Capolavoro Bielsa: Athletic in finale per la seconda volta nella storia

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Giù il cappello, passa l’Athletic del Loco Bielsa.

Dopo il 2 a 1 di Lisbona, infatti, i baschi infiammano un San Mames gremito come non mai. E trascinati da un grandissimo Fernando Llorente staccano il biglietto per la seconda finale europea della loro storia.

Seconda, sì.

Perché era l’ormai lontano 1977 quando i baschi raggiunsero, per la prima volta, la finale dell’allora Coppa Uefa.

Il tutto dopo un percorso appassionante che, anche all’epoca, fece impazzire i tifosi baschi.

Eliminato l’Ujpest Dozsa ai trentaduesimi con un secco 5 a 0 casalingo a ribaltare l’1 a 0 dell’andata, ai sedicesimi vennero fatti fuori gli svizzeri del Basilea, battuti 3 a 1 a Bilbao dopo l’1 a 1 dell’andata.

Agli ottavi la storia si fece seria e in quel di Bilbao sbarcò il Milan, battuto con un roboante 4 a 1, che vanificò il 3 a 1 Rossonero di San Siro.

Ai quarti scontro “fratricida” col Barcellona, battuto 2 a 1 in casa per pareggiare poi 2 a 2 sulle Rambla.

In semifinale, quindi, un 1 a 1 esterno col Molenbeek valse il passaggio del turno (0 a 0), che proiettò quella squadra, allenata da Koldo Agirre, nella storia.

L’Athletic allora, però, si inceppò sul più bello.

Perché arrivato all’ultimo atto di quella Coppa UEFA dovette arrendersi, sempre per quella regola del goal fuori casa che lo favorì in semifinale, alla Juventus di Giovanni Trapattoni.

Al Comunale di Torino, infatti, la Juventus tutta italiana dell’epoca riuscì ad imporsi per 1 a 0 grazie alla rete realizzata al quindicesimo da Tardelli.

Una Juventus che si schierò così in campo: Zoff, Cuccureddu, Morini, Scirea, Gentile, Tardelli, Furino, Benetti, Causio, Boninsegna, Bettega. Davvero una gran bella squadra.

Non per nulla quell’11 venne confermato anche al San Mames, dove Bettega, dopo sette soli minuti di giocò, firmò la rete che valse il trofeo.

A nulla, infatti, valsero le reti di Javier Irureta e Carlos Ruiz Herrero (subentrato a Josè Maria Lasa un quarto d’ora prima di segnare).

Oggi, quindi, il miracolo si ripete.

Bielsa ha infatti costruito una macchina micidiale: giovane, affamata, compatta, tecnica, orgogliosa e con una star là davanti.

Llorente che decide il match da par suo: assist a Susaeta per il primo goal (palla smorzata di petto per il compagno che deve solo depositarla in rete), a Gomez per il secondo (numero al limite e filtrante al bacio) e goal personale che vale il definitivo 3 a 1, nonché la storia.

Bielsa e Llorente. Le due facce di una squadra che ora vuole scrivere una nuova pagina di storia incredibile: portare, per la prima volta nella storia, un trofeo internazionale nella bacheca di questa gloriosa società.

Tutto sommato poca roba questo Sporting.

L’Athletic gioca infatti un primo tempo su livelli incredibili e mette sotto lo Sporting senza appello. Il due a zero è frutto di un gioco arioso, preciso e pulito. E solo una mischia da corner può riportare i lusitani in corsa.

Nella ripresa i baschi sentono forse un po’ di più la fatica, ma restano comunque in controllo del match.

E alla fine, ma proprio alla fine, arriva la zampata del trascinatore assoluto, che ora, probabilmente, sarà chiamato a trascinare anche la Spagna al prossimo Europeo.

L’impressione, comunque, è che in questo Athletic ci siano diversi elementi piuttosto sottovalutati.

In primis questo Fernando Llorente tanto amato da Mourinho, che pare voglia portarlo a Madrid. Una punta completa: forza fisica e tecnica uniti in un connubio spettacolare. Giocatore vero, con tanto carattere e tanto cuore.

Ma non solo. Bielsa lo amo – calcisticamente – da tempo. Temo non si adatterebbe al meglio all’Inter, che lo cercò già la scorsa estate, ma si tratta davvero di un grandissimo allenatore.
Anche lui, almeno qui in Italia, sicuramente sottovalutato.

Poi Iker Muniain. Un giocatore di cui parlai già nel 2009 e che oggi sta confermando di essere davvero giocatore di alto profilo.

Ma non solo: Aurtenexte, Martinez, Susaeta, Herrera… davvero tanta, tantissima roba.

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