Coppa del Mondo FIFA Club World Cup 2010 – Preview & calendario

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Comincerà alle 17 (ora italiana) di mercoledì prossimo l’edizione 2010 del Mondiale per Club che vedrà il via con il match tra l’Herakiri United, squadra rappresentante il continente oceanico, e l’Al-Wahda, squadra qualificata di diritto in quanto campionessa dell’ultimo campionato locale.

La scorsa edizione, come qualcuno di voi ricorderà, venne vinta dal Barcellona, capace di battere in finale l’Estudiantes La Plata non senza affanni grazie alle reti di Pedro e Messi arrivate rispettivamente all’89’ e al 110′ minuto di gioco dopo che Boselli aveva portato in vantaggio gli argentini poco oltre la mezz’ora.

Quest’anno, invece, sarà l’Inter di Rafa Benitez a giocarsi la possibilità di salire sul tetto del mondo: i Nerazzurri, infatti, sono stati capaci di aggiudicarsi l’ultima edizione della Champions League imponendosi per 2 a 0 sul Bayern Monaco grazie ad una doppietta di un incontenibile Milito.

Andiamo a vedere, continente per continente, quali squadre parteciperanno a questa nuova edizione del Mondiale per Club e quando verranno giocate le partite. 

Il club qualificatosi in quanto padrone di casa (la competizione si svolgerà tra l’8 ed il 18 dicembre negli Emirati Arabi Uniti, che presentano di diritto una propria rappresentante a questa competizione) è l’Al-Wahda, campione dell’ultima UAE Premier League.
I Biancorossi sono tra i club più titolati della nazione: con quattro titoli all’attivo sono infatti secondi solo al Al-Ahli, Al-Sharjah, Al-Wasl ed Al-Ain.

Presieduta dallo sceicco Saeed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan (fratello dell’attuale Presidente degli Emirati) ed allenata da Josef Hickersberger, sessantaduenne centrocampista austriaco che giocò in Austria Vienna, Kickers Offenbach, Fortuna Dusseldorf, SSW Inssbruck e Rapid Vienna prima di diventare allenatore della nazionale del suo paese, che guidò nel corso del Mondiale italiano. Da lì in poi una serie di esperienze in giro per il mondo, concentrate particolarmente in Austria ed in Arabia.

Le possibilità di fare strada nella competizione sono risicate. Anche qualora dovessero imporsi sull’Hekari United, infatti, gli arabi troverebbero poi sulla propria strada i coreani del Seongnam Ilhwa Chunma, indubbiamente più attrezzati, sulla carta.

La maggior parte dei giocatori a disposizione di Hickersberger non dirà molto al grande pubblico. I tanti giocatori autoctoni presente in rosa, infatti, non hanno fama internazionale.
Tra questi è comunque giusto citare quantomeno il capitano della squadra, Bashir Saeed, e due delle punte a disposizione del tecnico austriaco, Mohammed Al Shehhi ed Ismail Matar.

Il primo è, come detto, il capitano della squadra. Ventinovenne centrale difensivo nativo di Abu Dhabi ha disputato più di 150 presenze in campionato con la maglia dell’Al-Wahda ed è nazionale dal 2002.
Il secondo, soprannominato in patria The Ghost, è una ventiduenne punta nativa di Ras al-Khaimah ex stella della nazionale under 17 del suo paese e con già più di venti presenze in nazionale maggiore alle spalle. In passato è già stato rookie dell’anno nella stagione 2006/2007 e miglior giocatore degli Emirati l’anno successivo.
Il terzo, infine, è soprannominato The Golden Boy ed è nato ventisette anni fa ad Abu Dhabi. Punta con quasi cento presenze in nazionale maggiore è da ormai una decina d’anni punto fermo di questa squadra. In passato disputò anche un Mondiale giovanile con l’under 20 del proprio paese.

Il giocatore più rappresentativo in assoluto, almeno a livello internazionale, della rosa è però uno dei tre brasiliani in rosa: Márcio Rodrigues, meglio conosciuto come Magrão.
Centrocampista difensivo nativo di San Paolo il trentunenne di São João Clímaco crebbe nelle giovanili del Portuguesa prima di diventare tra le fila del São Caetano. Nel 2000, quindi, l’approdo al Palmeiras, dove disputerà più di cento presenze in campionato (inframezzate da un prestito proprio al São Caetano. Nel 2005, quindi, la prima scelta esotica: Magrão decide infatti di tentare l’avventura nella J League, e si trasferisce a Yokohama per disputare un campionato nei Marinos. Vittima della saudade, però, tornerà in Brasile, prima al Corinthians, in prestito, poi all’Internacional, a titolo definitivo. Nel 2009, infine, lascerà ancora una volta il Brasile, proprio per gli Emirati e l’Al-Wahda.

Gli altri due verdeoro in rosa sono Hugo Henrique Assis do Nascimento, conosciuto più semplicemente come Hugo, e João Fernando Nelo, meglio conosciuto come Fernando Baiano.
Il primo nacque a Rio trentanni fa e dopo essere cresciuto tra Campo Grande e Fluminense divenne professionista nell’Atletico Paranaense. In carriera ha giocato in molte squadre, tra cui i messicani del Monterrey ed i giapponesi dei Tokyo Verdy. Centrocampista offensivo, in Brasile è ancora oggi ricordato per uno spiacevole accadimento di cui si rese protagonista il 14 settembre del 2007 quando sputò a Daniel Marques nel corso di una roboante vittoria del suo San Paolo sul Paranà, guadagnandosi ben 120 giorni di squalifica.
Il secondo, invece, è una trentunenne punta di San Paolo divenuta professionista nel Corinthians. In carriera, prima di sbarcare all’Al-Wahda, ha giocato anche in squadre come Wolfsburg, Malaga, Celta, Murcia ed Al-Jazeera.

E sarà proprio l’Al-Wahda, almeno sulla carta, ad essere favorita nei confronti dell’Hekari United, squadra della Papua Nuova Guinea con sede a Port Moresby qualificatasi a questo Mondiale grazie alla vittoria dell’ultima Champions oceanica.
Vittoria, questa, che ha sorpreso un po’ tutti, anche in Oceania.

Ci si aspettava che ad aggiudicarsi la competizione potesse infatti essere una tra il Waitakere United o l’Auckland City. Alla fine, però, le due squadre neozelandesi si sono dovute piegare all’Hekari: inserita nel Gruppo B la squadra allenata da Jerry Allen, coach nativo delle Isole Salomone, ha sorpreso tutti andando a vincere il proprio raggruppamento grazie alla doppia vittoria sul Marist FC, alla vittoria ed al pareggio rimediati con il Tafea FC ed alla vittoria rapportata sul Lautoka, giunto poi in seconda posizione e quindi eliminato dalla corsa alla finale.
Finale che la squadra della Papua Nuova Guinea ha disputato nel doppio confronto di aprile e maggio proprio contro il Waitakere United, a sua volta vincitore del Gruppo A.

L’andata, giocata al PMRL Stadium di Port Moresby, terminò con un secco 3 a 0 per i padroni di casa, capaci di imporsi grazie alla doppietta di Kema Jack ed alla rete di Alick Maemae.
Al ritorno, disputato al Fred Taylor Park di Auckland, a poco servì quindi il 2 a 1 con cui lo Waitakere riuscì ad imporsi sugli avversari, in goal ancora una volta con Kema Jack. Con un 4 a 2 globale, infatti, furono proprio i papuani a rapportare la vittoria del titolo, per la prima volta nel corso delle loro storia.

E se i giocatori dell’Al-Wahda erano sconosciuti ai più che dire di quelli dell’Hekari United?

Tra i più rappresentativi, in questo caso, troviamo sicuramente quel Kema Jack di cui parlavamo poco fa che anche grazie alle tre reti realizzate nella doppia finale con il Waitakere è stato in grado di laurearsi capocannoniere della massima competizione continentale in coabitazione col croato Daniel Koprivcic, giocatore in forza all’Auckland City.
Ventottenne attaccante papuano il buon Kema ha vestito solo i colori del suo club attuale (con cui ha vinto tre campionati, laureandosi capocannoniere in un caso) oltre che dei Sunshine Coast FC.

Altro ragazzo degno di nota è il centrocampista delle Isole Salomone Alick Maemae, capace di realizzare cinque reti nel corso dell’ultima Champions oceanica. Cresciuto nell’Amicals FC esordì in prima squadra a soli sedici anni, quando militava nel Fawkner-Whittlesea Blues.
Dopo aver giocato anche per il Koloale FC Honiara, il JP Su’uria, gli YoungHeart Manawatu ed il Makaru FC sbarcò proprio all’Hekari nel corso del 2009. Maemae che è anche un nazionale avendo esordito in nazionale maggiore alla tenera età di 19 anni.

Altro giocatore, sempre nativo delle Isole Salomone, ad essersi messo in evidenza nel corso dell’ultima Champions è stato il ventottenne centrocampista offensivo Henry Fa’arodo.Dai suoi esordi nel Nelson Suburbs ha vestito moltissime maglie, tra cui anche quella dei Melbourne Knights, del Perth Glory e dell’Auckland City. Ma non solo: dal 2002 è nazionale salomonese e nel 2008 si tolse la soddisfazione di vestire la maglia del team di All Star continentali che sfidarono i Los Angeles Galaxy in un match amichevole.

Tra tanti giocatori nati in Oceania troviamo però anche un europeo. Anche in questo caso, però, si tratta di un giocatore pressoché sconosciuto: il ventiseienne nippo-tedesco Yuki Stalph, centrocampista nato a Bochum che prima di sbarcare in Papua Nuova Guinea ha giocato nei Balestier Khalsa FC, nel Chonburi FC, negli Harrisburg City Islanders e nell’SC Idar-Oberstein.

Chi vincerà questo incontro preliminare dovrà scontrarsi, come detto, con i sudcoreani del Seongnam Ilhwa Chunma, freschi campioni d’Asia.

Fondata nel 1989 come Ilhwa Chunma FC la società con sede a Gyeonggi è oggi presieduta da Park Kyu-Nam ed allenata da Shin Tae-Yong, cresciuto nella Yeungnam University e che ha dedicato tutta la sua carriera da calciatore proprio alla squadra che attualmente guida dalla panca.

Sette volte campioni della K-League, una volta capaci di vincere la FA Cup, sono stati capaci anche di conseguire una Supercoppa coreana ed una K-League Cup. A livello internazionale, invece, i Chunma hanno riportato la vittoria di due Champions, una Asian Super Cup, un’A3 Champions Cup ed un Afro-Asian Club Championship.

Tre gli stranieri a disposizione di Shin Tae-Yong: Saša Ognenovski, Dženan Radončić e Mauricio Molina.
Il primo è un trentunenne centrale difensivo nativo di Melbourne che fa del suo fisico possente (è alto ben 195 centimetri) il suo punto di forza principale. Il secondo, ventisettenne punta montenegrina nativa di Plav, ha caratteristiche fisiche simile a quelle del suo compagno appena citato. Il terzo, infine, è un trequartista colombiano nato trent’anni fa a Medellin fa invece della tecnica superiore alla media – almeno rispetto al contesto in cui gioca – la sua arma in più.

Oltre ai tre succitati vanno poi  citati anche Jung Sung-Ryong (venticinquenne portiere ventidue volte nazionale), Cho Byung-Kuk (undici volte nazionale e parte della squadra che disputò le Olimpiadi di Atene) e Choi Sung-Kuk (bronzo con la nazionale ai giochi asiatici del 2002).

L’altro quarto sarà invece giocato dai campioni del continente centro-nord americano e del Continente Nero, il TP Mazembe, società calcistica congolese presieduta da Moise Katumbi Chapwe che ha sede nella città di Lubumbashi, capitale della provincia sud orientale dell’Haut Katanga. 
Vincitrice di 10 titoli nazionali (solo l’AS Vita Club con 11 ed il DC Motema Pembe con 12 hanno fatto meglio dal 1958, anno dell’assegnazione del primo titolo, ad oggi), di 5 Coppe del Congo, di 3 Katanga Provincial League, di 1 Coppa delle Coppe africana (nel 1980 il TP Mazembe ebbe la meglio in finale sugli ivoriani dell’Africa Sports National) e di 4 Champions africane (le ultime due vinte consecutivamente nel 2009 e nel 2010) risulta quindi essere una delle squadre più titolate dell’intera Repubblica Democratica del Congo.

A questo Mondiale per Club arrivano quindi in virtù della Champions africana vinta quest’anno e di cui è giusto ripercorrere velocemente la strada percorsa.

