Le pagelle di SM – Calciomercato estate 2015

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Terminato – finalmente? – il calciomercato, è arrivato il momento di tirare le somme a ciò che è stato.

Partendo dal presupposto che non ho la sfera di cristallo e che comunque trattasi di giudizi assolutamente personali, ecco le grafiche pubblicate oggi sulla Gazzetta dello Sport con, però, riportati i miei voti personali alle mosse effettuate dalle 20 squadre di Serie A.

Voti che, ovviamente, si basano in primis partendo dal presupposto che il giudizio va dato pensando a quella che era la situazione di partenza. Oltre che, ovviamente, il saldo economico e le mire di ogni club.

Il calciomercato atalantino potremmo dire abbia due facce. Che da un certo punto di vista potrebbero equivalersi, così da annullarsi vicendevolmente e chiudere i conti con un 6 tondo.

Da una parte, infatti, la squadra rinuncia a due dei propri giovani migliori (il terzo, Sportiello, per ora resterà a Bergamo), passati a Torino.
Così si trova quindi a rinunciare a Zappacosta, indubbiamente tra i terzini più interessanti di tutta la Serie A, e Baselli, che invece lo scorso anno aveva faticato a trovare spazio e continuità di rendimento.

Dall’altra, invece, puntella la difesa con gli arrivi di Toloi e Paletta, che almeno sulla carta dovrebbe costituire un buonissimo reparto difensivo per una squadra che punta a salvarsi, possibilmente con qualche giornata d’anticipo.

A questo va poi aggiunto il fatto che anche gli arrivi in mediana, come Kurtic e De Roon, sembrano acquisti interessanti, e che il calciomercato compiuto dalla società bergamasca ha prodotto un utile importante.

Ecco, in questo senso va comunque detto che non sempre produrre utili debba essere letto come un bene: reinvestendo almeno parzialmente questo surplus, infatti, si poteva cercare di rinforzare ulteriormente la squadra per puntare ad una salvezza ancora più tranquilla.

Personalmente sono poi curioso di vedere come andrà la scommessa Gaetano Monachello, un ragazzo che da anni danno sul punto di esplodere (è passato per Inter e Monaco, tra le altre), e che è appena entrato nel giro dell’under 21.

Mezzo voto in più mi sento invece di darlo al Bologna, squadra che forte dei soldi del patron Joey Saputo ha fatto investimenti importanti (producendo un -35 milioni di esborso netto) per provare a costruire una squadra che possa quantomeno salvarsi in questo campionato (difficile se non impossibile che possa puntare a qualcosa in più).

La stella è sicuramente Mattia Destro, sbarcato da Roma con tantissime aspettative. Per rendere al top, però, l’ex punta della Primavera interista ha bisogno di una squadra che lo supporti, ed in questo senso molto passerà dalle capacità di dettare i ritmi di Crisetig – altro ex Inter, altra buona presa per i felsinei – e soprattutto da come Brienza & Co. sapranno sostenerlo e servirlo a ridosso dell’area di rigore.

Nel complesso la squadra non è male, anche se non dà – ad oggi – l’idea di essere particolarmente solida. Del resto i cambiamenti sono stati molti, ora bisogna trovare l’amalgama.

Qualche dubbio, sicuramente, lo lascia trasparire la difesa: Rossettini è un giocatore da bassa Serie A, che può fare il suo ma certo non fa la differenza. Oikonomou era un obiettivo anche del Napoli, i terzini (da Mbaye a Masina, passando per il neo under 21 Ferrari) sono giovani interessanti ma che comunque non danno ancora grandi certezze.

Insomma, le basi per salvarsi ci sono sicuramente tutte, soprattutto posto che si tratta di una neo promossa. Forse, però, con quasi 36 milioni spesi si poteva sperare in qualche certezza in più…

Curioso, in questo caso, di vedere come si comporterà l’ex Montpellier Mounier, giocatore che potrebbe risultare prezioso proprio per sostenere il buon Mattia Destro.

