L’Opinione – Zeman a un passo dall’esonero. Caso o inadeguatezza?

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Ventidue gare disputate. Dieci vittorie, quattro pareggi, otto sconfitte.

Otto, che è anche la posizione in classifica.

Di più sono invece i punti che separano la Roma dalla Champions (nove) e dalla vetta (quindici).

Zdenek Zeman

Il tutto nonostante il campionato italiano non brilli certo per qualità. E nonostante il livellamento verso il basso dovrebbe aiutare proprio le outsider rispetto alle presunte big.

Una realtà delle cose di questo tipo non può quindi far piacere ai dirigenti Giallorossi, che vedono la propria squadra sopravanzata anche dal Catania e col duo Udinese-Parma all’inseguimento, a ben poca distanza.

Così è proprio di oggi la rivelazione di Sabatini, Direttore Sportivo del club capitolino: “È venuto il momento di interrogarci, e tra le valutazioni che stiamo facendo c’e anche un cambio della guida tecnica”.

Riaccolto a braccia aperte in estate come un vero e proprio Messia, in questi mesi Zdenek Zeman ha convinto meno di quanto i tifosi si aspettassero. E dopo i diversi problemi sorti in questi mesi, primo fra tutti il rapporto un po’ problematico con De Rossi, la fiducia sembra essere ormai venuta meno.

Paiono quindi lontanissimi quei momenti in cui, sull’euforia dovuta ad un campionato di B vinto e dominato con l’affermazione di diversi giovani ed un gioco stupefacente, Roma pareva aver trovato il suo nuovo Imperatore.

Il lavoro del boemo, in realtà, non è certo tutto da buttare. E questo è stato ammesso anche dallo stesso Sabatini.

Quando si allena un club importante, però, bisogna saper trovare la giusta sintesi tra pugno duro, piazza, valorizzazione del patrimonio societario e risultati.

Perché non farlo vuol dire tagliarsi le gambe.

In questo senso l’impressione che ho di Zeman è la seguente: grande didattica, ottima etica del lavoro, filosofia di calcio romanticamente splendida. Ma anche eccessiva rigidità di pensiero, incapacità di gestire situazioni particolarmente complicate, inadeguatezza di fondo alle grandi piazze e al raggiungimento di grandi risultati.

Per farla breve: Zeman non è un allenatore da grande squadra e di certo non è quello cui, fossi un dirigente, mi affiderei se volessi centrare un risultato immediato quanto importante.

D’altra parte, però, sa lavorare splendidamente coi giovani, trasforma anche attaccanti normali in vere e proprie macchine da goal, valorizza spesso giocatori che dopo essere passati tra le sue mani acquistano un valore di mercato notevolmente più elevato.

Tutti aspetti positivi che in realtà rafforzano la convinzione iniziale: Zeman non è un allenatore da grande squadra, posto che un top club chiede prima di ogni altra cosa il risultato.

Le piazze giuste per uno come lui, quindi, sono altre. Roma è troppo complicata da gestire per un uomo che probabilmente non scenderà a patti nemmeno con la moglie sul tipo di tovaglia da mettere in tavola a Natale.
Altresì nella sua etica il gioco, il gesto tecnico e la valorizzazione vengono prima del mero risultato, che sembra quasi essere un surplus un po’ noioso per il nostro boemo.

Le piazze giuste per lui, per essere più specifici, sono insomma quella Lecce o quella Foggia, per non parlare della Pescara abbandonata solo in estate, dove non si pretende la vittoria di alcun trofeo, si ha più tempo di lavorare e dove la valorizzazione di un giovane (da Signori a Insigne, passando per Bojinov, Vucinic, Verratti ed Immobile) è quasi fondamentale per il sostentamento della società.

Se non si fosse capito: io amo certi aspetti dello Zeman allenatore e mi auguro che il nostro calcio non faccia a meno di lui. E che anzi qualcuno prenda i suoi aspetti positivi ad esempio, per provare a replicarli anche quando avrà smesso con questa vita.

Per quanto io ami il suo calcio romantico, però, sono anche ben conscio di tutti i suoi limiti.

Zeman

Quindi, per rispondere alla domanda che pongo nel titolo: no, non è un caso questo (parziale, ma significativo) fallimento. Speriamo solo che qualche “provinciale” gli conceda ancora fiducia. Perché se la merita tutta. E perché voglio tornare ad emozionarmi vedendolo gestire qualche giovane talentuoso, o le soluzioni offensive che solo lui sa mettere in campo…

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5 commenti

  1. Spesso sull’onda emotiva dell’entusiasmo si fanno scelte azzardate. Zeman non è un allenatore “da Roma” (le motivazioni le dai in modo esauriente tu nell’articolo) e credo che la dirigenza giallorossa abbia fatto un grosso sbaglio nel richiamarlo.
    Mi auguro anche io di rivederlo al più presto nel suo “habitat” naturale.

    http://www.calciorum.blogspot.com

    1. Però attenzione, un errore altrettanto grosso lo fanno nel cacciarlo ora. Ha poco senso. Il campionato non l’avrebbe vinto nessuno e per come sono messi oggi la Champions sarebbe difficile per chiunque. Tanto valeva tenerlo fino a fine stagione facendogli continuare la maturazione dei giovani per poi puntare su un allenatore possibilmente importante a fine stagione.

      Come discutevo con alcuni follower su Facebook a commento dell’eventuale arrivo di Blanc, che in Francia danno per probabile, a fine stagione potrebbe liberarsi Ancelotti. Difficile, ma affascinante e, con un progetto dietro, nemmeno impossibile.

  2. inadeguatezza del signor Sabatini. mai visto un dirigente che esprime pubblicamente dubbi su un allenatore e poi non l’esonera. un dirigente il suo allenatore lo difende fino a mezzo secondo prima di un eventuale esonero, che in questo caso mi sembrerebbe assurdo. anche perché Zeman allenatore da grande squadra lo è. se non lo è lui chi ? Allegri? Conte? Mazzarri? Ma scherziamo?

    1. Non scherzo mai.
      Non quando parlo di calcio.

      Detto ciò certo. E’ evidente che Sabatini abbia fatto una roba assolutamente folle e che non è minimamente accettabile da un professionista.

      Ma questo pezzo l’ho incentrato sulla figura di Zeman, non su quella di Sabatini.

      Tornando all’inadeguatezza del boemo (e posto che né Allegri né Mazzarri lo sono, Conte vedremo): la sua carriera parla per lui. Questa, aggiunta ai suoi limiti, mi portano a pensare che non lo sia.

      Che non significa io abbia ragione. Ma di certo non è un pensiero così incredibilmente scandaloso da giustificare una reazione come quella qui sopra, a parer mio.

  3. ci sarebbe qualcosa da dire pure sul romantico. firmare davanti alle telecamere le sciarpette “odio la juve” non mi sembra molto idealistico, ma più che altro la conseguenza di troppe sigarette fumate. cobolli gigli non ne ha mai presa una, tranne quando ha consigliato al boemo il pensionamento perchè invecchia male.

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