Arthur e Locatelli possono coesistere?

La convivenza di Arthur e Locatelli è un tema, a mio avviso, già da questa estate.

Un tema che torna caldo dopo aver visto l’impatto di Arthur sulla gara con la Roma.

Che è stato molto buono, in un certo senso forse anche – almeno incidentalmente – decisivo.

Ora, partiamo da un presupposto: non è certo Arthur Melo che ti può svoltare, da solo, una stagione evidentemente complicata.

Questo lo premetto subito così vi togliete il pensiero.

Ma ci sono, a mio avviso, diversi però.

Arthur e Locatelli

Arthur e Locatelli: i presupposti

Partiamo da un presupposto.

Guardando alla rosa juventina dello scorso anno, qual era il reparto più problematico?

Direi, senza grossi dubbi, il centrocampo.

Un centrocampo che in estate è stato rinforzato proprio con l’arrivo di Locatelli, che come ovvio non poteva risolvere da solo ogni problema.

I dubbi sull’accoppiata

Già ad inizio stagione, però, a molti – a partire dal sottoscritto – sembrava “logico” che la Juve, rosa alla mano, provasse a lavorare per far coesistere questi due giocatori.

Del resto si tratta di quelli dotati di maggior talento nel reparto.

Ovviamente capisco anche i dubbi espressi da chi non vedeva molto percorribile questa opzione.

Le squadre devono essere bilanciate, così i reparti.

Ovviamente per farlo bisogna cercare di costruire realtà in cui le varie qualità dei giocatori si amalgamino al meglio.

Può essere quindi che così come molti appassionati nutrissero dubbi riguardo ad una loro possibile coesistenza che portasse frutti, allo stesso modo questi dubbi potrebbero essere nati anche all’allenatore stesso.

Per di più, parliamo di un giocatore che ha iniziato la stagione fuori dal gruppo.

Essendo infortunato per sanare un problema di calcificazione precedente, Allegri non ha potuto provare a lavorare su questa soluzione almeno fino ad ottobre, quando Arthur è rientrato a disposizione.

Da lì in poi, però, i due hanno giocato solo 27 minuti assieme: 15 contro la Roma all’andata, 12 contro il Verona tre giornate più tardi.

Arthur e Locatelli con la Roma

Poi fino a questa domenica, in cui hanno giocato altri 28 minuti assieme, più niente.

Ora, possiamo dire che la Juventus stia funzionando?

Possiamo dire che abbia trovato un suo equilibrio fattivo tenendo il brasiliano in panchina?

Io direi di no.

E non voglio dire nemmeno che sia il suo ingresso, che ha dato più libertà offensiva a Locatelli, ad aver cambiato la partita e ribaltato il risultato con la Roma.

Potrebbe essere anche solo un caso il fatto che Arthur entri sul 3 a 1 e poi la partita si chiuda 3 a 4.

Ma che prestazione ha fatto, il brasiliano?

Con la Roma ha giocato 28 minuti, in cui ha toccato 16 volte il pallone.

Ha tentato 15 passaggi, completandone 14 e facendosene intercettare uno (93,3% di efficacia, ma su un sample molto piccolo). 7 di questi sono stati passaggi a medio termine (tra i 13 ed i 27 metri), 4 sopra i 27 metri, tutti riusciti.

Arthur e Locatelli

Scendendo più nello specifico, ci sono un paio di dati secondo me interessanti e da cui partire per parlare della presenza di Arthur in campo, ovviamente in affiancamento a Locatelli.

Uno riguarda il numero di passaggi terminati nell’ultimo terzo di campo, quello offensivo: 3 su 14, il 21,4%. Tanto per intenderci, nella Juve il massimo lo hanno fatto Locatelli e De Sciglio, con 5 a testa.

Altro dato interessante, quello relativo alla distanza progressiva (ovvero quella che prevede lo spostamento del pallone verso la porta avversaria) coperta dal giocatore in possesso.

51 metri, ovvero solo 5 in meno di Locatelli (che però era titolare) e, dal centrocampo in su, più basso solo di McKennie e di Dybala.

Che fare ora?

Mi preme quindi sottolineare una cosa.

In una condizione in cui tutto gira ed hai trovato una quadra alla squadra, pensare a chi sta fuori diventa esercizio di stile.

La Juve, però, questa quadra non l’ha ancora trovata.

Si rinnovano quindi, a mio avviso, le velleità di chi pensa che l’equilibrio vada cercato – che non significa sarà sicuramente possibile trovarlo – provando a far coesistere quei due.

Con ciò non sto dicendo che Allegri non ci stia magari lavorando in allenamento.

L’unica cosa che so è che in tre mesi e mezzo i due hanno giocato assieme solo 55 minuti, un po’ pochino per provare a testarli in coppia.

Non si può quindi dire con certezza che Arthur e Locatelli assieme non funzionino.

(Ovviamente, non si può dire nemmeno il contrario!)

Sono curioso di vedere come evolverà la cosa.

Per conto mio era doveroso lavorare su una soluzione che li implicasse in campo assieme già ad inizio stagione, visto la qualità media del reparto.

Lo diventa inevitabilmente di più oggi che, appunto, la squadra non sembra comunque girare pur senza la loro compresenza.

Conclusioni

E’ un po’ come il discorso fatto nei commenti al post su Sarri di ieri.

A volte sopra le righe, per qualcuno antipatico (del resto nemmeno Gesù piaceva a tutti), comprensibilmente inviso a…

Pubblicato da Francesco F. Pagani – Sciabolata Morbida su Lunedì 10 gennaio 2022

Usare col contagocce Luis Alberto e Lazzari, in un certo contesto, lo capisco anche.

Nel momento in cui però non trovi un equilibrio così, allora tanto vale provare a cercare spostando la lancetta sulla ricerca della qualità massima che la tua rosa ti possa garantire.

Partire sempre dal presupposto che mettere assieme più giocatori di qualità non ti permetta di costruire degli equilibri trovo sia sbagliato.

E’ un vizio culturale molto presente nel calcio italiano.

Però nonostante ciò è un discorso che capisco anche.

Fino a che, appunto, anche soluzioni sulla carta più equilibrate non si dimostrino comunque fallaci, però…!

Non so cosa vi aspettiate voi, ma io ribadisco quanto detto ad inizio stagione: dall’allenatore della Juventus mi aspetterei provasse a far coesistere i due.

Sebbene possa capire l’eventuale ritrosia, è un discorso che a mio avviso va a decadere dopo un girone di campionato in cui la Juve non ha comunque trovato un equilibrio adeguato.

Per qualcuno può essere controintuitivo, ma non è affatto detto che questo equilibrio non possa passare proprio dalla coesistenza di Arthur e Locatelli.

Perché spesso si pensa che l’equilibrio si trovi solo costruendo una fase difensiva importante.

Invece, essendo interconnesse le fasi di gioco, questo può passare anche dall’accoppiare giocatori il cui punto di forza sta nella fase di possesso…

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