Italia, un paese di mangia allenatori

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L’Italia è realmente un paese di mangia allenatori.
E no, non è solo un luogo comune.

Certo, a tutti ora verrà subito in mente Maurizio Zamparini.
Il Presidente del Palermo è infatti famosissimo per le sue intemperanze in tal senso. Terminare una stagione iniziata sin dal principio con lui come Presidente è praticamente utopia.

Dal 2002, anno del suo insediamento nel capoluogo siculo, il patron dell’EmmeZeta ha già cambiato diciotto volte l’allenatore (in molti casi – tipo l’ultimo – richiamando un allenatore già sotto contratto ma cacciato in precedenza, ovviamente).

Statistica realmente impressionante, soprattutto se rapportato a quanto succede all’estero.

Perché secondo molti Zamparini è l’unico Presidente mangia allenatori d’Italia, ma la realtà è quantomeno lievemente diversa.
Se è vero come è vero che lui sembra quasi affetto da una sorta di schizofrenia in questo senso è altrettanto vero che, limitandoci alla nostra Serie A, non troviamo allenatori che sono stati capaci, negli ultimi anni, di aprire un ciclo pluriennale. E non solo a Palermo.

E se prendiamo i primi cinque campionati d’Europa (Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1, oltre al nostro) ecco che non c’è molto da dire se non che al momento siamo gli unici a non avere una squadra che sia stata capace di trattenere un allenatore per diversi anni.

Effettuando questo viaggio all’interno dell’elite calcistica del Vecchio Continente, infatti, possiamo notare come ovunque ciò sia accaduto, nell’ultimo periodo, tranne che in Italia.

Più nello specifico, ecco la classifica di permanenza su di una panchina degli allenatori che militano attualmente in uno dei campionati succitati:

  1. Alex Ferguson – Manchester United – 25 anni.
  2. Arsene Wenger – Arsenal – 15 anni.
  3. Thomas Schaaf – Werder Brema – 12 anni.
  4. David Moyes – Everton – 9 anni.
    Pablo Correa – Nancy – 9 anni.
  5. Christian Gourcuff – FC Lorient – 8 anni.
  6. Manolo Preciado – Sporting Gijon – 5 anni.
    Jean Fernandez – Auxerre – 5 anni.

Permettetemi qui di aprire una parentesi relativamente a Schaaf: va detto che la sua carriera fa ancora più impressione se si contano gli anni passati nelle giovanili della squadra attualmente presieduta da Jürgen Born: 12 anni totali, tra giovanili e squadra riserve. Che portano il computo a 24 anni, giusto uno meno di Sir Alex.
Se poi pensiamo che Schaaf da calciatore giocò solo al Weserstadion, fin dalle giovanili… ecco che parliamo di ben 39 anni di militanza con gli stessi colori.
Incredibile.

Tornando a noi… dopo il Mondiale vinto dagli Azzurri in Germania nel 2006, insomma, tutte le squadre hanno cambiato allenatore almeno in un caso.
Così che nessuno in Serie A può oggi dire di aver passato l’ultimo lustro sulla stessa panchina.

Che la crisi del calcio italiano parta anche da questo?