Inter: perché Gnoukouri è meglio di Felipe Melo

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L’Inter è su Felipe Melo da ormai un mese abbondante.

Secondo i vari media nostrani il sempre pretenzioso Mancini avrebbe individuato nel mediano Verdeoro il rinforzo giusto per il centrocampo Nerazzurro.

L’ex juventino, che proprio a Torino floppò clamorosamente dopo essere stato acquistato a peso d’oro dalla Fiorentina, sarebbe il giocatore preposto a giocare davanti alla difesa, là dove lo scorso anno giocò Gary Medel.

“Volante” sudamericano più di lotta che di governo, non è certo il classico regista “alla Pirlo”, per quanto abbia comunque una capacità di amministrare la sfera quantomeno sulle brevi distanze un po’ più spiccata del cileno. Certo, comunque, le sue doti principali si riflettono nei duelli aerei, negli intercetti e nel tackling.

Insomma, per la sua nuova Inter Roberto Mancini dopo aver – pare – semi bocciato l’esperimento Kovacic in cabina di regia come centromediano metodista voleva un giocatore capace di dare muscoli e quantità con un tocco di qualità in più rispetto a Medel.

La situazione economica della società di Eric Thohir, però, non è certo delle più floride. Il che significa dover soppesare ogni centesimo offerto, cosa che come diretta conseguenza porta all’allungamento ed all’imbolsimento delle trattative.

Così giusto ieri sera pare essere arrivata la rottura definitiva: dalla Turchia è infatti rimbalzata la notizia che l’ex Viola avrebbe rinnovato il suo contratto in scadenza a giugno con il Galatasaray, portandolo al 2019. Il tutto accettando una riduzione dell’ingaggio, passato dai 3.3 mln della versione precedente ai 2.6 più bonus di quella attuale.

Giusto poco prima che arrivasse in Italia la notizia del rinnovo, il giornalista interofilo Marco Barzaghi aveva tweettato l’idea che frullava nelle teste dei dirigenti Nerazzurri: mollare Melo (ormai perso, in realtà), per puntare su Assane Gnoukouri, giovane talento ivoriano svezzato in casa.

Una soluzione, questa, che trova il mio pieno appoggio.

Certo, sono un po’ deluso dal fatto che ancora una volta i dirigenti nostrani si rifugino nella soluzione giovane solo a fronte delle difficoltà a reperire giocatori già formati sul mercato.
I nostri settori giovanili dovrebbero essere fucine di talenti, non parcheggi di giocatori di procuratori amici o fonte di plusvalenze con cui fare un po’ di maquillage a livello di bilancio.

Però è proprio questa strada, intrapresa pur forzatamente dall’Inter, a dover essere seguita.

Il perché è semplice: Felipe Melo è un giocatore adrenalinico che potrebbe tenere alta la tensione della squadra, certo. Nel contempo però un giocatore non può cambiare da solo l’approccio ai match di un’equipe.
In più ci sono una serie di lati negativi: l’età non più verde del ragazzo (32 anni), l’esborso economico per il cartellino (posto che non si è riusciti a chiudere lo scambio con Nagatomo) in una situazione come detto già complicata, il salario sostanzioso preteso dal giocatore (che fino a ieri guadagnava appunto più di tre milioni l’anno).

E’ qui che serve un cambio di filosofia. Gnoukouri ha già dimostrato di potersi disimpegnare in maniera egregia in Serie A, un posto in rosa quindi lo può meritare. Tanti anni di carriera davanti, nessun costo del cartellino essendo giocatore già di proprietà, stipendio infinitamente inferiore a quello del brasiliano. Che significa valorizzare un asset già di proprietà, che nel caso potrà quindi portare anche ad una futura plusvalenza, ma soprattutto fare economia sul mercato, liberando risorse da concentrare su altri giocatori.

E proprio qui sta il salto culturale che andrebbe fatto in Italia.

Lo spiegavo ieri in una discussione (che in quel caso riguardava la Juventus) su Facebook: Football Manager è solo un videogame, ok, ma ricalca in maniera abbastanza fedele la realtà manageriale di una società calcistica.

Ebbene, da sempre a Football Manager organizzo le mie squadre così: punto forte sul settore giovanile (cercando 15/16enni di valore, ingaggiando gli scout e i tecnici migliori, ecc) per far sì che questo diventi un serbatoio sicuro da cui attingere per rimpolpare la rosa della prima squadra.

Questo mi permette quindi di concentrare le mie risorse economiche non tanto sull’ampliamento quantitativo della rosa, quanto sul miglioramento qualitativo della stessa.

Così anziché spendere (cifre ipotetiche) 100 per acquistare 10 giocatori (con conseguente frazionamento degli investimenti), posso spendere 100 per acquistare 5 giocatori, perché gli altri 5 li promuoverò dal settore giovanile. Che gestito a dovere mi garantirà come minimo giocatori pronti per lo meno per affrontare un campionato da Serie A, per quanto magari non già da protagonisti assoluti.

Concentrare le risorse solo su pochi acquisti, ovviamente, mi permetterà di puntare giocatori più costosi e, generalmente, di maggior qualità.

Ecco perché puntare su Assane Gnoukouri, nel caso dell’Inter, è meglio che andare ad acquistare Felipe Melo: il giovane ivoriano ha dimostrato di reggere senza grossi problemi il palcoscenico che è chiamato a calcare. Certo non cambierà la squadra da solo, ma questo non l’avrebbe fatto nemmeno il brasiliano.
In un contesto funzionale potrà però dire la sua, posto che tecnicamente ha dimostrato di non avere molto da invidiare a tanti protagonisti della massima serie. E proprio la sua conferma in luogo di un nuovo acquisto potrà permettere all’Inter di concentrare le proprie risorse su altri giocatori.


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