L’Opinione – Pirlo alla Juve? Perché sì e perché no

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Negli ultimi giorni si vocifera con sempre maggior insistenza di un possibile sbarco di Andrea Pirlo a Torino, sponda Bianconera.

Regista dalle doti tecniche eccezionali, non lo scopriamo certo oggi, né tantomeno ha bisogno di presentazioni.

Di per sè il suo acquisto comporterebbe un notevole salto di qualità in mezzo al campo, perché giocatori come lui sono davvero rari al mondo, e certo non sono presenti nell’attuale rosa juventina.

Molti tifosi stanno però anche movendo dei dubbi riguardo ad un suo eventuale acquisto, anche in maniera tutto sommato legittima. Andiamo allora a vedere i pro ed i contro del possibile acquisto di uno dei migliori registi al mondo dell’ultima decade.
Partendo proprio dalle motivazioni che hanno portato qualcuno ad una sorta di alzata di scudi contraria al suo arrivo in Piemonte.

1. Stato fisico-atletico.

Questo è il punto principale attorno cui verte ogni discorso.
L’ultima stagione – dal Mondiale in poi, quantomeno – è stata disastrosa per Pirlo, in questo senso. Avendo ormai superato i trenta, per altro, le sue condizioni fisico-atletiche generali non potranno che andare scemando, per ovvie ragioni.

Prima di chiuderne un eventuale acquisto bisognerebbe quindi assicurarsi che il Milan se ne stia liberando per una questione più legata al peso del suo contratto ed al fatto che Allegri non sembra voler puntare su di lui per il Milan del futuro piuttosto che per il fatto che possa essere ormai alla canna del gas.

E’ probabile, comunque, che sia proprio una questione tattica l’addio di Pirlo al Milan. Perché in effetti, guardando come sono andate le cose in questa stagione, pare che Allegri voglia costruire una linea di centrocampisti con caratteristiche differenti rispetto alle sue.
Che, insomma, si troverebbe a non avere più spazio, magari avendo però ancora diverse cartucce da sparare.

2. Contratto troppo oneroso.

Una volta appurato il suo stato fisico, e ponendo che la risposta in tal senso sia positiva, è logico che ci si deve preoccupare del contratto.
Questo è sicuramente un punto cruciale del discorso.

Tempo fa sentivo si paventava di un possibile quadriennale da cinque milioni di euro netti l’anno. Cosa globalmente piuttosto assurda per un giocatore di quest’età, a maggior ragione reduce da una stagione come la sua.

Proprio perché fondamentalmente non si possono avere garanzie né relativamente al suo rendimento ne breve periodo né a quello relativo il suo rendimento nel medio-lungo periodo non si può che cercare una soluzione diverse.

In questo senso due potrebbero essere le vie percorribili: o, se il giocatore non abbassa la richiesa annua, proporgli un biennale, da andare poi a ridiscutere tra un paio d’anni, o, ancora, offrirgli un quadriennale, ma o a cifre più basse o, quantomeno, a scalare.

Che possa guadagnare cinque milioni il primo anno, laddove si verifica che il suo stato fisico-atletico globale è effettivamente buono, ci può stare. Che possa guadagnare la stessa cifra anche fra quattro anni no, però. E se è giusto che giocatori giovani o nel pieno della carriera chiedano contratti “a crescere” è anche giusto che calciatori che sono ormai agli ultimi anni ad alto livello si accontentino di una soluzione di questo tipo.

3. Età non più verde.

Tra quattro giorni compirà trentadue anni. Età certo non confortante, potremmo dire.
Nel contempo, però, la sensibilità di piede non la perdi né a trenta né a quarant’anni, quindi da quel punto di vista si potrebbe essere in una botte di ferro.

Tutto, e ci ricolleghiamo al punto uno, ruota sempre attorno alla condizione atletica. E quella sì inizia a decrescere man mano dopo i trent’anni.
Però certo, ad ognuno il suo ritmo. E Andrea un paio d’anni ad alto livello li può ancora fare assolutamente, sulla carta.
E Anzi, di per sè quello dell’età è un problema che ha anche un’altra faccia della medaglia, in questo caso positiva.

4. Non si può costruire la squadra attorno ad un giocatore di 32 anni.

Il ragionamento di per sè potremmo anche dire che non faccia una piega.
Un giocatore di trentadue anni non potrà giocare al top per molto tempo ancora, ed andare ad impostare i propri piani tattici tutti attorno a lui potrebbe voler dire stravolgere tutto nell’arco di un paio d’anni massimo, quando cioè questo giocatore finirà di poter garantire una presenza pressoché costante ad alto livello.

Bene.
Detto ciò va però sottolineata una questione dal mio punto di vista ancora più importante di quella appena citata: esiste una cosa chiamata programmazione, che può permettere tranquillamente di ovviare a questo problema.

