L’Opinione – Juventus eliminata dalla Champions League. E ora?

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Giovedì è stato il cosiddetto “day after”.

Dopo il naufragio juventino ad Istanbul, infatti, si sono sprecati (in molti casi letteralmente) fiumi di parole per commentare tanto l’eliminazione dalla Champions quanto il possibile futuro dei Bianconeri.Wesley Sneijder

Arrivo con qualche giorno di ritardo, ma volevo commentare anche io la situazione del club torinese.

Partiamo proprio dalla questione Champions League.
Sul massimo palcoscenico europeo la Juventus ha mostrato due facce. Da una parte è stata capace di dare del filo da torcere al grande Real Madrid dei nuovi galattici Bale e Ronaldo (raccogliendo comunque molto poco in termini di punti), dall’altra è riuscita a rimediare solo cinque punti a cavallo dei doppi confronti – non irresistibili – con Galatasaray e Copenhaghen.

Intendiamoci, con la stessa onestà intellettuale avuta da Mancini bisogna riconoscere che quella gara non andava giocata (che non vuole comunque dire che la Juventus, su un campo praticabile, sarebbe riuscita a non farsi eliminare). Però, con l’onestà intellettuale mostrata da Conte, è altrettanto vero che la qualificazione andava chiusa prima.

Risultato: farsi eliminare in un girone alla portata (per altro più di quello vinto lo scorso anno con Chelsea, Shaktar e Nordsjelland) non può che essere un fallimento.

La stagione europea potrebbe comunque essere, almeno parzialmente, salvata. Se non da un punto di vista economico (la Champions è impareggiabile in questo senso), almeno da quello del blasone.

Terza classificata, la Juventus è stata dirottata in Europa League, competizione che vedrà giocarsi l’atto finale proprio allo Stadium torinese.
Vincere la Cenerentola delle competizioni europee, quindi, sarebbe comunque – soprattutto stante il lungo digiuno europeo da cui è reduce la Vecchia Signora – un buon modo di rifarsi, parzialmente, dalle delusioni di Champions.

In questo senso però attenzione: oltre alle italiane ci sono altri club interessanti in Europa League. A partire dal Tottenham, che se la giocherà ad armi più o meno pari con le nostre, fino alle iberiche, le pretendenti battaglieranno sicuramente sino alla fine.Tottenham

In questo ragionamento si inserisce una variabile piuttosto importante: quanto Conte e la società punteranno su questo traguardo?
Quanto turn over verrà applicato in Europa League?

E’ logico che se i giocatori diciamo “non strettamente titolari” che scenderanno in campo ogni giovedì saranno 5/6 come ritengo probabile, ecco che le chance di imporsi caleranno drasticamente…

Sembra invece più semplice la vita in campionato, dove al di là del valore assoluto, la Juventus vanta anche una maggior compattezza, incisività e continuità rispetto ad ogni altro club della Penisola. Insomma, a meno di eventi inaspettati lo Scudetto dovrebbe restare cucito sulle maglie dei Bianconeri.

E per il futuro?

Si inizia già a parlare di mercato, com’è logico (soprattutto dopo una delusione cocente come l’eliminazione dalla Champions League).

Partiamo da un presupposto: la falla principale della Juventus 2012/2013 era indubbiamente il reparto offensivo. Falla coperta bene dagli acquisti di Fernando Llorente e Carlos Tevez, che per quanto non rappresentano una delle migliori coppie d’Europa in assoluto sono sicuramente giocatori di valore, con pochi rivali in Italia e che possono comunque dire la propria anche fuori dai confini (per quanto a livello realizzativo, come è noto, Tevez sta stentando non poco).

Dove-come intervenire?

Ovviamente tutto passa dalla guida tecnica e dalle valutazioni che questa può fare.

Sarà ancora Antonio Conte l’allenatore della Juventus, la prossima stagione?
Sarà ancora, eventualmente, il 3-5-2 il modulo da lui prescelto per schierare la propria squadra?

E’ ovvio che ogni mossa di mercato pianificabile non può prescindere dalla risposta a queste domande.

Esempio concreto: il giovane Berardi che tanto bene sta facendo a Sassuolo sarebbe oggi difficilmente collocabile nello scacchiere tattico juventino.Domenico Berardi

Portarlo a Torino qualora si prevedesse di rimanere fedeli al 3-5-2 utilizzato sino ad oggi potrebbe quindi portare ad un buco nell’acqua.

In primis, quindi, c’è da risolvere questo dilemma. Da lì, sarà più semplice fare delle valutazioni.

Ad oggi cosa manca alla Juventus?

Tutto e niente.

Mi spiego: la Vecchia Signora ha sicuramente la rosa più forte completa d’Italia e, a meno di rivoluzioni multimilionarie operate in altri lidi, dovrebbe essere destinata a partire da favorita anche l’anno prossimo, pur senza grandi investimenti.

Nel contempo, però, il gap con squadre come Bayern Monaco, Real Madrid e Barcellona non può essere colmato dall’immobilismo. Servono idee buone e soldi sonanti.

Senza questi ultimi, è difficile immaginare la Juventus competitiva su obiettivi di mercato realmente importanti, che potrebbero interessare i top club europei.

Più probabile, quindi, che la società di Corso Scirea decida di continuare sulla strada tracciata in questi ultimi anni: una lenta ma costante modifica dei valori in campo. Al rialzo, ovviamente. Andando così magari non a colmare, ma a costruire comunque una squadra – sulla carta – sempre più competitiva anche in ambito europeo.

Acquisti come quello di Pogba – con uno sguardo al futuro – Vidal, Llorente e Tevez sono infatti i segni tangibili di una società che deve fare i conti con una competitività di mercato ridotta rispetto a molte concorrenti, ma che ha comunque idee e budget tali da poter piazzare colpi più che interessanti, anche fuori dall’Italia.

La strada tracciata è quindi l’unica realmente percorribile oggi dalla Juventus e deve, a mio parere, continuare essere seguita senza indugi.Juventus

Ci sono un alcuni giocatori (Barzagli, ma soprattutto Buffon e Pirlo) che non hanno ancora una carriera particolarmente lunga davanti, e rispetto cui bisogna iniziare a pensare ad un ricambio di livello.

Vedremo nei prossimi mesi come si evolveranno le cose.

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