Italia vs. Polonia under 16: Un bel pomeriggio di calcio a Palazzolo – 09/04/14

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Scoperto che l’under 16 di Bruno Tedino avrebbe giocato a Palazzolo sull’Oglio (Brescia), ad un’ora e mezza di macchina da casa mia (che al ritorno causa traffico son diventate due), sono partito in spedizione con tre amici per godermi una bella giornata di calcio giovanile.

E, lo ammetto, per potermi godere da vicino due dei più fulgidi talenti del nostro calcio: Hachem Mastour (di cui ho parlato nel mio primo libro, La carica dei 201) e Patrick Cutrone (di cui parlerò nel mio secondo libro).

Purtroppo appena giunto al campo mi faccio consegnare una distinta e scopro – cosa che però avevo già immaginato, non vedendo il talentino ex Reggiana riscaldarsi coi compagni in campo – che non avrei potuto gustarmi le giocate di Mastour, acciaccato.

Preso posto in tribuna, giusto un paio di file sotto Giovanni Stroppa ed una fila sopra il D.S. Riccardo Guffanti e l’agente FIFA Dario Paolillo, mi sono quindi goduto i nostri ragazzi, che pur con qualche difficoltà iniziale sono riusciti a far di un sol boccone gli avversari.

Le squadre si schierano rispettivamente con un classico 4-4-2 all’italiana l’una, ed un più moderno e soprattutto europeo 4-2-3-1 l’altra.

Azzurrini che vedono quindi il torinista Cucchietti partire in difesa dei pali, con una linea difensiva composta, da destra a sinstra, dal barese Scalera, l’interista Mattioli ed i milanisti Malberti e Llamas. Centrocampo con l’ascolano Eleuteri, l’atalantino Melegoni (sottoetà), il romanista Bordin e l’interista Piscopo. Davanti, infine, bomber Cutrone a supporto del corazziere Scamacca (anch’esso sottoetà, ma dotato di un fisico over size rispetto ai suoi soli 15 anni).

Dal canto suo gli ospiti, allenati da mister Robert Wojcik, rispondono con Zynel in porta, Andrzejewski, Dzieciol, Prusaczyk ed Holownia in difesa, Dziczek e Bielik in mediana, Domanski, Adamczyk e Kaczmarczyk sulla trequarti ed il solo Listowski davanti.

Polonia che mette subito in mostra una discreta facilità nel far correre il pallone al centro del campo, con i nostri portacolori che inizialmente faticano un po’ a prendere le contromisure.

Così le prime due grosse chance sono proprio biancorosse: prima il numero 10 Adamczyk calcia in diagonale da fuori, colpendo un incrocio dei pali clamoroso. Poi una buona azione polacca porta Listowski a tu per tu col portiere, senza che la punta in forza alle giovanili del Pogon Szczecin riesca però ad avere la giusta freddezza per infilare la rete (va detto che il guardalinee aveva comunque ravvisato una posizione di fuorigioco da parte del numero 16 ospite).

Poi, dopo qualche manciata di minuti necessaria ad adattarsi, è l’Italia ad uscire. Dapprima Cutrone si incunea bene in area ma non riesce a calciare in anticipo rispetto all’uscita di Zynel, che ne spegne sul nascere ogni velleità. Poi il bomber scuola Milan si rifà poco più tardi, ma anche in questo caso uno degli assistenti del signor Provesi di Treviglio sbandiera fuorigioco prima del calcio a rete: goal non valido.

Patrick però non si dà per vinto e qualche minuto più tardi trova la zampata sporca sottomisura, a beffare, infilandogli la palla tra le gambe, l’estremo difensore ospite.

In chiusura di tempo è quindi il numero 10 azzurro, l’interista Reno Mauro Piscopo, a mettere in mostra tutte le sue grandi doti tecniche, con un’ottimo dribbling al limite, capacità di rientrare da sinistra sul destro e tiro a giro sul secondo palo, imprendibile. 2 a 0.

Nella ripresa ha quindi il via la solita inevitabile girandola di cambi, immancabile in occasioni come questa. Ed ovviamente il livello di gioco un po’ ne risente, dovendo entrambe le squadre continuamente riassettarsi in campo.

Quando entra il crotonese Nicoletti in luogo di Piscopo, ad esempio, Tedino si vede anche costretto ad avanzare sulla linea dei centrocampisti il duttilissimo Llamas, proprio per permettere al neo entrato di esprimersi nel suo ruolo naturale.

Cambiano gli addendi ma il risultato non cambia, direbbe qualcuno.

Così dopo la doppietta rifilata alla Croazia a metà del mese scorso ed i due goal (di cui uno però, ripeto, annullato) del primo tempo il solito Cutrone decide di regalare un’altra gioia ai tanti tifosi – per lo più bambini – accorsi sulle tribune del campo di Palazzolo. Infilatosi bene tra le maglie della difesa polacca il numero 9 di Parè si incunea in area e calcia in diagonale, beffando ancora una volta il portiere avversario.

