Settori giovanili – Barcelona Juvenil B

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La passione che nutro nei confronti del calcio è sconfinata, penso lo si sia capito.
Così come quei pochi che seguono in maniera più o meno giornaliera questo blog non possono non aver capito anche come io abbia sempre un occhio di riguardo nei confronti del calcio giovanile.

E’ lì, del resto, che nascono i campioni del futuro.

Ecco perché vorrei cominciare a parlare un po’ di e con il mondo calcistico giovanile. Qualche scheda di giovani dal potenziale interessante già l’ho fatta, così come spesso vi ho dato conto di alcune competizioni giovanili (per nazionali quanto per club, come il Viareggio).
Ora direi di estendere un po’ il discorso, parlando più nello specifico di un dato settore giovanile o di una certa scuola calcio.

Il tutto iniziando da Barcellona.
Perché da sempre provo un’attrazione irrazionale e recondita verso i colori blaugrana. Ma più che questo impulso a farmi apprezzare il lavoro svolto nella cantera catalana sono i grandissimi risultati acquisiti nel corso degli ultimi anni. I giocatori portati in prima squadra, infatti, sono tantissimi, molti dei quali sono stati poi capaci di imporsi anche in nazionale spagnola andando quindi a formare l’ossatura di quella squadra capace di vincere, nel corso di due anni, Europeo e Mondiale.

Perché davvero da tempo, ormai, i dirigenti del Barça mettono un’attenzione maniacale nel curare il proprio settore giovanile, ben sapendo cosa questo possa voler dire per la prima squadra e quali possano essere gli effetti benefici sulla stessa di un lavoro certosino con la cantera.

Avendo potuto seguire il match proprio tra lo Juvenil B, formazione composta da ragazzi delle classi 93 e 94 (con qualche 95 a condimento del tutto), ed il Castelldefels, quindi, mi sono sentito in dovere di parlarne perché, al solito, in quel di Barcellona stanno svolgendo ancora una volta un grandissimo lavoro con i loro giovani.

Partiamo da un assunto, quindi. A scontrarsi sono la squadra capace di dominare, fino a questo momento, il Gruppo 7 – quello catalano, appunto – ed una, il Castelldefels, navigante nelle zone basse della classifica, al quattordicesimo posto (su diciotto squadre).
La forza delle due squadre, quindi, non era minimamente paragonabile già ancor prima che iniziasse la partita. Ma del resto il dominio dell’equipe allenata da Sergi Barjuan, terzino sinistro che giocò nel Barça nel corso degli anni novanta, è tutt’altro che casuale: squadra compatta, aggressiva e, soprattutto, molto talentuosa, quella blaugrana.

Ma parliamo della partita: il Barça scende in campo con una disposizione tattica che ricalca più o meno fedelmente quella della prima squadra. E’ risaputo, infatti, che il metodo Barcellona consista anche in questo: dare la stessa impostazione tattica a tutte le squadre della cantera di modo che in futuro sarà più semplice per un giovare acclimatarsi alla prima squadra posto che verrà calato in un ruolo che già conosce alla perfezione dovendo quindi semplicemente replicare movimenti già assunti da tempo.

Davanti al portiere, Sergi Tienda, viene quindi schierata una linea a quattro composta da Adrià Escribano sulla destra, il camerunense Macky Bagnack ed il dominicano Carlos Martinez come centrali e Brian Olivan a fungere da terzino sinistro. A centrocampo, poi, spazio a Fernando Quesada (già nazionale under 16 e 17) a fungere come regista basso con ai propri fianchi il macedone David Babunski ed il connazionale Jordi Quintillà. L’attacco, schierato a tre, vede poi agire i camerunensi (ben tre, nell’undici titolare di questa Juvenil B blaugrana) Olivier Moussima e Jean Marie Dongou rispettivamente come ala destra e centravanti, con lo spagnolo Cristian Herrera a completare il quadro come ala sinistra.
Al dodicesimo della ripresa, poi, Moussima lascerà il posto al nigeriano Mamadou Sylla mentre al ventunesimo Brian verrà sostituito da Aitor Ruano che si piazzerà centralmente al fianco di Bagnack, con Carlos spostato sulla fascia sinistra. Alla mezz’ora, infine, Pol Roigè prenderà il posto di Cristian, scambiandosi però di fascia con Sylla mentre quattro minuti più tardi Roger Canadell sostituirà Escri.
Cambio tattico, quest’ultimo: con un centrocampista per un terzino, infatti, Sergi deciderà di modificare il proprio modulo passando da uno zemaniano 4-3-3 iniziale ad un più zaccheroniano 3-4-3 con Bagnack, Carlos e Ruano in difesa ed una mediana composta dal nuovo entrato, Babunski, Jordi e Nando.

Ed è subito proprio il Barcellona, forte della grandissima tecnicità di un po’ tutti i suoi interpreti, a prendere e tenere saldamente in mano il pallino del gioco. I primissimi minuti non sono comunque giocati su ritmi eccezionali, con i padroni di casa che si accontentano di far girare palla in maniera molto tranquilla aspettando il momento giusto per colpire.

Momento che arriva dopo cinque soli minuti di gioco quando Moussima è atterrato sulla trequarti e Brian va a calciare in mezzo il pallone, con una conclusione potente e tagliata che pesca sul secondo palo Bagnack che svetterà nell’area avversaria per bucare l’estremo difensore del Castelldefels. Rete confezionata da due difensori, quindi, con il centrale camerunense che potrà festeggiare coi propri compagni la prima marcatura della sua stagione.
Perfetti, nell’occasione, sia il cross del terzino sinistro spagnolo che l’inserimento ed il colpo di testa del centrale africano.

E’ comunque un dominio assoluto quello dei giovani catalani che pur senza strafare  fanno vedere ben poco il pallone agli avversari. Così cinque minuti dopo la rete del vantaggio i ragazzi di Sergi costruiscono un’azione che vale la massima punizione: Carlos Martinez porta palla oltre la metà campo e serve Cristian che gira di prima in direzione di Babunski; il centrocampista macedone, quindi, offre la sfera al limite a Dongou che dopo essere penetrato in area tenendo alle proprie spalle il diretto marcatore viene atterrato dallo stesso. L’arbitro non ha quindi la benché minima esitazione e concede, appunto, il rigore.
Sul dischetto si presenta lo stesso Dongou, che spiazzerà facilmente il portiere avversario con un piatto destro ad incrociare. Due a zero, due reti camerunensi. Anche questa è globalizzazione.

Dominio assoluto, dicevo. Perché parlarne non rende bene l’idea, ma è palese come questi ragazzi abbiano già assorbito in pieno la mentalità barcelloneta: non buttano via un pallone che sia uno, dribblano solo quando necessario ed utile allo sviluppo dell’azione, costruiscono fitte trame di passaggi per creare falle nella difesa avversaria, sino poi a colpire.
Possesso palla che non saprei quantificare, ma assolutamente in netto favore della squadra di casa. Che però, un po’ proprio come la prima squadra, non convertirà questo dominio a livello di possesso in una caterva di tiri in porta. Anche a questi ragazzi, insomma, pare piaccia abbastanza specchiarsi nella loro bellezza.

Il dominio di cui parlavo, comunque, si concretizza una terza volta in rete a cinque minuti dal termine del primo tempo. Ed è un’azione, quella che porta al tre a zero, che mette in mostra tutte le qualità di palleggio dei blaugrana, certo, ma anche tutta la tranquillità con cui riescono a giocare questi ragazzi: Carlos manovra sulla propria trequarti scambiando il pallone prima con Babunski e poi con Brian, senza però avanzare di un metro.
Vedendo, dopo questi due tentativi, i ragazzi del Castelldefels arretrare, quindi, il centrale dominicano porterà palla per qualche metro, temporaggiando molto affinché qualche suo compagno potesse liberarsi per ricevere il passaggio. Una volta visto Nando muoversi a dovere, quindi, lo servirà con un passaggio potente e preciso che sarà smorzato di prima intenzione dal regista del Barça in favore di Quintillà. La mezz’ala sinistra della formazione catalana, a sua volta, aprirà il gioco per Cristian che avrà inizialmente qualche difficoltà nel controllare il pallone, riuscendo comunque a tenerlo in campo. Chiusa sul fondo, quindi, l’ala spagnola alleggerirà all’indietro su Babunski, che girerà immediatamente il pallone a Dongou. Un paio di doppie finte per la punta camerunense che stordirà il proprio diretto marcatore e dopo averlo saltato servirà centralmente un pallone che Nando dovrà solo depositare in rete, per il più facile dei rigori in movimento.
Tanto di cappello.

