Gubbio – Pescara: trionfo di gioventù

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Prendiamo le formazioni titolari. Andiamo a guardare l’età degli interpreti. Facciamo due conti.

Cosa ne esce?

Gubbio 25, Pescara 24. Arrotondati a fine 2012.

Parlo di età media.

Farabbi, Benedetti, Caracciolo, Almici, Mario Rui, Obiora da una parte.

Romagnoli, Capuano, Verratti, Caprari, Immobile e Insigne dall’altra.

Una partita che ti riconciglia con il calcio.

Perché da una parte capisci come i giovani buoni in Italia esistano ancora. E nel momento in cui gli si dà fiducia sono anche capaci di ripagarti.

Dall’altra… beh, dall’altra ho tessuto le lodi del grande Bielsa un paio di giorni fa, ma cosa dire di Zdenek Zeman?

Sull’uomo ognuno ha la sua opinione. Dopo le polemiche sul doping, ad esempio, non è ben visto dai tifosi juventini.

Ma solo una persona scevra di onestà intellettuale non può non ammettere che Zeman sia uno degli allenatori più spettacolari della storia del calcio.

Poi si può replicare che non è un vincente, che solitamente le sue squadre hanno difese colabrodo, che non sia un simpaticone e mille altre cose.

Però quando guardi le sue squadre non puoi non emozionarti, al di là del tifo.

E la partita di oggi non fa eccezione.

Il Pescara vince 2 a 0 grazie alle reti di Sansovini (entrato poco prima al posto dell’ottimo Caprari, tra i migliori in campo) ed Insigne. Ma meriterebbe di vincere con cinque o sei goal di scarto come minimo per la mole di gioco prodotta e le occasioni mancate (spesso per sfortuna).

Insomma, una squadra iperoffensiva che pur avendo basi tattiche molto differenti rispetto a quelle del Barcellona del fu Guardiola (di cui spero di poter parlare prossimamente) poggia su di un principio molto simile: attaccare per non subire.

Che la miglior difesa sia l’attacco davvero non lo so. Qualcuno potrebbe obiettare, vedendo l’impresa Chelsea, che le cose non stiano così.

Di certo, però, questo Pescara che si riversa in attacco e mette a ferro e fuoco la difesa di casa con tagli ed inserimenti continui, oltre che con la qualità dei suoi uomini, dietro soffre poco poco poco.

In realtà una partita del genere non si può raccontare azione per azione. Un po’ perché ci dovrei perdere un’oretta buona per riassumerle tutte, un po’ perché certe cose vanno guardate coi propri occhi, non le si possono raccontare. Non avrebbero lo stesso impatto.

E allora limitiamoci a questo: a goderci i nostri giovani (tra quelli visti in campo oggi ce n’è più di uno che potrà venir buono per la nazionale maggiore tra qualche tempo) e lo spettacolo di mister Zdenek. Sperando di rivederlo presto in Serie A.

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