L’Opinione – Cristante e il buio Rossonero

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

La cessione sul filo di lana di Bryan Cristante ha scosso molto l’ambiente del tifo Rossonero.

Non poteva essere altrimenti.

Del resto una volta chiusa del tutto l’epopea del Milan di Ancelotti era chiaro come la società dovesse iniziare a riprogrammare il proprio futuro. Quel gruppo fantastico capace di vincere tutto non poteva certo durare per sempre.

Il ricambio generazionale non è però stato gestito nel migliore dei modi. E soprattutto, col passare del tempo, il Milan ha risentito della crisi del nostro paese così come del nostro calcio, andando in difficoltà in maniera lampante.

Gli acquisti di Ibrahimovic e Robinho, che permisero ai Rossoneri di Allegri di vincere un campionato e qualificarsi nei due anni successivi alla Champions sono stati forse l’ultimo vero sussulto di quello che era il “grande Milan”.

Con la partenza dello svedese e di Thiago Silva si è quindi aperta definitivamente la crisi per uno dei club più vincenti e conosciuti al mondo.

Una crisi da cui la stessa società disse a più riprese di voler uscire seguendo una linea verde: basta sprechi e spazio a giovani che potessero aprire un ciclo nuovo.

L’acquisto di Balotelli, da parte mia ampiamente criticato da subito, poteva in un certo qual senso andare in quella direzione.

La realtà dei fatti, però, è che anche al netto di quell’investimento sbagliato il Milan non ha (ancora) dimostrato di puntare davvero sulla linea verde, e proprio la cessione del gioiellino di centrocampo fatto in casa lo dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno.

E attenzione, questo varrebbe anche qualora Cristante non dovesse dimostrare, in carriera, di valere un posto nel Milan. Perché i discorsi col senno del poi sono facili. Il punto è dimostrare oggi fiducia ai propri giovani. Ed il Milan qualcuno da provare (in primis proprio Bryan) l’avrebbe (o aveva, nel suo caso).

Proprio nelle ore che hanno accompagnato l’addio del ragazzo a Milano, direzione Lisbona, si è scatenato un gran can can su Twitter, come ampiamente preventivabile. Ed è su questa ridda di voci che vorrei far vertere questo pezzo, tardivo ma doveroso.

Partiamo quindi dal famoso, decantato e già citato progetto giovani.

https://twitter.com/cecio10/status/506430529810759680

Non sarà finissimo, ma questo tweet di @cecio10 rappresenta abbastanza bene la dissonanza milanista: quando si parla di progetto giovani non si può cedere il proprio miglior prodotto delle giovanili lanciabile in prima squadra al momento. Passi per De Sciglio e l’ex genoano El Shaarawy, ma un Cristante non può non essere tenuto ed inserito in rotazione, se si deve costruire un ciclo nuovo e vincente.

Questo a prescindere dal fatto che, come giustamente detto da qualcuno, Cristante non aveva ancora dimostrato di meritare il Milan. Ma del resto finché non gli si da la possibilità di farlo…

https://twitter.com/sciabolatablog/status/506431740303654913

Sempre a questo proposito riporto un mio tweet in cui citavo @milannight. La questione è la medesima: non puoi partire dicendo che i fenomeni vanno costruiti in casa per poi cedere Cristante alla prima offerta buona. E’ un controsenso.

Lo è anche partendo dalla consapevolezza che Cristante non è e non sarà un nuovo Messi. Ma del resto, non è solo sui Messi che si fondano le squadre vincenti.

Comunque, l’incoerenza è palese.

Veniamo quindi alle questioni economiche. Ok, il Milan ha sicuramente un problema inerente il tetto ingaggi e la scarsa liquidità. Quindi, per fare mercato ha bisogno di tagliare i costi da una parte e cedere giocatori capaci di portare cash nelle proprie casse dall’altra.

Ma partendo dal presupposto che l’idea iniziale era quella di cedere Cristante per pagarsi l’acquisizione di Biabiany… ecco, lascio ad @AleStefanelli87 il commento, che personalmente trovo azzeccato:

Non solo. Tornando a @milannight, ecco una giustissima riflessione sulla questione costi (con relativa gestione da parte della società):

Perché spendere quei soldi per un giocatore praticamente finito quando si potevano usare per trattenere Cristante, girandoli sulle operazioni Biabiany-Bonaventura?

Purtroppo alla base sembra mancare una vera vision, un respiro ampio, una capacità di programmazione che vada oltre il semplice oggi.

A darmi ragione in questo discorso, ecco il tweet di @DiaVoltaire:

Una fondamentale miopia di base di cui parlo da almeno due o tre anni, personalmente. Cosa che mi ha portato ad essere anche accusato di essere, non si capisce per quale motivo poi, “anti-Galliani”.

Beh, credo invece che proprio questa cessione con tutto ciò che ha comportato ben dimostri come le cose che vado ripetendo da tempo sono, bene o male, fondate. E che non c’è un sentimento di “odio” nei confronti di nessuno, ma una semplice valutazione di quella che è la situazione-Milan.

In ultimo, altre tre considerazioni.

La prima viene direttamente da me:

https://twitter.com/sciabolatablog/status/506433939561795584

E’ assolutamente probabile che Bryan Cristante giocherà molti più minuti in Portogallo di quanti non ne avrebbe giocati in Italia. Per altro là avrà la possibilità di esprimersi anche sul palcoscenico europeo, sicuramente una vetrina importante nonché un banco di prova fondamentale per lui.

Quindi se osserviamo le cose non dal punto di vista della società, che a mio avviso ha compiuto un errore, quanto da quello del giocatore ecco che si può prendere questa cessione come una cosa positiva. Il tutto sperando che il Benfica, per una volta, sia rampa di lancio anche per un nostro giovane calciatore.

Tornando invece per un attimo a parlare della “politica verde” che dovrebbe seguire il Milan, una giustissima considerazione – ci avevo pensato anche io – di @intenditore11. La classe 98 Rossonera è talentuosa ed interessante. Ci sono giocatori come Mastour, Cutrone e Llamas (ma anche Locatelli, Malberti, La Ferrara ed altri) che hanno il potenziale per arrivare a giocare in Serie A.

Beh, se io fossi un top club europeo aprire subito il libretto degli assegni, e vedrei di acquistarne il più possibile. Del resto il Milan ha dimostrato che sta vivendo una crisi (economica e di idee) tale per cui un assalto di questo genere non è detto verrebbe respinto.

Infine @augustociardi torna sul solito vecchio problema italiano: la mancanza di fiducia nei giovani.

Che dire? Siamo un paese che non vuole più costruirsi un futuro.

________________________________________________________________

Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram