Napoli vs. Porto – Ritorno ottavi di finale Europa League – 20/03/14

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Il Napoli gioca benissimo, strameritando, per buona parte del match. Peccando però in quanto a cinismo: costruisce diverse azioni da goal, ma manca di lucidità e freddezza sotto porta. Il che significa grande prestazione per Fabiano, sostituto del tanto mediocre quanto fortunato (nel match di andata) Helton. Ma soprattutto eliminazione.

Perché dietro bastano poi due sbavature, cinicamente – qui si – sfruttate dal Porto, per veder crollare il castello di carte.

Suicidio sportivo perché stasera il Napoli ha strameritato la gara. Sciupandola. Anzi, gettandola via in maniera assurda.

Un triplice peccato: da una parte per la prestazione di stasera, dall’altra per il calcio italiano di per sé, infine per quanto concerne questa edizione dell’Europa League. Che vede e avrebbe comunque visto la Juventus favorita, ma rispetto cui il Napoli qualche chance l’aveva eccome.

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Uno dei migliori talenti nati in Italia ad inizio degli anni novanta, ancora stenta a decollare.

Logico che si inizi a pensare possa essere stato un po’ sopravvalutato dopo le grandi prestazioni mostrate sotto la guida di Zeman, allenatore che da sempre sa far rendere più del lecito le proprie punte (quand’anche esterne, come nel suo caso).

Nuovo Totti non lo sarà senz’altro, ma di certo può dare molto più di quanto mostrato in queste due prime stagioni di Napoli.

Anche stasera non è stato particolarmente brillante, mangiandosi anche un paio di occasioni chiarissime e ghiottissime per diventare eroe della sua città.

Un vero peccato per lui, che pure Sacchi indicava essere come uno dei nostri migliori talenti.

Il timore, ora, è che possa rimanere – anche lui, ahinoi – una sorta di incompiuto.

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Tanto stasera quanto – o ancor più – in Portogallo le due difese hanno messo in mostra limiti evidenti.

La parziale giustificazione odierna per il Porto è l’assenza di due titolari su quattro. Il Napoli, invece, ha giocato paradossalmente meglio stasera che non ad Oporto, regalando però due sbavature decisive, sfruttate in maniera molto cinica dagli avanti avversari.

Paradossalmente, quindi, proprio qui sta la differenza: dopo il paio di miracoli del primo scontro Reina nulla ha potuto sugli unici due tiri nello specchio di stasera.

Il Napoli invece all’andata fu fermato da non poca sfortuna (come non ricordare la parata casuale di tacco di Helton, ad esempio). In questo ritorno non ha però avuto quella freddezza necessaria a chiudere prima un match dominato.

Alla fine, quindi, la differenza l’ha fatta il cinismo degli attacchi.

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Cinismo è la parola più in voga di stasera.

Ho visto tanto l’andata quanto il ritorno, e penso di poter dire con cognizione di causa che sui 180 minuti meritasse il Napoli.

Che però non è stato cinico – né fortunato, va detto – né all’andata né al ritorno.

Alla fine torna sì a casa con due reti realizzate, ma oggettivamente se andiamo a rivedere tutte le tante occasioni costruite nei due match non solo avrebbe potuto ma avrebbe dovuto realizzarne almeno quattro o cinque, se non sei.

Ad un certo livello, è risaputo, certi errori si pagano. Ed esattamente come per la gara con l’Arsenal, se sprechi tanto è facile che si finisca col pagarla.

Come stasera.

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Quaresma aveva anch’esso, un po’ come Insigne, un talento tutt’altro che sottovalutabile.

Intendiamoci, non stiamo parlando di un altro possibile crack alla Cristiano Ronaldo. Ma sicuramente dalla sua carriera ci si aspettava qualcosa in più.

Si è però fatto limitare dalla sua scarsa propensione all’incisività più, forse, la sua ricerca di qualche colpo ad effetto di troppo, come la famosa Trivela usata spesso, potremmo dire, un po’ a sproposito.

Stasera però ha siglato un gran bel goal. Ma soprattutto un goal importante. Decisivo.

Perché certo, dopo la rete di Ghilas le cose erano già difficilissime per il Napoli, che aveva solo venti minuti per trovare due reti. La sua segnatura, però, ha fondamentalmente posto la parola fine alla partita.

Certo, personalmente probabilmente avrebbe preferito fare uno scherzetto del genere alla sua ex Inter. Ma visti i tanti moti di scherno che hanno accompagnato la sua esperienza italiana (e quanto ne è seguito), direi che stasera avrà qualcosa di speciale da festeggiare, non solo la “semplice” vittoria.

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La squadra è una buona squadra, e bisogna avere tempo e pazienza. Continuando a ben comportarsi in Europa – certo, questa sera sarebbe dovuto arrivare il passaggio del turno per incamerare altri punti – ed avendo un po’ di fortuna prima o poi il Napoli smetterà di avere gironi impossibili, in Champions League.

Ma anche pensando all’Italia, il divario con la prima della classe è ad oggi ancora netto.

Quindi De Laurentiis non può che continuare su questa strada. Fare degli sforzi per provare a rinforzare il club.

Certo però che se per acquistare giocatori importanti devi cederne altri, come Cavani, il gioco si fa duro.

Un’idea però, vista l’involuzione netta di questa stagione, potrebbe essere quella di cedere Hamsik.

Il timore, da fuori, è che possa sentire un po’ come in fase di esaurimento la propria esperienza napoletana.

Posto che sulla linea di trequarti la squadra non è comunque messa male, il suo sacrificio potrebbe essere utile.

Per fare un ulteriore salto di qualità la sensazione è che possano mancare un paio di top player o giù di lì tra difesa e centrocampo…

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