Roberto Gagliardini – SMscouting

Nuovo capitolo della saga SMscouting, questa volta andiamo a scoprire un po’ più nel dettaglio le caratteristiche di Roberto Gagliardini, ad un passo dalla firma con l’Inter.

ROBERTO GAGLIARDINI

Roberto Gagliardini

Roberto Gagliardini nasce a Bergamo il 7 aprile 1994.

Nel luogo che gli dà i natali si racchiude una delle sue fortune: a Bergamo ottantasette anni prima era infatti nata l’Atalanta, società che nel corso degli anni aveva saputo costruire uno dei migliori settori giovanili del Paese.

Proprio nel vivaio della Dea Roberto Gagliardini approda all’età di sette anni, per fare tutto il percorso su fino all’esordio in prima squadra, datato 4 dicembre 2013.

Non è un talento capace di raccogliere attorno a sé grande hype, quello di Roberto Gagliardini: i tecnici federali lo ignorano infatti sino all’under 20, gli interessamenti di mercato per lui certo non si sprecano.

Così il 17 gennaio 2014 sbarca a Cesena in prestito, esordendo con goal contro il Varese e disputando 19 match da lì sino a fine campionato.

Il campionato successivo passa con la stessa formula allo Spezia, dove le presenze saranno solo 14.

A settembre 2015 c’è quindi il Vicenza a dargli una chance. La sua avventura in Veneto dura però solo sei mesi, poi i biancorossi lo rispediscono a Bergamo a metà stagione.

La sua carriera sembra non decollare.

Agli ordini di Edy Reja il buon Roberto Gagliardini resta a guardare sino al 15 maggio, quando scende in campo contro il Genoa.

Sembra una storia come tante la sua.

Poi trova Gianpiero Gasperini, la sua sliding door.

Dopo un inizio di stagione non brillante, infatti, il neo tecnico atalantino decide di approntare alcuni cambi alla sua squadra. Tra questi la promozione da titolare dell’ex Cesena, Spezia e Vicenza.

Le cose iniziano a girare, l’Atalanta cambia passo ed inizia a macinare punti, Roberto Gagliardini finisce sulla bocca di tutti. Ed in Nazionale maggiore.

Roberto Gagliardini

Mentre scrivo pare che l’Inter ne abbia definito l’acquisto: 2 milioni per il prestito semestrale più una ventina per il riscatto.

Così con sole 14 presenze in Serie A ed una convocazione – inaspettata – in Azzurro, oltre a due sole presenze con l’under 21 (entrambe in amichevole, ambedue da subentrante), Roberto Gagliardini diventa uno degli uomini-mercato di questa sessione di riparazione.

CARATTERISTICHE FISICO-ATLETICHE e COORDINATIVE

Roberto Gagliardini

Roberto Gagliardini è un longitipo di alta statura e di costituzione media (le sue misure sono 188 cm per 77 kg, come riportato sul sito dell’Atalanta: è normopeso), ectomorfo.

Fisicamente piuttosto slanciato, ha movimenti leggermente dinoccolati.

Mostra forza massimale discreta, cui fa da contraltare una scarsa espolosività.

Non molto rapido, acquista qualcosa in velocità in allungo grazie alle lunghe leve.

Dotato di buona resistenza allo sforzo, è discretamente flessibile.

Da un punto di vista coordinativo mostra buona differenziazione motoria ed una certa dose di anticipazione, peccando abbastanza – indubbiamente per via della mole e della scarsa esplosività – in quanto a reazione.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Roberto Gagliardini è in possesso di un bagaglio tecnico discreto.

Risulta infatti essere un giocatore che non ha doti di spicco, da top assoluto. Sa fare bene tutto, non è eccezionale in nulla.

Pensate in questo senso al controllo palla di Marco Verratti o al calcio di Miralem Pjanic: esempi di eccellenza in un fondamentale, che certo non appartengono al centrocampista di scuola atalantina.

