Inter: parola all’esperto

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Conobbi Fabrizio Scoglio anni fa, quando fummo entrambi coinvolti in un progetto molto ambizioso, Pianeta Sport, che purtroppo non decollò mai davvero.

Fondatore di PassioneInter.com, è un vero esperto dell’universo Nerazzurro.

Così l’ho voluto interpellare per parlare un po’ delle ultime vicende, tanto di campo quanto societarie, che riguardano la Beneamata. Ne è uscita una bella chiacchierata…

Andiamo a ritroso nel tempo. Partendo dagli ultimi match: come li giudichi?

Nel calcio contano i risultati ed essi parlano chiaro, pertanto il giudizio non può che essere negativo. La bella vittoria di Firenze è stato un sorriso ma vanificato dal poco convincente pareggio casalingo contro il Cagliari la partita successiva.
C’è stato sicuramente un miglioramento dal punto di vista fisico, quello è innegabile, ma la squadra non ha quella tenuta mentale che ti permette di vincere le partite.

Risalendo, un mesetto fa si era invece chiuso il mercato di riparazione, con l’arrivo del Profeta Hernanes. Quali considerazioni fare riguardo agli acquisti e alle cessioni (in alcuni casi mancate)?

L’acquisto di Hernanes è stata un’operazione importante sia dal punto di vista economico che da quello tecnico. Il gioco dei nerazzurri fino a poche settimane fa si sviluppava esclusivamente sulle fasce e non presentava alcuna soluzione centrale (salvo qualche soluzione dettata dai discontinui Alvarez e Guarin), cosa questa che ha reso la squadra lenta e prevedibile. Un uomo in mezzo al campo con le caratteristiche di Hernanes e che consentisse nuove trame offensive era una necessità evidente e la società ha individuato nel brasiliano l’uomo giusto.
Nella conferenza stampa post Inter-Catania, noi di passioneinter.com avevamo chiesto a Mazzarri come mai una squadra capace di ottenere ben 14 calci d’angolo non fosse riuscita a creare situazioni pericolose e lui ci rispose che gli mancava un uomo capace di calciare adeguatamente le palle inattive (facendo l’esempio tra l’altro dei corner di Baggio per Paramatti ai tempi in cui era secondo di Ulivieri a Bologna). Hernanes può anche essere una soluzione sulle palle inattive e il gol di Samuel contro il Sassuolo nato da un calcio d’angolo calciato proprio dal brasiliano ne è stato subito un esempio.
Diverso il discorso per D’Ambrosio, giocatore che poteva arrivare tra pochi mesi a titolo gratuito, nonostante questo pagato e anche non poco, salvo poi tenerlo in panchina e non farlo giocare. E’ un mistero che tutti noi vorremmo capire.
Per quanto riguarda le operazioni mancate l’Inter sta vivendo un periodo di transizione sia societaria che tecnica (non dimentichiamo che molti senatori a giugno andranno via causa scadenza di contratto e che l’allenatore attuale non è detto che ci sia l’anno prossimo), sinceramente non avrebbe avuto molto senso investire a gennaio. Penso che un giocatore con le caratteristiche di Hernanes e un uomo di fascia fossero le priorità più immediate, con i rientri dei difensori e degli attaccanti dai rispettivi infortuni si può tenere botta per gli ultimi mesi senza avere le coppe.

A novembre era invece sbarcato sulla sponda Nerazzurra di Milano Thohir. Cosa ti aspetti da lui e come giudichi questi suoi primi mesi da proprietario dell’Inter?

Li giudico estremamente positivi, ha iniziato facendo ciò che è giusto fare: iniziare un’opera di risanamento del bilancio, acquistare un giocatore di livello internazionale, riorganizzare l’assetto societario mandando via alcune persone.
Il vento è cambiato e lo si vede da tante cose e tanti progetti che sono in rampa di lancio per lanciare il marchio Inter nel mondo, soprattutto dal punto di vista della comunicazione la società ha fatto passi da gigante ma su questo non c’erano dubbi dal momento che è il main business di Erick Thohir.
L’indonesiano sa perfettamente che oltre alla comunicazione è importante che ci sia una squadra vincente sul campo, mi aspetto pertanto uno sviluppo graduale ma positivo della squadra, le aspettative non possono che essere buone.

Risalendo ancora a ritroso nel tempo arriviamo all’estate, momento in cui a sbarcare ad Appiano fu Mazzarri. Stante il fatto che è praticamente impossibile salti da qui a giugno, pensi possa essere lui l’uomo giusto al posto giusto? In alternativa, chi vedresti bene a guidare questa squadra?

