parlare: Palacio.

Praticamente, uno spettatore non pagante.

A fine primo tempo ho guardato i suoi numeri sul sempre utilissimo Whoscored ed ho trovato conferma alle mie impressioni: il nulla, o giù di lì.

E non può essere altrimenti.

Così il discorso si intreccia col precedente: come puoi pensare di schierare Palacio unica punta senza fargli perdere buona parte del proprio potenziale?

Questo atteggiamento, poi, ha ancora meno senso in casa. Palacio non è Cavani, e credo Mazzarri lo sappia. Non può garantire lo stesso tipo di gioco dell’uruguagio: va sfruttato diversamente.

Scena clou di questo discorso, il goal annullato a Ranocchia. Senza voler discutere l’eventuale validità dello stesso (personalmente credo fosse annulabilissimo, e nella stessa direzione vanno la maggior parte dei commenti che ho letto durante il match) troviamo Palacio in versione assistman.

Ottimo, no?

Sì, non fosse che l’argentino si trova a colpire di testa, per prolungare la sfera, in situazione di spalla alla porta.

Avesse caratteristiche da ariete nulla da dire. Ma essendo una seconda punta rapida che basa il proprio gioco su qualità opposte, ecco che non si può pensare di deturpare a questo modo uno dei giocatori più forti della squadra.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/386583322069315584

Ancora… Gervinho.

Acquisto utile senza dubbio per questa Roma, cui le qualità atletiche dell’ivoriano tornano sicuramente comode.
Per di più, il ragazzo è un “protetto” di Rudi Garcia, che già lo allenò in Francia. Praticamente perfetto per i Giallorossi.

Però quando leggo certe esaltazioni non posso che storcere il naso. Dal mio punto di vista il ragazzo è e resta un giocatore tutto sommato modesto, in grado di elevarsi dalla media proprio per atletismo ed abnegazione. Bravo ad incunearsi e guadagnarsi il rigore, dimostra poi entrambi i suoi lati della medaglia quando semina tutta la difesa in una fuga di cinquanta metri palla al piede per poi, a tu per tu con Handanovic, calciare una mozzarella che il portiere sloveno devia in corner.

Giocatore utile al sistema. Nulla di più.

Di certo parole più toste mi tocca riservarle a Pereira.

Ho visto un solo replay dell’azione del rigore. Ok, anche a me sembrava che il fatto fosse stato compiuto giusto al limite dell’area, non all’interno di essa.

Anche dando ciò per assodato, però, nulla potrà mai giustificare l’avventatezza dell’intervento che il fluidificante portoghese commette ai danni dell’ala avversaria.

Fin dai pulcini si insegna che in quelle situazioni di gioco bisogna temporeggiare e provare ad accompagnare l’avversario in una zona di campo in cui non possa nuocere. Evitando di entrare, in primis per non essere saltati. Di sicuro mai e poi mai, in quei frangenti, si deve cercare la scivolata.

Davvero un errore banalissimo, che non si dovrebbe mai vedere in Serie A.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/386573755214229504

Non posso poi non riservare un plauso a Rudi Garcia.

Che infila la sua settima vittoria in sette gare, un ruolino di marcia notevolissimo e – non fatemi ridere – assolutamente inaspettato.

L’ex lillois dimostra comunque tutta la sua sagacia. Studia bene gli avversari, ne cerca i punti deboli, e schiera comunque una squadra compattissima, ottima in chiusura e sempre pronta a ripartire. Come in occasione del 3 a 0.

Impressionante, poi, vedere la metamorfosi della difesa romanista. Che lo scorso anno imbarcava acqua da tutte le parti nonostante la presenza dell’enfant prodige Marquinhos. E che quest’anno, certo non solo grazie all’arrivo di Benatia, è diventata una sorta di linea Maginot. In questo, aiutata anche molto dal centrocampo.

Una fase difensiva nel complesso molto ben studiata. Squadra corta, pochi spazi regalati agli avversari.

Così la Roma continua a rullare ogni avversario che gli si presenta davanti.

A livello di talento non credo possano competere con la Juventus (che però, continuando a giocare così, rischia fortemente di perdere lo Scudetto un po’ come fece il Milan due anni fa, da – quasi – unica pretendente), ma le partite si gioca in campo e non sulla carta. E allora chissà che questi Giallorossi non possano giocarsela fino in fondo.

In tutto ciò c’è però anche una nota dolente: Balzaretti.

Che personalmente non mi ha entusiasmato stasera, risultando forse il peggiore in campo (dei suoi) almeno fino al momento in cui è stato espulso. Perché a quel punto il titolo se lo è assicurato senza più dubbi o ritrosie.

Espulsione per altro piuttosto sciocca, con un’entrata avventata e fuoritempo da giallo (ed era il secondo) pieno.

Ma si sa, non tutte le ciambelle escono col buco.

Infine, l’Inter.

Che come già accennato scende in campo troppo rinunciataria (praticamente spuntata), giochicchia senza un gran filo logico e prova conclusioni estemporanee.

Per l’amor di Dio, Guarin rischia di far venire giù San Siro con un bolide dalla distanza. Ma nel complesso la squadra sembra avere poche idee e piuttosto confuse.Fredy Guarin

In questo senso una chiosa importante: tirare tanto per tirare non significa produrre gioco o occasioni.

No, perché l’Inter calcia ben 18 volte (per altro trovando lo specchio solo in tre occasioni), ma per lo più sono situazioni estemporanee.

Per dire, il duo Alvarez-Taider ha concluso ben nove volte verso la rete. Solo che non è calciando che si vincon le partite…

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