Comprando nell’ultimo giorno di mercato gli ex milanisti Zaccardo e Borriello il Carpi ha provato a raddrizzare una situazione certamente complicata: la squadra è carica di giocatori tutti da scoprire a livello di Serie A e di certo l’impossibilità – o la non volontà – di investire denaro sonante sul calciomercato non ha facilitato le cose al D.S. Sogliano.

Ecco quindi che sebbene qualche presa interessante può anche esserci stata nel complesso il mercato del Carpi va bocciato, proprio perché va a costruire una rosa che sembra abbastanza unanimemente destinata alla retrocessione.

Intendiamoci: non che fosse facile fare qualcosa di più senza risorse. Però a conti fatti la squadra non sembra essersi rinforzata a sufficienza.

A questo punto ci sarà da sperare nel lavoro del mister: situazioni come quelle del Carpi possono essere o segnate in partenza, con la squadra destinata a retrocedere in stile Ancona di una decade e più fa, oppure diventare una sorta di nuovo Chievo, con qualche vecchia volpe capace di tirare fuori gli artigli (Borriello?), qualche giovane voglioso di imporsi in Serie A (Matos?) e qualche esordiente capace di stupire tutti (Gagliolo?).

In una situazione del genere giusto i prestiti possono correre in soccorso. I dubbi vengono proprio dal fatto che non so quanto i vari Marrone, Matos, Wallace, Brkic e compagnia cantante possano riuscire ad imporsi al punto tale da trascinare la squadra alla salvezza.

Un mercato non proprio scoppiettante, a parer mio, è anche quello condotto in porto dal solito Chievo Verona, squadra che cerca sempre di fare l’essenziale (anche giustamente, visto la mancanza di risorse), per poi riuscire comunque a barcamenarsi nel corso della stagione e raggiungere la tanto agognata salvezza.

La cosa che sicuramente aiuta il Chievo, almeno rispetto a situazioni come quella del succitato Carpi, è il fatto che la base della squadra per provare a lottare per la salvezza c’era già ed è stata grossomodo confermata.

Dietro è partito Zukanovic, richiesto anche da Mancini all’Inter, sostituito dall’ex parmense Gobbi.

Per il resto la serie di fine prestiti non ha tolto grandi forze, quantomeno che non sono state recuperate sul mercato.

Il problema, anche qui, è che da squadre di questo tipo sarebbe bello vedere anche qualche investimento su giocatori di prospettiva con possibilità di esplodere e perché no produrre plusvalenze importanti.

Non sarà certo comprando i Birsa di questo mondo che il Chievo Verona potrà provare a cambiare la propria condizione.

Non che mi aspetti i Martial che vanno ad 80 milioni allo United, intendiamoci. Però di giovani in giro sia per l’Italia che per l’Europa ci sono. Uno qualsiasi di questi al posto del compassato Meggiorini (al netto della sua partenza “sprint” di quest’anno) lo si poteva ad esempio provare a prendere!

Per l’Empoli vale un po’ il discorso fatto per l’Atalanta: a fronte di qualche partenza importante ha comunque chiuso qualche arrivo interessante.

I due principali sono sicuramente i due giocatori riscattati ad inizio mercato: Saponara e Barba.

Il primo sarà con ogni probabilità il faro della squadra, il giocatore deputato a cambiare ritmo alla manovra, a rifinire, ma perché no anche a concretizzare in prima persona le azioni costruite.

Il secondo è invece destinato all’ingrato compito di sostituire Rugani: intendiamoci, credo che il neo-juventino sia in prospettiva il centrale più forte d’Italia, quindi il compito è arduo. Però lo stesso Barba ha qualità discrete che ne potrebbero fare un giocatore solido ed affidabile perlomeno come il compagno di squadra Tonelli (la cui conferma resta una buona notizia, dopo le voci che lo volevano a Palermo).

Sempre dietro mi piacerebbe poi che l’Empoli riuscisse a recuperare Michele Camporese, giocatore che intorno ai 16 anni era sicuramente tra i migliori interpreti nel ruolo della sua età.

Nel complesso, quindi, l’Empoli resta una squadra di valore simile all’anno scorso e che potrebbe salvarsi senza eccessivi patemi anche quest’anno.