Un 3 a 0 che non lascia quindi molto scampo alla nazionale polacca, troppo inferiore in quanto a qualità rispetto ai nostri portacolori.

Ma veniamo ai singoli.

Per quanto riguarda gli ospiti non si è visto tantissimo di buono. O meglio, ragazzi sicuramente non disprezzabili ce ne sono, ma la maggior parte di questi, ad oggi almeno, non credo possano aspirare ad emigrare verso lidi più blasonati.Mateusz Holownia

Uno dei miei osservati speciali era ad esempio il terzino sinistro in forza al Legia Varsavia Mateusz Holownia, che però – in particolare nel corso del primo tempo – è stato realmente sverniciato da Alessandro Eleuteri. Troppo lo spazio concesso al numero 7 Azzurro, che in un’occasione lo ha anche fatto secco in area con un bel dribbling per poi venire però murato da Bartolomiej Zynel (che, a proposito, gioca nelle giovanili del Jagiellonya Bialystok).
Ma non solo. Il passo dell’ala ascolano gli ha permesso di bucare più volte la fascia, con il malcapitato terzino sinistro polacco sempre vittima delle sue incursioni. Le cose sono cambiate un pochino nel secondo tempo, quando forse anche a causa di un po’ di calo di tensione da parte di Eleuteri Holownia ha retto un po’ meglio.

Il migliore – non che il giocatore più interessante anche e soprattutto in ottica mercato – della formazione ospite è quindi stato proprio quel numero 10 autore sia dell’incrocio dei pali di cui ho raccontato che, soprattutto, di diverse giocate di classe tra la metà campo e la trequarti avversari: Hubert Adamczyk.
Il ragazzo, in forza alla formazione under 19 del Zawisza Bydgoszcz e già nazionale under 17, ha messo in mostra una classe innata, fatta di tecnica sopra la media, piede morbido e buona visione di gioco. Trequartista non ancora formato fisicamente, ma comunque in media rispetto all’età, ricorda il compatriota Piotr Zielinski, attualmente in forza all’Udinese (e, nonostante i soli 20 anni scarsi di età, già nazionale maggiore polacco).

Altro elemento interessante tra i polacchi è anche Krystian Bielik, mediano in forza al Lech Poznan nonché punto fermo della selezione allenata da Robert Wojcik.
Struttura fisica già molto formata, il centrocampista in maglia numero 14 ha messo in mostra una – ovvia – grande capacità nel gioco areo, la ricerca di giocate semplici e non inadatte alle proprie capacità e una tranquillità comunque importante nella gestione del pallone.
Logico che quando a quindici-sedici anni ti trovi a dominare gli avversari da un punto di vista fisico tutto può diventare più facile. E, se pensiamo al puro talento, dobbiamo sicuramente rivolgerci ad Adamczyk più che a lui.
Però ecco, delle basi su cui provare a costruire un calciatore sicuramente le ha, questo ragazzotto.

Veniamo ora ai nostri portacolori.Mattia Del Favero

Non molto da dire sui due portieri, chiamati in causa poco. Il torinista Cucchietti non poteva nulla sull’incrocio di Adamczyk, e per il resto ha dovuto fare forse una parata, nemmeno troppo impegnativa. Lo juventino Del Favero si è invece esaltato parando proprio un rigore calciatore dal numero dieci polacco, intuendo la traiettoria della sfera e lanciandosi efficacemente alla propria destra. Facendo anche un’altra bella parata poco più avanti. Nel complesso comunque una giornata non impegnativissima per i nostri estremi difensori.

Venendo alla difesa, partita più che discreta per il terzino destro scuola Bari Giuseppe Scalera, attento dietro e capace di proiettarsi un paio di volte in avanti in maniera abbastanza efficace.
Si conferma poi ottimo prospetto il solito Andres Llamas, terzino sinistro scuola Milan che avevo già visto giocare più volte in passato. Fisico dirompente, grande gamba, cross discreto ma sicuramente migliorabile. In fase difensiva non ha lasciato alcuno spazio ai propri diretti avversari, in fase offensiva ha supportato con buona costanza la manovra. E’ ancora presto per dire dove possa arrivare, ma certo il Milan in prospettiva ha trovato un giocatore che potrebbe colmare la falla difensiva su quella fascia. Il tutto in attesa di vedere Seedorf lanciare il giovane Tamas, che tanto bene sta facendo in Primavera.

