Io e Gianfranco

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

Anche quest’anno ho avuto la fortuna di essere ospite di Indesit a Londra, questa volta per l’Indesit Football Talents.

Dell’evento nel suo complesso parlerò tra qualche giorno, quando avrò scaricato video e foto.

Per ora… per ora mi limito a raccontare della grandissima umanità di un Uomo come Gianfranco Zola, che prima ancora che campione affermato capace di grandissime cose con la palla tra i piedi è persona realmente squisita.

Ho infatti avuto la fortuna di passare assieme a lui un po’ di tempo proprio in quel di Londra, e la disponibilità che ha dimostrato in quegli attimi mi ha lasciato veramente con la bocca aperta.

Il primo approccio l’ho avuto lunedì sera (della scorsa settimana) quando sono andato “in ritiro” col suo PSG (una delle quattro squadre che, sponsorizzate da Indesit, hanno disputato il Football Talents).

Lì Gianfranco Zola ha iniziato a chiacchierare amabilmente con tutti i ragazzi, che arrivavano da un po’ tutte le parti d’Europa.

Battute, spiegazioni, interessamento nei loro confronti.

Poi, dopo un giro nemmeno troppo rapido di presentazioni, il nostro ha iniziato a parlare di calcio in senso ampio. Di cosa sia per lui questo magico sport che ci aveva riuniti tutti lì, in una stanza del Royal Garden Hotel.

E allora eccolo a raccontarci con la sua semplicità unica di come anche il calcio stesso sia semplice e sia fatto da tre concetti basilari: muovere la palla, muoversi negli spazi e occupare tutto il campo.

Qualcosa di così semplice che si potrebbe quasi dire scontato ma che poi, nella realtà dei fatti, non viene svolto con grande semplicità da moltissime squadre.

Inevitabile, quindi, il suo riferimento al Barça di Guardiola. La squadra che, a detta sua, incarna in maniera perfetta queste “basi”.

E che poi, grazie alla qualità dei suoi interpreti, sublima quest’idea di calcio.

E qualcuno, qui, potrà dirmi che Zola non ha certo scoperto l’acqua calda. Ma non è questo il punto.

Perché certo, spiegare come giochi il Barcellona oggi è “piuttosto semplice”. Farlo con la sua incisività non è da tutti.

E, soprattutto, assistere a questa spiegazione da parte di un grandissimo campione come Zola è da bocca aperta.

Sarà che sono un bambino, per certe cose!

Ma non è finita qui.

Anzi, a quel punto il meglio doveva ancora venire!

Terminata la serata, infatti, mi sono avvicinato a lui, non senza emozione, per stringergli la mano e ringraziarlo per quanto ha fatto per il calcio italiano e per la Sardegna, che lui ha saputo rappresentare degnamente anche ben al di fuori dell’isola stessa.

Terminando col ricordo delle lacrime che versai quel maledetto giorno di Italia – Nigeria ai Mondiali del 94, quando lui venne ingiustamente espulso (risposta sua: “Piansi di più io, fidati”).

Abbastanza “materiale” da poter andare a letto contento e dormire ben poco.

Soprattutto per la prospettiva di quello che sarebbe potuto accadere la mattina successiva: colazione con uno dei più grandi campioni che il calcio italiano ha saputo esprimere nell’arco degli ultimi vent’anni.

Detto-fatto: la mattina dopo il ritrovo è nella stessa sala in cui avevo lasciato il “mister” la sera precedente. E proprio lì il caso vorrà che finirò al suo stesso tavolo. Non solo: al suo fianco, a condividere la colazione con lui.

Competenza, disponibilità, curiosità, affabilità. Tutte grandissime doti che, unite ad un’umiltà assoluta e quasi incredibile per chi ha calcato certi palcoscenici, faranno di quella mattinata un momento che mai potrò scordare.

La discussione inizierà, logicamente, con una mia domanda: cosa potrà combinare l’Italia al prossimo Europeo?

E lì Zola dimostrerà una certa fiducia nei ragazzi e in Prandelli. Gruppo giovane, affamato, aspettative piuttosto basse, potrebbe far bene.

Poi un mio pallino: Verratti.

Che anche il piccolo Campione di Oliena apprezza molto, e che ha prospettive e margini veramente importanti.

Davvero tanti gli argomenti toccati, avrei dovuto avere un blocchetto per poter prendere appunti e riportarvi punto per punto le sue considerazioni.

Il punto più importante tra quelli toccati è stato senza ombra di dubbio quello riguardante il suo futuro. Alla domanda diretta (“Cosa farà adesso”) non mi ha saputo dare una risposta univoca, segno del fatto che a settimana scorsa ancora tutto era in alto mare e diverse opportunità erano aperte.

A domanda più diretta (“Da Twitter mi chiedono di dirle di firmare per la Lazio”), relativa a quella questione che rimbalza tanto sui giornali oggi, è stato però assolutamente possibilista, segno che già sette giorni fa l’opzione Roma (intesa come città, quindi in quanto sponda Biancoceleste) era tutt’altro che campata per aria.

Di certo, comunque, il cuore lo porterebbe a cercarsi una sistemazione in Inghilterra, dove ormai vive la famiglia.

Per quanto ad una chiamata della Lazio difficilmente si potrebbe dire no…

La grandezza di questo uomo, comunque, si è sublimata tutta nel momento in cui si è posto lui nella situazione di chi aveva “sete di sapere”. Ad un certo punto della nostra conversazione, infatti, è stato lui che ha iniziato a domandare a me questioni riguardanti il Varese.

Da informazioni su questa stagione, con partenza travagliata e grandissima risalita dopo il cambio di mister, al periodo d’oro vissuto con Sannino sulla panchina.

E pensare di essere stato lì a “spiegare” delle cose a niente popò di meno che Gianfranco Zola… mi fa venire i brividi ancora oggi…

________________________________________________________________

Profilo Twitter personale: http://twitter.com/Mahor17
Profilo Twitter blog: http://twitter.com/sciabolatablog
Pagina Facebook blog: http://www.facebook.com/sciabolatamorbida