Non c’è proprio partita e a confermarlo ci pensa Cristian che a nove minuti dall’inizio della ripresa firma il quattro a zero: Babunski strappa a Manel una palla che dopo il rimpallo termina a Carlos il cui break centrale va a mettere in movimento l’ala sinistra blaugrana che dopo aver saltato con un po’ di fortuna un avversario si porterà al limite dell’area per saltare l’estremo difensore avversario con un pallonetto delizioso.

Una foto dell'Infantil B del Barça di qualche anno fa. Nella stessa è possibile riconoscere Pol Busquets, Brian Olivan, Aitor Ruano, David Babunski, Fernando Quesada, Cristian Herrera, Pol Roigè e Olivier Moussima, tutti giocatori che fanno parte dell'attuale Juvenil B

Non solo possesso, comunque. I ragazzi di Sergi dimostrano infatti di saper colpire anche in contropiede al ventisettesimo della ripresa quando sugli sviluppi di un corner a favore del Castelldefels arriva la ripartenza velocissima del Barça con Babunski che al limite della propria area verticalizza per Cristian il quale dopo aver controllato il pallone all’altezza della metà campo lancerà in profondità l’arrembante Sylla.
Qui, va detto, bisogna attribuire delle colpe al malcapitato portiere del Castelldefels: sul filtrante dell’ala sinistra blaugrana, infatti, prova ad uscire dai pali per tentare l’anticipo sull’ala destra nigeriana che è però infinitamente più rapida di lui ed arriverà prima sul pallone, battendolo poi con un pallonetto – il secondo del match – che farà terminare la corsa del pallone all’interno dello specchio di porta, per il cinque a zero.

E non è finita qui: al trentacinquesimo arriva anche il sesto. Quintillà recupera palla sulla propria trequarti e serve Babunski che non ci pensa due volte prima di servire Sylla sulla sinistra. Un volta in possesso di palla, quindi, il nigeriano temporeggerà attirando su di sè la lieve pressione di tre avversari per far filtrare poi un pallone in direzione di Dongou che taglierà in area per battere con un tocco di prima intenzione il portiere avversario.

Come potete vedere in questo rapido racconto di quanto avvenuto in partita mi sono limitato a parlare esclusivamente dei goal, senza riportare azione per azione quanto successo. E già solo scrivendo dei goal ne ho dovute usare di parole, eh!

Non c’è stata proprio storia, comunque. E il risultato immagino lo palesi piuttosto bene. Ma anche al di là di esso debbo dire che c’è stata una sola squadra in campo: la squadra allenata da Sergi, infatti, ha fatto il bello ed il cattivo tempo, pungendo ogni qualvolta decideva di accelerare e subendo in fase difensiva esclusivamente quando commetteva una qualche disattenzione dovuta ad un calo di concentrazione o quando, specchiandosi troppo, finiva per perdere palloni sanguinosi (cosa, quest’ultima, accaduta una o due volte in novanta minuti, in realtà).

Ma detto della partita diciamo due parole anche sull’andamento in campionato di questi ragazzi, prima di scendere sul piano personale e andare a parlare un pochino di loro uno ad uno.
Sergi ed i suoi guidano attualmente il Gruppo 7 della Liga Nacional Juvenil con 28 punti guadagnati in 10 partite frutto di 9 vittorie ed 1 pareggio. Serve dire altro? No, non servirebbe. Ma una cosa almeno la devo aggiungere: alla voce goal subiti, infatti, il dato che troviamo è quasi choccante. 1. Ecco quanti goal ha subito (a fronte dei 28 realizzati) la Juvenil B del Barça nelle prime dieci giornate di campionato.

