Varese vs. Padova – Decima giornata di Serie B 2011/2012 – 14/10/11

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Terza vittoria di fila per il Varese di Maran che vince e – a tratti – convince contro il Padova di Dal Canto.

Che, in realtà, parte meglio.

Dati come sicuri vincitori alla vigilia, gli ospiti si presentano con il duo Marcolini-Milanetto (potenzialmente devastante) in panchina ed il trio Cutolo-Cacia-Lazarevic davanti.

E nei primi quarantacinque minuti le decisioni prese dal mister patavino sembrano essere anche azzeccate perché i suoi, pur senza strafare, impegnano in più di un’occasione un sempre attento Bressan, che disputa una partita magistrale.

Il Varese invece dal canto suo è piuttosto sottotono: la difesa è un po’ in affanno, schermata non a dovere da un centrocampo in cui Kurtic continua a palesare una certa staticità e Corti non è quello dei tempi migliori.

Davanti, poi, Cellini corre tanto, ma per lo più a vuoto, e Martinetti le spizza tutte di testa, ma manca incisività.

La partita sembra quindi instradarsi sui binari che vogliono gli ospiti, come da programma, andare in cerca della vittoria fino all’ultimo.

Eppure l’intervallo stravolge le cose. E chissà che la mano di Maran non si sia fatta sentire proprio lì, a livello caratteriale prima ancora che tecnico-tattico.

Perché il Varese che scende in campo nella ripresa è assolutamente un’altra squadra. Molto più concentrata e aggressiva, cerca di schiacciare il Padova nella propria metà campo. Con gli ospiti che, dal canto loro, si lasciano soggiogare dal nuovo approccio alla partita messo in campo dagli avversari, e lasciano il campo alla squadra di casa.

Ecco quindi come arrivano i tre goal dei Biancorossi. Che sarebbero pure potuti essere di più se il sempre ottimo Perin non avesse messo in mostra tutto il suo repertorio.

Dopo il goal di Cacciatore, che sblocca la partita, arriva il rigore di Cellini a chiudere il match e la botta da fuori di Kurtic a metterci la giusta ciliegina.

Non tutto è oro ciò che luccica, comunque. I limiti di questa squadra, che ha sicuramente cambiato volto rispetto ad un mesetto fa, sono comunque ancora evidenti.

In particolar modo è il reparto offensivo a preoccupare, laddove l’incisività è chiaramente latente e la creatività, senza Neto, è limitata agli esterni di centroacampo.

A margine della partita qualche considerazione sparsa.

Innanzitutto bisogna dire che Maran sta sicuramente dimostrando ottime cose, e chissà che Varese non faccia da trampolino di lancio per lui come fu per Sannino. Ma, altresì, che i giocatori una parte – consistente – della responsabilità per la partenza un po’ stentata non possono che averla.

Certo, l’addio di Sannino, le tante partenze estive e i rumors di mercato non concretizzati (che quindi forse hanno lasciato l’amaro in bocca a qualche giocatore, voglioso di seguire i Pesoli e i Pisano in Serie A) hanno sicuramente contribuito a creare un ambiente elettrico, ma carico di energia negativa. E lì, probabilmente, mister Carbone non ha saputo agire adeguatamente sulla psiche dei propri giocatori.

Che però, appunto, avrebbero dovuto approcciarsi alle partite diversamente. Perché tre vittorie di fila oggi non possono certo essere frutto del lavoro tattico fatto da Maran. Ma di una svolta dal punto di vista psicologico.

Per ciò che concerne il Padova, invece, appare chiaro come una squadra che voglia puntare dritta alla A non possa presentarsi con una difesa che, nel complesso, lascia un po’ a desiderare.

In particolar modo non convince affatto una coppia come Legati-Schiavi. Forse qualcosa, in futuro, bisognerebbe fare, là dietro.

Infine Perin. Già due anni fa dissi che questo aveva i mezzi per poter puntare dritto alla nazionale maggiore. E lo ribadisco.

Se solo nel calcio italiano ci fosse più coraggio e si desse più fiducia ai giovani Perin oggi sarebbe titolare fisso di una buona squadra di Serie A.