Atalanta vs. Palermo – Quarti di finale sessantaduesima edizione del Torneo di Viareggio – Coppa Carnevale – 11/02/10

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale. ________________________________________________________________

Atalanta e Palermo si scontrano in quel di Viareggio sotto ad una pioggia copiosa per cercare l’accesso alle semifinali, dove si troverebbe la vincente tra Juventus e Sassuolo.

Per assicurarsi il passaggio del turno il Palermo si schiera con un 4-3-1-2 con il solito trio offensivo che vede Laribi a supporto di Giovio e Mbakogu.
L’Atalanta dal canto suo risponde con un 4-3-3 con il nuovo acquisto (debutto assoluto) Toivomaki terzino destro e il trio Villanova-Franciosi-Gabbiadini in attacco.

CRONACA
Nonostante le due squadre siano alla quinta partita in soli nove giorni entrambi gli undici risultano subito essere molto pimpanti, grintosi e vogliosi di portarsi subito in vantaggio per provare a garantirsi un posto al turno successivo.

Dopo diversi minuti di sostanziale equilibrio, con le squadre molto corte e con un atteggiamento tattico atto a non lasciare spazio agli avversari, arriva, al quarto d’ora, una vera e propria occasione da goal: Giovio effettua un assist di controbalzo mettendo in movimento Mbakogu e dopo aver tenuto alle proprie spalle il suo marcatore grazie alla prestanza fisica che Dio gli ha dato calcia debolmente verso la porta difesa da Rossi, che para senza problemi.

Ed è proprio il colored palermitano che cinque minuti più tardi si rende ancora pericoloso, sempre su lancio di Giovio. Questa volta il suo diagonale mancino è scoccato con buona potenza, ma scarsa precisione, spegnendosi sul fondo.

Dopo i primi due sussulti la partita scende un po’ di tono ed inizia a trascinarsi un po’ stancamente per diversi minuti. Il tutto fino al trentottesimo quando Laribi fa una fiammata e calcia di collo pieno da fuori, chiamando Rossi ad un intervento super, distendendosi completamente per deviare in angolo.

In apertura di ripresa prova a farsi vedere l’Atalanta con Meduri che dopo essere entrato in area prova a puntare Siragusa, lasciandosi poi andare su di un presunto contatto con il capitano Rosanero. L’arbitro non ha dubbi ed ammonisce il giocatore atalantino reo, a suo dire, di aver simulato.

Subito dopo è il Palermo a farsi pericoloso: sugli sviluppi di una punizione deviata il pallone giunge a Mbakogu che dal limite dell’area piccola prova a scoccare un tiro a colpo sicuro, che è però murato da un difensore atalantino. Dea che parte quindi in contropiede e porta Villanova a calciare dal limite, sfiorando il palo alla destra di Caroppo.

Atalanta che si fa pericolosa anche un paio di minuti più tardi quando lo stesso Villanova mette un cross morbido in area che non è intercettato da Gabbiadini e che fa finire il pallone sui piedi di Monacizzo, che trovandosi però sulla linea di fondo non riesce a far altro che far terminare il pallone sul fondo.

Per ritrovare una delle due squadre pericolosamente vicine al goal bisogna aspettare la mezz’ora quando Mbakogu brucia diversi metri di svantaggio rispetto ad uno dei centrali atalantini riuscendo ad arrivare sul pallone giusto al limite dell’area arrivando anche in anticipo sul portiere avversario ma calciando a lato un pallone che chiedeva solo di essere spinto in rete.
Al trentasettesimo è invece Giovio a rendersi pericoloso: la punta laria riceve al limite e, pur se circondato da tre avversari, si gira in un fazzoletto e calcia con rapidità, trovando però la pronta risposta di Rossi.

In chiusura, a tempo ormai scaduto, Mbakogu si mangia un goal praticamente già fatto: dopo essere scattato su di un lancio profondo entra in area e fa secco Colombo per calciare poi di sinistro sul secondo palo, mandando però la palla a lato e chiudendo qui un match meritato ma non portato in porto dai Rosanero.

In apertura del primo tempo supplementare Gabbiadini mostra un saggio di tecnica pura: batte una punizione da posizione centrale a circa ventitre metri dalla porta difesa da Caroppo; il suo interno sinistro è preciso sotto l’incrocio e potente abbastanza da fredda il portiere Rosanero, che può solo guardare il pallone infilarsi in rete.

Partita che scorre quindi sulla stessa falsariga sino al termine: corretta, Palermo sempre in controllo del gioco, Atalanta che si affida più ai singoli che alla manovra, reggendosi poi su di una buona organizzazione difensiva. Alla fine, quindi, a fare la differenza è proprio una giocata di Gabbiadini, che risolve la partita su punizione.

COMMENTO
L’inizio ad alto ritmo è solo un fuoco fatuo che si spegne dopo pochi minuti.
La fatica del trovarsi a giocare il quinto match in nove giorni si fa sentire presto ed incide molto per entrambe le squadre.

Nonostante questo esce comunque subito, fin dal primo tempo, una certa superiorità della squadra Rosanera, che può mettere in campo una qualità maggiore rispetto agli avversari.
Superiorità che si mantiene invariata anche nel secondo tempo: la partita non è certo dominata, ma sono proprio i siciliani a costruire di più ed ai punti meriterebbero nettamente il passaggio del turno.

Come già capitato in precedenza, ad esempio contro lo Spartak Mosca, è la precisione sotto porta a mancare, in special modo in quel Jerry Mbakogu che continua a far intravvedere grandi qualità atletiche e discrete capacità tecniche ma che continua a mancare per quanto riguarda la continuità realizzativa.

Bonacina guida i suoi ragazzi sino in semifinale

Mbakogu che deve quindi cospargersi il capo di cenere: come detto anche da mister Pergolizzi ai microfoni di RaiSportPiù nel corso del match non si può pensare di vincere sbagliando tutti quei goal. Ed alla fine, come spesso capita, chi troppo spreca viene punito.

MVP
Non c’è un vero e proprio dominatore della partita, perché nessuno si è realmente elevato sulla massa come capitato in diverse altre occasioni.

Già solo per il goal segnato – sia per la bellezza dello stesso che, soprattutto, per la pesantezza – il man of the match non può che essere Manolo Gabbiadini, 18enne punta atalantina che risolve il match con una splendida punizione che basta a trascinare la Dea in semifinale. E chissà che Gabbiadini non si ripeta anche lì, dove ad aspettarlo c’è l’agguerritissima Juventus, decisissima ad imporsi per difendere il titolo guadagnato l’anno scorso sino all’ultimo atto…

I commenti sono chiusi