E’ indubbio dire che Pirlo non può essere il centro di un progetto a lungo termine. E’ altresì vero, però, che se si decide di prendere Pirlo per impostare la squadra in un determinato modo si può poi altresì decidere di portare avanti questo progetto anche dopo di lui.

Del resto se è vero come è vero che giocatori con la sua qualità lì in mezzo si contano sulle dita di una mano è altresì vero che ci sono altri registi assolutamente degni di ricoprire il ruolo e che potrebbero comunque, pur senza raggiungere le sue punte di qualità, non farlo rimpiangere.

E allora programmiamo.
Se io fossi Marotta potrei tranquillamente acquistare Pirlo cercando di accordarmi per un quadriennale a scalare, con quest’ottica: ho un paio d’anni di margine in cui il giocatore dovrebbe garantirmi un salto di qualità notevole. Due anni per lavorare sul mercato alla ricerca di un giocatore, possibilmente più giovane, che lo sostituisca. Magari acquistandolo il prima possibile, così da affiancarlo a lui e farlo crescere sotto le sue ali, andando ad inserirlo gradualmente al suo posto.

Impossibile?
Non direi.

Intendiamoci: io personalmente sono a favore del fatto che si debba puntare sui giovani. Ma credo pure che la cosa debba essere ragionata, non certo dissennata.
E se hai la possibilità di acquistare a parametro zero un giocatore con questa qualità… beh, sarebbe piuttosto delittuoso non approfittarne!

 [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=wozHjtfhBHg]

Riassunti – e almeno in parte messi in discussione – i principali punti che vengono espressi da chi è contrario al suo acquisto andiamo a vedere anche quali potrebbero essere i punti a favore relativamente ad un suo possibile acquisto.

1. Salto di qualità tecnico notevole.

Non ci si può nascondere dietro ad un dito.
La qualità tecnica di Pirlo è assolutamente incontrastata nel nostro campionato, per ciò che riguarda il reparto nevralgico del campo.

Al mondo, del resto, i registi di qualità paragonabile si possono davvero contare sulle dita di una mano.

Certo, se nel 2006 molti lo consideravano il migliore al mondo nel suo ruolo oggi, anche per via del fatto che è reduce da una pessima stagione, non è più così. Ma resta comunque nel novero dei migliori. E non potrebbe essere altrimenti, data la tecnica sopraffina.

In più se si legge la rosa di centrocampisti a disposizione di mister Delneri appare chiarissima la differenza di potenziale.

2. Fautore di gioco in mezzo al campo.

In sè questo punto è correlato al primo.
Ma al di là del salto di qualità a livello tecnico si tratta proprio anche di un diverso approccio tattico ai match.

Più qualità, ok. Ma soprattutto un giocatore capace di dettare davvero i ritmi.

Chi ha guardato qualche partita della Vecchia Signora nel corso di quest’anno avrà sicuramente notato come mancasse proprio una fonte di gioco. Aquilani ha iniziato benino il campionato, salvo poi perdersi abbastanza. E nessun altro giocatore della Juve è stato in grado – non avendone le qualità – di porsi come costruttore della manovra.

Bug che sarebbe risolto col suo arrivo.

3. Conoscenza del campionato italiano.

Acquistare dall’estero ha aspetti positivi – come i costi spesso più bassi – e negativi.
Proprio per ovviare ad un aspetto negativo, cioè al fatto che chi arriva da fuori non conosce il campionato e avrà sicuramente bisogno di adattarsi, si può puntare su chi la Serie A la conosce bene.

Come Andrea Pirlo, che da questo punto di vista sarebbe assolutamente una garanzia.

4. Esperienza e mentalità vincente.

E questo si ricollega al punto quattro.

Acquistare un giocatore di 32 anni, quando si tratta di Andrea Pirlo, significa inserire in squadra un giocatore dalla grandissima esperienza e soprattutto con una mentalità vincente già ben formata.

Del resto quanti altri giocatori possono dire, come lui, di aver vinto praticamente tutto in carriera?

Spesso sento tifosi juventini lamentarsi del fatto che la squadra, dopo calciopoli, ha visto disgregarsi la propria mentalità vincente.

Cosa assolutamente non falsa.
E per ricostruire questa mentalità è necessario proprio puntare su chi l’ha già acquisita.

Come Andrea Pirlo…

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Insomma, personalmente sarei molto più cauto nel giudicare il possibile acquisto di questo giocatore.
Certo, le incognite restano. Ma dopo una serie di anni in cui sono stati nettamente più i mezzi giocatori rispetto ai giocatori di alto livello che sono stati acquistati… credo sarebbe il caso di prendere il possibile arrivo di un giocatore come questo con ben altro spirito.

3 commenti

  1. pirlo pensaci bene,ci sono gli europei il prox anno e in una scuadra come la juve non riuscirai a metterti in luce perche andra in serie b

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