Manchester United vs. Manchester City – FA Community Shield 2011 – 07/08/11

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CRONACA

Il derby di Manchester che fa da finale all’edizione 2011 della Community Shield inizia subito su ritmi elevati.
Dopo tre soli minuti di gioco Rooney pesca Young che riesce a guadagnare solo un calcio d’angolo sui cui sviluppi arriva la conclusione di Smalling, intercettata però da Joe Hart.

Sulla sponda opposta Tourè cerca Dzeko con un lob morbido che è però intercettato e chiuso in corner da Ferdinand.
La lotta sembra comunque quasi solo limitarsi a metà campo, dove le due squadre si fronteggiano senza risparmiarsi colpi. Il tutto un po’ a discapito dello spettacolo, che stenta a decollare.

Nel complesso, comunque, è il gioco dello United ad essere un tantino superiore. La squadra di Ferguson mette infatti più qualità nel giro palla, cosa che i ragazzi di Mancini non riescono a fare nonostante le buone qualità tecniche dei singoli interpreti.
Per provare a sbloccare il risultato si prova quindi ad affidarsi ai calci piazzati. Al ventitreesimo allora Rooney si presenta sul punto di battuta di un calcio di punizione che l’ex stellina dell’Everton prova ad indirizzare sotto il secondo incrocio, non riuscendo però a centrare lo specchio di porta.

Splendida, due minuti più tardi, l’azione in velocità imbastita da Nani e Welbeck, che scambiano rapidamente più volte il pallone nello stretto venendo però contrati in corner dall’attenta difesa Citizens.
City che prova a farsi vedere poco prima della mezz’ora quando Silva filtra un pallone per Milner che prova a cercare il secondo palo, senza fortuna.

Per sbloccare una partita ingolfata ci si affida sempre ai calci piazzati. A dieci dal termine è Nani a provarci da circa venticinque metri. Il suo destro, deviato da Dzeko, fa correre qualche brivido ai supporter del City, con la palla che si spegne comunque a lato.
Detto-fatto. Silva batte una punizione da destra che scodella bene in mezzo all’area dove si fionda Lescott, bravo ad anticipare tutti e girare a rete. Nell’occasione, comunque, quantomeno rivedibile De Gea, che accenna all’uscita per poi fare un passo indietro e venire bucato senza appello dal centrale inglese.

Lo United prova a reagire. Al quarantaduesimo Young riceve decentrato sulla destra ed esplode un mancino con cui non riesce però ad inquadrare la porta.
In chiusura, però, il City raddoppia. Dzeko prende il pallone sulla trequarti e avanza, con Vidic che gli lascia troppo spazio. La punta bosniaca, così, calcia di destro. Tiro non irresistibile, ma De Gea, forse troppo emozionato per l’esordio, commette un errore grossolano e gli spiana la strada per la rete.

In apertura di ripresa lo United prova a far intravvedere timidi segnali di reazione. Smalling manovra sulla destra e serve centralmente per Cleverley che la gira in area, di prima intenzione, in direzione di Welbeck. La punta cresciuta proprio nel settore giovanile dei Red Devils prova quindi a girare immediatamente di testa verso la porta, senza però inquadrare lo specchio.
Segnali di reazione che si concretizzano al cinquantaduesimo quando – guarda caso – sugli sviluppi di un calcio di punizione Young pennella una palla al centro che viene raggiunta da Smalling, bravo a sgusciare tra Dzeko e Lescott. Giunto sulla sfera il difensore dello United non ha quindi alcuna difficoltà a deviare in rete, accorciando le distanze.

Il pareggio è nell’aria ed arriva cinque minuti giusti più tardi. Rooney-Cleverly-Nani imbastiscono un’azione splendida con l’ala portoghese che a quel punto si trova a tu per tu con Hart, battuto con un pallonetto delizioso.
Qualità del gioco dello United cresciuta nel secondo tempo, ma la squadra di Ferguson, nel complesso, non riesce a bucare con continuità la buona difesa costituita da Roberto Mancini.

Ad un quarto d’ora dalla fine si vede quindi finalmente De Gea. Il tiro che gli arriva, in realtà, non è che sia particolarmente ostico, ma riuscire a respingerlo può comunque aiutarlo a riacquisire fiducia in sè stesso.
Cinque minuti più tardi, sul fronte opposto, è Cleverley a provarci. Il destro del giovane centrocampista in maglia rossa, però, è sballato, e si risolve in un nulla di fatto.

Partita che è sempre bloccata. In chiusura una palla vagante in area è girata a rete senza troppa convinzione da Dzeko, con De Gea che non ha però problemi a parare.
In chiusura, però, erroraccio di Kompany che da ultimo uomo punta Nani facendosi rubare palla con l’ala portoghese che s’invola da solo, salta Hart e segna la rete della vittoria.