Interessante anche vedere cosa succederà a centrocampo: partiti Vecino e Valdifiori, titolarissimi del centrocampo di Sarri, dovrebbe essere lanciato titolare il buon Zielinski, al fianco del quale è stato promosso il giovanissimo Dioussé: entrambi giocatori da seguire.

C’è moltissima sfiducia nell’ambiente viola attorno a quello che è stato il calciomercato della Fiorentina e, di conseguenza, quella che sarà la nuova stagione.

Personalmente, però, non mi sento di cassare il tutto con voti estremi, tipo i 2 o i 3 che molti tifosi invocano.

Il 5, voto comunque negativo e che non lascia molti appelli, deriva quindi da questi motivi: in primis il fatto che la difesa, nel complesso, si è indebolita.
Vero che a destra è arrivato Gilberto, che ho visto bene in queste prime uscite, ma altrettanto vero che in mezzo è arrivato Astori, un giocatore che personalmente non ho mai amato particolarmente e che, soprattutto, trovo ben inferiore al partente Savic.

In porta Tatarusanu è inferiore a Neto, tanto che proverei Sepe che però è stato preso solo in prestito secco e quindi nel farlo giocare lo si farebbe progredire senza però poterne trarre alcun tipo di vantaggio, né economico né sportivo, al termine della stagione.

Sulla destra, poi, è arrivato Blaszczykowski, che è sicuramente un buonissimo giocatore ma ha qualche dubbio sotto il profilo fisico.

Più di tutto, mi ha poi lasciato molto perplesso la gestione del mercato da parte della società, veramente molto arruffato.

In compenso ci sono comunque anche gli aspetti positivi, come l’arrivo di Mario Suarez nella trattativa Savic, il già citato Gilberto che potrebbe dare un po’ di stabilità a destra e soprattutto Kalinic, giocatore che mi sembra perfetto nel contesto tattico che vuole costruire il neo mister Paulo Sousa. E che, soprattutto, pur essendo meno sponsorizzato mediaticamente del mai rimpiangibile Mario Gomez risulterà sicuramente molto più utile.

Insomma, nel complesso da una squadra come la Fiorentina ci si deve aspettare di più. Però non mi struggerei nemmeno come stanno facendo in molti. La rosa per fare un buon campionato c’è. Certo, con qualche sforzo in più si poteva provare a giocare il ruolo d’outsider, perché no, anche in ottica Champions…

Vale un po’ il discorso fatto per il Carpi, anche se qui mi pare che possano essere state fatte scommesse più interessanti.

Il Frosinone in porta ha infatti puntato su di un giovane che ha già dimostrato di saperci stare, quel Nicola Leali che certo non è “il nuovo Buffon”, come disse Corioni quando era ancora solo un ragazzino, ma che comunque a questo livello ci può stare alla grande.

In difesa non mi ha ancora mai convinto appieno Rosi, altro ragazzo che da giovanissimo sembrava avere potenzialità importanti ma che si è smarrito crescendo, ma Diakitè sulla carta la Serie A la dovrebbe reggere benissimo.

Davanti Longo è invece una scommessa più o meno completa, che potrebbe pagare dividendi importanti come invece perdurare lungo il suo cammino di flop in serie. Interessantissima la scommessa dell’ultim’ora Castillo, un giocatore che ai tempi dell’under 20 cilena sembrava destinato ad approdare da subito in un club se non di primissima comunque di prima fascia a livello europeo.

Nel complesso, comunque, la squadra sembra ancora ad un livello non sufficiente a giocarsi con chance importanti una possibile permanenza in Serie A.

Anche qui inutile dire che il mercato è stato fatto con in tasca nulla, e che in questa situazione è ovviamente difficile pensare di poter raggiungere chissà quali obiettivi.

Però resta un cane che si morde la coda: se non investi e non peschi giocatori che ti possono salvare il rischio di retrocedere è concreto. Ed a quel punto diventa inutile lavorare alacremente per raggiungere la A, se poi non si è minimamente in grado di mantenerla.

Certo, se anche in Italia i club intascassero dalle tv quello che intascano in Inghilterra la musica potrebbe essere molto diversa

Come al solito in quel di Genova il buon Preziosi ha deciso di fare una ricca girandola di cambi, movimentando decine di giocatori per trovarsi una squadra che, di fatto, non sembra valere tanto più o tanto meno rispetto a quella che terminò la scorsa stagione con un piede in Europa League.