Come è possibile tutto ciò?

Presi singolarmente in realtà i difensori del Barcellona non sembrano essere marcatori irresistibili così come il portiere non ha dimostrato di avere oggi i numeri per essere considerato un novello Casillas.
Ma più in generale, del resto, non c’è stato un giocatore a svettare sugli altri. Per intenderci: nessuno dei giocatori scesi in campo ha dimostrato di avere oggi i numeri del fuoriclasse di livello assoluto.

A fare la differenza, infatti, è stato il gioco di squadra.
Abbinato alle grandi qualità tecniche degli interpreti (come detto non c’è stata storia, livello troppo diverso tra le due compagini), certo. Ma è proprio il gioco di squadra l’elemento su cui è imperniata questa squadra.

La difesa si muove infatti all’unisono, quasi come se fosse una cosa sola. E davanti ad essa centrocampisti ed attaccanti effettuano un pressing non asfissiante ma costante, che scherma in maniera quasi ottimale la difesa stessa.
In fase offensiva, invece, la grandissima circolazione di palla di cui ho ampiamente parlato già in precedenza può risultare molto funzionale a far cadere gli avversari. Con un po’ di cinicità in più, comunque, è probabile che le reti fatte in queste prime dieci giornate di campionato sarebbero ben più di ventotto…

Ma detto e descritto piuttosto ampiamente i pregi della squadra in quanto tale vediamo di dire due paroline anche sugli interpreti impiegati dall’ex terzino della prima squadra e della nazionale iberica nel match in questione.
Cominciando dal portiere, ovviamente.

A difendere i pali della porta blaugrana ci ha pensato Sergi Tienda Gutiérrez, ragazzo spagnolo nato nell’agosto del 94 che, in tutta sincerità, non mi ha entusiasmato particolarmente. Le occasioni per mettersi in mostra, è vero anche questo, non sono certo state un’infinità ma pur senza aver combinato pasticci irrimediabili non mi ha mai dato l’impressione di particolare sicurezza anche negli interventi più semplici.
Ha solo sedici anni, comunque, e molto tempo per crescere.

Adrià Escribano Meroño, il più “vecchio” della rosa a disposizione di Sergi con i suoi diciotto anni da compiere il prossimo dieci gennaio, ha invece occupato il ruolo di terzino destro sino alla sua uscita dal campo. Ordinato, pulito negli interventi, non ha spinto moltissimo in fase offensiva, limitandosi più che altro al compitino.

Già diverso invece il discorso da fare nei confronti di Brian Oliván Herrero, terzino sinistro classe 94. Oltre a svolgere diligentemente i compiti assegnatigli in fase difensiva, infatti, si è proposto con maggior continuità in fase offensiva, mettendo in mostra doti discrete. Il suo pezzo forte, comunque, sembrerebbe essere il suo piede sinistro: notevole, in tal senso, la punizione battuta dopo cinque soli minuti di gioco in favore di Bagnack, bravo a sfruttare quel cross per sbloccare il risultato. E la precisione di calcio per un terzino è una qualità spesso sottovalutata, ma che può fare la differenza a certi livelli.

Centralmente hanno poi agito Macky Frank Bagnack Mouegni e Carlos Julio Martínez Riva.
Il primo, classe 95, è un camerunense già notevolmente dotato fisicamente. Nonostante i quindici anni, infatti, svettava sulla maggior parte degli altri giocatori in campo… senza saltare. E proprio il fisico sembra essere la sua qualità peculiare. Qualora crescendo – e di tempo ne ha, vista la giovanissima età – dovesse mettere su qualche chilo di muscoli non mi stupirei se già così entrasse in un certo giro buono. Notevole, per altro, anche la personalità con cui è stato in campo. Certo che comunque non è tutto oro ciò che luccica: proprio in questo senso va quindi detto anche come tecnicamente sia ancora un po’ grezzo e che lo staff tecnico della cantera blaugrana dovrà lavorarci su parecchio. Se tutte queste componenti dovessero allinearsi nel giusto ordine, comunque, il buon Bagnack finirà sicuramente a giocare nella Liga (o simile).

