L’Opinione – Milan, perso tra Eremenko e la – mancata – valorizzazione dei suoi giovani

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Radiomercato parla con insistenza della possibilità che il Milan acquisti Roman Eremenko, ex Udinese e Siena, dal Rubin Kazan.

Un acquisto che, secondo più fonti, sarebbe utile per “scaricare” Birsa. La volontà dei Rossoneri sarebbe infatti quella di scambiare i due giocatori, cedendo lo sloveno – che non ha avuto molto spazio se non per via degli infortuni dei suoi compagni – per inserire in rosa il finlandese.

Il ragazzo, ormai 27enne, ha il contratto in scadenza tra un anno. Va da sé che il suo valore di mercato non possa essere tanto altro.

Giusto ieri, poi, sarebbe spuntata una clausola presente nel contratto secondo cui il giocatore potrebbe liberarsi per una cifra vicina ai cinque milioni di euro in caso di offerta da una squadra europea (extra Russia, ovviamente).

Insomma, la fattibilità dell’acquisto sembra esserci tutta.

Nelle ultime ore si era diffusa la notizia secondo cui, in passato, i Tatari avrebbero rifiutato 20 milioni per lui. Notizia che pare vera, intendiamoci, ma che va letta per quella che è: ad offrire quei soldi fu lo Zenit di Spalletti. E ben sappiamo come i prezzi nel mercato interno russo, altamente concorrenziali, tendano a salire ben oltre il reale valore dei giocatori.
Del resto, chi non si ricorda dei 30 milioni che proprio la squadra di San Pietroburgo spese qualche stagione fa per acquistare il portoghese Danny dalla Dinamo Mosca!?

Ma che giocatore è Roman Eremenko?

Fondamentalmente un centrocampista dalle doti spiccatamente offensive che può agire tanto centralmente, anche a ridosso della trequarti, quanto più defilato, sulla fascia di sinistra.

Nell’ipotetico 4-3-3 di Inzaghi, quindi, potrebbe probabilmente occupare il ruolo di mezz’ala sinistra. O magari di ala, anche se non mi sembra il giocatore più adatto (il paragone con un El Sharaawy in forma sarebbe impietoso, per altro) per ricoprire il ruolo.

Ora, dando per scontato che non ci si aspetta che Eremenko possa tornare in Italia a “fare onde”, come si dice, perché il Milan dovrebbe scaricare un giocatore “inutile” per prendersene un altro che rischia di non dare un vero “quid” in più?

Io, come è noto, amo e seguo abbastanza il calcio giovanile. E mi chiedo: passino gli acquisti di giocatori come De Jong, che hanno esperienza e qualità (che nel caso di De Jong è più tattica che tecnica, ovviamente). Ma piuttosto che acquistare gente che difficilmente potrà spostare gli equilibri, perché non provare a lanciare qualche giovane?

Faccio tre nomi.

Il primo è quello di Marco Ezio Fossati, giocatore che presentai già nel 2009 – quando era ritenuto uno dei migliori 92 al mondo, e non solo dal sottoscritto – e di cui ho parlato anche recentemente, proprio in ottica Milan.

Stante il fatto che varie vicissitudini ne hanno sin qui impedito la giusta maturazione con definitiva consacrazione, probabilmente non sarà mai ciò che avrebbe potuto essere (ovvero, una delle migliori mezz’ali al mondo). Però è pur vero che a furia di non dargli fiducia, a questi giocatori, si finisce col bruciarli. Cosa che in Italia succede sistematicamente da 10-15 anni, con i risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutti.

Il secondo è quello di Bryan Cristante, ragazzo di fisico e tecnica, sicuramente tra i giovani centrocampisti più interessanti del – pur triste – panorama italico.

Già lanciato in prima squadra lo scorso anno, Cristante ha dimostrato di poter reggere il confronto su di un palcoscenico importante come la Serie A. Oggi diciannovenne, deve essere svezzato, responsabilizzato e coperto di fiducia da subito, onde evitare possa in qualche modo perdersi come – ad ora – sembra aver almeno parzialmente fatto Fossati.

Il terzo, infine, è quello di Mario Piccinocchi, giocatore che ho anche potuto ammirare dal vivo nel corso dell’ultimo campionato Primavera.

L’impressione che ho avuto è stata questa: fosse nato nei dintorni di Barcellona, dove i giocatori della sua taglia sono stati il punto di forza della squadra in Blaugrana negli ultimi anni, avrebbe grandissimi e reali chance di essere aggregato alla prima squadra fin da… ieri.
Purtroppo per lui, invece, è italiano. Un paese in cui già si fa fatica a dare spazio ad un giovane, figuriamoci se in più non ha un fisico da corazziere.

Beh, trottolino instancabile, è sagace tatticamente e tutt’altro che disprezzabile da un punto di vista tecnico. Temo però che il suo futuro prossimo sia addirittura lontano dalla Serie A. Colpa delle tare del nostro calcio.

Insomma, senza voler gettare discredito addosso ad Eremenko, che magari in un campionato sempre più tecnicamente povero come è il nostro potrebbe anche dire la sua, vorrei che almeno chi ha giovani interessanti provasse a valorizzarli.

Per la Nazionale, certo, ma non solo. Sistemi come la Germania, che ormai ci ha sorpassato in tutto e per tutto, dimostrano come si possano andare a valorizzare e scandagliare anche mercati esteri. Anche inusuali, rispetto ai classici Argentina e Brasile cui siamo invece irrimediabilmente aggrappati noi.

Come questi Mondiali stanno dimostrando c’è un mondo là fuori (dalla Costa Rica agli Stati Uniti, passando per il Messico e l’Iran) che aspetta solo di essere esplorato…

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2 commenti

  1. Concordo pienamente…

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