Così tra le perdite vanno annoverati i vari Bertolacci e Kucka, passati al Milan assieme al rientrante Niang, più Iago sbarcato a Roma ed Edenilson tornato ad Udine. Tutti giocatori che in un modo o nell’altro avevano avuto un certo peso nella buona riuscita della scorsa stagione.

Sulla rosa la squadra ha comunque accolto giocatori interessanti, come il giovane Ntcham dal Manchester City, il redivivo Pandev ed il fratello di quel Cissokho che qualche anno fa vide sfumare il Milan per supposti problemi di denti. Per non parlare poi di Ansaldi, che vedo però più come fluidificante essendo un giocatore di fascia, ed il riscatto dell’ottimo Pavoletti, giocatore che quatto quatto e zitto zitto potrebbe anche essere una delle sorprese del prossimo campionato.

Insomma, al solito il Genoa avrà bisogno di lavorare per trovare la quadra del cerchio. Trovata la quale, comunque, potrebbe anche togliersi soddisfazioni interessanti.

Tutto questo gran movimento di mercato, comunque, un risultato l’ha già dato, almeno a livello economico: il surplus tra entrate ed uscite, grazie soprattutto alla valorizzazione di Bertolacci ed alla cessione di Iago, è stato di 15 milioni. Cifra non da poco, per quanto riguarda il panorama italiano.

Certo, anche qui, c’è da chiedersi perché non investirne una parte per provare ad alzare ulteriormente l’asticella. Ma ormai ben sappiamo che il mercato del Genoa è sempre particolare…

Rivoluzione.

Questa è la parola con cui si può riassumere il calciomercato dell’Inter, che di fatto cambia quasi completamente l’undici titolare e si appresta a giocare una stagione in cui più o meno per forza di cose dovrà c’entrare l’accesso alla Champions League per aumentare gli introiti e poter far fronte alle spese, in molti casi posticipate o scaglionate, che anche questo mercato ha messo in conto.

Lo dico subito: diverse cose mi rendono perplesso di questa Inter, a partire dall’allenatore.

Però ai dirigenti non potevo non fare i complimenti: a mio avviso hanno fatto diverse cose importanti e si meritano un bel plauso.

Innanzitutto hanno accontentato quasi in toto – perlomeno per quanto possibile – l’allenatore, che così non avrà nemmeno grossi alibi.

Poi il saldo effettivo tra valutazioni in uscita ed in entrate è solo lievemente negativo, che significa comunque non aver rischiato di far saltare il banco per rinforzare la squadra.

Infine la rosa mi sembra globalmente migliore rispetto all’anno scorso, e questo è il più grosso dei pregi.

In primis la difesa potrebbe tornare ad essere per la prima volta dopo anni quantomeno solida, con una coppia di centrali che secondo me ha tutto per fare bene.

In più là davanti è arrivato Jovetic, un giocatore che se starà bene e verrà fatto giocare non troppo lontano dalla porta potrà fare davvero la differenza.

Cosa mi rende perplesso?

Oltre alla questione allenatore, sicuramente il fatto che si è pensato molto ad irrobustire la squadra proprio da un punto di vista fisico, ma non troppo ad aumentare il tasso qualitativo. Che comunque mi pareva potesse essere uno dei bug dell’ultima Inter…

Il voto alla Juventus è sicuramente quello che mi ha chiesto più tempo per rifletterci. Perché fino ad un certo punto il mercato dei bianconeri era stato intelligente, coraggioso, sicuramente da otto.

Poi dopo la cessione di Vidal mi è parso che la società andasse un po’ in difficoltà, chiudendo il calciomercato in panic mode dopo l’affaire Draxler con relativa figura barbina.

Nel complesso, però, il calciomercato resta un buon calciomercato, che se nell’immediato toglie sicuramente qualcosa alla squadra contribuisce però a dargli più profondità e prospettiva per il medio-lungo termine.