Pessimo esordio, per il Tout Puissant Mazembe. Nell’andata del primo turno, infatti, la formazione allenata da Lamine N’Diaye venne sconfitta dall’Armée Patriotique Rwandaise FC per 1 a 0, salvo poi rifarsi nel ritorno sigillando il passaggio del turno grazie ad un ottimo 2 a 0. Più agile, quindi, il passaggio del secondo turno, dove lo Djoliba FC viene spazzato con una doppia vittoria.
Inseriti nel Gruppo A, quindi, Les Courbeaux sono riusciti a qualificarsi per la semifinale solo come seconda forza del girone dietro all’Esperance Tunis, formazione che si troveranno a dover affrontare in finale dopo aver eliminato l’Al-Ahly grazie alla regola dei goal fuori casa.

Finale superata agilmente grazie al roboante 5 a 0 dello Stade de la Kenya. A decidere la partita le doppiette di Kasongo e Singuluma ed il goal di Kaluyituka. L’1 a 1 dello Stade 7 November di Rades, quindi, ha sancito la seconda vittoria consecutiva nella Champions africana.

Tra i giocatori più rappresentativi della squadra troviamo sicuramente il capitano, Tresor Mputu.
Tresor Mputu Mabi, questo il nome completo, vinse nel 2007 la classifica di capocannoniere della Champions Asiatica segnando 9 reti in tre soli round disputati dalla sua squadra (turno preliminare contro i botswanesi del Police XI, i trentaduesimi contro i madagascaregni dell’AS ADEMA ed i sedicesimi contro i marocchini del FAR Rabat) mentre è stato eletto dalla BBC miglior giocatore africano del 2009.
Le sue buone prestazioni, tra l’altro, attirarono su di lui le attenzioni di Tottenham e Blackburn, squadre che parvero interessate ad acquistare un giocatore che in passato era già stato seguito anche da Arsenal, Anderlecht, Olympiakos ed Hull City.

Altro giocatore molto rappresentativo del Tout Puissant Mazembe è quell’Emmanuel Mbola di cui parlai lo scorso gennaio.
Da sottolineare, poi, anche le presenze di Miala Nkulukuta, jolly difensivo nel giro della nazionale congolese, ed Alain Dioko Kaluyituka, giocatore laureatosi capocannoniere nel corso della Champions africana del 2009 (dove realizzò 8 goal, due più del suo capitano).

TP Mazembe che affronterà il Pachuca, vincitore dell’ultima CONCACAF Champions League.

Presieduti da Jesús Martínez Patiño ed allenati dall’argentino Pablo Marini i Tuzos si sono qualificati al Mondiale per Club non senza qualche patema.
Inseriti nel Gruppo A con i panamensi dell’Arabe Unido, gli statunitensi degli Houston Dynamo ed i salvadoregni dell’Isidro Metapan i messicani sono stati capaci di imporsi vincendo cinque match su sei, con quindici reti segnate e quattro subite.

Ai quarti, poi, arrivò dapprima un pareggio contro i guatemaltechi del Comunicaciones, poi battuti 2 a 1 al ritorno. Qualcosa di simile accadde anche in semifinale, quando dopo ad un pareggio col Toluca arrivò l’1 a 0 della partita di ritorno.
Nella doppia finale contro il Cruz Azul, infine, il Pachuca è stato battuto 2 a 1 all’andata prima di vincere il ritorno per 1 a 0 e risultare quindi per la quarta volta campione della Champions centro-nord americana.

Il tutto, in questo caso, in particolar modo grazie alle nove reti segnate da Ulises Mendivil, trentenne punta nativa di San Carlos capace di laurearsi capocannoniere della competizione.
Mendivil che però ha lasciato la squadra dopo la vittoria di questo importantissimo trofeo, decidendo di passare all’Atlante.

Tra i giocatori più rappresentativi della squadra resta invece il trentanovenne portiere colombiano Miguel Calero che dopo aver militato per cinque stagioni nel Deportivo Cali e per due stagioni nell’Atletico Nacional passò, nel lontano 2000, al Pachuca, squadra di cui oggi è capitano.
Calero che non è però l’unico giocatore degno di nota. Nel roster della società messicana chiamata a sfidare i campioni d’Africa troviamo infatti anche gli americani di origini messicane Herculez Gomez (punta passata tra le fila di Galaxy, Sounders, Rapids, Wizards e Puebla) ed José Francisco Torres (cresciuto proprio nel Pachuca), il paraguayano Edgar Benitez (punta nativa di Repatriacion già diciotto volte nazioznale), Braulio Luna (inserito nella rose delle nazionali che disputarono il Mondiale del 1998 e del 2002), il diciottenne Victor Mañon (tra i giovani più interessanti dell’intero Messico) e gli argentini Dario Cvitanich (ex Ajax) e Damian Manso (trequartista ex stella del Newell’s Old Boys passato anche tra le fila di Bastia, Independiente, LDU di Quito – con cui vinse una Libertadores nel 2008 – e Skoda Xanthi).

