L’Opinione – Il ritorno della grande scuola di portieri italiana

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

Zoff, Peruzzi, Pagliuca, Zenga. E come dimenticarci di Buffon, arrivato tra l’altro ad un passo dal vincere un Pallone d’Oro (che molti dissero gli sfuggì solo perché decise di giocare i sei mesi successivi alla vittoria Mondiale in Serie B, anziché emigrare al Real come Cannavaro).

Sono questi alcuni dei migliori portieri della storia di questo fantastico sport che è il calcio.

Non è un caso se ho segnato solo italiani. Perché se è vero che ci sono anche grandissimi interpreti provenienti da altri paesi (Schmeichel, Yashin e Banks solo per ricordarne alcuni) è altrettanto vero che una concentrazione così alta di grandissimi estremi difensori in un solo paese non è certo casuale. Anzi.

Trattasi di scuola.

E noi in Italia siamo sempre stati ai vertici mondiali, in questo senso.

Non è quindi un caso se il miglior portiere dell’ultima decade è giust’appunto italiano.

Proprio l’imposizione di Buffon ha però, credo involontariamente, fatto subire un notevole contraccolpo negativo alla nostra scuola di portieri.

Sarà perché reggere il paragone con quello che per molti è il miglior portiere della storia facile non è per nessuno, sarà perché i preparatori dei portieri si sono inconsciamente seduti sugli allori sapendo che i loro allievi non avrebbero comunque potuto insidiare il migliore o sarà semplicemente un caso fattostà che proprio dopo Buffon la scuola di portieri italiana ha iniziato ad avere qualche problemuccio.

Estremi difensori di buon livello sicuramente ne è uscito qualcuno, ma non è nemmeno un caso se, Juventus (guarda caso) a parte, tutte le grandi del nostro calcio hanno guardato all’estero per coprire questo particolarissimo ruolo.

Certo, il tutto è anche sicuramente favorito dal fatto che un tempo le regole erano molto più restrittive (il limite non differenziava tra comunitari ed extracomunitari). Ma è altrettanto vero che Certi picchi, Buffon a parte, sono mancati.

E così a Milano sono sbarcati Dida ed Julio Cesar, a Firenze Frey, a Roma una serie di portieri anche non sempre all’altezza culminati ora con la buona presa di Stekelenburg sulla sponda Giallorossa ed il duo sudamericano Muslera-Carrizo su quella Biancoceleste.

E la lista potrebbe allungarsi ulteriormente se prendessimo in considerazione anche i vari Andujar, Bizarri ed Eduardo di questo mondo.

Nel contempo, certo, qualche estremo difensore italiano ha sicuramente ben figurato. Come i vari De Sanctis e Abbiati.
O i più giovani Sirigu (espatriato, ed è un peccato) e Viviano (rotto, ma potrebbe essere lui il futuro della porta interista).

Oggi però guardando al futuro le cose sembrano essere un pochettino più rosee.

Intendiamoci, è ancora prestissimo per parlarne. Se non altro perché qualche tempo fa si dipingeva Vincenzo Fiorillo come il sicuro nuovo Buffon ed Andrea Seculin come un portiere a lui poco inferiore ed ora sembrano entrambi essersi ormai persi irrimediabilmente.

Però…

Però è anche vero che qualcosa si muove, nel sottobosco della Serie B. Un campionato che sta risentendo dell’impoverimento – economico quanto tecnico – del calcio italiano esattamente – se non più – della Serie A e che quindi si trova a dover dare un po’ di spazio anche a qualche giovane.

E proprio pensando ai guardiani dei pali ecco che troviamo ben cinque giovanissimi portieri che potranno sfruttare la Cadetteria come rampa di lancio per provare davvero a togliere definitivamente scettro e corona da mani e testa di Gigi Buffon.

Partiamo allora da Brescia, dove c’è il più giovane del lotto: classe 1993, Nicola Leali è – assieme al ’95 Tassi – la nuova grande speranza del vivaio bresciano.
Leali che proprio per quell’impoverimento di cui parlavo in precedenza s’è visto proiettato titolare in Serie B, e ad ora pare stia sfruttando la chance che gli è stata donata.

Di lui, ennesimo nuovo Buffon, si sono già invaghiti in tanti. Chissà che il suo cartellino non passi tra le mani di qualche società più blasonata già dalla prossima estate…

Sempre al nord, ma in quel di Padova, c’è invece un estremo difensore che amo – calcisticamente parlando – da due anni buoni: lui è Mattia Perin, e dopo aver fatto il fenomeno con le maglie delle nazionali giovanili (dimostrando per altro di non aver nulla da invidiare a colleghi che, come il tedesco Ter Stegen, oggi sono titolari in massima serie) e aver vinto il campionato con la Primavera del Genoa si sta mettendo oggi alla prova in un campionato professionistico. Con buoni risultati, anche qui.

A lui l’ho potuto tra l’altro vedere qualche settimana fa all’Ossola di Varese, quando il suo Padova ha preso tre pappine. Lui, però, non ha disputato affatto una brutta partita. E in questo senso non scorderò mai quando ha salvato, con un tuffo da campione, un goal già fatto, negando la doppietta a Cacciatore. Con tutto lo stadio che si è risieduto disperato in quel momento io sono schizzato in piedi per fargli i complimenti… parata davvero da fenomeno.

Scendendo nel centro Italia ecco che, facendo tappa a Livorno, possiamo rimirare le prodezze che sa compiere tra i pali Francesco Bardi. Anche lui classe ’92, già passato dalle giovanili dell’Inter, Bardi è tornato nella sua città per provare a saggiare le proprie capacità di adattamento al professionismo.
E molti dicono che se Viviano è il futuro immediato (lo spazio per lui si schiuderebbe già a giugno, con l’eventuale partenza di Julio Cesar) Bardi deve semplicemente rodarsi qualche anno in provincia per poi fargli a sua volta le scarpe in quel di Milano, sponda Nerazzurra.

In Toscana lo scorso anno giocava un ragazzo che in questa stagione si è invece trasferito in quel di Pescara.
Il suo nome è Carlo Pinsoglio, che pur senza trovare ancora grandissima continuità (il titolare ad oggi è l’ex bustocco Anania) è l’attuale titolare dell’under21 targata Ciro Ferrara, che da ex juventino lo conosce molto bene.

In Campania, infine, si disimpegna l’ex atalantino Simone Colombi, ultimo grande portiere uscito dalla sempre florida scuola bergamasca.
E chissà che lui non sia destinato a tornare proprio alla base, con magari Consigli, altro giovane di buone speranze, destinato a qualche piazza più importante in giro per l’Italia.

Insomma… la nuova scuola di portieri (cui appunto dovremmo aggiungere come minimo Viviano, Sirigu e Consigli, che sono ancora piuttosto giovani soprattutto in relazione al ruolo che ricoprono) sta sfornando tanti interpreti dalle potenzialità interessantissime.

Certo non saranno tutti veri e propri Fenomeni, ma se manterranno fede alle promesse di certo un posto in Serie A lo meriteranno ad occhi chiusi.

Il punto ora sarà semplice: il nostro calcio è pronto a dare fiducia ai nostri giovani?

Come detto almeno per ciò che riguarda la difesa dei pali il momento sembra essere propizio.

Vedremo. Per quanto mi pare che culturalmente noi in Italia si sia arretrati, in questo senso, rispetto al resto d’Europa…

I commenti sono chiusi