Il secondo è invece un dominicano classe 94. Più elegante del compagno di reparto è sembrato essere lui a dirigere il reparto quanto, spesso, ad impostare. Niente male di certo, anche se andrebbe rivisto contro avversari più impegnativi.

Davanti alla difesa ha poi agito il capitano della squadra, Fernando Quesada Gallardo.
Di primo acchito verrebbe subito da dire “Questo è il nuovo Guardiola”, perché tatticamente si somigliano veramente parecchio. Nel contempo, però, il buon Nando, che pure proprio a livello tattico dimostra un’intelligenza già matura, non ha, oggi, un piede nemmeno lontanamente paragonabile a quello dell’attuale allenatore della prima squadra. Di certo, comunque, il materiale su cui lavorare c’è anche in questo caso, ed è tutt’altro che disprezzabile. Avendo solo sedici anni ha infatti ancora diverse stagioni per crescere, il più è che riesca a farlo sensibilmente.

Jordi Quintillà Guasch, classe 93, si è invece visto pochino. Il tutto nonostante l’età (era infatti tra i più grandi in campo) ed il numero di maglia (il 10). Anch’esso molto ordinato e preciso in ogni giocata, comunque, andrebbe rivisto in situazioni più probanti.

Di contro mi ha fatto un’ottima impressione David Babunski: il centrocampista macedone, classe 94, ha infatti disputato una partita su livelli indubbiamente più alti dei suoi due compagni di reparto disimpegnandosi spesso egregiamente in entrambe le fasi di gioco e dimostrando grande visione di gioco ed ottima tempestività con tutti quei passaggi effettuati dopo qualche frazione di secondo dal ricevimento della palla.
E’ cresciuto molto nell’ultimo anno, irrobustendosi anche a livello fisico. La strada è quella giusta per far parlare di sè.

Olivier Moussima Ebongue mi ha invece deluso parecchio. Perché da quando è arrivato a Barcellona ha sempre messo in mostra grandi qualità come esterno offensivo, ma contro il Castelldefeles ha combinato proprio pochino.
Di lui si dice abbia fatto rimanere a bocca aperta Eto’o con numeri di alta scuola che spero possa mostrare presto anche al sottoscritto.

E un pochino, nonostante sia risultato più che decisivo nella goleada della sua squadra, mi ha deluso anche Jean Marie Dongou Tsafack. Il perché è tanto semplice quanto composito: da una parte avendo già sentito parlare di lui come di nuovo Eto’o (ma del resto vista la provenienza ed il ruolo non poteva che essere così) mi sarei aspettato una prestazione più brillante, dall’altra perché ha messo in mostra un tiro assolutamente non all’altezza della situazione.
Proprio quello, secondo la mia personalissima opionione, è il fondamentale su cui il buon Dongou, che è comunque solo un classe 95, dovrà lavorare di più nei prossimi anni.

Il migliore del reparto offensivo, insomma, è stato Cristian Herrera Fontanella: ala sinistra classe 94, ha messo in mostra un dribbling discreto, una grande tecnica di base e tanta voglia di fare. Nel suo ruolo in realtà il talento si spreca in Spagna, quindi dovrà sicuramente crescere molto per imporsi. Ma anche in questo caso le fondamenta sono solide, qualcosa di buono lo si può costruire.

Infine va citato il nigeriano Mamadou Sylla, che ha una grandissima qualità: la velocità. Rapidissimo, davvero. Ma anche discretamente capace di controllare la palla in corsa, quanto dotato di una tecnica di base tutto sommato accettabile.

Insomma: nessuno di questi ragazzi ha dimostrato oggi di essere un fenomeno, ma tutti quanti hanno qualità importanti e, soprattutto, se schierati assieme formano uno squadrone quasi imbattibile.

Si parla tanto di “modello Barça”, ma poi in pochi sanno realmente cosa sia.
E, beh… io che personalmente l’ho sempre “studiato” essendone stregato ho provato a raccontarvi qualcosina di una componente di questo modello: la squadra Juvenil B.

Chiudo questa tappa del viaggio all’interno del mondo giovanile Blaugrana con due curiosità.

La prima riguarda il commentatore di Barça TV, che effettua la sua telecronaca in catalano e non in spagnolo. Forse un po’ campanilista come cosa, ma sicuramente altrettanto simpatica.

La seconda riguarda invece uno dei giocatori a disposizione di Sergi, Jessua Andrea Angoy Cruyff.
Sì, Cruyff.

Vi ricorda niente?

11 commenti

  1. mi è capitato di seguire telecronache di basket del barça e della Joventut Badalona su canali catalani e anche quelle sono in catalano, niente di strano. E non ci vedo molta simpatia, ci vedo molto più separatismo: è come se su telefriuli le repliche della Snaidero le facessero in friulano (che non è un dialetto, è proprio una lingua per quanto è diverso dall’italiano).

    Comunque complimenti per l’impegno e per questi pezzi “non convenzionali”.

    1. Ovviamente sono punti di vista.
      Io non vedo così tanto separatista un ambiente in cui, per restare alla Juvenil B, vengono inseriti già in così tenera età ragazzi di tutte le parti del mondo (cinque stranieri su undici titolari, con un ragazzo dell’est Europa, tre africani ed un centramericano).

      A me sembra più che altro un modo per conservare le proprie tradizioni pur proiettandosi nel futuro e nella globalizzazione che lo caratterizza.

      Personalmente troverei simpatico anche il vedere le partite delle Snaidero commentate in friulano. Se su TeleFriuli, certo non su di un carattere nazionale.
      Così come troverei simpatico vedere Videolina commentare il Cagliari in sardo o Rete 55 commentare il Varese nel dialetto delle mie parti.

      Personalmente non sono affatto avverso alla multiculturalità. Anzi, è proprio perché l’apprezzo che mi auguro che la stessa non finisca per fagocitare e cancellare anche quei pezzi di cultura che non sono per nulla “dominanti” (come, appunto, i “dialetti”… che siano dialetti nel vero senso della parola o vere e proprie lingue a sè stanti ma appartenenti solo ad una data minoranza o regione di uno stato).

      Anche se questo discorso, in realtà, ci porta molto lontani dal punto focale della questione, che è più che altro come impostano il lavoro nel settore giovanile a Barcellona e, più nello specifico, l’attuale stato di una delle formazioni principali della loro cantera.

      A margine: grazie per i complimenti.





  2. Ciao sono Antonio Gagliardi nato il 20/03/96 gioco da due anni nel settote giovanile di una squadra di serie a Italiana che sta lottando per lo scudetto.
    Sono un attaccante seconda punta , gioco su entrambe le fasce , il mio forte e’ la velocita’ a partire in contropiede , sono capocannoniere di questa squadra ma non mi diverto, anche se so che stare in una squadra ci si deve divertire e stare a proprio agio, a me in questa squadra tutto cio’ non mi succede , se ci sto è per far contento i miei genitori che mi vogliono a casa la sera ( sono sicuro che se starei nella squadra che amo tanto crescerei molto di piu’ di quel che sono e potrei diventare veramente qualcuno).
    Abbiamo giocato l’anno scorso al torneo di Savona e sono rimasto sbalordito dell’organizzazione del settore giovanile del Barcellona , mi fece la pelle d’oca vedere quei ragazzi della mia eta’ indossare quella magnifica maglia e pensai : chissà se un giorno non potro’ far parte anch’io di una squadra così ? Io ci terrei tanto a fare un provino con voi anche a costi di portare con me i miei genitori facendo la residenza in Spagna così mi svincolerei automaticamente dalla mia squadra anche se sono vincolato fino a 18 anni.

    1. Caro Antonio, direi che hai frainteso non poco questo pezzo.
      Questo è un blog personale di un ragazzo italiano solo di qualche anno più grande di te… se vuoi effettuare un provino per il Barça non è certo scrivendo qui che lo potrai ottenere! 🙂


  3. Richiedo indirizzo mail per poter contattare settore giovanile Barcellona

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