Eriksson abbandona la panchina per sedersi dietro ad una scrivania: proverà a riportare in Premier il Notts County

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Dopo le poche esaltanti esperienze sulle panchine di Manchester City e Messico (oltre che quella con la nazionale inglese, chiusasi senza nessun titolo riportato) Sven Goran Eriksson decide di lasciare, almeno momentaneamente, la panchina per trasferirsi dietro ad una scrivania: Svennis, infatti, ha accettato la mirabolante offerta di un piccolo club di League Two, la quarta divisione inglese (la nostra Seconda Divisione di Lega Pro – o C2, se preferite – per intenderci): il Notts County, infatti, ha recentemente cambiato proprietà, passando nelle mani di un consorzio arabo, la Munto Finance, assolutamente deciso a riportare il più vecchio club professionistico al mondo là dove dovrebbe stare di diritto: nella Premier League inglese.

Sven Goran Eriksson è il nuovo Direttore dellArea Tecnica del Notts County (guim.co.uk)
Sven Goran Eriksson è il nuovo Direttore dell'Area Tecnica del Notts County (guim.co.uk)

Perché il Notts County è un club storico non solo per quello che riguarda il calcio inglese, ma proprio per il calcio mondiale: fondato nel 1862, infatti, è oggi il più antico club militante nel calcio professionistico (lo Sheffield FC, la squadra più antica del mondo, non milita infatti in un campionato professionistico).
Notts County che resterà nella storia del calcio inglese anche per un altro motivo: fu infatti uno dei dodici club che nel 1888 fondarono la Football League.

Nonostante i moltissimi anni a disposizione per poter vincere qualche trofeo, però, i Magpies (questo il soprannome della squadra di Nottingham) hanno ottenuto una sola vittoria assoluta (la FA Cup del 1894) andando via via, col passare del tempo, a peggiorare le proprie prestazioni sportive, finendo oggi, appunto, a dover giocare in League Two.

I suoi primissimi anni di esistenza, comunque, sono stati piuttosto interessanti anche sotto il punto di vista delle prestazioni sportive: alla fine del campionato chiusosi nella primavera del 1891, ad esempio, il Notts County risultava essere una delle squadre più interessanti d’Inghilterra con il terzo posto (bissato dieci stagioni dopo) in campionato e la finale di FA Cup raggiunta (per essere poi sconfitti per 3 a 1 dai Blackburn Rovers, battuti 7 a 1 in campionato solo una settimana prima).

La prima e unica vittoria, come detto, arrivò invece tre anni più tardi quando i Magpies batterono per 4 a 1 i Bolton Wanderers in finale, facendo registrare un altro risultato storico: furono loro il primo club ad aggiudicarsi il trofeo senza giocare nella massima divisione inglese (il Notts County, infatti, era nel frattempo finito in Division Two).

Negli anni seguenti, poi, il Notts entrerà un po’ nell’anonimato, vivacchiando a cavallo delle prime due serie inglesi (con l’intermezzo della prima guerra mondiale).

Una foto risalente al 1903 dei giocatori della Juventus con lallora nuova maglia bianconera (wikimedia.org)
Una foto risalente al 1903 dei giocatori della Juventus con l'allora nuova maglia bianconera (wikimedia.org)

E’ proprio in questi anni, però, che accadrà una cosa simpatica, una curiosità che vale la pena raccontare: sono state infatti proprio le strisce bianconere della maglia di questa società ad ispirare quelle di una nostra più famosa compagine, la Juventus.
Correva l’anno 1903 quando il club torinese decise di aver bisogno di nuove magliette, il rosa originale che tingeva quelle utilizzate fino a quel momento era andato via via sbiadendosi col tempo.
Venne quindi commissionato all’inglese John Savage, commerciante all’ingrosso di prodotti tessili all’epoca membro della società che attualmente trova sede in Corso Galileo Ferraris, il reperimento di nuove maglie.
L’uomo aveva contatti nella sua terra natale e decise di reperire in Inghilterra un nuovo set di maglie. A Torino, quindi, venne spedito un intero kit di maglie bianconere, le stesse usate proprio dal Notts County di cui, evidentemente, dovevano essere tifosi i contatti inglesi di Savage.
Proprio la squadra di Nottingham, quindi, ispirò le attuali maglie juventine e non, come qualcuno erroneamente pensa dopo che la Juventus disputò la partita del centenario contro il Newcastle (che guarda caso come soprannome ha proprio Magpies), la formazione attualmente allenata da Alan Shearer.

