L’Opinione – Quale il futuro del settore giovanile del PSG?

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Come tutti ormai ben saprete il Paris St. Germain è recentemente finito in mano a degli investitori arabi.

L’attuale Presidente del club risulta infatti essere il qatariota Tamim Al Thani, che ha da subito deciso di investire forte sul club.

Gameiro, Pastore, Sirigu e Momo Sissoko sono solo alcuni degli acquisti subito effettuati dalla nuova dirigenza, che ha ben chiaro in testa un solo obiettivo: far diventare il PSG una delle realtà più importanti d’Europa.

Tutto bene, di per sè.

Quale tifoso, nel calcio di oggi, non vorrebbe un investitore arabo come Presidente?

Del resto il Manchester City insegna: questi arrivano, tirano fuori denaro sonante e si comprano questo e quel campione (certo, poi vincere è un’altra cosa).

Esattamente come fatto proprio a Parigi, dove il solo acquisto di Pastore è costato quasi 43 milioni di euro di solo cartellino.

Le fondamenta che stanno costruendo, è indubbio, sono buone. Quantomeno per provare ad aprire un ciclo simil-Lione che li porti a dominare il campionato francese.

Pastore e Menez, per dirne due, sono giocatori molto talentuosi e dall’età ancora verde, che possono quindi – sulla carta – garantire diversi anni ad alto livello.

In tutto questo gran movimento, però, mi è sorto un piccolo dubbio.
Quello cioè che questa iniezione così massiccia di capitali freschi da investire per far fare il salto di qualità alla prima squadra possa portare a snobbare le giovanili.

Da cui, intendiamoci, sono usciti negli ultimi anni diversi giocatori interessanti.

Affidandomi solo alla mia memoria proverò a ricordarne qualcuno anche a voi.

Partiamo ovviamente da Sakho. Che nonostante la giovanissima età è già il capitano della squadra e che ha ancora un potenziale da sviluppare davvero notevole.
Io l’ho sempre detto: andrebbe portato in Italia. Ormai, però, la cosa sembra praticamente impossibile.

Lui, di certo, è la perla più fulgida uscita negli ultimi anni da questo vivaio.

Oltre a lui, comunque, qualche altro buon giocatore è stato prodotto.

A Liverpool erano finiti ad esempio N’Gog e Mavinga, che magari non saranno dei fenomeni ma che in un campionato di vertice ci possono stare.

E come non citare Kamghain, che ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili francesi ed è ancora in orbita PSG?

Senza dimenticare, poi, Areola e Kebano, due giovani che hanno giocato giusto domenica contro il Boca Juniors nel corso dell’Emirates Cup che mi sono potuto gustare direttamente allo stadio.

Inoltre è giusto ricordare che proprio nelle formazioni giovanili parigine attualmente milita quello che è probabilmente il più forte 94 di Francia (ed indubbiamente tra i più forti d’Europa), ovvero sia Abdallah Yaisien.

Insomma, una serie di nomi (che potrebbe essere ben più lunga se solo ci mettessimo a fare una ricerchina al riguardo) che fanno ben capire il lavoro che viene svolto nel settore giovanile del PSG.

Che in questo momento in Francia è secondo solo a quello del Lens, probabilmente (Situ, Varane, Aurier, Kondogbia, Thorgan Hazard e tanti altri).

Bene.

Ma se da oggi il PSG avrà sempre ingenti quantità di denaro da investire sul mercato e potrà permettersi ogni anno di acquistare talenti nel pieno della carriera altrove, come e quando i suoi giovani potranno trovare spazio?

Questa riflessione mi è venuta proprio osservandoo PSG-Boca dalle poltroncine del Diamond Club dell’Emirates, quando di fronte ai miei occhi si stavano ben disimpegnando Areola e Kebano. Due classe 92 che dello spazio lo meriterebbero in Ligue 1, anche in una squadra di vertice. Ma che, stante gli ultimi arrivi, non so davvero quanto possano giocare.

Del resto il primo è stato chiuso da Sirigu. E proprio in relazione a questo acquisto c’è da dire che o l’ex portiere palermitano bucherà clamorosamente, o Areola farà davvero fatica a trovare un posto in squadra anche negli anni a venire, vista la tutto sommato giovane età di Salvatore.

Il secondo, poi, in quello che dovrebbe essere il 4-2-3-1 parigino di quest’anno si andrebbe a collocare a meraviglia trequartista. Dove, però, è stato ingaggiato per quasi 45 milioni di euro un certo Pastore.

Insomma… i soldi arabi son belli e tutti li vorremmo. Però ci sono anche delle controindicazioni.

A questo punto la speranza è solo una: che chi guida questa società (ed in tal senso il primo responsabile sarà Leonardo, probabilmente) abbia la serietà e la lungimiranza di non sprecare quello che è indubbiamente uno dei migliori settori giovanili del paese.

Perché i giovani vanno cresciuti, aspettati, lanciati, provati. Non si può sperare passino da una formazione under al professionismo con un solo schiocco di dita, senza accusare minimamente contraccolpi.

E il pericolo che si corre quando si hanno tutti quei soldi a disposizione è che anche di fronte al talento cristallino di Yaisien si finisca col non voler aspettare il momento del suo sboccio, andando invece a pagare suon di milioni un giocatore già affermatosi altrove…