Racing campione d’Argentina nel segno di Milito

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

Dopo l’excursus sul torneo di Arona torniamo al calcio dei grandi volando in Argentina assieme agli amici di Aguante Futbol, per ricapitolare un po’ l’andamento dell’ultimo campionato e non solo.

Racing. A 13 anni dall’Apertura 2001 è arrivata la vittoria nel torneo di Transicion del 2014. Il tutto a due sole lunghezze dal River. Che campionato è stato?

Giulio: combattuto, con quattro squadre a giocarsi il titolo fino a poche giornate dalla fine. Il Racing è stato bravo a riprendersi da un inizio complicato e a crederci fino in fondo, e cioè fino allo scontro diretto col River. La squadra di Gallardo era nettamente la migliore, ma ha perso i punti decisivi per la Copa e soprattutto per il Superclasico, mentre mi ha un po’ deluso il Lanus, che pensavo avrebbe avuto meno distacco.

Gianni: un campionato un po’ anomalo, perché il River fin dall’inizio ha imposto un ritmo tremendo, dando l’impressione di poter dominare dall’inizio alla fine. Tuttavia la rosa corta e il doppio (triplo, se consideriamo il percorso significativo anche in Copa Argentina) impegno hanno pesato non poco sul finale di stagione della Banda. Il Racing è stato molto più lesto delle altre inseguitrici, meritando di vincere il Torneo di Transicion grazie ad una striscia di successi sorprendente.

Quali i giocatori si sono messi più in mostra? Quali i giovani?

Giulio: nel Racing di sicuro Bou, autentico trascinatore coi suoi gol, e Ricardo Gaston Diaz che sulla fascia ha dato equilibrio e assist. Nel River su tutti Pisculichi, architetto della fase offensiva. Nel Lanus Romero, punta davvero completa che ha messo a segno 11 gol. Oltre a loro menzione d’affetto per Lucas Pratto, che voleva chiudere da capocannoniere e ci è riuscito. Come giovani è emerso Kranevitter, valore aggiunto finchè ha giocato, e personalmente dico Boye, che ha un insieme di caratteristiche che apprezzo.

Gianni: Bou non può non essere considerato la grande sorpresa del semestre, soprattutto pensando al suo passato con la maglia del River Plate. Arrivato nella prima squadra dei Millonarios come uno dei talenti più cristallini delle giovanili, soffrì moltissimo l’adattamento al calcio dei grandi, pagando anche le enormi difficoltà che la squadra viveva in quel periodo. Tuttavia, l’unico nome che mi sento di fare è quello di Matias Kranevitter: da mesi si attendeva la sua esplosione ed eccola arrivata. È stato il dominatore del centrocampo del River, confermando per l’ennesima volta una straordinaria conoscenza del gioco. Peccato soltanto per il lungo infortunio nel momento più importante della stagione.

Capitolo Libertadores: a cinque anni dalla vittoria dell’Estudiantes e dopo quattro vittorie consecutive in salsa Verdeoro un’Argentina è riuscita a tornare sul podio: il San Lorenzo di Papa Francesco, poi giunto ottavo in campionato. Quale futuro per il Ciclon?

Giulio: per la vittoria del San Lorenzo si sono evidentemente allineati i pianeti, ed era un evento atteso da chiunque a Boedo. Il futuro immediato è il Mondiale, in cui tutti i tifosi sperano tantissimo, a cui di fatto è stato sacrificato questo semestre. La squadra per il futuro è buona, magari non da primissime posizioni, con esperienza e qualità, anche se bisogna sempre aspettare il mercato.

Gianni: concordo con Giulio, c’è una base buona, ma non eccellente. Con il Mondiale per Club si chiude un ciclo storico e la dirigenza del Ciclon dovrà fare un buon lavoro per ripartire nel migliore dei modi.

