Champions League 2008-2009: Ottavi di finale – 24/02/09

Finisce 0 a 0 a San Siro tra Inter e Manchester.

Davanti a 84mila spettatori l’Inter scende in campo come suole fare solitamente nei big match europei: timida. E la timidezza si fa sentire tutta, con i Nerazzurri che regalano per intero il primo tempo allo United, che strameriterebbe di chiudere in vantaggio la prima frazione.

Santon conferma anche contro il Manchester le sue grandi qualità (goal.com)
Santon conferma anche contro il Manchester le sue grandi qualità (goal.com)

Mourinho decide di schierare il colombiano Rivas e non Cordoba (come in molti si aspettavano) centrale al posto di Samuel (fermo per un risentimento al polpaccio sinistro), e la scelta si dimostra infelice. Il centrale difensivo è infatti uno dei peggiori di un’Inter molto negativa, dimostrando di subire tantissimo la pressione psicologica, che lo manda in palla; se a questo si unisce il fatto che parliamo di un giocatore tecnicamente molto limitato ecco che ne esce quanto visto.

Al pari di Rivas pessimo primo tempo anche per Muntari, anche lui piuttosto in bambola. Il centrocampista ghanese non da il solito apporto di qualità, lasciando così scoperto Santon. Santon che è, invece, la vera nota lieta di questa partita: il 18enne terzino di Portomaggiore gioca una grande partita, arginando molto bene un certo Cristiano Ronaldo, Pallone d’Oro, FIFA World Player, Scarpa d’Oro, campione d’Inghilterra, d’Europa e del Mondo solo l’anno scorso. Santon che dopo un inizio un attimo timido, come tutta l’Inter, esce alla grande. Non è schermato a dovere, come detto, da Muntari, ma non sbaglia praticamente nulla.

Intendiamoci, non stiamo parlando di un ragazzo che fa il fenomeno e si mangia la fascia come Maicon o come, per venire alla fascia sinistra, i migliori Roberto Carlos o Zambrotta… semplicemente fa ciò che deve, e lo fa con grande precisione, puntualità e tranquillità.

Lo dico ora: ha solo diciotto anni, ma questo bambino, come ama chiamarlo Mourinho, dovrà saltare a piè pari le varie under che gli mancano, per passare direttamente in nazionale maggiore.

Inter che comunque, come detto, gioca un primo tempo di assoluta sofferenza, con Julio Cesar che si erge ad Eroe assoluto, fermando in più di un caso gli attacchi dei Red Devils, alcuni dei quali (come quello di Giggs su svarione totale di Rivas) davvero pericolosissimi.

United che costruisce tantissimo nonostante scenda in campo con una formazione più prudente del solito: davanti, infatti, c’è il solo Berbatov (con Ronaldo largo sulla destra a supporto), con Tevez e Rooney (quest’ultimo entrerà a sei minuti dalla fine al posto di Park) in panchina assieme a Scholes, altro giocatore capace di inserirsi bene.

Rooney, tenuto un po a sorpresa in panchina da Ferguson (televisionando.it)
Rooney, tenuto un po' a sorpresa in panchina da Ferguson (televisionando.it)

Ferguson imposta quindi, sulla carta, una squadra capace di chiudersi bene, con un centrocampo folto di buoni giocatori capaci di chiudere gli spazi (come Park, Carrick e Fletcher, più l’esperienza di Giggs), una squadra che, sempre sulla carta, sembra più adatta a ripartire che a gestire il gioco. I tanti demeriti dell’Inter, però, lasciano il pallino del gioco ad una sola squadra, tanto che Bruno Longhi, commentatore dell’incontro per Mediaset Premium, verso la fine della prima frazione fotograferà ottimamente la partita dicendo che si stava riducendo tutto ad uno scontro tra il Manchester e l’ottimo Julio Cesar.

Negli spogliatoi succede sicuramente qualcosa, immagino una sfuriata di Mourinho: nel secondo tempo, infatti, l’Inter si sveglia ed è molto più aggressiva. L’atteggiamento dei Nerazzurri, infatti, è totalmente diverso rispetto al primo; non che creino grandissime occasioni (Van der Sar chiuderà senza aver fatto una parata), ma se non altro si vede un’altra squadra.

Nel contempo il Manchester pare partire da subito con un baricentro più basso rispetto al primo tempo, cosa che sicuramente aiuta l’Inter nel suo gioco.

Tutto sommato il pareggio, soprattutto per come andato il secondo tempo, è un buon risultato per l’Inter: non aver subito goal in casa vuol dire molto, all’Old Trafford basterà infatti anche un pareggio con goal per passare il turno.

Il problema vero è che andare a Manchester a fare la partita è quasi impensabile, a meno che gli inglesi non si prendano una bambola da record.

Perde, invece, l’altra italiana: la Roma, infatti, esce sconfitta dall’Emirates, dove l’Arsenal s’impone grazie ad un rigore realizzato da Van Persie.

Roma in cui si mette in evidenza Marco Motta, terzino destro capitano dell’under 21. Anche questa è un’ottima notizia in ottica Azzurra: lui e Santon sono due prospetti molto interessanti per il futuro della nostra nazionale.

Marco Motta, positivissima sorpresa della serata dellEmirates (news-roma.com)
Marco Motta, positivissima sorpresa della serata dell'Emirates (news-roma.com)

In evidenza anche, ma in senso negativo, Loria: un centrale forte fisicamente ma dai fondamentali piuttosto scarsi, non certo la migliore delle carte da giocarsi in un ottavo di Champions.

Roma che quindi si giocherà tutto all’Olimpico: la possibilità di passare c’è ancora, ma la strada è sicuramente in salita.

Pareggio, un po’ a sorpresa, per il Barcellona a Lione. L’1 a 1 finale tiene comunque i Blaugrana in posizione favorevole per il passaggio del turno, ma dalla squadra che fino ad un paio di settimane fa (prima che arrivasse un piccolo calo fisiologico) ci si aspetta sicuramente qualcosa di più, per quanto il Lione sia una bella squadra con anche individualità di spicco.

Proprio una di queste individualità, capitan Juninho, approfitta di un momento di black-out totale di Victor Valdes, portiere spagnolo, per firmare l’1 a 0 con una punizione battuta dalla destra dell’area avversaria.

Il goal non è comunque un caso: è proprio la squadra di casa, infatti, a giocare meglio.

Subito dopo il goal (avvenuto al 7′), però, una fiammata di Eto’o porta il Barcellona vicino al goal: la punta camerunense, infatti, colpisce un palo.

Per arrivare al pareggio, comunque, si deve aspettare il 67′: è qui, infatti, che Henry segna una rete che potrebbe rivelarsi fondamentale per il passaggio del turno.

Barcellona che resta quindi la favorita e cui potrebbe bastare uno 0 a 0 al ritorno per passare il turno.

Termina in pareggio anche il match tra Atletico Madrid e Porto, in una vera e propria sagra degli errori.

Padroni di casa che passano in vantaggio dopo tre soli minuti di gioco, con Maxi Rodriguez che sfrutta un assist del neo-papà Aguero per sbloccare subito il risultato.

Non passano venti minuti che la parità si ristabilisce: Ibanez, centrale difensivo spagnolo, liscia completamente un pallone di testa, spianando la strada a Lisandro Lopez, che fredda senza problemi l’incolpevole Leo Franco.

Una doppietta di Lopez permette al Porto di pareggiare al Vicente Calderon (dailymail.co.uk)
Una doppietta di Lopez permette al Porto di pareggiare al Vicente Calderon (dailymail.co.uk)

E’ il Porto a fare la partita, ma in chiusura di tempo Forlan calcia dal limite e con la complicità di Helton, protagonista di un black-out ancora più clamoroso di quello avuto da Victor Valdes, riporta in vantaggio i suoi, chiudendo la prima frazione sul 2 a 1.

Al 72′, però, il solito Lisandro Lopez trova la via per firmare il raddoppio, chiudendo di fatto il match.

Al ritorno, quindi, all’Atletico sarà richiesta una vittoria, pena l’eliminazione dalla Champions.