Le Interviste di SM – Croazia: parla Alessandro Ignoto di Calcio dell’Est

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Negli ultimi giorni abbiamo parlato molto di Sudamerica.

In principio fu l’Ecuador, con l’intervista a Marco Maioli. Poi fu la volta del Brasile, con Stefano Silvestri. Quindi è toccato all’altro gigante sudamericano, l’Argentina, con i ragazzi di Aguante Futbol. Il tutto prima di passare all’Uruguay, con l’amico Andrea Bracco. E chiudere il conto – almeno per ora – con l’intervista ad Andrea Leoni, che ci ha parlato di Colombia.

Oggi voglio invece riportarvi in Europa, a latitudini a noi più consone.PRVA HNL

Più precisamente in Croazia, dove c’è un movimento calcistico sempre molto interessante da osservare, che nel corso degli anni tanti talenti ha dato al calcio mondiale, in special modo italiano.

Per farlo ho interpretato quello che è forse il massimo esperto di calcio croato che la nostra blogosfera sa esprimere: Alessandro Ignoto di Calcio dell’Est.

Alessandro, iniziamo con una panoramica su quello che è il campionato croato: com’è organizzato? 

Il campionato è composto da 10 squadre che si affrontano tra loro 4 volte, per un totale di 36 turni. I campioni guadagnano l’accesso ai preliminari di Champions League, mentre i secondi, i terzi e i vincitori della coppa nazionali si qualificano ai preliminari di Europa League. Per l’ultima classificata c’è la retrocessione diretta, la nona si gioca invece la permanenza in PRVA HNL con la seconda classificata della “serie b”. La stagione inizia molto presto, verso la metà di luglio e si conclude a maggio, più o meno nello stesso periodo dei maggiori campionati europei. L’unica differenza è la lunga sosta da metà dicembre fino agli inizi di febbraio, scelta fatta per evitare di giocare su campi ghiacciati con un minore seguito di pubblico. La Supercoppa si disputa ad inizio luglio, solo però se a vincere campionato e coppa nazionale sono due squadre diverse.

Lo scorso anno le squadre partecipanti alla Prva HNL erano 12. Questa stagione 10. Come mai? La crisi si fa sentire anche in Croazia?

Nei suoi 20 anni di storia la Prva HNL ha cambiato spesso formato: per molti anni le squadre partecipanti sono state 16, un po’ troppe per un paese di appena 4,5 milioni di abitanti. Uno dei motivi principali della riduzione è sicuramente la difficile condizione economica in cui versano molti club. 
Nel formato a 16, alcune squadre non riuscivano a sostenere le spese di gestione fino a fine stagione, ci sono stati casi di sciopero, con squadre che si sono rifiutate di scendere in campo causa mancato versamento degli stipendi per più di 6 mesi. Non parliamo in questo caso di ingaggi milionari, ma si tratta per lo più di ragazzi molto giovani che anche se non ricevono stipendio sono obbligati a versare tasse allo stato.PRVA HNL
Il passaggio da 12 a 10 è stato fatto seguendo i modelli di successo che arrivano da Danimarca, Svizzera e Austria, in cui la concentrazione della qualità in un numero minore di squadre ha permesso l’innalzamento del livello generale del campionato. Considerando che in Croazia i club puntano soprattutto sui giocatori cresciuti nel proprio settore giovanile diventa estremamente difficile mettere insieme 16 settori giovanili da massima serie. Sugli stranieri si punta poco, soprattutto per i costi. In Prva HNL gli stranieri sono il 13%, e gran parte di questi sono bosniaci, quindi non sono da considerare veri e propri stranieri dato che con i croati condividono lingua e lo stesso passato nell’ex Jugoslavia, arrivando per altro spesso in Croazia molto giovani o a costo zero.

Veniamo ad un po’ di attualità: a guidare la classifica, al momento, è la Dinamo Zagabria. Quante chance ha di bissare il titolo dello scorso anno?

Per la qualità superiore rispetto agli avversari la Dinamo Zagabria la spunterà anche quest’anno, ma lo farà faticando molto di più rispetto agli anni passati. Il Rijeka della famiglia Volpi sta diventando sempre più competitivo, come testimoniato dai buoni risultati a livello europeo. L’Hajduk invece continua a navigare in una situazione economica molto difficile, ma grazie ai talenti che ogni anno arrivano dalle giovanili, ad un allenatore preparato come Igor Tudor e al supporto della Torcida riuscirà a dare battaglia fino all’ultimo. La “Liga 10” (così viene chiamato il formato a 10 squadre in Croazia) sembra dare già ottimi risultati, ci sono molte meno partite scontate e maggior equilibrio.

Il miglior marcatore del campionato è Leon Benko, un ragazzo che però non ha praticamente mai fatto montagne di goal. Esploso tardi o momento fortunato?Leon Benko

E’ il classico caso di giocatore che sboccia tardi. In passato ha giocato sempre come attaccante esterno e da quando (nel 2011) è stato spostato in mezzo all’area di rigore ha iniziato a segnare con una certa regolarità. L’anno scorso si è aggiudicato il titolo di capocannoniere con 18 gol in campionato, in questa stagione si sta superando alla grande con 15 gol in 17 partite di Prva HNL, 2 gol in coppa croata e 6 in Europa League, preliminari compresi. Segna spesso in acrobazia o con tiri al volo, se la cava benissimo di testa. Lo scorso novembre è arrivata anche la convocazione in nazionale. Se prosegue su questo ritmo potremmo vederlo in Brasile la prossima estate. Io lo consiglierei ad una media-piccola di serie A che ha bisogno di un attaccante dal gol facile. 

Tra i migliori marcatori del campionato c’è anche l’algerino El Arbi Hillel Soudani. Cosa possiamo aspettarci da lui? Credi abbia dei margini per cercare fortuna in campionati più ricchi?

El Soudani arriva da un campionato di livello superiore a quello croato, le sua qualità si sono intraviste nelle due stagioni al Vitoria Guimaraes con cui ha anche conquistato la coppa nazionale segnando nella finale. Grazie a quella prova sono arrivate offerte da club di livello superiore alla Dinamo, ma ha voluto dare la precedenza alla squadra croata che lo aveva contattato per prima. Pagato dai campioni croati 900mila euro, difficilmente si può trovare un attaccante migliore per quella cifra. E’ titolare nella nazionale algerina, quindi lo vedremo ai prossimi mondiali. Difficile comunque che la Dinamo lo lasci partire almeno per un altro anno, dato che sarà uno dei punti di forza della squadra nella rincorsa ad un posto Champions nella prossima estate. 

Negli ultimi anni si è registrato un pesante calo di spettatori non solo in Italia, ma anche in Croazia. I dati che ho trovato in rete parlano di 3884 presenze medie nel 1999 che si sono ridotte a 1911 nel 2011. Come ti spieghi questo calo così drastico?Stadio Maksimir

Ci sono più fattori da prendere in considerazione. Come prima cosa in quei 12 anni le condizioni degli stadi sono peggiorate, si è intervenuto poco sul mantenimento delle strutture già esistenti e questo ha allontanato le persone dagli spalti. Altro fattore importante è l’abbassamento del livello qualitativo del torneo, con i migliori giocatori strappati dai club stranieri da giovanissimi. E’ poi calato l’entusiasmo dei primi anni in cui le piccole piazze ospitavano per la prima volta squadre come Dinamo e Hajduk. Anche i tifosi delle due grandi croate hanno cominciato a rimpiangere le sentite sfide contro le formazioni di Belgrado, e ad abbandonare pian piano gli stadi. Nel campionato Jugoslavo i calciatori non potevano abbandonare il paese fino al raggiungimento dei 27 anni, di conseguenza il campionato era molto competitivo e tifosi croati sono stati abituati sempre bene. 
Devo però aggiungere che negli ultimi due anni c’è stata un’inversione di tendenza, con alcuni investimenti che stanno riportando più persone allo stadio. L’Istra 1961 ha realizzato un nuovo impianto che sta attirando più spettatori, il Rijeka comincerà i lavori per lo stadio di proprietà a fine stagione e lo Split ha in cantiere il progetto di nuovo stadio. La scelta di restringere il campionato a 10 squadre sembra anche aver aumentato l’interesse dei tifosi, nella stagione attuale la media è infatti salita a 3500 spettatori per partita.

Chi sono i migliori giovani talenti croati?

Oltre a Pasalic e Halilovic, di cui si parla molto nei portali di calciomercato, tra i migliori talenti ci sono sicuramente Mocinic (’93), regista di centrocampo del Rijeka che ricorda Modric per la grande qualità nella costruzione del gioco, Brozovic, centrocampista offensivo classe ’92 della Dinamo, Petar Misic (’94) e Marko Pjaca (’95) della Lokomotiva Zagabria. Tra i giovanissimi che devono ancora conquistarsi un posto da titolare in prima squadra ci sono due gioielli dell’Hajduk che seguo con grande interesse, parlo in questo caso di Maloku (’96) e Basic (’96). Il primo ricorda lontanamente il primo Cristiano Ronaldo per il dribbling secco, mentre il secondo è un esterno di centrocampo che si ispira al connazionale Srna. 

Cosa ti aspetti dalla nazionale croata in Brasile?

In un girone con Messico e Camerun la Croazia può ambire ad un posto negli ottavi. A mio avviso però, più che dalla forza di questi avversari la qualificazione dipenderà dalla condizione di forma dei giocatori più rappresentativi, parlo in questo caso di Modric, Mandzukic, Srna e Rakitic. Se questi arriveranno al massimo della condizione la Croazia potrà qualificarsi al turno successivo. Importanti saranno le motivazioni e lo spirito di gruppo, che di solito non mancano ai croati in queste grandi manifestazioni. Indipendentemente da come andrà a finire, la sfida di apertura contro il Brasile sarà un’opportunità unica per la nazionale croata che avrà gli occhi di tutto il mondo addosso.

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