Di certo anche il controllo di Roberto Gagliardini non è comunque disprezzabile: non è il classico giocatore capace di fare ciò che vuole col pallone, ma sa domarlo a dovere ed è più che discreto anche nella sua conduzione.

Non eccelle per qualità di calcio ed ha un tiro solo discreto, mentre – ovviamente grazie alla struttura fisica – risulta efficace nel gioco aereo.

Per quanto concerne i passaggi, anche qui, non ha doti da prim’attore ma sa comunque disimpegnarsi bene sia nel gioco lungo che – soprattutto – nel gioco corto.

La sua gestione della sfera è per lo più elementare. Non è certo un regista, ma sa contribuire alla fase di costruzione della propria squadra, dando un contributo anche alla velocità della manovra grazie alla sua capacità di giocare ad uno o due tocchi.

Tra i fondamentali tecnici che più risaltano di Roberto Gagliardini vi è sicuramente la sua capacità in fase di contrasto.

CARATTERISTICHE TATTICHE

Roberto Gagliardini è fondamentalmente un interno di centrocampo.

Qui lo ha schierato nelle sue tredici apparizioni in Serie A di questa stagione Gianpiero Gasperini, qui giocava principalmente nelle sue precedenti avventure.

Come interno può quindi giostrarsi sia in una mediana a due – come a Bergamo, nel 3-4-1-2 attuale – che in una a tre, da mezz’ala.

Portato allo smarcamento principalmente in appoggio, ha ottima capacità di lettura del gioco e di rottura delle linee di passaggio avversarie.

Giocatore portato al pressing – anche a tutto campo – sull’uomo, ha ottima efficacia nell’anticipo alto – grazie alla struttura di cui s’è detto – e buona qualità nell’intercettamento.

Difetta un po’ in quanto ad accorciamento: non avendo grande esplosività e cambio di passo, infatti, non è sempre tempestivo in questo aspetto del gioco.

A lui si potrebbe affibbiare un aggettivo che è stato usato all’epoca del suo arrivo a Milano nei confronti del suo nuovo allenatore: in un certo senso è un normalizzatore” di gioco, capace di recuperare palloni in contrasto, intercettamento o anticipo e di rigiocarli in maniera semplice ma spesso veloce, efficace e funzionale allo sviluppo dell’azione.

Roberto Gagliardini

GIUDIZIO FINALE

Roberto Gagliardini è un buon centrocampista, a mio avviso.

Un calciatore che non ha doti straordinarie ma che sa fare molte cose bene e con semplicità, lì in mezzo al campo.

Secondo il parere di chi scrive difficilmente potrà diventare un giocatore da top mondiale nel ruolo, ma ha comunque ancora margini di miglioramento interessanti e sicuramente ha la prospettiva per provare ad imporsi sul lungo termine come un facente parte del giro della Nazionale.

Roberto Gagliardini è stato recentemente descritto così dal tecnico che lo ha fatto esordire in Serie A, Edy Reja:

Fisicamente è prestante, ha una tecnica discreta e buoni tempi d’inserimento. Qual è il suo ruolo ideale? Secondo me è un po’ meno mediano e un po’ più mezz’ala. A mio avviso dà il meglio quando può giocare in un centrocampo a tre e ha più facoltà di buttarsi dentro, ma quest’anno ha fatto bene anche da mediano in coppia con Kessie.

Chi mi ricorda? Il Dino Baggio dei tempi del Parma. Anche lui si inseriva e come Roberto quando andava al contrasto era “cattivo” e si faceva sentire con gli avversari.

Se mi aspettavo una simile crescita? Che aveva un notevole potenziale me ne sono accordo subito, nei primi allenamenti a Zingonia, ma è indubbio che abbia ha fatto dei passi da gigante.

Ecco, un paio di dubbi sulla lettura di Reja li ho.

In primis riguardante il fatto che sia una mezz’ala d’inserimento. Ad oggi qualcosina in questo senso l’ha fatta, ma credo che per poterlo ritenere tale il ragazzo debba lavorare moltissimo su sé stesso. Ad oggi il suo livello di gioco per quanto riguarda questo aspetto non è ancora sufficiente, a mio avviso.

Il meglio di sé a mio avviso lo dà infatti come recuperatore e contributore alla fase di costruzione o ricostruzione della manovra.

Roberto Gagliardini

Sa comunque leggere i tempi di gioco, ecco perché se anziché in una mediana a due venisse impiegato da mezz’ala pura potrebbe provare a farsi sentire di più anche nei pressi della porta avversaria.

Nel sistema di gioco creato da Gasperini a Bergamo sembra trovarsi a meraviglia. Da capire se in altri contesti riuscirebbe a mantenere lo stesso livello di resa o se si troverebbe come un pesce fuor d’acqua.

ROBERTO GAGLIARDINI ALL’INTER

Per capire cosa possa combinare Roberto Gagliardini sulla sponda nerazzurra di Milano dovremmo innanzitutto sapere cos’abbia in mente il buon Stefano Pioli.

L’Inter viene da cinque vittorie consecutive tra campionato ed Europa League: dopo la pesante sconfitta di Napoli ha infatti fatto filotto.

Nelle ultime tre gare l’ex coach della Lazio pare aver trovato una piccola quadratura del cerchio, con un 4-2-3-1 che lo ha visto schierare tutte e tre le volte Brozović affiancato da Felipe Melo (col Sassuolo) e Kondogbia (Udinese e Lazio).

Ammettendo che questa possa essere la conformazione definitiva della squadra milanese, con Banega o João Mário affiancati sulla trequarti da Perišić e Candreva, Roberto Gagliardini potrebbe diventare quindi un’alternativa importante per la mediana.

Con Felipe Melo appena passato al Palmeiras e Medel che secondo i beninformati potrebbe scalare in maniera più o meno fissa come centrale difensivo al fianco di Miranda l’Inter ha infatti bisogno di un giocatore capace di garantire sostanza ed un po’ d’ordine proprio lì in mezzo.

Roberto Gagliardini potrebbe quindi rappresentare una valida alternativa al buon Kondogbia, che da quando è sbarcato in nerazzurro non è ancora riuscito ad imporsi.
Rispetto all’ex Monaco il giocatore di scuola Atalanta sembra più semplice ed elementare nella giocata. Una cosa che se per un regista à la Pirlo potrebbe spesso risultare un limite, per un giocatore chiamato a tagliare e cucire il gioco in una mediana a due dovrebbe invece rivelarsi un grande merito.

Roberto GagliardiniDel resto Pioli si presentò a Milano dicendo di volere un calcio aggressivo ed intenso. Due aspetti che sono fondanti di tutte le squadre di Gasperini, Atalanta compresa.

Se a questo aggiungete il fatto che la sua Lazio era una squadra che quando girava risultava essere molto verticale, ecco che l’acquisto di Roberto Gagliardini assume assolutamente un significato importante: potrebbe essere l’uomo dalle caratteristiche giuste per il tecnico di Parma.

In tutto questo, ci sono ovviamente un paio di fattori centrali da capire: in primis se Roberto Gagliardini a Milano avrà la stessa fiducia che Gasperini ha riposto in lui a Bergamo, e che è stata sicuramente decisiva nel permettergli il salto di qualità che ha compiuto in questi ultimi mesi.

In secondo luogo bisognerà capire se il ragazzo saprà reggere alle nuove pressioni.
Milano non è Bergamo, l’Inter non è l’Atalanta.
Parliamo di universi differenti.

Ma questo è un aspetto su cui nemmeno chi conosce a fondo il ragazzo può dirsi sicuro: spesso l’animo umano nasconde un sacco di segreti. E se Roberto Gagliardini riuscirà o meno a fare un ulteriore step ed imporsi anche alla Beneamata lo scopriremo solo vivendo!


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