Ranking per nazioni: quale possibile evoluzione?

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Due mesi fa scrissi un pezzo (che vi invito a leggere, senza falsa modestia è ben fatto e piuttosto chiaro) in cui raccontai per filo e per segno perché il trambusto percepibile attraverso TUTTI gli organi di informazione riguardante il sorpasso portoghese ai nostri danni per quanto concerneva il ranking UEFA fosse quantomeno un tantino eccessivo.

Oggi, pur con colpevole ritardo, vorrei fare un passo in più.

Assodati quindi i dati di fatto (ripeto, non è impossibile che ci sorpassino ma è bene esprimere chiaramente che ad oggi NON l’hanno fatto e che il sorpasso resta una semplice eventualità, con una quasi certezza di contro-sorpasso un anno dopo, per altro) andiamo a valutare un po’ di altri aspetti, provando a guardare dentro la sfera e indicare quale potrebbe essere il futuro da qui ai prossimi anni.

Beh, innanzitutto credo – ma sono semplici ipotesi – che non solo il Portogallo non ci sorpasserà, ma che nei prossimi due o tre anni la forbice nel ranking andrà ad aumentare.

Questo perché la Juventus ormai ha compiuto la propria ricostruzione post Calciopoli, e pur non essendo ancora una delle squadre migliori in Europa viene da due buone stagioni a livello “individuale”, con un totale di cinquanta punti guadagnati nel ranking per club.
Un trend che dopo gli stenti del post Calciopoli, appunto, potrebbe confermare anche negli anni a venire. Pur non facesse grandi exploit, quindi, dovrebbe concorrere sempre in maniera sostanziale al nostro ranking nazionale.

Ma non solo. Il Napoli stenta a fare il salto di qualità in Europa. Quest’anno ha fatto sicuramente meno di quello che mi sarei immaginato, soprattutto in Europa League ovviamente, ma nulla fa pensare che nei prossimi anni il suo rendimento possa essere più basso di così.
Il progetto di De Laurentiis resta comunque interessante, ed il loro contributo dovrebbe esserci.

Idem dicasi per la Roma, che dopo anni di anonimato potrebbe sicuramente ben figurare in Europa già dalla prossima stagione. Anche senza vincere trofei, avere tutte le proprie rappresentati che ben si comportano vorrebbe dire quasi sicuramente, quantomeno, rafforzare il proprio quarto posto. E andare, man mano, a crescere nel ranking. Perché se è vero che l’anno prossimo perderemo i punti del Triplete, poi per due stagioni andremmo a perdere un totale di 22 punti. Pochi, se pensiamo che la sola Spagna li ha totalizzati quest’anno (e potrebbe crescere ancora di qualcosina, vincendo le due finali).
Tornando ai Giallorossi, il loro progetto sembra avere margini di crescita. E’ vero che il proprio ranking basso vorrà quasi sicuramente dire girone difficile in Champions… ma paradossalmente un terzo posto ed eventuale buone prestazioni in Europa League garantirebbero un discreto bottino di punti, a noi come nazione.

Poi va sicuramente citata l’Inter. Una squadra che col nuovo Presidente si è data orizzonti nuovi. Pensare ad un nuovo Triplete è prematuro, ma la prossima Europa League è alla portata, e con un po’ di impegno non si vede perché una squadra del genere non possa compiere un buon cammino.

Infine, la Fiorentina. Per cui vale un discorso simile a quello fatto per la Roma.
I Viola partono sempre, giustamente, con l’obiettivo di qualificarsi alla Champions. Ma, oggi come oggi, sembrano fatti su misura per l’Europa League. Una competizione che se affrontata col giusto spirito potrebbe tranquillamente vederli passare molti turni, contribuendo così in maniera importante al ranking.

Logico, in questo discorso vanno poi inserite le varie squadre che di volta in volta giocano in Europa. Ci sarebbe il Milan, la squadra italiana col ranking per club migliore.
Sarebbe una sicurezza, non fosse il periodo delicato che sta passando. In prospettiva, però, anche loro dovrebbero tornare su certi livelli…

Insomma, una nazione come il Portogallo può arrivare ad insidiare l’Italia solo grazie ad exploit particolari tipo quelli del 2011. Che però, onestamente, non sono facilmente ripetibili.