Chi vincerà tra Pachuca e Mazembe, poi, affronterà in semifinale l’Internacional di Porto Alegre, squadra presieduta da Vitorio Piffero ed allenata da Celso Roth che si è aggiudicata l’ultima Libertadores.

Inseriti nel Gruppo 5 con Deportivo Quito, Club Atlético Cerro ed Emelec i brasiliani si sono aggiudicati la prima posizione grazie a tre vittorie e tre pareggi con otto reti all’attivo e due soli goal subiti.

Molto più complicato, invece, il passaggio del turno successivo: dopo il 3 a 1 subito in casa contro il Banfield, infatti, arrivò il 2 a 0 che consegnò ai brasiliani gli ottavi, disputati contro l’Estudiantes. Anche in questo caso il passaggio del turno si materializzò solo grazie alla regola dei goal fuori casa, che agevolò la squadra di Roth anche in semifinale contro il San Paolo.

La doppia finale, invece, vide l’Internacional imporsi in entrambi i match disputati contro i messicani del Guadalajara: 2 a 1 all’andata, 3 a 2 al ritorno.

Cinque gli stranieri presenti nel roster della squadra: tre argentini e due uruguagi.
Dal paese di Maradona sono sbarcati a Porto Alegre Roberto Abbondanzieri, portierone di lungo corso della nazionale e del Boca Juniors, l’ex fenomeno del River Plate Andres D’Alessandro e l’ex perugino Pablo Guiñazú.
Da quello di Francescoli, invece, sono sbarcati un altro ex del nostro campionato, Gonzalo Sorondo, oltre all’ex aiace Bruno Silva.

Non sono questi, comunque, gli unici giocatori importanti facenti parte la rosa del club di Porto Alegre. Tra gli autoctoni, infatti, è bene citare Renan (portiere che due anni fa disputò le Olimpiadi a Pechino), Bolivar (difensore e capitano della squadra che passò tre stagioni nel Principato di Monaco), Indio (trentacinquenne con più di duecento presenze in squadra), Kleber (terzino sinistro con diciannove presenze all’attivo in nazionale passato da Basilea ed Hannover), Tinga (che vinse una Libertadores con l’Internacional già nel 2006 prima di disputare un centinaio di partite in Bundesliga con il Borussia Dortmund), Ilan (trentenne ex Sochaux, St. Etienne e West Ham), Oscar (stella della nazionale under 20 verdeoro), Rafael Sobis (stella della squadra già dal 2004 al 2006, prima di provare l’avventura in Spagna e negli Emirati) e, soprattutto, il ventenne trequartista che è la star di questa squadra, Giuliano (autore di sei rete nel corso dell’ultima Libertadores).

Internacional che sarà quindi la prima grande contender per i favoritissimi dell’Inter, squadra di cui, però, sarebbe inutile provare a dire qualcosa essendo così tanto conosciuta nel nostro paese.

Chiudiamo il tutto, quindi, con il calendario della competizione:

Turno Preliminare
8/12 Hekari United – Al-Wahda (Mohammed Bin Zayed Stadium, Abu Dhabi, 17) 

Quarti di Finale
10/12 TP Mazembe – Pachuca (Mohammed Bin Zayed Stadium, Abu Dhabi, 17)
11/12 Vinc. Preliminare – Seongnam Ilhwa Chunma (Zayed Sports City, Abu Dhabi, 17) 

Semifinali
14/12 Vinc. primo Quarto – Internacional (Mohammed Bin Zayed Stadium, Abu Dhabi, 17)
15/12 Vincitore secondo Quarto – Inter (Zayed Sports City, Abu Dhabi, 17) 

Finali
15/12 5-6 posto (Zayed Sports City, Abu Dhabi, 15)
18/12 3-4 posto (Zayed Sports City, Abu Dhabi, 15)
18/12 1-2 posto (Zayed Sports City, Abu Dhabi, 18)