COMMENTO

Di fronte a 77169 spettatori è lo United a partire meglio, senza però riuscire a mordere. Sarà che i giocatori dotati di maggior talento non sembrano particolarmente ispirati, ma Hart non corre grossi pericoli.

La prima frazione scorre quindi senza particolari sussulti per più di mezz’ora, con i Citizens quasi solo spettatori non paganti di una partita giocata su livelli atletici interessanti ma con contenuti tecnici non all’altezza delle aspettative.

Negli ultimi sette-otto minuti, però, le cose cambiano. Due fiammate firmate City (o, meglio, due errori di De Gea) regalano infatti alla squadra di Mancini un doppio vantaggio certo non meritato ma sicuramente ben accetto dai tifosi accorsi a Wembley per questo importantissimo derby, che vale il primo trofeo inglese della stagione.

Nella ripresa il copione non cambia. E’ sempre lo United a fare la partita, con il City che continua a non avere gioco.

I ragazzi di Ferguson, così, riescono a trovare due reti nel giro di cinque minuti (la seconda, di Nani, molto bella), riequilibrando il risultato.

La rete-partita, poi, è una cappella allucinante di Kompany, che sbaglia grossolanamente regalando la vittoria agli avversari.

Risultato a parte fa molta tristezza il non-gioco del City. Accolita di grandi campioni gestiti piuttosto male da un allenatore, Mancini, che personalmente non capisco come possa essere ancora al suo posto.

Questa squadra, del resto, ha già dimostrato più volte di non avere gioco. Cambiare allenatore sarebbe quindi “il minimo”.

Eppure l’ex coach dell’Inter è ancora lì.

I tifosi credo non saranno contentissimi della cosa.

MVP

Nani firma una doppietta storica, che vale la vittoria del derby di Community Shield.

TABELLINO

Manchester United vs. Manchester City 3 – 2
Marcatori: 38′ Lescott, 45′ Dzeko, 52′ Smalling, 57′, 90′ Nani.

3 commenti

  1. Hai ragione sul non-gioco del City. Infatti come dicevamo a proposito di Bayern e Borussia Dortmund, negli ultimi anni il gioco paga più dell’avere tanti grandi nomi. Il Barcellona ha aperto una nuova strada e squadre come il Porto e il Borussia hanno vinto con il bel gioco. Il Manchester United non ha un gioco spettacolare, ma è quadrato, e i giocatori hanno una mentalità vincente.
    Invece le squadre costruite con grandi nomi come Bayern, Real Madrid e Manchester City non sono riuscite nell’intento. L’allenatore iesino però non è all’altezza dei vari Mourinho e Van Gaal.
    Anche la Juventus di Capello, pur imbottita di grandi campioni, non aveva un grande gioco. Infatti nelle coppe europee ha rimediato delle figure non consone al blasone della squadra e ai grandi giocatori che aveva in rosa.

    1. Ma in campionato tendeva all’imbattibilità…

      La Juve di Capello, con le dovute proporzioni, la paragonerei più allo United che al City. Perché se è vero che aveva più campioni della squadra di Ferguson è altrettanto vero che era molto quadrata e poco spettacolare.

      Il City invece è un’accolita di nomi senza né capo né coda. Senza gioco, senza quadratura, senza trofei (FA Cup a parte, ma vabbè visti i giocatori e quanto spendono direi che non è considerabile).

      La differenza vera tra i Red Devils e quella Juve è che i primi fanno spesso strada anche in Champions. E’ altrettanto vero, però, che quella Juve ebbe solo due opportunità di provarci, mentre Ferguson guida lo United da tempo immemore… e insomma, direi che può contare!

      Detto ciò io seguii diverse volte il City anche l’anno scorso, proprio spinto dalla curiosità di vedere che squadra ne sarebbe balzata fuori. E nulla, debbo dire che sono particolarmente deluso.
      Vinceranno diverse partite (soprattutto con le piccole) e nei primi tre posti in campionato è probabilissimo che ci finiranno… però finché la squadra è questa (né con un gioco né con una solidità) non so proprio come possano vincere.
      E difatti mi chiedo cosa aspettino a cambiare Mancini…

      1. Hai ragione, e io non mi sono spiegato bene. La Juventus di Capello non somiglia per niente al City di Mancini. La compagine bianconera era imbottita di grandi nomi, ma non era un’accozzaglia (perdona il termine) di solisti acquistati senza una strategia precisa come i celesti di Manchester.
        Il Manchester City ha tanti, troppi, giocatori buoni solo nella metà campo avversaria, ma giocare con Dzeko, Balotelli, SIlva, Aguero e Tevez (che per ora è ancora in rosa) contemporaneamente mi pare impossibile.
        Il vero problema dei citizens è proprio l’allenatore-manager. Forse perché è più facile fare la raccolta di campioni spendendo l’impossibile che assemblare una squadra che abbia un gioco. E Mancini non mi pare abbia mai dato alle sue squadre un grande gioco.

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