Nel 1926, poi, la retrocessione in Division Two, retricessione che rilegherà la squadra di Nottingham lontano dalla massima serie inglese per oltre mezzo secolo.
In questo periodo, precisamente nella stagione 1950/1951 arriverà l’ultimo campionato che i Magpies giocheranno in una divisione più elevata rispetto ai rivali cittadini quel Nottingham Forest che negli anni seguenti terrà alto il nome della città in tutto il mondo, andando a vincere due Coppe dei Campioni.

Gli anni sessanta saranno poi molto bui per il Notts County, più volte sull’orlo del fallimento e relegati a cavallo tra la terza e la quarta divisione inglese per tutto il decennio.

La situazione troverà una svolta decisiva con l’avvento di Giovanni Giacobbe “Jack” Dunnett, rappresentate locale nel parlamento inglese.
Il laburista, membro del parlamento dal 1964 al 1983 senza soluzione di continuità, assumerà infatti il controllo del club riuscendo a dargli quella stabilità che ai Magpies mancava da tempo e pescando il jolly nel novembre del 1969, nominando Jimmy Sirrel, fino ad allora allenatore del Brentford, come manager della squadra.

Una foto depoca di Jimmy Sirrel, manager fautore della grande scalata del Notts County anni 70: dalla Quarta alla Prima Divisione del calcio inglese (leftlion.co.uk)
Una foto d'epoca di Jimmy Sirrel, manager fautore della grande scalata del Notts County anni 70: dalla Quarta alla Prima Divisione del calcio inglese (leftlion.co.uk)

Al termine della stagione 70-71, vinta battendo ogni recordo di quarta divisione e restando imbattuti al Meadow Lane, era già chiaro come il Notts puntasse, un po’ come oggi, a tornare nel calcio che conta. Tanto che due soli anni dopo arriverà anche la promozione in Division Two, con la rinascita completata nel maggio del 1981, esattamente dieci anni dopo la prima promozione della serie, col ritorno nel massimo campionato inglese.

L’epoca di Sirrel, però, era ormai giunta al termine e, con essa, anche il momento d’oro del Notts che, infatti, trovò due retrocessioni consecutive tra l’83 e l’84.

A quel punto, e fino ad oggi, la squadra più vecchia, anche se meno titolata, di Nottingham inizierà a vivacchiare nelle divisioni minori del calcio professionistico inglese, arrivando però, nel marzo del 1998, a far segnare un altro record storico: sono infatti loro gli unici ad essere riusciti, almeno dopo la seconda guerra mondiale, a vincere un campionato con ben sei giornate di anticipo.
Il tutto sotto la guida di Sam Allardyce, attuale manager dei Blackburn Rovers, che verrà poi allontanato nell’ottobre del 1999.

Qui si aprirà quindi quello che è forse il momento peggiore della più che centenaria storia di questo club, che nei mesi successivi affronterà il reale pericolo di potersi sciogliere.
Il Notts, infatti, è attanagliato dai debiti e solo l’intervento di un gruppo di imprenditori locali lo salva da un fallimento che sembrava ormai sicuro.

Il tutto fino al 30 giugno scorso quando la Munto Finance, gruppo che ha legami con Abdullah Bin Saeed Al Thani, sceicco arabo a capo dell’Al Thani Investment, acquisirà le quote di maggioranza della società.
Petroldollari anche per il Notts County, insomma, che potrà ora contare sugli ingenti investimenti della nuova proprietà, che in società è rappresentata dal neo Presidente Peter Trembling, per ritrovare un posto al sole.