Ciò che sinceramente capisco poco, se non appunto per il fatto che in panic mode quel che succede succede, è proprio l’arrivo di Hernanes. Un giocatore che per me già oggi difficilmente varrebbe Draxler, ma che soprattutto non porterà vero e proprio valore aggiunto, se non in quei match in cui il brasiliano sarà particolarmente ispirato e, perché no, finirà anche col fare la differenza magari.

Rugani, Alex Sandro, Dybala e perché no Lemina e Cerri: sono quei i tasselli inseriti per fare da fondamenta alla Juventus del futuro, cui sono stati aggiunti, più per l’immediato, i vari Neto, Khedira, Mandzukic e Cuadrado.

Un mercato quindi nel complesso interessante, che sarebbe potuto essere appunto da otto se sulla trequarti la dirigenza avesse chiuso con il botto.

A margine, una piccola considerazione rispetto a questo inizio di campionato: la Juventus è riuscita in un’impresa, perdere le prime due, che non era mai riuscita a centrare in tanti anni di militanza in Serie A.

Vero.

Vero però pure che la squadra deve ancora assorbire i cambiamenti – che in primis portano ad un gap di personalità, visti gli uomini più che i giocatori partiti – e soprattutto che a centrocampo mancavano i due terzi del reparto titolare.

Prima di dare la Juventus per morta aspetterei almeno un paio di mesi.

La Lazio di fatto ha fatto il mercato solo ed esclusivamente pensando ai soldi della Champions League: ha aspettato l’esito dei preliminari. Non passati i quali si è praticamente fermata, andando a spendere – come differenza tra entrate ed uscite – quella decina di milioni che l’eliminazione ai preliminari garantisce comunque alle squadre sconfitte.

Perché cinque e mezzo, allora?

Perché per una squadra come la Lazio, e lo dico con il massimo rispetto, ad oggi mi sembra comunque una vittoria riuscire a trattenere tutti i propri pezzi pregiati.

E prima che qualcuno si alteri dicendo che una Juventus o un Milan di turno mai riuscirebbero ad andare a Roma per acquistarsi Felipe Anderson cacciando la fresca, dico che dico tutto questo pensando più che altro ai club stranieri, in particolar modo di Premier.

De Vrij, Biglia, Candreva, Anderson… saranno ancora una volta loro i giocatori deputati a trascinare la squadra alla ricerca di una nuova qualificazioni alla Champions League.

A questi è stata poi accostata qualche scommessa, come i vari Morrison, Hoedt, Kishna e Milinkovic-Savic: curioso di vedere cosa ne uscirà.

Di certo la Lazio, a mio avviso, avrebbe dovuto cercare un centrale ed una punta di livello. Così facendo avrebbe elevato il proprio livello, e magari potuto provare a giocarsela diversamente col Bayer.

E, soprattutto, sarebbe davvero una delle prime candidate, se non la prima in assoluto, ad un posto in Champions (dietro il duo Juve-Roma, s’intende).

Il 5+ è un voto sicuramente amaro, che deriva da una considerazione semplice: sono sì convinto che il Milan abbia fatto un mercato capace di renderla una squadra superiore a quella che era lo scorso anno, ma è altresì vero che reputo ancora gravi ed importanti le falle della squadra. Il tutto pur a fronte di circa 90 milioni di spese sul mercato.

Il tutto ruota attorno al fulcro di quelle che sono le squadre di calcio: il centrocampo.

Bene l’arrivo di Bertolacci, che è un giocatore che a mio avviso può starci anche in una squadra che cerca la Champions, il problema è tutto il resto. Giocare, come contro l’Empoli, con De Jong e Nocerino significa non poter costruire gioco. Ma è pur vero che le alternative, a partire dal buon Montolivo, sono quelle che sono.

Proprio da qui nasce il voto negativo: la squadra è stata rinforzata, ma se non hai il centrocampo non costruisci gioco e rischi di non raccogliere risultati migliori che in passato.

Perché per il resto intendiamoci: dietro è arrivato Romagnoli. Pagato molto più del suo valore reale (ovviamente per via del buon potenziale), ma comunque un rinforzo e soprattutto un giocatore che potrebbe rappresentare una certezza per il Milan per qualche anno.

Davanti poi il salto di qualità è notevole, e credo lo si sia già dimostrato: Adriano e Bacca sono due ottimi giocatori e potrebbe fare molto bene in Serie A. Certo, se sostenuti dal centrocampo…

Insomma, il Milan ha fatto ma ha lasciato le cose a metà. Ecco perché non posso considerare nemmeno sufficiente questo calciomercato.

Non malaccio il Napoli, tutto sommato. In primis per la conferma, vitale, di Higuain. Giocatore che è sicuramente il leader tecnico della squadra di Sarri.

Interessanti poi anche un po’ tutti gli altri arrivi, come il rientro di Reina in porta o l’arrivo dell’ottimo verticalizzatore Valdifiori a centrocampo, dove si è aggregato anche il rubapalloni Allan.

Spero poi che questa grafica dica il vero e che con l’andare della stagione là davanti sarà proprio questo l’assetto che si troverà a scegliere il mister, che pare però considerare Gabbiadini solo prima punta (di conseguenza, alternativa ad Higuain): Insigne sulla trequarti a supporto dell’argentino e dell’ex talento della primavera atalantina.

Perché solo 6+, quindi?

Il dato fondamentalmente è uno: il Napoli aveva già l’anno scorso una difesa che personalmente reputavo non all’altezza della situazione. A difettare era ovviamente tutto l’impianto di squadra, con una fase intera non all’altezza. Ma anche a livello di singoli personalmente i partenopei non mi hanno mai convinto.

Basteranno Hysaj e Chiriches a cambiare le cose?

Personalmente avrei gradito qualcosa in più.

Anche rispetto alla questione Palermo ci ho dovuto pensare un po’ su, ma alla fine non me la sono sentita di dare la sufficienza.

Questo perché se è vero che la conferma di Franco Vazquez è importantissima, finanche vitale, per il club, è altresì vero che il surplus di mercato è importante e poteva essere intaccato di più per rinforzare meglio la squadra.

Che Dybala dovesse partire era assolutamente inevitabile: contratto in scadenza a giugno 2016, valutazione ancora molto cospicua, necessario cederlo senza pensarci due volte.

Quei soldi, però, andavano spesi per comprare una punta altrettanto giovane e con prospettive importanti che potesse prenderne il posto. Gilardino è una sorta di usato sicuro che potrà anche fare bene in Sicilia, ma che non produrrà mai plusvalenze in stile Dybala.

Ecco perché Zamparini avrebbe dovuto cercare di tirare fuori un altro colpo dal cilindro…

Per il resto il mercato mi sembra essere stato portato avanti senza infamia né lode. Ci sono un paio di scommesse che personalmente reputo interessanti, come ad esempio Goldaniga ed Hilijemark. Ma nel complesso, sulla carta, nulla di sconvolgente.

Ecco perché tutto sommato non me la sento di dare la sufficienza al Palermo: avrei voluto qualche colpo più estroso, anche non per forza costosissimo. Certo, Djurdjevic è un giovane che delle prospettive potrebbe anche averle, ma che è tutto da verificare e testare.

Con più di 30 milioni di surplus, vista anche la comunque triste cessione di Belotti, serviva la… zampata!

Tra i mercati migliori, a mio avviso, c’è sicuramente quello della Roma, che si candida davvero per andare a strappare il titolo di campione d’Italia alla Juventus, anche a prescindere da come si è chiuso lo scontro diretto di domenica.

In primis l’arrivo di Dzeko, che in un contesto come quello italiano, se si ritrovasse ai livelli mostrati al Wolfsburg, potrebbe davvero fare la differenza.

Poi le due ali, Salah e Iago. Se l’egiziano non mi fa impazzire ed al netto di una grande gamba ha più limiti di quello che molti vedano, lo spagnolo era mio pupillo ai tempi delle giovanili ma si era poi un po’ disperso con l’andare degli anni, salvo ritrovarsi in quel di Genova.

Nel complesso il primo può provare a spaccare le partite con le sue accelerazioni, il secondo è molto più indicato per dialogare con Dzeko.

