La Philips abbandona le maglie del PSV

Dopo ben trentaquattro anni il marchio Philips non apparirà più sulle magliette del PSV Eindhoven.

Una rivoluzione per molti inaspettata che porterà i Boeren (contadini) a non indossare più maglie col logo dell’azienda di elettronica che nel lontano 1913 fondò lo stesso club del Brabante Settentrionale.

Una storia, quella del PSV, legata quindi a doppio filo alla Philips.Philips

Il Philips Sport Vereniging (Unione Sportiva Philips) nasce infatti come squadra per gli impiegati della nota industria olandese.
Una storia incredibile, se pensate da che da dopolavoristi i giocatori del PSV arriveranno addirittura a dominare l’Europa!

Il primo titolo nazionale – all’epoca Nederlands Landskampioenschap – arriva una quindicina d’anni dopo la fondazione del club, nella stagione 1928/1929.

All’epoca il campionato era formato da ben cinquanta squadre, divise in cinque gironi da dieci su base geografica (Est, Nord, Sud, Ovest-I e Ovest-II).

Il PSV era inserito nel girone sud, che quell’anno vinse abbastanza facilmente (dopo aver terminato a metà classifica la stagione precedente): 14 vittorie, 3 pareggi ed 1 sola sconfitta in 18 match, riuscendo quindi a sopravanzare di 8 punti il Willem II, facendo registrare il secondo miglior attacco del campionato dopo i Go Ahead Eagles ed in coabitazione col Feyenoord, oltre che la seconda miglior difesa dopo gli stessi Eagles.

Giunti al girone finale per il titolo il PSV partiva quindi, virtualmente, alle spalle dei vincitori del girone Est, ma almeno potenzialmente davanti a tutte le altre: Velocitas 1987 (girone Nord), Sparta Rotterdam (Ovest-I) e Feyenoord (Ovest-II).
Qui però i ragazzi allenati da Joop Klein Wentink riuscirono nel miracolo, vincendo 6 match e perdendone 2, facendo registrare il miglior attacco (27 goal realizzati) e la miglior difesa (in coabitazione con il Feyenoord terzo, 11 reti incassate) e chiudendo quindi con due punti di vantaggio sui Go Ahead, secondi, succedendo così allo stesso Feyenoord, capace di vincere il campionato l’anno precedente.

Da lì in avanti il PSV vivrà una storia ricca di successi e trofei, in Olanda ma non solo.

Negli anni settanta, è risaputo, la scuola olandese rivoluzionerà il calcio mondiale, andando a creare il cosiddetto “Calcio Totale”.PSV Coppa UEFA 1978

Della cosa ne beneficia lo stesso PSV, che pur senza avere ancora il marchio “Philips” sulle maglie si impone in Coppa UEFA, raccogliendo il primo successo continentale della propria storia.

Corre la stagione 1977/1978 e si gioca la settima edizione del torneo, di cui la Juventus è fresca vincitrice e che pochi anni prima, più precisamente nella sua terza edizione, era stata vinta dal Feyenoord.

L’anno precedente il campionato olandese venne vinto dall’Ajax di Ruud Geels, capocannoniere con 34 marcature. Secondo a cinque punti proprio il PSV, che nel corso del primo turno si libererà facilmente dei nordirlandesi del Glenavon con un 6 a 2 esterno rafforzato dal 5 a 0 di Eindhoven.

Nei sedicesimi la vittima predestinata viene invece dall’est, ed è il Widzew Lodz. In Polonia i Boeren si impongono per 5 a 3, accontentandosi di un 1 a 0 secco al ritorno.

Gli ottavi prevedono invece uno scontro con i tedeschi (dell’ovest) del Eintracht Braunschweig, battuti 2 a 0 in casa e 2 a 1 in Germania.
L’andata dei quarti la giocano poco lontano, in casa del Magdeburgo (Germania Est). E qui arriva la prima sconfitta per i ragazzi di Kees Rijvers: l’1 a 0 esterno, cui fa però da contraltare il 4 a 2 di Eindhoven.

La semifinale è di fatto una finale anticipata: ad Eindhoven arriva il Barcellona di Neeskens e Cruijff, allenato dal santone olandese Rinus Michels.
La qualificazione si decide all’andata: 3 a 0 per i Boeren, in un match arbitrato dal nostro Sergio Gonella che sarà deciso dall’autogoal di Olmo e dalle reti di Lubse e Postuma (subentrato due soli minuti prima a Willy van der Kuijlen).

Al ritorno, in realtà, il Barça va vicino al ribaltone: grazie ai due rigori realizzati da capitan Charly Rexach ed al goal di Paco Fortes i Blaugrana sfiorano l’impresa, vanificata però dalla rete di Nick Deacy, che subentrato ad inizio ripresa a Paul Postuma ci mette due minuti (della serie “coincidenze”) a realizzare il goal che renderà vano il tentativo spagnolo di remuntada.

La – doppia – finale verrà quindi giocata contro i francesi del Bastia, di un altro grande giocatore olandese: Johnny Rep.