Paradossalmente, anzi, i lusitani farebbero forse bene a guardarsi alle spalle. Perché se è vero che il Benfica è una delle squadre più interessanti degli ultimi anni, è altrettanto vero che il Porto qualcosina a perso. E che, in generale, non hanno lo stesso livello medio di una Italia.

Non solo.

La Francia può vantare una squadra, il PSG, che nei prossimi anni promette di essere tra le grandi protagoniste d’Europa. A questa, nel medio periodo, si aggiungerà il Monaco, altra squadra molto danarosa che vorrà comunque dire la sua, potenzialmente aumentando l’impatto francese sul ranking.
E, ancora, dall’anno prossimo ci sarà anche l’Olympique Marsiglia che affronterà con nuova linfa le competizioni europee, forte dell’arrivo di quel genio mattarello che è Marcelo Bielsa.

Certo, negli ultimi cinque anni la Francia ha sempre guadagnato meno punti del Portogallo (tranne l’anno scorso, pari). Però quello Transalpino è un movimento che, tutto fa pensare, avrà una buona crescita nei prossimi anni. E se non l’Italia, chissà che non vada ad insidiare il quinto posto del Portogallo…

E noi?

Stante i discorsi di prima, ad oggi credo che possiamo accontentarci solo di difendere il nostro quarto posto. Nulla di più.

Perché i movimenti spagnolo (inarrivabile), inglese e tedesco sono troppo lontani per poter essere agganciati a breve.

Però chissà che la stagione di quest’anno, in cui siamo comunque arrivati a meno di un punto dai tedeschi (che scontano il fatto di dover dividere il proprio punteggio per sette, avendo una partecipante alle coppe in più di noi), non sia un piccolo segnale di ripresa.

In realtà, credo sia solo un caso. O meglio, dopo gli ottimi risultati dell’anno scorso (massimo punteggio d’Europa) la Germania non ha saputo ripetersi, ma era anche difficile. Eppure se nel prossimo paio d’anni torneranno a fare bene in Europa League e si confermeranno con Bayern e Borussia ai vertici della Champions, potrebbero addirittura arrivare ad attentare al secondo posto inglese.

Ma tutti questi, sinceramente, sono discorsi difficili da fare. Impossibile prevedere cosa sarà l’anno prossimo, figuriamoci estendere il concetto a due o tre stagioni.

Per chiudere, quindi, l’Italia deve aver chiara in testa una sola cosa: testa bassa e tanto lavoro. Il gap con i primi tre campionati d’Europa è palese a tutti, e non solo – non tanto – da un punto di vista calcistico.

Strutture, marketing, organizzazione… il calcio italiano, riferimento globale per anni, si è evidentemente seduto sugli allori. E, piano piano, si è fatto superare da concorrenti più affamati e decisi.

Come dicevo prima, però, abbiamo club che pur non ricoprendo oggi, e non avendo possibilità di ricoprire nel breve-medio periodo, posizioni apicali a livello europeo possono garantirci comunque, quantomeno, di rimanere al quarto posto. Che rispetto al quinto non garantisce nulla di più, se non il prestigio.

Se poi tutti i club, e Lega e FIGC prima di loro, lavorassero seriamente per sistemare tutti quei “bug” del nostro sistema (dagli stadi scadenti alla violenza che regna dentro e intorno agli stessi, fino a un ritmo scadente ed una qualità tecnica non più all’altezza del nostro glorioso passato), ecco che tra qualche anno potrei trovarmi a scrivere un pezzo simile a questo, ma inerente a quello che potrebbe essere un nostro sorpasso su chi oggi ci precede in classifica…

P.S.
In merito ai problemi del nostro calcio, ben emersi anche dall’ultimo Mondiale, ho fatto un video (piuttosto lungo, ma da dire ce ne sarebbe per molte ore ancora). Vi invito quindi a guardarlo e ad iscrivervi al mio canale Youtube, per restare sempre aggiornati su analisi tattiche e non solo.

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