Mondiale a 48 squadre: miglioramento o rovina?

Il FIFA Council ha deciso all’unanimità: dal 2026 via al nuovo format, si passa al Mondiale a 48 squadre!

La decisione era nell’aria da mesi, c’era solo da scegliere l’esatto formato ed approvarlo.

Ora che è stato fatto andiamo a vedere più nello specifico di cosa si tratta.

BREVE STORIA

Il primo Mondiale di calcio si disputò nel 1930 in Uruguay.

Niente qualificazioni, si cercò di arrabattare una competizione decente tastando la disponibilità delle varie Federazioni.

Era un mondo completamente diverso da quello attuale.

Oggi partire da Roma con direzione Montevideo significherebbe impiegare circa diciassette ore per il viaggio.

All’epoca c’era da attraversare l’Oceano via mare. Ci si impiegavano giorni, ed i costi erano notevoli.

Così quella prima edizione del Mondiale fu monca: 13 sole squadre si presentarono al via, tra cui 4 europee per via delle tantissime defezioni arrivate dal Vecchio Continente.

Dall’edizione successiva, quella organizzata in Italia quattro anni più tardi, si passa quindi ad un formato a 16 squadre, che perdurerà per più di quarant’anni.

Un nuovo allargamento si avrà infatti nel 1982, Mundial spagnolo: le partecipanti diventano 24 e resteranno tali sino al 1998, quando in Francia si presentano in 32.

Dalle due settimane di competizione degli anni ’30 si passa quindi al mese attuale.

Una crescita lenta ma costante che vedrà un nuovo capitolo a partire dal 2026, con l’introduzione del Mondiale a 48 squadre.

Uruguay 1930
La nazionale uruguaiana campionessa del mondo nel 1930

MONDIALE A 48 SQUADRE

  • Partecipanti: 48 (oggi sono 32)
  • Durata: 32 giorni
  • Stadi: 16 (oggi 12)
  • Partite totali: 80 (oggi sono 64)
  • Numero massimo di match: 7
  • Formato: 16 gruppi da tre squadre, le prime due si qualificano alla fase ad eliminazione diretta che parte dai sedicesimi (oggi sono 8 da quattro, le prime due accedono direttamente agli ottavi)
  • Stima ricavi previsti: 6,49 mld di dollari (secondo l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport)

Suddivisione dei posti (ipotesi attuale, la decisione non è ancora stata ratificata):

  • Europa: 16 (+2 se si gioca in Europa, +3 fuori dal continente)
  • Africa: 9,5 (+4,5)
  • Asia: 8,5 (+4)
  • Sud America: 6,5 (+2)
  • Nord America: 6,5 (+3)
  • Oceania: 1 (+0,5)
Mondiale a 48 squadre
Fonte: Tuttosport

Aspetti ancora da definire:

  • Ratificazione della suddivisione di cui sopra
  • Criteri anti-biscotto (utilizzo del Ranking FIFA)
  • Eventuale abolizione dei supplementari almeno sino alle semifinali

I PERCHE’

Sono fondamentalmente tre le motivazioni principali che vedo dietro a questa volontà espansiva della FIFA:

  • Rendere il calcio lo sport più globale in assoluto; probabilmente lo è già, ma ma in tantissimi posti del mondo ci sono ancora margini enormi di crescita
  • Rendere il Mondiale un affare ancora più remunerativo: più squadre e più partite significano in primis più introiti
  • Ovunque ci siano voti da prendere ci sono giochi politici da fare: allargare la platea delle partecipanti e premiare soprattutto le confederazioni minori significa accattivarsi il favore di tanti, quando non “pagare” in differita il voto ricevuto per la propria recente elezione

LA MIA OPINIONE

Personalmente non sono contrario per principio ad un’espansione del Mondiale a 48 squadre.

Penso infatti che un Mondiale, in quanto tale, dovrebbe rappresentare al meglio le varie anime che popolano il mondo del calcio globale.

Da un punto di vista puramente filosofico è quindi giusto che venga assicurato un posto fisso all’Oceania e bello pensare che più squadre possano partecipare alla festa.

Il tutto però rischia ovviamente di inficiare il livello della competizione.

Gianni Infantino

Ci sono quindi due aspetti contrapposti: da una parte la bellezza di una competizione che garantendo più posti avrà più storie da raccontare (l’Islanda o il Galles di turno pensando all’ultimo Europeo, il Camerun che batte l’Argentina campione del mondo in carica pensando al Mondiale del 90, e via così), più colori, più passioni e culture diverse, più personaggi pittoreschi.

Dall’altra l’idea, credo inconfutabile, che il livello medio finirà con l’abbassarsi.

In tutto questo personalmente provo anche un senso di fastidio inevitabile in queste situazioni.

Se l’espansione economica, trattandosi – anche – di business è comprensibile, il fatto che si cerchi di “comprare” voti in questa maniera è qualcosa che non incontrerà mai i miei favori.

Una cosa positiva comunque sicuramente c’è, in attesa che vengano ratificate tutte le decisioni e che la prova del campo faccia pendere definitivamente la bilancia sui “pro” o sui “contro” di questo allargamento del Mondiale a 48 squadre: le altre idee più quotate – quella del Mondiale a 40 o del Mondiale con 16 qualificate al tabellone principale e le altre che dovevano andare in loco per disputare una sola partita di spareggio – le trovavo infinitamente peggiori di questa.

Alla fine se proprio allargamento doveva essere si è scelta probabilmente la formula migliore tra quelle esposte.

Anche se debbo dire che l’idea di un girone a tre squadre, sarà anche perché tradizionalmente siamo abituati a vederli a quattro, non mi fa impazzire.

LE REAZIONI

Molteplici sono – ovviamente – state le reazioni del mondo del calcio.

In primis di chi ha ribadito il proprio no a questa riforma, come l’ECA (European Club Association):

Particolarmente accesa è stata poi la reazione di Javier Tebas, presidente de La Liga, che si è espresso in maniera molto dura:

Abbiamo già espresso il nostro dissenso al presidente Infantino con una lettera inviatagli settimana scorsa. Ci sembra una pessima decisione, innanzitutto per questioni di forma: Infantino aveva incontrato due mesi fa l’associazione mondiale delle leghe calcistiche e ci aveva assicurato che ci avrebbe consultato su questioni che hanno un peso sul calcio professionistico. Ma non l’ha fatto. Questo non è il modo di comportarsi.

Ci saranno più partite e di conseguenza più giocatori che partecipano alla Coppa del Mondo: è facile allargare la competizione quando non sei tu a pagare i protagonisti. L’industria del calcio è mantenuta da club e leghe, non dalla Fifa. Infantino fa solo politica, come Blatter prima di lui: per essere eletto ha promesso più paesi ai Mondiali, e ora sta mantenendo le sue promesse elettorali.

Siamo perfettamente consapevoli che si tratta di una decisione politica e non sportiva. Non vediamo alcun vantaggio nel cambiare il format corrente, che si è dimostrato perfetto da ogni punto di vista.

Ha espresso il proprio disappunto anche Joachim Low, commissario tecnico della nazionale campione del mondo in carica. Secondo lui questo allargamento, infatti, produrrà solo l’effetto negativo di vedere un abbassamento del livello medio della competizione.

Anche secondo Low, come per Tebas, la formula a 32 sarebbe perfetta.

Dall’altra parte della barricata, ovviamente, i membri della FIFA.

Gianni Infantino si è espresso così sulla ratificazione del passaggio ad un Mondiale a 48 squadre:

L’espansione della Coppa del Mondo faceva parte del mio manifesto elettorale. Ho proposto un allargamento a 40 con 8 gruppi da 5, tre giorni di gare in più ed un totale di 8 match per le finaliste.

La proposta ratificata è anche migliore: non aumenta i giorni di gara, come chiesto dai club, ma allarga il numero delle partecipanti.

La febbre da calcio che colpisce un paese qualificato per un Mondiale è il più potente traino promozionale per questo sport.

Evelina Christillin, la componente italiana nel FIFA Council, parla di cifre e percentuali:

La FIFA ha oggi 211 membri, è doveroso allargare la partecipazione.

Se guardiamo il trend dall’82 (passaggio a 24) al 98 (32) fino ad oggi vediamo che la percentuale di federazioni qualificate resta più o meno la stessa.

Anche un paio di ex grandi calciatori hanno detto la loro, esprimendosi positivamente tramite i propri account Twitter.

Nello specifico si sono espressi Marco van Basten:

e Marcel Desailly:

Desailly


Seguimi su:

Facebook     Twitterblog     Twitterpersonale     G+     Youtube     Spreaker     Instagram

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale