Pato, Ibrahimovic, Robinho e l’attacco che verrà

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Fuori da Champions League e Coppa Italia ma ancora in piena corsa Scudetto il Milan è però già costretto a guardare al futuro.

Come tutte le società professionistiche, infatti, “il futuro viene adesso”.

E così mentre i giocatori stanno proprio in queste ore concentrandosi sul match di stasera, che varrà tre importantissimi punti per i ragazzi di Allegri, la società non può che iniziare a sondare le varie piste di mercato che porteranno alla costruzione della rosa per la stagione 2012/2013.

Quando, ancora una volta, il Milan partirà per provare a vincere tutto.

Le lacune di questa squadra, rispetto alle grandi d’Europa, sono abbastanza evidenti.
Diverso, logicamente, il discorso se limitiamo il tutto all’ambito nazionale. Dove però la supremazia che è possibile leggere oggi “sulla carta” va perlomeno mantenuta.

Impresa non facile se si pensa che la Juventus grazie ad Antonio Conte ha fatto in un solo anno passi avanti da gigante (dai due settimi posti delle ultime due stagioni al primo posto attuale), che Moratti potrebbe tornare a spendere per rifondare l’Inter dopo il calo post-Champions 2010 e che dietro ci sono una serie di outsider – tra cui il progetto giovane ma ambizioso della Roma e il Napoli di un sempre vulcanico De Laurentiis – da non sottovalutare in chiave futura.

Ecco quindi che il Milan, come detto oggi sulla carta prima forza del campionato, non può stare a guardare.

E qualcosa, in questo senso, verrà sicuramente fatto a livello offensivo.

Perché se è vero che, concretamente, l’attacco è il reparto che meno necessita di ritocchi in casa milanista è altrettanto vero che sono i goal a risolvere le partite e soprattutto i grandi campioni là davanti ad accendere la passione dei tifosi.

Quindi se dietro quasi sicuramente – a meno di offerte monstre del Barcellona – ci si aggrapperà ancora saldamente a Thiago Silva, probabilmente il miglior centrale al mondo del momento, e in mezzo qualcosa dovrà essere fatto particolarmente interessante sarà capire come Galliani e Braida decideranno di sistemare le cose là davanti.

Dove, oggi, c’è una notevole abbondanza.

Con tutti i giocatori a disposizione, infatti, il reparto offensivo del Milan conterebbe su Ibrahimovic, Pato, Robinho, Cassano, El Sharaawy, Lopez. Sei giocatori per due posti.
Parco attaccanti più che sufficiente.

Però i fatti dimostrano che non tutto è oro ciò che luccica.

E allora se Ibrahimovic è devastante in campionato ma sparisce in Champions Pato è uno dei giocatori meno affidabili – a livello di tenuta fisica – che io abbia mai visto calcare un campo da calcio.
A questo  si aggiunge la poca continuità di Cassano, la tenera età di El Sharaawy (che di per sé non sarebbe un problema, più che altro sembra esserlo per l’attuale allenatore del Milan), l’inconsistenza realizzativa di Robinho e la relativa caratura di Maxi Lopez.

Se a livello numerico il Milan è più che coperto, quindi, è comunque chiaro che la società debba intervenire per sistemare le cose.

Che fare?

Beh, innanzitutto la questione Pato: se potenzialmente rappresenta uno dei migliori calciatori al mondo dei prossimi dieci anni (potenzialmente, sottolineo) è pur vero che la sua affidabilità ormai non scarseggia, di più. E allora per un’offerta tra i 30 e i 35 milioni, stile PSG in gennaio, sarebbe da lasciar partire.

Così come non ci si dovrebbe strappare le vesti nell’eventualità di veder partire l’altro brasiliano dell’attacco Rossonero, Robinho. Che molti tifosi iniziano a mal sopportare per i goal che clamorosamente riesce a sbagliare a porta praticamente vuota.

E, infine, personalmente farei un pensierino anche alla cessione di Ibrahimovic.
Avventata, direbbe qualcuno. Ma ci sono due aspetti da considerare: da una parte la risaputa scarsa incisività a livello europeo, dall’altra il fatto che il tempo passa per tutti. E che se si vuol ricavare qualcosa dalla sua cessione non si può che farlo partire ora.

Rimarrebbero così Cassano, El Sharaawy e Lopez. Col secondo imprescindibile in un progetto che guardi al futuro, ma che se deve giocare quanto quest’anno sarebbe bene dare in prestito.

Insomma, personalmente non riterrei nessuno intoccabile nell’attacco odierno del Milan.

Cedere Pato, Ibrahimovic e Robinho, per altro, significherebbe tirare su un bel gruzzoletto. Diciamo tra i 70 e i 90 milioni?

Più quanto si risparmierebbe con gli ingaggi.

Certo, poi questi soldi andrebbero reinvestiti tutti. Per acquistare tre giocatori che siano un mix di forza, freschezza, atletismo, tecnica, esperienza e futuribilità che possa permettere ai Rossoneri di continuare a competere per ogni traguardo tanto oggi quanto negli anni a venire.

Nomi è inutile farne. Lascio siano gli esperti di mercati a sbizzarrirsi. E soprattutto i dirigenti a visionare e intavolare trattative reali.

E per quanto mi rendo conto che quei tre contemporaneamente è difficile vengano ceduti io, da dirigente, un pensierino ce lo farei.Di certo saranno scelte da non compiere alla leggera.

In entrata, di certo, un occhio andrà buttato in casa City.

Con o senza Mancini qualche epurato ci sarà.

Dzeko, Tevez e soprattutto Balotelli sono i tre nomi che girano con più insistenza.

Magari non tutt’e tre. Ma già accalappiarne uno sarebbe un bel colpo, per la società di via Turati…

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