Mazzarri era probabilmente il nome migliore disponibile sulla piazza in quel periodo per una squadra che comunque sarebbe stata lontana dal palcoscenico europeo, la scelta dell’allenatore toscano è stata pertanto accolta bene dalla piazza. Dopo un buon inizio tante cose non hanno però funzionato e la mia impressione è che Mazzarri finirà regolarmente la stagione per poi avviare da giugno un nuovo ciclo con un nuovo allenatore affamato alla prima esperienza in un big, un po’ come fece la Juventus tre anni fa nel passaggio di testimone tra Del Neri e Conte.

Di nomi ce ne sono molti, i tifosi nerazzurri sognano Simeone ma realisticamente parlando un nome che potrebbe mettere d’accordo tutti è quello di Sinisa Mihajlovic. E’ un allenatore giovane, attento alla fase difensiva ma che prova a far dettare il proprio gioco in tutti i campi. Sta dimostrando di essere pronto per una grande, è un personaggio di carisma e conosce bene l’ambiente nerazzurro, potrebbe essere una scommessa su cui puntare.

Guardiamo ora al futuro. 18 maggio, ore 19. Si è da poco chiusa l’ultima giornata di campionato. Scrutando all’interno della sfera di cristallo cosa vedi? In che posizione finirà l’Inter e che spirito pensi possa accompagnarti in quelle ore?

Vedo un’Inter qualificata in Europa League, un Mazzarri con le valigie e diversi giocatori con la testa già in Brasile.
Per quanto riguarda lo spirito onestamente sono sempre stato un tifoso molto moderato, per me vedere una partita non è altro che come assistere a un film al cinema, pertanto finita la stagione grazie di tutto e pensiamo ai Mondiali.

Cosa ti aspetti, invece, dal prossimo mercato? Con quali prospettive pensi potrà presentarsi, a scatola chiusa, l’Inter all’inizio del prossimo campionato?

Se questa di fatto è ancora l’ultima stagione di Moratti piuttosto che la prima di Thohir, da giugno invece inizierà tutto. Vedo gli ultimi eroi del Triplete salutare l’Inter (Cambiasso escluso, il quale potrebbe restare a patto di ridursi ai minimi termini l’ingaggio) e un Vidic in arrivo.
L’acquisto del capitano del Manchester United, la squadra più seguita in Asia non dimentichiamolo, rappresenta un ottimo colpo dal punto di vista dell’immagine e nonostante sia a fine carriera può nell’immediato garantire buone prestazioni; a parametro zero è un buon acquisto.
Vedo una questione Handanovic da risolvere tra offerte estere e un Bardi pronto a tornare alla base, un Icardi pronto a raccogliere le responsabilità offensive della squadra e almeno un 4-5 innesti giovani e di esperienza a completare la squadra. Checché se ne dica Thohir ha un impero finanziario, se occorre il presidente ha le disponibilità economiche per piazzare un colpo che riaccenda la piazza come fatto con Hernanes.

Domanda obbligatoria, per chi come me ha pure scritto un libro sui giovani talenti sparsi un po’ ovunque nel mondo, sul settore giovanile Nerazzurro. Negli ultimi anni sono stati tanti i risultati positivi raccolti in questo senso, ma pochi i giocatori che si sono imposti in prima squadra. Qual è il tuo punto di vista?

Lo diceva Stramaccioni: il salto di competitività che ci sta tra il calcio giovanile e il calcio professionista è così ampio che in pochi dimostrano di saper da subito saltare la staccionata. La carriera di un calciatore è fatta di tanti step ascendenti e l’evoluzione di ogni atleta è prettamente soggettiva, ci sono infatti giovani che si affermano da subito e giocatori che esplodono a 30 anni.
L’avere una squadra giovanile vincente non necessariamente significa traslare il tutto morbidamente in prima squadra, l’ha dimostrato la stessa Italia Under 21 dominatrice negli anni ’90 per tre edizioni di fila ma vincitrice di una grande competizione solo dieci anni dopo.

Sempre parlando di settore giovanile, chi sono ad oggi i migliori talenti che fanno bella mostra di sé al centro sportivo Giacinto Facchetti? C’è qualcuno che pensi possa imporsi anche ad alto livello?

Dopo i grandi risultati ottenuti dall’Inter giovanile di Stramaccioni, adesso la squadra vive un periodo non altrettanto dorato ma i giocatori non mancano. Capello, Tassi, Puscas e Bonazzoli hanno le basi per fare un’ottima carriera, così come Knudsen in mezzo al campo. Da poche settimane è arrivato Andy Polo e ne parlano un gran bene, al campo come sempre l’ardua sentenza.

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