Salah fenomeno o fenomeno Salah?

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L’uomo del momento viene dall’Egitto, spacca le difese italiane come fosse un cuneo, ha un cognome che si presta a facili giochi di parole ed è stato definito da Pradè l’acquisto invernale capace di spostare di più gli equilibri in Europa.

Come avrete capito sto parlando di Mohamed Salah, giunto a Firenze nell’affare Cuadrado e capace di stregare i tifosi Viola in sole sette partite (condite da sei realizzazioni).

Su di lui si sono quindi già scatenati i commenti di esperti veri o presunti, tifosi accaniti e occasionali, appassionati da bar, twitstar, ecc.
Logico, quando un giocatore impatta così col calcio italiano.

C’è però un aspetto che sembra, come al solito, pochi tengano in considerazione: la forma fisica.

Senza nulla togliere a Salah, giocatore che seguo dai tempi di Basilea avendo una predilezione per i RotBlau, è palese che oggi l’ex Chelsea goda di una condizione straordinaria. Capace di viaggiare a duecento all’ora palla al piede, di correre per 70 metri senza perdere potenza e di non sentire – almeno apparentemente – la fatica lungo tutti i 90 minuti, Salah sta con ogni probabilità giocando anche oltre il proprio 100% delle possibilità.

Casi come il suo ce ne sono già stati, e chi non ha la memoria corta se li ricorderà bene. L’ultimo in ordine cronologico solo una stagione fa, quando Gervinho – super-atleta ma calciatore molto modesto – sbarcò a Roma ed iniziò a fare il diavolo a quattro grazie ad una gamba che gli permetteva di saltare in velocità praticamente qualunque avversario.

Oggi che la forma non è più la stessa l’ex Arsenal è diventato di colpo giocatore modesto, totalmente incapace di fare la differenza come gli riusciva solo 12 mesi fa. Così da presunto fenomeno per molti è tornato ad essere un giocatore come tanti (a margine: reputo Salah un calciatore comunque globalmente migliore rispetto all’ivoriano).

https://twitter.com/sciabolatablog/status/573573614907301889

Andando ancora più indietro nel tempo si può invece risalire al buon Milos Krasic. Totalmente inarrestabile quando sbarcò a Torino direttamente da Mosca, giocatore ai margini del progetto tecnico juventino quando la condizione calò non permettendogli più di fare il bello ed il cattivo tempo sulla fascia.

Che giocatore è Salah ce lo dirà il tempo. Inviterei solo i tanti che oggi lo definiscono “Fenomeno” o “Campione” a restare fedeli alle proprie convinzioni anche qualora, se mai succederà, il ragazzo dovesse avere cali di forma, magari infilando quattro o cinque brutte partite.

Questo perché il malvezzo di ergere a star un giocatore per una manciata di partite per poi gettarlo nel fango dopo qualche prestazione opaca è qualcosa che, eufemisticamente, andrebbe evitato.

Un fenomeno è un fenomeno sempre, anche quando fuori forma.

In ultimo, chiudo con una considerazione sull’affare Cuadrado-Chelsea.

La realtà dei fatti è che Salah era ai margini della squadra di Mourinho (30 minuti giocati quest’anno in Premier). Quindi, un sacrificio assolutamente fattibile, ancor più con l’arrivo di un Cuadrado che gli avrebbe chiuso completamente le porte del campo.

Per la Fiorentina però, come ebbi modo di dire a suo tempo, la cessione di Cuadrado al Chelsea era un affare anche senza l’inserimento dell’egiziano, o comunque senza la sua esplosione così fragorosa. Questo per il semplice motivo che tutti quei soldi per l’ala colombiana erano assolutamente impossibili da rifiutare.

Certo, l’impatto in Italia di Salah avrà colpito lo staff tecnico del Chelsea. Ma nel contempo non credo nemmeno Mourinho si stia strappando i capelli: non credeva nel giocatore, che a Londra in un anno e mezzo aveva fatto oggettivamente poco.

Per la Fiorentina resta però una stupenda operazione di mercato. Che ad oggi sta pagando dividendi anche più alti di quanto gli stessi dirigenti non immaginassero.

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