L’Opinione – Diamanti cinesi

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E’ arrivata l’ufficialità: Alessandro Diamanti è un giocatore del Guangzhou Evergrande Football Club.

Le cifre ufficiose parlano di circa nove milioni di euro che verranno versati dai cinesi alla società emiliana. Il giocatore dovrebbe invece guadagnare un totale di sette milioni spalmati su tre stagioni.

Da un punto di vista economico è quindi sicuramente un colpo importante per il Bologna, le cui casse avevano bisogno di soldi freschi. Ancor più lo è per il ragazzo, che a Bologna – secondo i dati pubblicati ad inizio stagione dalla Gazzetta dello Sport – guadagnava la metà.

Dal punto di vista sportivo, però, è un autogoal clamoroso per entrambe le parti in causa, col solo Guangzhou a guadagnarci.

Il Bologna cede Diamanti dopo aver chiuso il mercato di gennaio con la – apparente, in realtà – certezza di tenere Diamanti almeno fino a giugno. Il ragazzo, quindi, non potrà essere rimpiazzato, vista la chiusura del mercato.

Il giocatore, di fatto, pone una fine più o meno certa alla sua carriera ad “alto” livello e, soprattutto, ha praticamente firmato la propria autoesclusione dal Mondiale.

Certo, la ricchezza a livello globale si sta redistribuendo diversamente. E se un tempo era concentrata in “occidente” oggi ci sono realtà asiatiche fortissime. Il che potrebbe, alla lunga, ridisegnare anche il planisfero calcistico mondiale.

Ma ad oggi è indubbio, nonostante il livello sia sicuramente cresciuto negli ultimi anni, che il campionato cinese è ancora di diverse piste indietro rispetto a quello europeo.

E questo ovviamente non vale solo per la Cina.

Proprio per questo sembra implicito che Prandelli si troverà più o meno costretto ad escluderlo dalla lista dei 23 per Brasile 2014: un giocatore che anche solo mentalmente “stacca” da un certo livello rischia di non essere pronto quando l’asticella si tornasse ad alzare clamorosamente (come al Mondiale, appunto).

E non solo da un punto di vista psicologico si consumerebbe questa “auto esclusione”, ma anche da quello del ritmo, della tattica, della tecnica.

Insomma, un taglio netto.

Gli aspetti da considerare, quindi, sono due. E danno risposte diverse.

Da una parte solo pro, dall’altra praticamente solo contro.

Diamanti ha preso la sua scelta, che è una scelta di vita in primis. Andrà a guadagnare bene sacrificando però almeno parzialmente l’aspetto sportivo.

Non sta a me giudicare la sua scelta. Né a nessun altro. Era però importante sottolineare questi due aspetti. Perché leggendo un po’ di commenti sembrava di percepire il fatto che è troppo facile dire che dovesse rinunciare a quei soldi.

Non so se lo fosse. Non mi troverò mai in una situazione come questa.

Deve essere però chiaro che AD OGGI il livello del calcio cinese è così più basso rispetto a quello del calcio europeo che la scelta di Diamanti è chiara e netta anche da un punto di vista sportivo, non solo economico.

Perché del resto ogni decisione porta delle conseguenze. Che nel caso di Alino saranno molto probabilmente negative sul piano sportivo.

Prima di chiudere faccio invece una piccola considerazione personale sul giocatore: Diamanti l’ho sempre valutato con un buon giocatore con alcuni colpi di primissimo livello.
Resta però un giocatore in grado di fare il trascinatore in una squadra con prospettive modeste. Non, a mio avviso, ad altissimo livello. Quando insomma si tratta di vincere trofei importanti.

Questo lo ha per altro dimostrato, a mio avviso, in primis proprio in nazionale.

Ok, tra i nostri giovani potrebbero non esserci i nuovi Totti e Del Piero. Ma, sinceramente, l’idea che al posto di Diamanti possa andarci uno dei nostri giovani (da Insigne a Borini passando perché no da Destro, Gabbiadini ed Immobile anche se ruoli e caratteristiche sono diverse) non mi dispiace affatto.

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