In più là dietro è arrivato Digne, che è un altro ragazzo che mi piace parecchio fin dai tempi delle giovanili e che sono convinto potrebbe fare bene in Italia, soprattutto vista la capacità di spinta e di cross, più unica che rara nel nostro campionato se guardiamo a questi ultimi anni.

Il tutto con un esborso totale, parlando quindi di differenza tra entrate ed uscite, piuttosto contenuta, limitata a meno di otto milioni.

Certo, qualcosa che non convince (ad esempio le riserve in difesa, con Rudiger che soprattutto dal punto di vista fisico è un’incognita) c’è, ma nel complesso dopo qualche passaggio a vuoto (l’affaire Doumbia, l’inutile presa di Ibarbo, ecc) bisogna dire che la Roma sembra aver raddrizzato la barra, pronta a spingersi a tutta dritta a caccia dello Scudetto.

Una sufficienza piena se la merita anche la Sampdoria, in primis per la conferma di Eder. Non che l’italobrasiliano rientri tra i miei giocatori preferiti, ma è indubbio che abbia oggi raggiunto una maturità ed una consapevolezza tale per cui a questo livello sia giocatore praticamente imprescindibile.

In più davanti oltre al neo nazionale Azzurro troviamo ancora l’ottimo Muriel addizionato al redivivo Cassano. Che con l’innesto dell’ex Shaktar Fernando contribuisce, a mio avviso, ad innalzare il tasso tecnico della squadra.

Squadra che nelle retrovie ha sì perso Romagnoli, che del resto non poteva essere trattenuto in nessun modo, per puntellarsi con gli arrivi di Moisander e Zukanovic.

Se è vero che non mi aspetto la Sampdoria a battagliare tra le grandi, è altrettanto vero che non mi stupirei nemmeno se come l’anno passato provasse a giocarsi un posto in Europa League. Che vedo difficile da centrare, ma molto dipenderà soprattutto dalle avversarie.

Un po’ sulla stessa linea d’onda possiamo metterci il Sassuolo, che ancora una volta probabilmente il salto di qualità non riuscirà a farlo ma che comunque pare essersi quantomeno assicurato un campionato tranquillo ancora una volta.

Ceduto Zaza, rientrato alla casa madre Juventus, è arrivato Defrel, che non credo sarà da meno rispetto all’Azzurro.

A centrocampo sono arrivati poi i muscoli di Duncan, che potrebbero far comodo, e là in avanti a potersi alternare con i vari Berardi e Sansone è sbarcato dalla sponda giallorossa di Roma Politano, un giocatore che almeno un tre anni fa il buon Mauro Milanese – all’epoca D.S. del Varese – mi disse fosse il giocatore che in assoluto avrebbe preferito portare proprio all’ombra del Sacromonte, stimandone molto le doti tecniche. E beh, dopo qualche tempo mi fa piacere vedere il ragazzo alle prese con la Serie A, seppur non da titolare.

Sempre da Roma è sbarcato poi anche il giovane Lorenzo Pellegrini, un classe 1996 che ha disputato una buonissima stagione con la Primavera giallorossa l’anno scorso, ben impressionando anche in un contesto europeo come quello rappresentato dalla Youth League.

Il grosso delle risorse le ha comunque risucchiate il riscatto di Berardi, costato 10 milioni alla società di Squinzi: soldi che però, non ne dubito, risulteranno molto ben spesi a fine anno, quando come al solito è prevedibile che il ragazzo chiuderà con un buon bottino di goal ed assist ad impreziosirne le prestazioni.

Il mercato migliore in assoluto, sempre in rapporto alle aspettative, l’ha però secondo me fatto il Torino, che per l’ennesima volta (a prescindere dalle tante lamentele che nel corso degli anni ho sempre puntualmente sentito da molti tifosi, sempre molto duri con Cairo e la sua gestione) ha completato una sessione interessante. Anzi, anche più del solito.

In primis fondamentale la conferma di Ventura in panca, uno dei pochi maestri di calcio rimasti – almeno a certi livelli – in Italia.

