L’Opinione – Pogba e le chiacchiere infinite sulla sua valutazione

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Parlare di calciomercato è una delle cose più belle che ci siano.

Certo, lo sport è gesto tecnico, studio tattico, rendimento atletico… tutte cose che accendono la fantasia di chi lo segue.

Ed è proprio questo il fil rouge che unisce la vera essenza del nostro sport preferito al calciomercato: la fantasia.

Perché da che mondo è mondo tutti ci esaltiamo per le giocate dei nostri campioni preferiti, gioiamo o ci struggiamo per i risultati delle nostre squadre del cuore, investiamo il nostro tempo nel guardare partite su partite… ma in fondo una delle cose più belle resta sempre il poter sognare, anche a margine di una partita.

Così ci immergiamo in un mondo fantastico in cui immaginiamo che la nostra squadra del cuore possa comprare questo o quel campione, per cercare di tornare ai fasti di un tempo o magari puntellare una rosa già forte.
E’ un esercizio potremmo dire spirituale che viene molto naturale a tutti, prima o dopo.

Così quelle di calciomercato diventano spesso chiacchiere da bar. Del resto è un argomento immediato: se per fare un’analisi approfondita di un’azione servono conoscenze specifiche – che, non nascondiamoci, l’appassionato medio per lo più non ha – per parlare di mercato… basta avere la lingua.

Ogni tanto, però, mi sembra che ci si faccia trasportare troppo dalla discussione.

Prendiamo il caso Pogba: il giocatore non ha bisogno di presentazioni. Già oggi tra i migliori centrocampisti del mondo, essendo un classe 93 ha ancora ampissimi margini di miglioramento. Io di lui parlai in tempi non sospetti, quando ancora stava a Manchester, prevedendogli grosse possibilità di sfondare ad alto livello.

Detto-fatto, arrivato a Torino si è guadagnato giorno dopo giorno il campo, strappando il posto ad un giocatore tutt’altro che disprezzabile come Claudio Marchisio, e la sua valutazione di mercato virtuale è iniziata a lievitare.

Ora, definire quanto Pogba possa valere realmente sul mercato di oggi non è possibile. Semplicemente perché non ci sono parametri oggettivi per valutare il prezzo di un giocatore (così come di un qualsiasi prodotto).

Il prezzo finale – qualora venisse ceduto, ovviamente – sarà quindi l’incontro di domanda ed offerta, che terranno conto di tutta una serie di fattori incisivi che determineranno i soldi che qualcuno sarà disposto a sborsare per assicurarsene i servigi e, soprattutto, la futuribilità.

https://twitter.com/sciabolatablog/status/588273061776007168

Proprio in questo senso mi permetto di esprimere questo pensiero: leggo spesso, ad esempio sui miei profili social (Facebook e Twitter) che il prezzo di Pogba scatena guerre sante interminabili.

Da una parte, per lo più, i tifosi juventini (e qualche aficionados del giocatore) che sostengono che le cifre riportate dai giornali (che arrivano anche ai 100 milioni di euro) sono assolutamente realistiche per un giocatore che, viene detto, ha già grandissima capacità di impattare i match oltre a margini di miglioramento ancora ampi.

Dall’altra, per lo più, i tifosi non juventini che invece si sdegnano, rimarcano come sia impossibile che Pogba possa valere così tanto, si inerpicano in strani paragoni a sostegno delle loro tesi, si scaldano per dimostrare che Pogba è tutto fuorché un giocatore che può valere 100 milioni.

Chiacchiere vuote.

Parlare di calciomercato è bello e spesso divertente, ma si deve comunque provare a non perdere il senso della ragione.

E così come non ha senso parlare di Messi che possa venire a Varese il prossimo anno per provare a riportare la squadra quantomeno in Serie B (se non in Lega Pro, qualora si debba ripartire dalla D dopo un eventuale fallimento), allo stesso modo non ha senso accanirsi in maniera così feroce sulla valutazione di un giocatore che, come tale, è totalmente imponderabile perché decisa da un mix di fattori che sono totalmente fuori controllo.

Così se un paragone può aver senso per dire qualcosa come “se X è stato pagato N non ha senso che Y venga pagato N+N+N”, allo stesso modo non si possono fare paragoni di questo tipo in senso assoluto, perché ogni prezzo è figlio di momenti e valutazioni uniche e non ripetibili. Insomma, il prezzo cui viene venduto un giocatore è figlio del contesto in cui è maturato quel trasferimento. Il fatto che un giocatore più forte possa essere ceduto ad una cifra inferiore o che un giocatore più debole possa costare più di tanti suoi colleghi che gli sono superiori sta nella logica delle cose, proprio perché ogni trasferimento fa storia a sé.

Per questo se è legittimo dire che Pogba valga o non valga i 100 milioni, non ha senso voler determinare il suo prezzo stimandolo in base al prezzo di altri affari di mercato già conclusi.

Quindi che Bale o Ronaldo possono essere stati ceduti a cifre simili è un fattore che può essere considerato un parametro di riferimento, ma che certo non andrà ad influenzare il prezzo cui sarà – sempre eventualmente – ceduto Pogba. Perché sono giocatori diversi, le cui cessioni sono nate in contesti diversi, in stagioni diverse, ecc.

Personalmente reputo ad esempio che nessun giocatore valga 100 milioni di euro, perché astraendo il discorso dal calcio attuale e pensando alla serie di ingiustizie ed alla povertà che dilaga nel mondo (anche nel nostro mondo) non posso credere che le prestazioni sportive di un ragazzo possano essere pagate così tanto.

Discorso populista per qualcuno, ma che ha una grossa valenza per me. Che pure capisco, però, che il calcio oggi è un mondo a sé stante, che viaggia a velocità diverse dal resto della terra e soprattutto che incarna un business con pochi pari.

E così se ci sono squadre che fatturano 500-600 milioni posso anche arrivare a capire che decidano di investirne un quinto o un sesto in un giocatore che, secondo la loro chiave di lettura, può valere quell’investimento perché permetterà un rientro di immagine, tecnico ed economico che giustificherà quei tanti soldi spesi.

Fondamentalmente è tutto qui. Il prezzo di un giocatore, soprattutto nel calcio di oggi, è determinato da una serie di fattori che riguardano di sicuro in primis il campo da calcio, ma che vanno anche ben oltre lo stesso. Stare a determinare quanto Pogba possa essere più o meno forte di o più o meno futuribile di non ha senso, per il semplice fatto che sarà l’eventuale acquirente a determinare quanto è disposto a spendere per acquisirne le prestazioni, l’immagine, la fama, la possibilità di avere nuovi sponsor e vendere nuove magliette oltre che ovviamente gli eventuali margini di miglioramento (impossibili da determinare con sicurezza, per altro) che può avere.

Ecco perché per quanto sia bello parlare di calciomercato non capisco questo accanimento nel voler determinare il valore di Pogba, da una parte e dall’altra.

Come se potessimo decidere o quantomeno incidere noi sulla valutazione finale, poi.


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