Scendere in campo col proprio club e vincere tutto il vincibile

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Sono solo in cinque, ma hanno vinto tutto il vincibile. Almeno col proprio club.

Parliamo di Stefano Tacconi, Gaetano Scirea, Sergio Brio, Antonio Cabrini e Danny Blind, ovvero sia gli unici capaci di trionfare in tutte le competizioni organizzate dalla FIFA e dalla UEFA.

Nel palmares di questi cinque, infatti, possiamo trovare Coppa delle Coppe, Coppa UEFA, Champions League, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale.
Ovvero sia tutto ciò che c’è stato di vincibile al di fuori dei patri confini.

Oggi non sarebbe nemmeno più possibile ripetere un’impresa di questo tipo: la Coppa delle Coppe non esiste più, ed anche volendo il proprio palmares non potrebbe andare oltre i quattro allori internazionali.

Ma parliamone un pochino più a fondo di questi cinque eroi. Giocatori in realtà molto conosciuti, ma che è sempre bene ricordare.

Partiamo quindi da un difensore dei pali coi fiocchi, definito da Giampiero Mughini come “uno dei tre o quattro portieri più forti del mondo” all’epoca di quel decennio che Stefano Tacconi passò in maglia Bianconera.

Tacconi che, nato a Perugia nel 1975, passò la sua gioventù tra Spoleto e Milano, sponda Nerazzurra.
Proprio qui vinse il suo primo alloro piuttosto importante: una Coppa Italia Primavera.

Tornato a Spoleto in prestito all’età di diciannove anni disputò la sua prima stagione da titolare per poi concedersi qualche anno di vagabondaggio prima di stabilirsi ad Avellino.

Dopo i prestiti a Pro Patria e Livorno ed il trasferimento alla Sambenedettese ecco infatti le tre stagioni in Campania, dove metterà assieme un centinaio di presenze.
Convincendo niente popò di meno che la Juventus a puntare su di lui.

E proprio il trasferimento a Torino sarà decisivo per il suo inserimento in questa sorta di classifica virtuale: nel decennio successivo metterà assieme circa trecento presenze in Bianconero, vincendo appunto tutto ciò che c’era da vincere.

All’età di trentacinque anni lascia la Juve, sbarcando a Genova.
Le cose col Grifone però non lo soddisfano, così decide di porre fine alla propria carriera nel 1995.

Il tutto almeno fino al 2008, quando shoccherà un po’ tutti decidendo di tornare a giocare in Prima Categoria, nella marchigiana Arquata. Solo per una brevissima parentesi, ovviamente.

Tacconi che, forse i lettori più assidui lo ricorderanno, incontrai lo scorso anno nel corso di Yahoo Penalty, manifestazione organizzata dal famoso portale internet nel periodo del pre-Mondiale.

Simile, per certi versi, la carriera di Sergio Brio, solido stopper con più di 250 presenze in Bianconero alle spalle.

Nato nel 1956 a Lecce iniziò la propria carriera giovanile proprio nei Giallorossi salentini, esordendo anche in prima squadra appena maggiorenne.

Nel 74, quindi, il passaggio alla Juventus, che però decise di non lanciarlo da subito. Ecco quindi, un po’ come Tacconi, un periodo di crescita lontano dalle pressioni della grande piazza, con tre stagioni, ed un centinaio di presenze, passate in prestito alla Pistoiese.

Nel 78, poi, il suo ritorno a Torino, dove resterà sino al 1990, quando deciderà di porre fine alla propria carriera.
Una carriera in cui, appunto, ha saputo vincere tutto col proprio club.

Brio che nei suoi tanti anni in Piemonte ha giocato spessissimo al fianco di Antonio Cabrini, tra i migliori terzini sinistri nella storia del calcio italiano.

Nato nel 1957 a Cremona iniziò a giocare ed esordì tra i professionisti, proprio come il buon Sergio, nella squadra della sua città.

Dopo un anno passato a Bergamo ecco, nel 1976, lo sbarco a Torino, dove resterà, vincendo tutto, sino al 1989.
In quell’anno arrivò infatti il passaggio al Bologna, dove pose fine alla propria attività agonistica due anni più tardi.

Il capitano di quella squadra formidabile era invece il libero per eccellenza, quel Gaetano Scirea ancora oggi vero e proprio simbolo per tutti i tifosi juventini.

Nato a Cernusco sul Naviglio nel 1953 crescerà nel settore giovanile atalantino, dove esordirà in prima squadra diciannove anni più tardi.

Nel 1974, quindi, il passaggio in Bianconero, dove resterà quasi quindici anni collezionando più di 550 presenze totali.

Vincendo, assieme ai suoi compagni, tutto quanto potesse vincere.

Esattamente come l’olandese Danny Blind, nato nel 1961 ad Oost-Souburg e storico capitano dell’Ajax targato anni 90.

Nato terzino destro, Dirk Franciscus Blind, questo il suo nome completo, seppe trasformarsi negli anni in un ottimo difensore centrale. Tanto da formare una delle coppie più solide d’Europa assieme a Frank de Boer, oggi allenatore dei Lanceri.

Restringendo un po’ il campo, e limitandoci solo alle tre maggiori competizioni del Vecchio Continente, ecco che il discorso si potrebbe invece allargare anche a Marco Tardelli, Gianluca Vialli, Vítor Baía ed Arnold Mühren. Anche loro quattro, infatti, sono stati capaci di vincere nella propria carriera Coppa delle Coppe, Coppa UEFA e Champions League.

2 commenti

  1. Cabrini e Scirea possono inoltre vantare un Mondiale in bacheca, carriere a dir poco straordinarie..

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