Poi ho apprezzato tantissimo l’idea di puntare su molti giovani, in particolar modo italiani: dell’ultima under 21 – che si è sì suicidata all’Europeo, dando comunque l’impressione di quantomeno giocarsela con chiunque per valore assoluto – di Gigi Di Biagio sono arrivati in tre, più un quarto riscattato dall’Inter. Ovviamente mi riferisco a Zappacosta (che però ad ora parte dietro Peres, purtroppo), Baselli (che ha iniziato alla grande la sua stagione), Belotti (chiamato ad una stagione da almeno 15 goal per consolidarsi, se non 20 per esplodere) e Benassi, appunto già a Torino lo scorso anno ed acquistato a titolo definitivo.

In tutto questo c’è sicuramente da rammaricarsi per la partenza di Darmian, che era però una “rinuncia irrinunciabile”, a fronte della necessità di monetizzare per reinvestire.

Ecco, proprio in ottica Darmian ho un solo appunto da muovere: viste le cifre di questo mercato e visto anche solo l’acquisto di Martial per una cifra che oscilla tra i 50 e gli 80 milioni a seconda delle fonti (comunque uno sproposito, per un giovane di prospettiva che ad oggi non ha mostrato moltissimo), sicuramente la cessione del terzino scuola Milan andava monetizzata di più.

Un’occasione sprecata, soprattutto col senno del poi…

Sbagliano i tifosi dell’Udinese che si lamentano perché il Watford spende grosse cifre mentre l’Udinese no.

Sbagliano perché devono rendersi conto che i sistemi cui Watford ed Udinese appartengono sono diversi, e pur non avendo dati certi sottomano sarei portato a dire che di soli diritti tv la squadre londinese guadagna con ogni probabilità più di quanto i friuliani fatturino nel complesso nel corso di una stagione.

Partendo da questo doveroso presupposto va però anche detto che il mercato dell’Udinese resta un pochino deludente. I bianconeri hanno generato un surplus di quasi 30 milioni, senza però rinforzarsi particolarmente.

Bella la presa di Adnan, giocatore che ha un sinistro veramente sontuoso (quantomeno in relazione al ruolo), per il resto mi pare che sia stato fatto un po’ poco.

Zapata potrebbe anche fare molto bene, viste le qualità fisico atletiche, ma resta ad Udine in prestito.

In più sui dirigenti dell’Udinese continua a pendere la questione Scuffet, che dopo il rifiuto all’Atletico Madrid è stato dapprima messo ai margini del club e poi spedito addirittura in B quest’anno.

Un vero spreco, per un giocatore di quel talento.

Ultimo, ma solo in ordine alfabetico, il Verona, che chiude la carrellata di voti ai mercati di A con una sufficienza tonda tonda.

Fondamentalmente la squadra non sembra cambiata moltissimo rispetto ad un anno fa, che significa sia no peggioramenti che però di contro no miglioramenti.

In difesa l’innesto di Souprayen è da seguire, visto all’esordio con la Roma ha subito ben impressionato: fuoco di paglia o sicurezza?

In mezzo è arrivato Viviani, giocatore sicuramente molto talentuoso ma ad oggi ancora molto poco solido, come dimostrato anche agli Europei under 21, dove finì addirittura col perdere il posto nel corso della manifestazione.

Davanti poi Verona ha accolto Pazzini, un usato-sicuro che potrà fungere, tutto sommato, da buon back up a Toni.

La bilancia da un punto di vista economico registra quindi una lieve perdita, ma sicuramente nulla di preoccupante per una società che ha alle spalle un presidente – pare – solido come Setti.

Soppesando acquisti e cessioni, quindi, il valore effettivo della rosa dei veneti non sembra essere mutato moltissimo, da qui il 6 che gli ho “appioppato”.

A margine, sarà interessante vedere come verrà gestito il rientrante Romulo, giocatore che solo poco più di dodici mesi fa era sulla cresta dell’onda.

Come ricorderete il ragazzo sfiorò la chiamata al Mondiale brasiliano prima e venne ingaggiato, per quanto in prestito, dalla Juventus poi.

Con ogni probabilità il suo futuro era quello di stabilirsi a Torino, se non fosse sopraggiunto un brutto infortunio a fermarlo per tutta la stagione. Riuscirà a ritrovarsi all’ombra dell’Arena?


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