Il Calcio Totale e le sue regole

Il Calcio Totale nacque in Olanda nella seconda metà degli anni ’60 per opera di Rinus Michels, che riprese i concetti di un suo ex allenatore – Jack Reynolds – e diede vita ad una delle più grandi rivoluzioni che la storia del calcio ricordi.

Jack Reynolds
Jack Reynolds

Del Calcio Totale si è detto e scritto di tutto, com’è giusto quando ci si trova di fronte ad un fenomeno di questa portata.

La parte storica di questa rivoluzione calcistica la lascio quindi ai documentaristi. Qui parlerò più che altro delle regole, dei fondamenti di questo tipo di calcio…

Stile

Michels definisce due stili di gioco: playmaking style e controgioco.

Nel primo filone si inserisce il Totalvoetbal, o Calcio Totale. Del secondo fa parte il cosiddetto “calcio all’italiana”, che proprio in quegli anni andava per la maggiore (tra il 1963 ed il 1969 le milanesi vinsero 4 Coppe Campioni su 7, cedendo poi il passo proprio alle olandesi, che vinsero le quattro successive edizioni; in più nel 1968 la Nazionale Italiana si laureò campionessa d’Europa).

Secondo Michels il Totalvoetbal si imperniava sulla pressione complessiva di una squadra sull’altra, alla ricerca di spazi quando in fase offensiva e dell’immediata riconquista in quella di non possesso.

Mentalità

La mentalità positiva è, secondo Michels, uno dei cardini principali del Calcio Totale.

Si tratta di una qualità di gruppo però, non dei singoli. Secondo il santone olandese, infatti, a nulla sarebbe servito avere giocatori con questo tipo di mentalità nel momento in cui la stessa non apparteneva a tutti: un solo calciatore sprovvistone avrebbe minato le fondamenta della squadra.

Bernd Hölzenbein
Bernd Hölzenbein

Per creare una squadra con questa mentalità sarebbe necessario avere una squadra di giocatori superiori e completi. Per farli poi allenare e giocare molto assieme.

Questo tipo di approccio mentale negli anni ’70 si è concretizzato nell’Amsterdam bluff: un atteggiamento mentale di sicurezza estrema nei propri mezzi che sfociasse ancheoltre i limiti dell’arroganza, così da emanare una convinzione nel poter fare risultato che venisse percepita e mettesse soggezione agli avversari.

Di questo parlò ad esempio Bernd Hölzenbein, ala tedesca che giocò la finale del Mondiale 1974 proprio contro l’Olanda di Michels:

“Eravamo nel tunnel che ci portava in campo. Mi guardavo le scarpette e cercavo concentrazione come sempre. Mi venne voglia di alzare lo sguardo e vidi i miei avversari. Fu terribile. Erano sicuri, spavaldi, mi fecero sentire infinitamente piccolo. Ci guardavano ed era come se ci stessero chiedendo quanto goal volessimo prendere quel giorno…”

Fiducia

Una componente fondamentale del Calcio Totale (ma direi del calcio in generale) è la fiducia. In sé stessi e nei propri compagni.

Questa porta a poter rendere al meglio e a poter giocare palla a chiunque della propria squadra senza il timore che questa venga persa.

Secondo Michels la debolezza di un solo giocatore pregiudica inevitabilmente il risultato.

Ambizione

Si deve pensare di vincere il campionato, così da pensare di poter vincere ogni partita, cosa che a sua volta porterà alla convinzione di poter vincere il campionato.

Instillare insomma un circolo vizioso positivo che, sempre dal punto di vista psicologico, contribuisca alla vittoria.

Del resto, come si dice, “vincere aiuta a vincere”!

Coraggio

Non si deve avere paura di sbagliare. La paura mina infatti il lavoro dei singoli e della squadra.

Non si deve avere paura dell’avversario, nemmeno quando si è inferiori. Questo porta a chiudersi in difesa, cosa che a sua volta non permette di sviluppare il Calcio Totale.

Inoltre non poter fare il proprio gioco porta, secondo Michels, a spendere il doppio delle energie per stare dietro al gioco dell’avversario.

Calcio Totale

Centrocampo

Buona parte di una partita viene giocata a centrocampo. Che non a caso è spesso ritenuto il reparto più importante di una squadra.

Ecco perché per Michels il Calcio Totale si impernia su una serie di centrocampisti che abbiano tre grandi qualità: tecnica superiore, velocità e resistenza.

Senza di essere non sarebbe infatti possibile portare la pressione che – come abbiamo visto – sta alla base del Totalvoetbal.

Movimenti

Ogni calciatore deve conoscere i movimenti di tutti i compagni.

Sul campo, infatti, sono i movimenti a parlare più delle parole. Ecco perché una perfetta conoscenza dei movimenti dei compagni porterà a leggere al meglio il gioco, potendo così dialogare calcisticamente nella maniera migliore.

Ritmo

Deve essere dettato dai giocatori più importanti della squadra. Che lo devono modellare a seconda delle esigenze dei compagni.

Rallentare quando questi hanno bisogno di tirare il fiato, accelerare quando possono dare di più.

Eclettismo

Secondo Michels lo scambio di ruoli tra giocatori nel corso di un’azione è spesso necessario, comunque sempre importante.

Olanda 1974

Per questo ogni calciatore deve essere eclettico, così da potersi adattare di volta in volta a ruoli diversi dal proprio.

Importante, sempre secondo il mister olandese, che questi scambi di ruolo avvengano in velocità: effettuarli lentamente porterebbe infatti al risultato opposto a quello sperato.

Disciplina

Saper fare più ruoli, comunque, non deve portare a doverli fare. E’ quindi necessaria una grande disciplina di squadra, all’interno del quale i giocatori possono andare a muoversi.

Responsabilità

Tocca sempre ai giocatori decidere cosa fare, come muoversi, quando scambiarsi. Il tecnico dalla panchina, vista la velocità del gioco, non ha infatti il tempo materiale per intervenire e guidare i suoi giocatori in questo senso.

Ecco quindi che il Calcio Totale porta in primis ad una grande responsabilizzazione dei calciatori.

Concentrazione

Per poter giocare il Calcio Totale, ancor più che il calcio in genere secondo Michels, è necessaria una grande dose di concentrazione.

La pausa mentale di un solo giocatore può infatti pregiudicare il lavoro di tutti.

Johann Crujff

Riconquista

Ci sono due tipi di riconquista, nel Calcio Totale.

Il primo prevede il pressing sistematico del portatore di palla, così da aumentare la velocità con cui il giocatore che entra in possesso dovrà liberarsene per non farsela sottrarre dagli avversari, aumentando le possibilità di errore.

Il secondo vuole invece che si orienti la circolazione avversaria verso il giocatore meno abile tecnicamente, così da attaccarlo poi con rapidità e decisione, anche con due-tre giocatori assieme, di modo da sottrargli più facilmente il pallone.

Rischi

Il rischio principale che Michels vede nel suo Calcio Totale è la capacità degli avversari di saper giocare lungo.

Tenere infatti il baricentro alto ed andare in pressione continua significa schiacciare gli avversari, ma anche lasciargli molto campo libero davanti.

E con le giuste verticalizzazioni…

Ecco perché anche nel Calcio Totale l’attenzione deve essere sempre massima. E per quanto con questa filosofia di calcio si debba scendere sempre in campo per fare la partita, di fronte ad avversari efficaci sul gioco lungo ci si deve sapere un po’ anche adattare.

Rinus Michels
Rinus Michels

Calcio Totale

Lo stile di gioco di Michels si concretizza quindi in tre punti essenziali:

  1. In difesa si marca a zona, dal centrocampo in su a uomo con pressing a tutto campo.
  2. Il pallone va giocato da un giocatore in movimento ad un giocatore in movimento. Mai passare ad un calciatore fermo.
  3. Al centro di tutto c’è l’uomo, non il pallone.

In definitiva, possiamo dire che il Calcio Totale non sia per tutti. Servono giocatori eccezionali sotto ogni profilo (atletico, tecnico, tattico, mentale) per poterlo giocare.

Ecco perché una delle citazioni più famose di Rinus Michels recita

“Giocate qualcos’altro, voi che siete normali!”


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