La Copa Sudamericana è stata invece vinta dal River. Aggiungendoci il secondo posto dell’Argentina ai Mondiali, un anno d’oro per il calcio argentino…

Giulio: verissimo, e in un periodo in cui sembrava tutto nero. A livello locale trovo ci sia stata una certa evoluzione tattica che ha certamente aiutato i successi nelle due coppe, oltre a importanti ritorni di giocatori di esperienza.

Gianni: un anno sorprendente, considerata la crisi del futbol albicelesta, inevitabilmente legata al momento non proprio idilliaco del Paese. Come dice Giulio, c’è stata un’evoluzione tattica piuttosto evidente, dovuta anche al ricambio generazionale su molte panchine dei principali club. Un dato interessante, a tal proposito, può essere l’età dei DT delle prime 10 in classifica: ben 7 hanno meno di 43 anni.

Torniamo proprio ai Mondiali: quale bilancio si può trarre dall’esperienza brasiliana? Quali le prospettive oggi?

Giulio: la Nazionale vive di una generazione d’oro in attacco, che però fatica a trovare una reale amalgama. Del resto giocare con Messi non è affatto facile, chiedere a Barcellona per informazioni. L’Argentina di sicuro punterà alla Copa America di quest’anno, ma a breve deve cominciare un ricambio generazionale soprattutto tra porta e difesa. Talenti ce ne sono, ma vanno testati e fatti crescere.

Gianni: nonostante la sconfitta in finale, il bilancio è positivo, soprattutto considerando le brutte figure al Mondiale 2010 e alla Copa America casalinga. Tuttavia, come dice Giulio, è giunto il momento di dare un taglio con il passato e aprire le porte della Seleccion a nomi nuovi, soprattutto nei reparti in cui la nazionale albiceleste non ha a disposizione molti fenomeni. Personalmente credo anche che Martino debba iniziare a mettere da parte la tradizione di convocare in nazionale, come contorno alle stelle “europee” i propri fedelissimi allenati nelle squadre di club, come accaduto in modo fin troppo plateale durante la gestione Sabella.

A gennaio, sempre in tema di Nazionale, si disputerà il Sudamericano sub 20. Un torneo che manca dal 2003. Sarà la volta buona?

Gianni: risposta difficilissima, perché tutte le volte la Seleccion si presenta con un potenziale immenso che, puntualmente, si rivela essere un triste mix di talenti che fanno a gara per risolvere la partita da soli, complici dei DT piuttosto inadeguati. Però, scorrendo la lista dei preconvocati, è impossibile negare che l’Argentina parta come una delle favorite: Tripichio, Astina, Ferreyra, Leszczuk, Matias Sanchez, le stelline del River Mammana, Simeone, Martinez e Driussi. I nomi ci sono, vediamo se Humbertito Grondona riuscirà a fare ciò che non gli è mai riuscito. La profondità della rosa è sorprendente: la difesa è solida, il centrocampo quadrato e davanti l’unico problema è il sovraffollamento. Quasi dimenticavo, tra i preconvocati c’è anche un certo Angel Correa.

Giulio: come ha detto benissimo Gianni, talento ne hanno da vendere, ma è successo in tante altre edizioni passate. Bisogna vedere se riusciranno ad essere squadra una volta tanto.

La Sampdoria ha già ufficializzato l’arrivo di Joaquin Correa dall’Estudiantes. Che ne dite?

Giulio: Correa, che è Joaquin e non Angel, ha talento e fisico, che è un fattore importante per attraversare l’oceano. Come caratteristiche lo vedo adatto al 4-3-3, ma per interpretare il ruolo come chiede Mihajlovic servirà applicazione e pazienza. Si muove poco senza palla e tende un po’ troppo ad aspettare l’uno contro uno. Se saprà completarsi la Samp si troverà una bella plusvalenza in mano.

Gianni: francamente non ho seguito moltissimo l’Estudiantes. In Argentina è considerato un grande talento, ma ha abbastanza faticato ad esprimersi in una squadra comunque non eccelsa.

_______________________________________________________________

Compra il mio secondo libro, “La carica dei 301″! Costa solo 1 euro!

Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram