Marko Pjaca, talento made in Zagabria – SMscouting

Dopo essere stato al centro di una piccola telenovela di mercato, che lo ha visto – secondo i soliti beninformati – vicino a Milan, Inter e Napoli in serie, Marko Pjaca (di cui ho parlato anche ne La carica vol. 3, che vi invito a scaricare gratuitamente da qui) parrebbe essere ad un passo dalla firma con la Juventus.

Essendo uno dei giovani talenti più interessanti del panorama Europeo, andiamo a scoprirne pregi e difetti. Un lavoro utile anche qualora, alla fine, in Serie A non dovesse sbarcarci proprio.

MARKO PJACA

A nove anni Marko Pjaca entra nelle giovanili della Dinamo Zagabria, club che attualmente ne detiene il cartellino.

Dopo cinque anni di permanenza nelle giovanili, però, si sposta all’NK Zet, da cui una stagione più tardi compie un’ulteriore migrazione verso la Lokomotiva di Zagabria.

E’ proprio qui che esordisce in prima squadra, il 24 febbraio del 2012, nel 3 a 0 con cui i Lokosi si impongono sull’NK Zadar.

Parte delle nazionali giovanili croate sin dalla rappresentativa under 17, nell’estate del 2014 torna a “casa”, firmando un contratto con il club dove aveva iniziato la propria formazione calcistica.

Il 4 settembre di quell’anno arriva anche l’esordio in nazionale maggiore, quando subentra al settantottesimo nel corso di un’amichevole contro Cipro. La prima da titolare la giocherà invece nel giugno successivo, sempre in amichevole, contro Gibilterra.

Tra Lokomotiva e Dinamo ha totalizzato 22 presenze continentali, preliminari compresi, segnando 6 reti. In campionato – la Prva hrvatska nogometna liga – vanta invece uno score di 28 centri in (già) 109 apparizioni.

Come noto anche al grande pubblico ha partecipato agli Europei di Francia, scendendo in campo solo per la presenza contro la Turchia (subentrato al 93esimo), disputando tutto il match vinto contro la Spagna (uscito al 92esimo) e giocando gli ultimi dieci minuti del supplementare dell’ottavo di finale contro il Portogallo.

Marko Pjaca

CARATTERISTICHE FISICO-ATLETICHE e COORDINATIVE

Marko Pjaca è un normotipo di alta statura (186 centimetri secondo le varie fonti internet) dalla costituzione media tendente al robusto, mesomorfo, muscolarmente tonico e trofico sia nel tronco che negli arti, con buona definizione ed armonia.

Queste fattezze fisiche lo portano ad avere una certa forza massimale, che esprime nei contrasti corpo a corpo. Nonostante ruolo ed età è infatti un giocatore non facile da “spostare”.
A questo, frutto anche di una certa accelerazione di passo e velocità di base, accosta una buonissima forza esplosiva.

Atleticamente è insomma un giocatore dalle qualità già piuttosto sviluppate, anche se non ancora dominante. Le basi per costruire un atleta di primo piano, però, paiono esserci. Molto dipenderà quindi dall’impegno che metterà in allenamento e dalle capacità dei preparatori atletici che troverà sul suo cammino nei prossimi due-tre anni.

Da un punto di vista coordinativo spicca soprattutto la sua combinazione motoria, la capacità cioè di combinare più gesti insieme (come correre palla al piede e coordinarsi per il dribbling).
Da non sottovalutarne, comunque, nemmeno la trasformazione motoria, con quella sua capacità di cambiare passo, direzione, ecc.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Tecnicamente, per quanto riguarda i fondamentali, la componente che spicca quando si vede giocare Marko Pjaca è sicuramente la capacità di guida e conduzione della sfera, in cui eccelle pur senza arrivare – oggi, almeno – al livello dei migliori di sempre (non è Ronaldo il Fenomeno, per intenderci, ma è comunque molto dotato in questo fondamentale).

https://www.youtube.com/watch?v=HRDtsW808Rs

Un piccolo passaggio va anche dedicato al controllo della palla, che nel suo caso risulta spesso determinante perché, orientato alla scelta di giocosia di interno che d’esterno, spesso verso il centro del campo, a tagliare, comunque sempre o quasi per facilitarsi il dribbling – che andrà a compiere, lo mette in condizioni di esprimere al meglio il proprio gioco.

Poi più che per fondamentali spicca sotto il profilo del dribbling, che essendo però una scelta tattica sfocia nel campo della tecnica applicata.
Anche sotto questo punto di vista Pjaca risulta già piuttosto dotato, sapendo destreggiarsi anche tra più avversari soprattutto quando si trova lanciato in velocità, nello spazio.

Destro naturale, in quanto a passaggi esprime il meglio di sé con quelli diagonali, alla ricerca dell’uno-due coi propri compagni.

Forza e struttura fisica di cui parlavo nel paragrafo precedente gli donano la capacità di difendere molto bene il pallone anche giocando in post. Una peculiarità certo non così tanto consona per un’ala, che solitamente è poco abituata a questo tipo gioco, prediligendo la verticalità e l’attacco della profondità.

CARATTERISTICHE TATTICHE

Una delle prime cose che mi sono balzate all’occhio osservato Marko Pjaca è la sua scarsa propensione a partecipare attivamente alla fase di non possesso.
Intendiamoci, non è un giocatore “nullo” in questo senso. Il ragazzo rientra e dà un minimo di copertura, giocando però più sull’occupare la posizione, quindi con difendendosi “passivamente”, che non impegnandosi attivamente per il recupero della sfera.

Quindi, da questo punto di vista, potremmo dire che il più delle volte effettui un pressing difensivo – nella propria metà campo – e piuttosto blando, giocando più che altro sull’intercettamento che non su accorciamenti, anticipi e contrasti.

Marko Pjaca

In fase di possesso, oltre al già citato dribbling che in quanto scelta di gioco porta in sé una forte componente tattica, Marko Pjaca risulta essere, rispetto a molti giocatori cresciuti negli ultimi anni, un’ala abbastanza “vecchio stampo”, che predilige giocare sulla destra, quindi sulla fascia che corrisponde al proprio piede naturale, ed in ampiezza, cercando spesso di creare la superiorità numerica lanciandosi molto palla al piede nello spazio.

In diverse occasioni è stato comunque utilizzato anche sulla fascia opposta, dove è in grado di disimpegnarsi senza che il suo rendimento ne risenta eccessivamente.

GIUDIZIO FINALE

Per quanto mi concerne Marko Pjaca è una delle giovani ali ad oggi più forti e comunque più interessanti al mondo.

Personalmente mi ricorda un poco il primo Cristiano Ronaldo, quello proprio che iniziò ad esprimersi ad alto livello come attaccante esterno destro. Rispetto al lusitano, però, sembra avere molta meno destrezza fine ma anche un fisico già più strutturato (cosa che secondo me Ronaldo si è invece costruito negli anni, con un’applicazione da vero campione).

Detto questo ovviamente non sto dicendo che Marko Pjaca possa aspirare agli stessi livelli, perché in realtà è molto improbabile ci arrivi. Come ala, però, potrebbe anche affermarsi come uno dei migliori nel ruolo della sua generazione, e sarebbe già un risultato notevole.

Per la sua crescita è quindi importante trovi un ambiente che sappia costruirgli attorno un progetto tecnico vincente, in grado di farlo crescere, migliorare e limare i propri difetti. Tra cui c’è sicuramente quello delle scelte di gioco: deve infatti imparare a snellire e semplificare di molto il proprio gioco, levando il tocco in più ed in generale risultando più deciso e decisivo sia in fase di terzo passaggio, che di rifinitura, che di conclusione.

Marko Pjaca

MARKO PJACA ALLA JUVE?

Negli ultimi giorni i soliti beninformati danno Marko Pjaca ormai prossimo allo sbarco a Torino, sponda Juventus.

In questo senso sono quindi curioso di capire, se il trasferimento si concretizzasse davvero, come verrebbe impiegato il talentino croato nello scacchiere tattico di mister Allegri, stante comunque il fatto che immagino che almeno nei primi mesi verrà dosato col contagocce, un po’ come accaduto nei primi trenta giorni a Dybala e nei primi sei mesi almeno a Rugani.

4-3-3
Il modulo in cui ad oggi Marko Pjaca potrebbe almeno teoricamente esprimersi al meglio è il 4-3-3, con lui come attaccante esterno di destra come già detto in precedenza. Un modulo che però ad oggi non sarebbe molto praticamente dalla Juventus, che perso Cuadrado (sempre che non torni, la trattativa sarebbe aperta) e quasi ceduto Pereyra (che come esterno offensivo a sinistra poteva fare anche meglio che trequartista, a mio avviso) non ha altre ali di ruolo.
Certo, sulla sinistra qualcuno dice che si potrebbe schierare Evra terzino ed Alex Sandro alto, ma a quel punto non si avrebbero i rincalzi di nessuno dei due (anche se il mercato è ancora lungo).

3-5-2
Per quanto detto parlando delle sue caratteristiche tattiche ed in particolare della sua efficacia in fase di non possesso, non sembra oggi maturo per provare a disimpegnarsi nel ruolo di fluidificante. Non è insomma un giocatore come Cuadrado, che per altro nacque terzino e fu quindi avvantaggiato quando da ala Allegri lo scalò spesso e volentieri lì.
Certo, nemmeno Bernardeschi era un fluidificante, eppure i suoi primi sei mesi a Firenze lo scorso anno furono molto positivi. Non si può quindi escludere un suo adattamento a prescindere, ma personalmente la trovo oggi un’opzione poco praticabile.

Marko Pjaca

Seconda punta
Un’altra idea potrebbe quindi essere quella di reinventarlo seconda punta, lasciandogli quindi delle prerogative più offensive ma accentrandone il raggio d’azione. Questa è probabilmente l’alternativa che mi convince di più. Anche se essendo un giocatore che dà il meglio di sé partendo da lontano e lanciato in velocità, continuo a pensare che finché non avrà eventualmente modificato il suo gioco il suo ruolo migliore non possa che essere quello di ala.

Dybala
Sono giorni che si parla di Pjaca alla Juventus, ed io sono giorni che mi interrogo su come potrebbe essere utilizzato. In questo senso mi chiedo come possa essere impiegato in coabitazione con Dybala, che ad oggi dà il meglio di sé affiancato ad una prima punta di ruolo (come Mandžukić) in un attacco a due.
Ecco, né Dybala né Pjaca saranno mai prime punte di ruolo, anche se il croato il fisico per farlo (186×81) l’avrebbe anche. Per caratteristiche tecnico-tattiche, infatti, saranno sempre entrambi più bravi a giocare con spazio davanti a loro, uno tra le linee à la Tevez, l’altro probabilmente in ampiezza ed eventualmente con licenza di tagliare il campo. Certo, potrebbero comunque comporre una coppia atipica senza un vero e proprio centravanti, ma i meccanismi sarebbero tutti da verificare.
In questo senso, comunque, mi chiedo anche come potrebbe giocare Dybala in caso di attacco a tre puro: ala sinistra? Falso nove? Ho grande curiosità in questo senso!

In definitiva, so che la Juventus, sapendo di perdere Cuadrado a fine stagione, stava cercando un esterno destro di qualità offensiva e di “grande gamba”. Lo ha trovato, perché Marko Pjaca – con tutte le differenze del caso rispetto al colombiano – risponde a questo Identikit.
Potendomelo permettere, è un giocatore che comprerei o consiglierei anche io, anche ad una squadra di alto livello.

Massimiliano Allegri

Certo, poi starà al tecnico lavorare – e tanto – per trovare la giusta quadratura tattica, visti anche gli altri giocatori in rosa.


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