Prove invece contrastanti dei due centrali. Da una parte la solita efficacia del milanista Malberti, anch’esso già visto giocare in più di un’occasione all’Al Kass Cup in gennaio. Difensore centrale piuttosto essenziale, rapido ed attento. Sicuramente un altro giocatore su cui il Milan farebbe bene ad investire in ottica futura.
Male invece, senza se e senza ma, il capitano della nostra rappresentativa under 16, l’interista ex Reggiana Alessandro Mattioli. Poco efficace nel gioco aereo, saltato quasi sempre nell’uno contro uno, molto lento in allungo, poco lucido in fase di impostazione. Di lui ho letto un gran bene. Era la prima volta che lo vedevo giocare. A questo punto anziché bocciarlo lo “rimando a settembre”. Mi viene difficile credere che un giocatore che viene accreditato di grandi cose possa in realtà essere quello visto ieri a Palazzolo.Alessandro Mattioli

Prestazioni senza grandi infamie né lodi per i subentrati nella ripresa, con il crotonese Nicoletti che ha comunque messo in mostra una certa solidità in fase difensiva.

Venendo al centrocampo, bene tutti. Un pochino più opaco degli altri, ma comunque ampiamente sufficiente, il romanista Bordin, sorta di metronomo-frangiflutti davanti alla difesa. Ottime cose le ha invece messe in mostra il classe 1999 Filippo Melegoni, scuola Atalanta. Interno di centrocampo tutto corsa e combattività, è comunque dotato di un tasso tecnico più accettabile per la categoria. Un giocatore che in qualche modo mi ha ricordato un po’ lo juventino Marchisio, come stile di gioco.

Molto bene anche i due esterni schierati da Tedino: sulla destra ha imperversato per tutto il primo tempo, come detto, l’ascolano Alessandro Eleuteri, classico numero 7 di buona gamba e capacità di dribbling che ha bucato più volte la fascia mancina della formazione ospite.
Meno dirompente ma sicuramente più elegante il suo alter ego sulla sinistra, l’interista Piscopo. Grande tecnica di base, ha messo in mostra giocate d’alta scuola che certo non lo hanno fatto sfigurare nel duello a distanza col numero 10 polacco. Il tiro a giro da fuori con cui ha suggellato il momentaneo 2 a 0, poi, è stata una vera e propria ciliegina sulla buonissima torta cucinata ieri dai nostri Azzurrini.

Tra i subentrati si è segnalato, a mio avviso in negativo, lo juventino Simone Muratore. Posizionato a destra in luogo di Eleuteri, non è stato in grado di non far rimpiangere il numero 7 ascolano, non riuscendo praticamente mai a pungere come ci si sarebbe aspettati.

E davanti?

Beh, davanti ha sicuramente deluso molto il “gigante bambino”, Gianluca Scamacca. Il classe 1999 romanista infatti non ha saputo sfruttare il fisico possente (raramente si vede un giocatore di movimento più alto del proprio portiere… cosa che invece è successa ieri con lui e il comunque “non basso” Cucchietti) che madre natura gli ha donato, risultando piuttosto inconcludente ed avulso dal gioco.Gianluca Scamacca

Un po’ di verve in più l’ha quindi provata a mettere il genoano Matarese, subentrato proprio al suo posto nella ripresa.

Ma il protagonista assoluto del reparto offensivo Azzurro è stato, come era logico aspettarsi, il bomber di Parè, Patrick Cutrone. Che dopo la doppietta rifilata nel corso dell’ultima sfida affrontata dalla rappresentativa under 16 contro la Croazia si è ripetuto ieri di fronte ai parietà polacchi. Dimostrando ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, di essere uno dei migliori bomber classe 98 che l’Europa possa offrire oggi.

Ciò che impressiona di questo ragazzo non è però tanto la facilità con cui riesce ad andare in goal. Quanto quella con cui, grazie ad un’intelligenza tattica più unica che rara soprattutto a questa età, sa muoversi in campo.

Giocatore essenziale nelle proprie giocate (tranne quando cerca il goal in pallonetto, giocata che ho capito piacergli molto… ma tentandone anche io spesso lo capisco!), si sa muovere benissimo sia lungo tutto il fronte d’attacco come seconda punta, che in verticale, attaccando gli spazi e l’area di rigore e dettando il passaggio ai propri compagni.

Una vera e propria pepita per il futuro del calcio Rossonero sì, ma soprattutto Azzurro. Perché in fondo se siamo quattro volte campioni del mondo, al netto della fortissima crisi anche tecnica che sta colpendo il nostro calcio, un motivo ci sarà. Ora però dobbiamo proteggere e valorizzare questo talento. Affinché possa ripetere le grandi prestazioni che sta mettendo in mostra a livello giovanile anche una volta che sarà a tutti gli effetti un professionista (cosa che in realtà formalmente è, avendo già firmato un triennale con il Milan, che lo ha subito blindato onde evitare attacchi e “rapine” dall’estero).Patrick Cutrone

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