In questo caso però il PSV non avrà grandissimi problemi, riportando un onesto 0 a 0 allo Stade Armand Cesari per imporsi poi 3 a 0 al Philips Stadion grazie alle reti di Willy van de Kerkhof, Gerrie Deykers e Willy van der Kuijlen.
PSV che chiuderà una stagione trionfale vincendo anche l’Eredivisie di quell’anno, chiusa con quattro punti di vantaggio sull’Ajax.

La scritta “Philips” apparirà per la prima volta sulle maglie dei Contadini pochi anni più tardi, più precisamente nel 1982.

Una storia quindi lunga e fortunata quella della sponsorizzazione del colosso elettronico alla sua squadra “aziendale”, se è vero che nel corso di questi trentaquattro anni il marchio Philips – ad oggi unico sponsor ufficiale del club olandese – ha accompagnato il PSV attraverso una lunga serie di vittorie: 15 campionati, 6 KNVB Beker (Coppa d’Olanda), 10 Johan Cruijff Schaal (Supercoppa olandese) e, soprattutto, l’unica Coppa dei Campioni vinta dal PSV nella sua storia.

Stagione 87/88, il PSV di Guus Hiddink si presenta ai nastri di partenza della stagione con tanta voglia di fare bene nonostante un addio estivo importante.
La campagna di calciomercato di quell’estate si chiude infatti con gli arrivi di Anton Janssen dal Fortuna Sittard e del danese Søren Lerby dal Monaco, oltre che con le partenze di Michel Valke, Jurrie Koolhof e René van der Gijp.

A fare scalpore più di tutte, però, fu la cessione di Ruud Gullit al Milan, capace di depotenziare – sulla carta, almeno – di molto l’organico a disposizione oltre che di dare il la ad una tra le più intriganti storie di calcio di sempre: quella del Milan dei tulipani.PSV 1987/1988

Gullit a parte il PSV restava comunque una squadra con diversi giocatori di buon livello, come il portiere Hans van Breukelen, i difensori Ronald Koeman, Berry van Aerle, Eric Gerets e Jan Heintze, i centrocampisti Willy van de Kerkhof e Gerald Vanenburg e la punta Wim Kieft.

Un organico che, unito alla sagacia tattica di uno dei migliori allenatori della sua generazione, fruttò addirittura un Triplete ai Contadini, che seppero vincere anche Coppa d’Olanda ed Eredivisie oltre alla Coppa dei Campioni.

Competizione europea dove eliminarono i turchi del Galatasaray al primo turno, pur perdendo 2 a 0 il ritorno sul Bosforo dopo essersi imposti per 3 a 0 a domicilio.
Quindi una doppia vittoria contro il Rapid Vienna prima di un doppio pareggio col Bordeaux, e relativa qualificazione grazie alla regola del goal fuori casa.

Una regola che fruttò la qualificazione anche in semifinale, dove il Real Madrid della coppia goal Butragueño-Sánchez non seppe andare oltre un fatale 1 a 1 casalingo, che sommato allo 0 a 0 di Eindhoven vide il passaggio del turno del PSV.

La vittoria della Coppa dei Campioni arrivò quindi in finale contro il Benfica, in un match disputato sul neutro del Neckarstadion di Stoccarda.

Per imporsi il PSV dovette contare ancora sulla propria irresistibile difesa, inanellando il quinto pareggio di fila per imporsi poi ai rigori contro Han Shéu e compagni. Decisivo, in questo senso, l’errore di Antonio Veloso, che calcerà basso alla destra di Van Breukelen, bravo però ad intuire e distendersi in tutta la sua lunghezza, chiudendo il match.

Quella tra la Philips ed i Contadini è quindi una storia lunga e fortunata, che parte dalla fondazione del club ed arriva fino ai giorni nostri.

Philips che, ovviamente, non abbandonerà del tutto il PSV, prediligendo – fa sapere il CEO dell’azienda Hans de Jong – altre forme di collaborazione e sponsorizzazione.

Di certo c’è che per chi come me è nato negli anni 80 ed è cresciuto con un calcio radicalmente diverso rispetto a quello che vediamo oggi ogni giorno, non vedere più la scritta “Philips” sulle maglie biancorosse del PSV sarà sicuramente strano. Perché nel nostro immaginario collettivo quei due brand sembravano essere assolutamente inscindibili tra loro.

A questo si aggiunge il ricordo dei tanti campioni visti indossare quelle maglie e, più o meno direttamente, collegati alla stessa Philips: dallo stesso Ruud Gullit ai gemelli René e Willy van de Kerkhof (entrambi argento Mondiale sia nel 1974 che nel 1978), passando per Ronny Koeman, Ruud van Nistelrooy, Gica Popescu, Arjen Robben, Ronaldo, Jaap Stam, Gerald Vanenburg e tanti altri.PSV heritage kit

Proprio per celebrare questi trentaquattro anni di storia, laddove i due marchi si sono uniti in maniera ancora più evidente di quanto già non fosse fin dalla fondazione del club, il PSV ha quindi deciso di indossare una maglia celebrativa per l’occasione. Che, di stampo un po’ retrò, porterà la scritta “Proud of you” sul retro del colletto, oltre allo stemma storico usato dalla squadra tra il 1917 ed il 1937.


 

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