Italia vs. Croazia – Secondo turno Gruppo C Euro 2012 – Suicidio compiuto

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Ammetto che commentare qualsiasi cosa in situazioni come queste non mi viene facile.

Perché sono emotivo, e per la maglia Azzurra ho versato lacrime come per pochissime altre cose nella mia vita.

Come se non bastasse i pensieri mi si accavallano in testa e con la – scarsa – lucidità che una partita come questa ti può lasciare viene difficile riordinarli.

Allora facciamo un po’ di brain storming, perché comunque molto più di questo difficilmente riuscirò a produrre. Non vogliatemene.

Ripartiamo dall’hangout di stamattina. Dove qualcuno – non ricordo e non mi interessa andare a vedere chi, perché non è importante – disse che l’unico fuoriclasse di questa squadra è Mario Balotelli.

Beh, l’unico fuoriclasse di questa squadra, almeno parlando di giocatori di movimento, è Andrea Pirlo.

Che va anche in difficoltà in certi momenti della partita, come normale quando tutto l’undici fatica, ma che ha veramente tutto: classe, temperamento, tranquillità, talento.

E’ lui a sbloccare il match. Dopo che Cassano, Balotelli, Marchisio non erano riusciti a fare altrettanto. Con una punizione magistrale che s’infila imparabile e ci mette in una condizione privilegiata.

Sull’1 a 0 infatti, come ho avuto modo di scrivere sulle pagine Twitter e Facebook del blog, solo gli Azzurri potevano “perdere questa vittoria”, suicidandosi (sportivamente parlando, s’intende).

E guarda caso così è stato.

Ma torniamo all’hangout. Dove dissi che personalmente non mi erano piaciuti i due attaccanti, Motta e Giaccherini.
Cosa che ho poi approfondito meglio nel post pubblicato stamane.

Partiamo dall’attacco, dove avrei schierato Di Natale titolare. Idea che non ha trovato concordi Vialli e Materazzi.

Coi se e coi ma non si va da nessuna parte, ma come detto Di Natale è arrivato all’apice della sua carriera ed è diventato un cecchino quasi infallibile. Cosa sottolineata anche contro la Spagna, dove ha freddato senza batter ciglio Casillas, non proprio l’ultimo arrivato.

Prandelli, purtroppo, non mi ha ascoltato. Dico purtroppo perché resto convinto che, a maggior ragione dopo aver visto l’approccio degli Azzurri ai primi quarantacinque minuti, Di Natale avrebbe potuto segnare, sfruttando le sue doti di bomber oggi uniche in Italia.

Ma niente.

Meglio farlo entrare a venti dal termine, dicevano.

Certo, ma non si può sempre pretendere che possa fare la differenza in uno scampolo di partita.

E soprattutto nel momento in cui lo inserisci DEVI metterlo nelle condizioni di far male. Cosa che non è mai avvenuta.

Come avevo criticato Cassano e Balotelli dopo il primo match devo comunque fare complimenti parziali, oggi, al barese. Che dà sprazzi della sua immensa classe (ecco un altro potenziale ma purtroppo inespresso fuoriclasse).

Purtroppo continua a girare a scartamento ridotto.

Cosa che se sommata al fatto che Balotelli non si sprechi molto di più in fase di non possesso e, non bastasse, non sappia nemmeno fare minimamente male in fase offensiva… ecco che ne viene fuori un bel patatrac.

Perché l’Italia merita nettamente nel primo tempo, nonostante qualche piccola sbavatura. Solo che non ha il cinismo e soprattutto il carattere che gli permette di chiudere la partita. E questo, va da sé, è colpa anche e soprattutto di chi si trova a giocare davanti.

Motta e Giaccherini, dicevo.

Il primo continua ad essere compassatissimo. Nel primo tempo non demerita, come tutti gli Azzurri, ma più che una sufficienza stiracchiata gli si fa fatica a dare.

Le alternative non sono i Gerrard, Lampard o Gattuso dei tempi d’oro, certo, ma dopo la grandissima stagione disputata Nocerino, forse, andrebbe tenuto un po’ più in considerazione. Anche perché nonostante limiti notevoli ha ben altro passo, e se vuoi permetterti il lusso di avere due punte nulla in fase di non possesso questa è una cosa, come dicevo già oggi, da considerare.

Purtroppo Prandelli mi sembra coerente ben oltre i limiti dell’incaponimento e Motta continua a stazionare (in tutti i sensi) sulla mediana Azzurra.

Giaccherini invece disputa una partita da sufficienza piena nel complesso. Copre bene tutta la fascia con continuità aiutando anche più di quanto ci si potrebbe aspettare da lui in fase difensiva.
Peccato per la mezza sbavatura sul goal croato, dove le colpe sono da attribuire quasi in toto a Chiellini (e ci arrivo), certo, ma dove lui, visto il compagno fuori posizione, avrebbe potuto forse provare a fare qualcosa in più.

Chiellini, dicevo.
Bella partita. Perché al di là di tutto non può essere un errore a far dimenticare la prestazione di novanta minuti.

Del resto fino al goal di Mandzukic non sbaglia nulla. E anzi, a mio avviso si dimostra il migliore del pacchetto arretrato.

Poi, però, si dimentica un uomo come un professionista non dovrebbe mai fare. E allora, vista anche la pesantezza di quel goal (che potrebbe significare Italia eliminata, se le cose andassero male tra stasera e lunedì), la sufficienza – larga sino a quel momento – ahimè sfuma via.

Nel complesso sono comunque forma e approccio ad essere sbagliati.

In questo senso: lo stato di forma non permettere di reggere 90 minuti a buon livello di intensità. Troppe pause e fiato che finisce ben prima del triplice fischio. Difficile portare a casa i risultati, così.

L’approccio invece è sbagliato perché questa squadra, nel complesso, sembra aver paura della sua ombra. Ma probabilmente è solo una conseguenza del ragionamento fatto qui sopra.

Mancano fiato e gambe, e invece di entrare in dominio del match quando le cose girano ci si affloscia su sé stessi, lasciando agli avversari il pallino e la possibilità di uscire a testa alta, di metterti in difficoltà, di arrivare a pareggiare un match che diventa un suicidio sportivo raro.

Perché diciamolo chiaramente: poca roba l’Irlanda e un po’ di fortuna nel primo match, poca roba la Croazia (qualche bella individualità e poco più) oggi. Avversario non solo battibilissimo, ma da battere.

Ora inutile fare calcoli.

Bisogna vincere l’ultima gara (cosa tutt’altro che scontata) e poi rivoluzionare questo calcio italiano.

Perché seguendo la china attuale un movimento che in dieci anni è passato dai vertici mondiali a quello che è forse il suo minimo storico (nel complesso, non parlo solo di risultati della nazionale maggiore) non potrà che sprofondare ulteriormente.

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4 commenti

  1. Aggiunto tra gli amici del blog. L’Italia ha già salutato l’Europa con questo passo falso, sarà difficile non vedere un 2-2 tra Spagna e Croazia.

    saluti

    1. Conto molto sulla spocchia spagnola.
      Sanno che non ci farebbe una bella figura a biscottare e, soprattutto, sanno che darebbero impressione di debolezza: dimostrerebbero di aver paura di noi, preferendo un passaggio del turno dei croati piuttosto che giocarsela col rischio di veder approdare ai quarti noi.

      Non so, io sono moderatamente ottimista.

      Il problema vero, secondo me, è che questa nazionale è tutt’altro che scontato sappia battere l’Irlanda… e finché non vinci con l’Irlanda inutile pensare al risultato dall’altra parte…

  2. mi sembra che l’articolo si mantenga un po’ troppo sul vago. che suicidio sia stato non c’è dubbio, ma chi ne è il responsabile? mi sembra che non ci siano dubbi in proposito: prandelli. l’idea di far rientrare in campo cassano è stata veramente allucinante. sostituirlo con giovinco per sfruttare in contropiede il fatto di essere in vantaggio non richiedeva doti divinatorie. il suicidio si è concretizzato poi con la sostituzione di balotelli che, per quanto impreciso e confusionario, garantiva pur sempre un certo peso in attacco, perso completamente. lasciamo perdere poi l’entrata di montolivo e giovinco a risultato acquisito e con la croazia riposizionata a difesa dell’1 a 1, che si è fatta pure pericolosissima in contropiede. scelte tutte scellerate che hanno mostrato il volto vero di prandelli, un fine politico prestato al gioco del calcio.

    1. Sinceramente non lo vedo poi così vago. 🙂

      Piuttosto trovo riduttivo ridurre tutte le colpe di un suicidio sportivo di questo genere al solo Prandelli.

      Che di colpe ne ha, intendiamoci. E, come ho avuto modo di scrivere in questi giorni, ne ha a partire da quando ancora la nazionale non era partita per l’est Europa. Perché qualcosa l’ha sbagliato già a partire dalle convocazioni.

      Poi logico che se la mattina di fronte a Vialli, Materazzi e i giornalisti della Gazzetta dico che Di Natale dovrebbe partire titolare (resto e resterò sempre convinto che con lui in campo si poteva capitalizzare meglio il primo tempo) finisco con l’imputare indirettamente un’altra colpa al mister.
      Così come si può poi opinare la sua gestione dei cambi a match in corso.

      Ma, dicevo, non può essere solo colpa di Prandelli perché poi in campo ci vanno i giocatori e pur riconoscendo gli errori del C.T. non si possono ignorare quelli commessi dai giocatori.

      E non parlo solo di errori dei singoli sulla rete che porta al pareggio, dove Chiellini come detto rovina una prestazione maiuscola, quanto di tutto l’insieme.

      Volendo citare in ordine sparso: Cassano pascola per il campo accendendo la luce a sprazzi, Balotelli dimostra di non avere – oggi, almeno – il carattere per giocare a certi livelli, con la sua boria che si sgonfia in nulla quando è chiamato a fare la differenza e caricarsi una squadra sulle spalle, Maggio è l’ombra opaca di sé stesso, Marchisio fa una grandissima cosa per poi fallire in un amen due occasioni più che ghiotte… e nel complesso tutta la squadra non ha la forza fisica e mentale di entrare in controllo assoluto del match quando il match stesso glielo permetterebbe, con i croati sotto nel punteggio quanto nel gioco ed incapaci di rialzarsi.

      Però è logico che se di fronte ad un avversario in difficoltà tu lo aiuti a ridestarsi anziché dargli il colpo di grazie hai veramente grosse colpe… non limitabili solo a chi siede in panchina, a mio avviso.

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