Decreto Dignità: quali gli effetti sul betting

Ai tempi della sua introduzione fece molto discutere il cosiddetto “Decreto Dignità”, almeno nella parte che riguardava il divieto alle aziende di betting di sponsorizzare direttamente i club o di farsi pubblicità attraverso i media.

Così, come noto, sono appunto spariti i loghi delle varie agenzie di scommesse.

Sui giornali sportivi, tanto per dirne una, c’erano praticamente ogni giorno paginate di pubblicità, che oggi non ci sono più.

I danni del Decreto Dignità nel calcio

Per non parlare dei club:

Decreto Dignità
  • la Roma, ha dovuto rinunciare ai 15,5 milioni dall’accordo con Betway;
  • la Lazio ai 7 che gli avrebbe garantito Marathonbet;
  • il Milan ad 1 mln che gli sarebbe arrivato da StarCasino;
  • l’Inter all’1,1 mln di Bwin.

La ratio del Decreto era quella di contribuire a prevenire la ludopatia, disincentivando a scommettere appunto evitando l’esposizione mediatica dei marchi delle aziende di bookmakers.

Decreto Dignità: l’impatto sul betting

Secondo i dati AgiproNews, però, la raccolta delle scommesse sportive in Italia è cresciuta dai 1.028,3 mln del periodo luglio 2018 – febbraio 2019 ai 1208,8 mln del periodo luglio 2019 – febbraio 2020 (ovvero prima del primo lockdown), una crescita del 17,6%.

Decreto Dignità

Così, in attesa di verificare il dato su un periodo temporale eventualmente più esteso, il Decreto Dignità non sembra aver raggiunto il proprio scopo principale, causando invece come effetto negativo la contrazione della raccolta di introiti commerciali sia per le aziende calcistiche che per i media.

Adesso, per far fronte almeno in parte al danno economico che il Covid ha causato ai club, il mondo del calcio ha chiesto al Governo di sospendere, se non ritirare, il divieto di sponsorizzazioni da scommesse sportive per almeno 12 mesi.

Betting come le microtransazioni?

In un certo qual modo può nascerne una discussione simile a quella che riguardava le microtransazioni di FIFA che l’Olanda ha messo al bando.

Con due differenze grosse, a mio avviso:

  1. il pubblico cui si rivolgono le scommesse sportive è gioco forza maggiorenne;
  2. la ludopatia è un problema serio che a mio avviso va assolutamente affrontato, ma che andrebbe affrontato più con un approccio culturale che non “liberticida”, tanto più quando causa danni economici da decine di milioni che possono anche voler dire (come nei media) posti di lavoro persi o non creati.

Voi come la pensate? Ne parlammo già un po’ all’epoca, ma ora che si hanno questi dati comparativi secondo me può avere senso tornarci sopra e fare un primo check alla bontà di quella decisione.


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