Magpies che vedono il loro nome legato a calciatori tanto amati in città quanto sconosciuti da noi: come Albert Iremonger, leggendario portiere nativo di Wilford che tra il 1904 ed il 1926 totalizzò ben 601 presenze ufficiali con la maglia del Notts, o Les Bradd, punta di Buxton capace di realizzare 137 reti giocando per il club di Nottingham.
Notts che può però anche vantare il fatto di essere il club che ha lanciato nel mondo del calcio anche alcuni ragazzi molto più conosciuti anche ai giorni nostri come Steve Finnan (terzino destro arrivato 20enne a Nottingham, dove vinse un campionato di Third Division, per poi far fortuna a Liverpool, dove vinse una Champions nel 2005) e Jermaine Pennant (arrivato al Notts a soli 10 anni per passare poi all’Arsenal 5 anni dopo come uno dei più interessanti prospetti inglesi del periodo), oltre ad aver avuto tra le proprie fila Martin O’Neill, attualmente tra i manager più apprezzati del Regno Unito dopo i tre campionati scozzesi vinti al Celtic e le buone prestazioni che sta attualmente raccogliendo il suo Aston Villa.

Uno scorcio del Meadow Lane, stadio nel quale attualmente disputa le proprie partite il casa il Notts County (bbc.co.uk)
Uno scorcio del Meadow Lane, stadio nel quale attualmente disputa le proprie partite il casa il Notts County (bbc.co.uk)

Eriksson, quindi, arriva in una piazza ormai disabituata al grande calcio, ma comunque affamata e vogliosa di tornare là dove il club professionistico più vecchio del mondo meriterebbe: ai vertici del calcio inglese.

E proprio questa sarebbe, almeno a detta sua, la motivazione che ha spinto il tecnico svedese ad accettare l’offerta dei Magpies: sarebbe questa, infatti, la sfida più stimolante della sua carriera.
E certo bisogna dare credito a queste parole, perché pensare di dover riportare in Premier nel giro di pochi anni una formazione con questa storia, ripetendo quanto fatto dal duo Dunnett-Sirrel negli anni 70 non può non dare stimoli, a maggior ragione se si sa di essere forti dei petroldollari messi a disposizione dalla Munto Finance (che, intanto, bisognerebbe capire perché ha deciso di entrare dal calcio dalla porta di servizio piuttosto che prendere direttamente un club di Premier: forse pensano che provare la scalata dalla League Two possa essere più redditizio, a livello di ritorno di immagine, rispetto a comprare Chelsea o Manchester City per poi provare a scalare la vetta euopea).

Munto Finance che, intanto, ha già dimostrato di non essere un bluff.
Come?
Proprio contrattualizzando Eriksson, che occuperà quindi il ruolo di Direttore dell’Area Tecnica del club, col compito di “fare da riorganizzatore del progetto calcistico”. All’ex allenatore svedese, infatti, andranno più di due milioni di euro l’anno (cui andranno aggiunti, eventualmente, i vari premi a seconda del rendimento della squadra).

Le prospettive, insomma, sembrano davvero molto interessanti.

C’è quindi da concordare con Trembling quando nell’annunciare l’ingaggio di Eriksson ha detto che “Questo è un giorno memorabile per tutti coloro che sono coinvolti in questo club, in modo particolare per i tifosi”. Come dargli torto?

Vedremo quindi a breve se il binomio Munto Finance – Sven Goran Eriksson funzionerà.
Una cosa, di certo, è già cambiata per il piccolo, storico club di Nottingham: l’hype mediatico creatosi attorno a questa formazione, infatti, ha raggiunto livelli mai visti prima nella più che centenaria storia dei Magpies, il cui nome mai prima d’ora aveva fatto il giro del mondo e si era fatto sentire con così tanta insistenza come oggi.

Riuscirà, quindi, il Notts a tornare nel calcio che conta?
Vedremo.

Riuscirà quindi il Notts County a tornare in Premier nel giro di qualche anno? (tudook.com)
Riuscirà quindi il Notts County a tornare in Premier nel giro di qualche anno? (tudook.com)

Come vedremo nei prossimi mesi se i tifosi del Notts, che secondo una ricerca fatta dalla società di scommesse Littlewoods sarebbero i più depressi d’Inghilterra, avranno una bella favola da raccontare un giorno ai propri nipoti.
Un po’ come quella che chi ha vissuto la grande scalata degli anni 70 può fare oggi, rievocando giocatori e partite storiche per il Notts, giocatori che hanno fatto la storia del club ma che potrebbero vedere la propria immagine sbiadita nei prossimi anni, quando, se tutto andrà come deve, arriveranno nuovi idoli incontrastati al Meadow Lane.